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Autore: Persychan    08/06/2011    2 recensioni
Loro sono il Veleno e la Morte, loro danzano insieme sul sangue e tra i cadaveri.
Questi sono i frammenti della loro storia, di un bambino e di un gigante e di due amanti. Questa è la storia di due assassini.
[Personaggi originali - Isaia ed Enea]
[Avventure parallele]
[Racconto della Famiglia Rivolta]
Genere: Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Titolo: Cantarella e Belladonna
Fandom:Originale
Personaggi:Enea/ Isaia. Personaggi della Famiglia Rivolta
Set di temi:Delta
Note: - non betata
- L’ambientazione è quella di Katekyo Hitman Reborn e in storie successive potranno comparire, sia nominati che in persona, vari personaggi della serie. Per il momento si tratta di una sorta di storia parallela ambientata nello stesso universo in contemporanea con gli avvenimenti che hanno come protagonisti Tsuna e guardiani. In fondo la famiglia Vongola è una della tante famiglie mafiose italiane.
[Per altre storie della stessa ambientazione andate qui]
- Sangue/sesso/violenza e assassini psicopatici
- Allora queste 50 frasi sono state scritte parecchio tempo fa, in concomitanza con un contest, ma sono state ora in parte sistemate e rimodernate,  oltre ad essere divise in sezioni a seconda dell'argomento o dell'anno di ambientazione.
In questo capitolo (l'ultimo della serie) ci sono le storie di ambientazione fissa, alias il laboratorio, e le tre storie brevi cioè delle minific sempre raccontate attraverso le frasi.
 



Cantarella e Belladonna
Il luogo di un assassino
(Qualunque)



{Laboratorio. C'era un solo luogo dove Isaia poteva essere sempre se stesso ed era l'unico dove Enea  non aveva mai paura di baciarlo. }


 
#04 - Ora: TicTacTicTac l'orologio scandiva i secondi senza sosta, perfetto e puntuale, ma ad Isaia non interessava particolarmente: ora c'erano le labbra e le mani di Enea - finalmente - a toccare la sua pelle ed ogni angolo nel suo corpo e anche se oltre quelle mura spesse qualche prigioniero moriva - per merito o colpa sua - se voleva avere la sua attenzione avrebbe dovuto fare di meglio, tipo, chessò, esplodere.
 
#05 - Ritornello: Era una routine ormai collaudata, accompagnata da una colonna sonora altrettanto familiare: si svegliava, si lavava, si vestiva, salutava sua sorella e scendeva in laboratorio dove lavorava  su fitti calcoli o, se voleva svagarsi, su qualche nuova formula chimica fino a quando Enea non lo raggiungeva e allora si trattava solo di aspettare che l'ultimo dei suoi collaboratori se ne andasse appropriandosi, infine, di uno dei tavoli di metallo della morgue per coprire con le loro urla e gemiti il ripetitivo vociare e supplicare delle cavie.

#17 - Delirio: Con l'esperienza Isaia aveva ben presto imparato a riconoscere i carnefici dei corpi che arrivavano sui tavoli dell'obitorio: c'erano quelli di Samuele con il collo segnato e il sangue che riempiva la gola, quelli rari, anzi rarissimi di Lucio - perchè lui doveva essere il più invisibile possibile e, sfortunatamente, i morti tendevano a farsi notare più dei vivi - dai visi irriconoscibili e le ossa fratturate, scomposte quasi fino  a far baluginare il loro biancore sotto la pelle, oppure quelli di Alessandro bluastri e sanguinolenti, ma dai tagli netti privi di alcuna esitazione che erano così facili da aprire - la gran parte del lavoro era già fatta - e poi c'erano quelli di Enea che giungevano da lui ancora vivi, almeno fisicamente, con le orbite opache e il mento sporco della propria bava e la cui ultima frase, un attimo prima che la mente ormai spezzata dall'Arte  si spegnesse del tutto, era sempre la stessa: "Buona giornata, amore."

#22 - Ritmo: Il grammofono girava a vuoto, come sempre, e la sedia cigolava vecchia e malandata sotto il suo peso, come sempre, poi ci fu una nota dissonante e lo stridio dello sgabello contro il pavimento di cemento, Isaia si alzò, lo raggiunse e lo baciò e, come sempre, le sue labbra sapevano di sangue, mandorle e arsenico e morte.

#44 - Cristallo: Le boccette caddero a terra infrangendosi al suolo in una miriade di frammenti scintillanti, ma nessuno se ne accorse mentre la felpa di Enea veniva sfilata e i pantaloni di Isaia scendevano lungo le cosce magre.

#47 - Muro: Le pareti del laboratorio erano spesse affinchè i prigionieri - le cavie - non potessero fuggire e pure le loro urla rimanevano rinchiuse tra quelle mura, nonostante questo mentre vi si aggrappava e Enea spingeva dentro di lui artigliandogli i fianchi e mordendogli il collo fino a sentire il sangue colore lungo la clavicola, gli parvero fin troppo fragili per sostenerlo.
 
 
 

{Storie brevi}
 

Il ballo dell'ultima notte
 
#09 - Vento: C'era una brezza gelida quella notte, ma in fondo non sarebbero rimasti all'aperto per molto: avevano una festa a cui partecipare.

#38 - Orrore: Non servì loro presentarsi, bastarono i primi due cadaveri uccisi in pochi secondi a far comprendere che non erano sulla lista VIP e ne furono sufficienti pochi di più per fermare in eterno espressioni d'orrore su i visi degli invitati.

