Alice nel paese delle meraviglie
Questa è
la prima, ma ne verranno altre, sono scritte insieme a mia sorella quindi credo
che in questi tempi mi dedicherò più a loro che alle altre due storie che sto
scrivendo, in ogni caso non temete tra due settimane, come promesso,
arriveranno i nuovo capitoli. BUONA LETTURA
Kurogane in Wonderland!
Il mondo dove erano atterrati sembrava più stravagante che mai, il solo
problema era che Kurogane non trovava più gli altri. Quando ad un certo punto
non sbucò Mokona vestita con un panciotto che correva guardando un orologio più
grande di lei e, imperterrita gridava.
"Non c'è tempo, non c'è tempo....."
"Ehi, aspetta polpettina!" esclamò lo spadaccino cominciando a
camminare verso la
piccoletta. Mokona si girò un attimo per capire chi la
chiamasse, ma subito dopo si rigirò e continuò a saltellare.
"È tardi, è tardi...devo andare! Non posso dirti ciao, per me è tardi
ormai!" disse poi in rima saltando dentro ad un buco. Kurogane cominciava
a perdere la pazienza, ma la polpettina era l'unica che poteva oltrepassare le
dimensioni e sapere dove potessero trovarsi gli altri, quindi l'avrebbe seguita
a costo di rimetterci la
vita. Si accovacciò ed entrò nel buco, ma neanche due secondi
e cominciò a cadere dentro ad un cunicolo buio.
"Ma guarda te, vado dietro alla polpettina e mi ritrovo a
cadere!" si disse, tra se e se, lo spadaccino non capendo l'andatura lenta
del suo cadere. "Si può sapere che significa?!" chiese a chiunque
potesse ascoltarlo. Sembrava che parlasse con il vuoto quando sulla sua spalla
non sbucò un essere piccolissimo. Si poteva definire un animale minuscolo
vestito di tutto punto, con tanto di ombrello e cappello. "E tu chi
sei?" chiese mentre atterrava finalmente, su un pavimento.
"Sono la tua coscienza!....." rispose l'altro. Kurogane lo guardò
scetticamente prendendolo per i vestiti e portandoselo davanti agli occhi. Lo
spadaccino aveva uno sguardo che poteva dire tutto o niente, ma in ogni molto
intimidatorio. "....Va bene, va bene! Sono il grillo parlante, la guida di
questo gioco....."
"Gioco?" domandò parecchio impaurito dalla cosa Kurogane.
"Si, gioco.. alla fine del quale c'è una premio in palio! Ogni gruppo
partecipante deve finire le storie a loro date...tramite degli ordini scritti
su un foglio, il quale vi verrà dato all'inizio di ogni livello. Io, il grillo
parlante, vi farò da guida aiutandovi nei momenti di difficoltà!" spiegò
meticolosamente il piccolo animale
"E se io, come logico, non accettassi?" chiese ironico, come se
la cosa fosse già di per se decisa, mentre metteva su un tavolino l’animale.
"Mi spiace, ma lei signore ha firmato un contratto, il quale lo
vincola fino a compimento del gioco!" sorrise il grillo tirando fuori un
foglio per poi rimetterlo subito via, prima che Kurogane lo leggesse.
"Ora, vediamo quali sono gli ordini a lei dati! Dunque: punto 1_ seguire
il coniglio bianco!" lesse
“Il coniglio bianco?!” proclamò stupito lo spadaccino non capendo di chi
parlasse, quando all’improvviso non ripassò Mokona con l’orologio che, come
sempre, saltellava. “Quello è il coniglio bianco?!” domandò scettico al grillo.
Il povero animale alzò le spalle per poi saltare sulla spalla dello spadaccino.
“Questo è il primo punto, quindi non le rimane che inseguirlo!” esclamò il
grillo indicando una porta, dalla quale era uscita Mokona. Lo spadaccino si
avvicinò ad essa, ma constatando che fosse molto più piccola di lui si mise
carponi e provò ad aprirla.
“Ahia!” esclamò la
serratura. Il moro strabuzzò gli occhi per lo stupore, in
fondo era la prima volta che vedeva una serratura parlare quindi gli sembrava
parecchio strano. “Sono chiuso a chiave!” protestò la serratura.
“E dov’è la chiave?!” chiese Kurogane
“Sul tavolo!” rispose la serratura guardando in alto dietro allo
spadaccino. Kurogane si girò vedendo un tavolo di vetro dietro di lui con sopra
una scatola e la chiave, alzandosi andò a prendere la chiave. Il grillo
invece andò ad aprire il cofanetto e ne prese un biscotto tondo porgendolo a
Kurogane.
