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Autore: Doralice    10/06/2011    2 recensioni
Non è più tempo di Marchi Neri e medaglie e battaglie epocali.
Non è più tempo di campi di lavanda e vacanze sotto cieli azzurri.
Ma forse è meglio così...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note

Questa fanfic è un esperimento molto azzardato. Ho alle spalle una Draco/Hermione che, sebbene mi convincesse (e tutt'ora mi convinca), non è approdata ad alcun finale, restando incompiuta. Diciamo che Draco non è il personaggio sul quale preferisco scrivere, ecco...

Ma era da parecchio tempo che mi frullava in testa questa storia, che fondamentalmente è un libera rivisitazione del film The Departed (se l'avete visto, capirete da subito come ho intenzione di sviluppare la vicenda), e fin dall'inizio avevo in mente di fare di Draco il protagonista... ciò che mi mancava era solo la coprotagonista, che ha cambiato identità parecchie volte, fino a stabilizzarsi su quella canon - e quindi meno ovvia -: Astoria Greengrass in Malfoy (che nel mio personale cast mentale ha il volto di Emily Blunt, nel caso v'interessasse).

E così eccomi qua... buona lettura e, mi raccomando, lasciatemi una vostra impressione, ci terrei a sapere se l'idea vi garba! :)







Prologo


All around me are familiar faces

Worn out places

Worn out faces

- Mad World -


Quando scoppiò la guerra io avevo 15 anni. A malapena sapevo che cos'era una guerra e la decisione della mia famiglia di tenere me e mia sorella a casa, ci privò di vivere in prima persona quegli eventi che sarebbero stati poi ricordati come la Seconda Guerra Magica.

Nemmeno dopo ci diedero il permesso di tornare a Hogwarts. Mia madre aveva dei parenti in Francia e venne presa la decisione di mandarci a studiare all'Accademia di Beauxbatons. Daphne, pur essendo maggiorenne, non ebbe il coraggio di ribellarsi a tale decisione: era abbastanza grande da temere ciò che stava succedendo in patria.

Così, mentre i nostri genitori impegnavano tutte le loro risorse per sopravvivere alla rappresaglia che stava spazzando via i simpatizzanti del Signore Oscuro, noi passavamo l'immediato dopoguerra tra le colline color lavanda della Provenza.

Non so bene come mia sorella abbia vissuto quel periodo, non eravamo abbastanza in confidenza allora – né lo saremmo state in seguito. Se le mancavano i suoi amici, non lo dimostrò. Certo è che non strinse alcun legame a Beauxbatons e ricordo che alla fine dell'anno, dopo il diploma, si mostrava assai sollevata all'idea di ripartire.

Per quanto riguarda me, quelli furono senza dubbio i tre anni più sereni della mia vita. In breve tempo dimenticai il grigio di Londra, la neve di Hogwarts e i colori di Slytherin. Feci del francese la mia lingua madre e mi adattai placidamente all'azzurro dell'uniforme dell'Accademia. In poche parole, mi costruii una nuova casa.

All'epoca pochi erano informati di ciò che stava accadendo aldilà della Manica e questo, assieme al carattere notoriamente liberale dei francesi, mi permise di stringere amicizia con le mie compagne di corso senza troppe difficoltà. I parenti dai quali alloggiavo durante le vacanze natalizie erano un'insignificante parentesi, che tuttavia ebbi modo di volgere in mio favore: grazie alla loro intercessione, riuscii a strappare ai miei genitori il permesso di passare le estati laggiù, ospite presso i Rolland, la famiglia della mia cara amica Madeleine.

La mia adolescenza trascorse in un clima quanto più lontano da quello che si respirava in Gran Bretagna, né dalla asfittica corrispondenza che tenevo con mia madre avrei potuto immaginare cosa mi aspettava una volta tornata in patria. Così presi le mie oneste O ai M.A.G.O. e feci le valige inconsapevole. Salutai Madeleine con la certezza che ci saremmo riviste presto, dal momento che era nelle nostre intenzioni frequentare insieme Psicomagia a Londra.

L'ultima cosa che avrei immaginato, nella mia totale e sciocca ingenuità, era che rimettere piede in Inghilterra mi avrebbe stravolto la vita, come effettivamente successe. Innanzitutto perché ebbi modo di conoscere, nella stessa occasione, il mio primo amore e il mio primo paziente. Ed anche perché non mi fu difficile capire in fretta che la guerra, laggiù, non era affatto finita.

~~~

Adesso so che l'avrei dovuto immaginare. Ma a distanza di anni, privo della patina emozionale del momento e illuminato dalla saggezza dell'età, appare tutto più chiaro, no? Quindi serve a poco rimuginare. Anzi, non serve proprio a un cazzo, ecco.

Tutta la mia fortuna si era esaurita sette anni prima, tra le ombre della Foresta Poibita, quando mia madre aveva fatto la scelta che qualcuno sa. Da allora, non potevo che sperare di sopravvivere a quello che mi circondava.

Ma... Merlino! Possibile che fossi così disperato da dare fiducia a Potter?!

Umpf... va bene... ero così disperato.

Ovviamente la tua identità dovrà restare occultata. –

Ovviamente...

Già da quel dettaglio poco allettante avrei dovuto subodorare la fregatura. Ma si vede che ero pronto a farmi infinocchiare per bene. E chi è causa del suo mal...

Sarai protetto da un Fidelius. Solo l'agente Weasley ed io sapremo chi sei. –

Fissai Lenticchia con aria scettica: – E questo dovrebbe essermi di conforto? –

I due si scambiarono un'occhiata d'intesa.

Con tuo padre ad Azkaban e tua madre al San Mungo, eviterei di mantenere questo atteggiamento. –

Avevo la sgradevole sensazione di essere di nuovo a Hogwarts, nell'ufficio di Snape. Che fossi il suo cocco non gli impediva di esercitare anche su di me la sua seccante attitudine a rompere le Pluffe, ma notoriamente la maggior parte degli idioti che frequentavano Hogwarts era cieca alle sfumature.

Cosa ci guadagno? – sospirai.

Avrei accettato, ovviamente. Lo sapevano anche loro. Ma mi avevano insegnato che fare il prezioso non guastava mai e tale insegnamento mi aveva salvato il culo più di una volta.

Potter prese una pergamena in bianco e vi batté la bacchetta sopra. Me la porse.

Inarcai un sopracciglio, cercando di contenere la sorpresa davanti a ciò che vi leggevo. Il totale rilascio dei beni di famiglia, attualmente sequestrati dal Ministero, era molto più di quanto mi aspettassi. Non era contemplato il ritorno a casa di paparino – cosa della quale, detto tra di noi, facevo volentieri a meno.

Mi buttai sul sarcastico: – Non mi aspettavo cotanta generosità. –

Firma, facciamo il Fidelius e a fine missione ognuno per sé. – disse Potter in tono secco – Altrimenti levati dai Bolidi e non farti più vedere. –

Trattenni una risata: Potter che faceva il gradasso era uno spettacolino patetico che non avevo il piacere di vedere da tempo immemorabile.

Ho scelta? – agguantai una piuma e firmai distrattamente la pergamena.

La porsi con due dita a Potter, che la sigillò e la fece evanescere, presumibilmente in posto sicuro.

Bene. – schioccai la lingua – E chi avrà l'onore...? –

Weasley si fece avanti. Emisi un banale, stupido “oh”.

Lui fece una smorfia: – Oh? –

Be', avrei dovuto immaginarlo. Ti pareva se Potter non mandava avanti qualcun altro pur di non esporsi?

   
 
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