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Autore: Legar    10/06/2011    4 recensioni
Ho ucciso un inutile Babbano, indegno della mia considerazione. Eppure sarà quell’inutile Babbano il terzo passo verso la mia meta, un altro mattone nel muro dell’immortalità che sto costruendo, omicidio dopo omicidio.
[Terza classificata a E il titolo? Contest indetto da Erica Weasley sul forum di EFP.]
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Nick: _Zukkerina_ (sul forum), Legar (su EFP)
Titolo: 97. Another brick in the wall
Personaggi: Voldemort
Genere: Introspettivo, Dark
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfic, Missing Moments
Introduzione: Ho ucciso un inutile Babbano, indegno della mia considerazione. Eppure sarà quell’inutile Babbano il terzo passo verso la mia meta, un altro mattone nel muro dell’immortalità che sto costruendo, omicidio dopo omicidio.
NdA: Voldemort descrive il momento in cui uccide un Babbano sconosciuto, l’omicidio che gli permetterà di creare il terzo Horcrux, il medaglione di Serpeverde. Fonte:
Wikipedia.

 


 




Another brick in the wall

Ho ucciso. Ancora e ancora, senza mai tener conto di ciò che prova chi intralcia il mio nobile cammino, meritando così la morte. L’omicidio è una costante nella mia vita, un mezzo giustificato dal mio fine, quel traguardo di una vita intera. Un traguardo che mi sono posto da ragazzo, e che riuscirò a portare a termine, prima o poi.

Ho appena ucciso, ancora, con semplicità. Avada Kedavra non è poi così complicato da pronunciare se ne si ha la forza necessaria. Ed io l’ho sempre avuta, ricavata dalla consapevolezza che gli omicidi sono necessari per realizzare il mio scopo.

A volte uccidere mi è indifferente: le mie vittime sono solo inutili pedine nel mio glorioso gioco, il cammino verso l’immortalità. Di solito, invece, il terrore di un uomo, la luce che lentamente abbandona i suoi occhi, mi eccita: è come assaporare la morte, salutarla da lontano con la consapevolezza che ogni omicidio compiuto è un passo per non incontrarla mai, per porre le distanze da quell’ultimo traguardo che segna la fine del tempo a disposizione di un uomo.

Stavolta è diverso. Ho ucciso un inutile Babbano, indegno della mia considerazione. Eppure sarà quell’inutile Babbano il terzo passo verso la mia meta, un altro mattone nel muro dell’immortalità che sto costruendo, omicidio dopo omicidio. Una meta ambita, una meta desiderata, ma che quasi nessuno ha il coraggio di realizzare; io diventerò il più grande mago di tutti i tempi, io vincerò la morte. E il mio dominio sul Mondo Magico non avrà fine, perché io non avrò fine.

Non rimango a osservare quell’inutile uomo perdere la vita; l’Anatema Che Uccide promette una morte rapida e indolore, per niente divertente per un carnefice. Neanche il tempo di vedere i suoi occhi chiudersi per sempre, che ho già cambiato strada, stretto nel mio mantello.

Cammino verso la realizzazione dell’ambizione della mia vita, lasciando solo morte dietro di me.

   
 
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