“Devi mangiarlo!” ordinò
“Devo proprio?!” fece presente il moro. Quel biscotto non aveva un
bell’aspetto e Kurogane non aveva certo fame, ma il grillo tirò fuori il foglio
con le cose che lui avrebbe dovuto fare, gli fece leggere il secondo punto e, a
malincuore, lo spadaccino mangiò quell’affare. Come sapore pareva stopposo e
senza sale, ma appena mangiato lo spadaccino cominciò a rimpicciolirsi. “Che
sta succedendo!” proclamò chiudendo gli occhi per poi sentire un male
allucinante al sedere. Nel rimpicciolirsi aveva sbattuto il sedere sul
pavimento schiacciando la chiave. “Se becco chi è la causa di tutto ciò lo
uccido!” disse risoluto. In ogni caso, con quella stazza sarebbe potuto passare
dalla porta. Aprendola si ritrovò di novo davanti Mokona che correva. Seguì la
polpettina fin dentro una foresta perdendone, di nuovo le tracce. “E adesso
dov’è?” si chiese cercandola. Cercò Mokona anche dietro a dei cespugli, ma
nulla, sotto ad un masso, niente, addirittura dentro un tronco cavo, ma le
uniche due cose che trovò uscendo da li furono……… “Due ragazzini!” si stupì
Kurogane vedendo due Shaoran davanti a se
“Questi sono Panco-pinco e Pinco-panco !” fece le presentazioni il grillo
“Lei ha il dovere di rimanere qui ad ascoltare la loro storia”. Il moro fece una strana faccia da film muto,
ma che poteva dire quanto potesse essere stupito di tutto ciò.
“Ci dispiace Kurogane-san!” esclamarono in coro i due ragazzini, prima di
mettersi a cantare e ballare. I due Shaoran stavano raccontando una storia a
dir poco esilarante su un tricheco e delle ostriche, ma la cosa buffa era il
loro ballo e come cantavano. Kurogane non aveva sentito due persone più stonate
di quei due, in ogni caso, lo spadaccino rimase li a guardarli a bocca aperta
per lo scempio perpetrato fino alla fine della storia. “Finito!” sospirarono i
due lasciando via libera a Kurogane che riprese la strada.
Arrivò davanti ad una casa buffissima, bianca con il tetto di paglia dalla
quale uscì Mokona tutta trafelata che ripeteva sempre la tiritera del ritardo.
Kurogane la seguì fin dentro ad una specie di giungla, dentro al quale riperse
l’essere bianco.
“Questa è una congiura” cominciò a spazientirsi Kurogane arrivando in mezzo
a tante piante e fiori. “E adesso, signor gril…..cof ugh, ma che….!” Cominciò a
tossire pervaso da alcune nuvole di fumo colorate. Seguendo la scia si ritrovò
immerso tra i funghi con uno di essi enorme davanti a lui.
“Ah, però! Non mi sarei mai immaginata che l’azzurro ti donasse…allora è
proprio destino!” esclamò una donna in cima al fungo. Lo spadaccino alzò il
viso ritrovandosi faccia a faccia con la strega delle dimensioni, la quale
fumava seduta sul fungo. “Allora tu sei qui perché non sai più chi sei, giusto?”
chiese sorridendo sadicamente.
“Io lo so chi sono! E poi cosa centra l’azzurro?!” ringhiò l’altro verso la donna. Yuko indicò il
corpo di Kurogane, il quale seguì il dito della donna ritrovandosi a guadare
con orrore il suo stesso corpo. Fino a quel momento non si era accorto che indossava
un vestito azzurro con tanto di grembiule, sotto di esso delle calze bianche e
delle scarpe nere ed, infine, in testa aveva un orripilante cerchietto con un
fiocco nero.
“NAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!” l’urlo
si sentì per tutto il pianeta, quasi. Kurogane divenne bianco cadaverico e
volle avere tra le mani qualcuno per fargliela pagare. Nel mentre Yuko stava
parlando con il grillo parlante.
“Ma da quant’è che ha indosso quel vestito?!” chiese la donna curiosa, ma
stranamente divertita.
“Dall’inizio della favola!” rispose normalmente il grillo tappandosi le
orecchie per via dell’urlo. La donna sembrò soppesare la cosa contando delle
assurdità per poi proclamare
“Diciamo che siamo, più o meno, a più di un quarto della favola, dico bene!