#45 - Incubo: Quando sorse il giorno, loro erano già lontani eppure l'incubo di quella notte non avrebbe abbandonato mai quelle sale e la mente di quei pochi lasciati vivi per non far cadere nell'oblio quella notte solenne, la loro notte.
 
 
Prega per noi, poveri peccatori, dall'alto dei cieli.
 
#25 - Tentativo: Ci aveva provato all'inizio ad andarsene, ma era stato più forte di lui: voleva vedere all'opera il suo veleno, quello che aveva versato sull'ostia alcune ore prima e che presto avrebbe ucciso lo sciocco parroco che aveva osato portare avanti traffici contrari al volere della Boss, lo desiderava ardentemente e per questo motivo, contando con attenzione il tempo rimasto, si diresse verso il confessionale sperando che Enea non si arrabbiasse troppo per il suo ritardo.

#29 - Stupidità: "Perdonami Padre perchè ho peccato, perdonami Padre perchè ho ucciso, perdonami Padre perchè continuerò ad uccidere, perdonami Padre perchè amo un uomo che è un assassino e continuerò ad amarlo, perdonami Padre perchè non intendo pentirmi, perdonami Padre perchè nel tuo essere uno stupido agnello finirai sgozzato dal lupo e avvelenato dall'acconito."

#16 - Regno: "Nel sermone di oggi, Padre, avete detto: se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli, ma credo, Padre, che nessun omicida possa puntare al paradiso, se non si pente, neppure se è un bambino come me e di certo io sono un omicida, non credo che lei che sta morendo per mano mia ne possa avere dubbi e altrettanto sicuramente non intendo pentirmi; non si preoccupi però, Padre, il mio Paradiso l'ho già guadagnato ed è stato proprio grazie ai miei peccati."

#37 - Stranezza: Se qualcuno intorno a mezzogiorno - poco dopo la fine della messa - avesse guardato verso la piccola porta della sacrestia, avrebbe potuto osservare una scena alquanto strana: un ragazzino con una stola liturgica al collo che parlava con fare serio di stupide pecore, di souvenir e di Paradisi sopravvalutati con un uomo alto con la sigaretta all'angolo della bocca e, se qualcuno avesse veramente guardato in quella direzione, ora ci sarebbe un qualcuno di meno al mondo.
 
 
 
 
#13 - Acqua: La mente altrui sotto le sue dita e tra le spire della sua Arte era liquida, priva di forma, pronta a farsi plasmare ad ogni suo gesto e allo stesso tempo era solida in modo da spezzarsi meglio ed eterea nel suo svanire così facilmente, ma, inaspettatamente, c'erano delle eccezioni e quella di Isaia era un labirinto cupo e familiare che visitava con piacere accarezzandone gli anfratti e spingendosi in profondità fino, quasi, a rivelarne i misteri.
 
Giochi di mente
 
#50 - Particolare: "So che è una richiesta... strana, ma permettimelo, permettimi di entrare nella tua mente" e Isaia glielo lasciò fare.

#07 - Pietra: Percepì il freddo delle sue mani contro la nuca e poi lui fu lì, pronto ad oltrepassare il limite dei suoi pensieri e poi a sprofondare oltre, come una pietra che lanciata in uno stagno muove l'acqua in ampi cerchi scomparendo sotto la superficie,  e si ritrovò a fare appello ad ogni grammo del suo autocontrollo per non mettersi a piangere - a urlare, scappare - nel sentire la propria ultima difesa che crollava miseramente ai suoi piedi.

#03 - Fermata: Enea lo sentì tremare sotto di sé, ma per un attimo - dimentico della realtà e ammaliato dal desiderio di conoscere, possedere, completamente quella creatura tanto agognata - non se accorse e fu solo nel vedere le lacrime - Isaia che non aveva mai pianto neppure quando il dolore di una pallottola gli perforava le carni - che si rese conto di ciò che stava accadendo e si fermò.

#08 - Rugiada: Le lacrime di Isaia erano piccole stille salate che bagnavano in disperato silenzio le ciglia scure e lui non le aveva mai visto eppure nel suo negligente comportamento ne era stato il responsabile.

#27 - Segnale: Gli baciò la fronte, sentendola calda e umida di sudore sotto le sue labbra, asciugandogli le lacrime che traditrici scivolarono lungo le guancie e  gli accarezzò i capelli sistemandone le ciocche dietro le orecchie come a ricordargli che era ancora lì, come segno della sua presenza - viva e reale.

#49 - Impressione: Un "mi dispiace" scivolò fuori dalle labbra, mentre con delicatezza tentava porre fine a quel tentativo mal riuscito, ma si bloccò, subito dopo, ad un sussulto di Isaia, preoccupato di avergli provocato ulteriore dolore eppure aveva l'impressione che la sua mente lo trattenesse.

#30 - Schiaffo: Poi, impreviste e dolorose come uno schiaffo, arrivarono le immagini - lui sdraiato sul tavolo dell'obitorio con Isaia a cavalcioni e il petto grondante di sangue, lui che lo bacia mentre la sua bocca sa ancora di arsenico e la morte è ad un passo, lui che accetta i suoi piccoli capricci e manie - e Enea comprese: dente per dente, occhio per occhio, dolore per dolore fino alla fine.
 
 



E con questo ho finito. Fiuuu ~
Come da precedente capitolo ricordo che chi commenta tutti i capitoli ha diritto a chiedermi una shot con la frase da lui/lei preferita ♥ Detto questo saluto tutti e spero in ta~anti commenti. 
Perchè la Boss vi osserva ù_ù
   
 
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