E lui se n’è accorto solo adesso?” domandò ironica capendo, finalmente, che
Kurogane poteva considerarsi fuso di cervello. “In ogni caso! Una parte ti fare
diventare più piccolo, un’altra parte ti fare diventare più grande” recitò
alzandosi in volo con le ali da farfalla appena spuntate. Kurogane sembrò
riaversi, ma siccome era rimasto in stato catatonico fino a quel momento, non
aveva capito nulla.
“Una parte di che?” chiese. Yuko sembrò sorridere a quella domanda e
scendendo dal suo volare, con tutta la sua voce gridò divertita.
“DEL FUNGO RAPA! Era dall’inizio che volevo dirlo” sghignazzò volando via. Il
povero spadaccino cadé a terra, ma non fece in tempo a dire o fare nulla che la
terra sotto di lui cedette facendolo arrivare davanti ad un bivio con un albero
in mezzo.
“Dunque il prossimo punto è: 4_Ascoltare lo stregatto, ma non dargli retta”
lesse sul foglio il grillo, mentre Kurogane tentava di capire da che parte
andare. Quando una voce famigliare cominciò a ridere.
“Hahahah hahah haaaaaa…….Dunque sei tu Alice?” domandò ironicamente Fay, il
quale se ne stava appollaiato sull’albero. Il moro alzò la testa e vide il
biondino che, con eleganza, scendeva davanti a lui. “La cosa si fa
interessante!” sorrise.
“Alice?!” chiese scettico Kurogane.
“Si, siamo in “Alice nel paese delle meraviglie”! Tu sei alice, io lo
stregatto e tu stai indossando un vestitino azzurro con un cerchietto in testa”
sorrise il biondo. Kurogane arrossì di colpo ricordando di avere addosso
vestiti femminili. Dopodiché prese in disparte il grillo e, mentre Fay faceva
versi da deficiente, ci parlò
“Posso levarmi questo coso!?” chiese bisbigliando.
“No, è nel regolamento” rispose il grillo “Mi spiace, ma non posso farci
nulla” Lo spadaccino si arrese e decise di soprassedere anche se Fay poi
cominciò ad elogiarlo e così via, come solo lui sapeva fare. E Kurogane cominciava
a spazientirsi
“Senti lascia perdere come sono vestito io e guardati tu!” proclamò notando
un paio d’orecchie in mezzo ai capelli biondi ed una coda che si muoveva senza
sosta. “Piuttosto hai visto la palla di pe…………! Il bianconiglio” si corresse
ricordando il suo principale obbiettivo.
“Il bianconglio………..credo sia andato… da quella parte!” esclamò indicando
due vie differenti con le due mani. Lo spadaccino ci rimase male, mentre Fay si
stava trattenendo dal ridere, forse anche troppo. “In ogni caso, se io cercassi
un coniglio bianco, lo chiederei….al cappellaio matto!” propose il biondo
sparendo e riapparendo dietro a Kurogane.
“Al cappellaio matto?! No grazie, mi basti tu” sibilò il moro chiudendo gli
occhi e incrociando le braccia sul torace.
“Allora al leprotto bisestile!” ripropose Fay ricomparendo sull’albero. “Però
sappi che lui manca parecchi venerdì!” sospirò di conseguenza sparendo di
nuovo, per poi ritornare seduto su un masso.
“Insomma devo andare dal cappellaio matto!” fece i conti Kurogane stufo di
quella faccenda “E sia, dov’è!” Fay sorrise sotto i baffi e scomparendo di
nuovo lasciò delle impronte sulla terra. Kurogane le seguì finendo davanti ad
una strada.
Arrivato alla fine della strada cominciò a sentire dei canti, di compleanno
si potevano dire, ma avevano qualcosa di stonato. Arrivò davanti ad un cancello
bianco e aprendolo entrò in una nuvola di nebbia.
“Un buon nonclopleanno, a
te…………………a te! Un buon
non compleanno per te, per
te. Su spegni le candele ed
og……………….” Si fermarono
dal cantare un Doumeki
serio ed impassibile con un cappello in testa e Watanuki rosso pomodoro
con
delle orecchie da lepre. I tre si guardarono a lungo in silenzio
finché Watanuki
non lo interruppe.
“No, no, no! Non puoi rimanere, è tutto pieno!” esclamò sempre rosso
sintomo che si stava vergognando da morire.
“Ma ti puoi sedere dove vuoi!” fece presente Himawari uscita da chissà
dove. Kurogane guardò scetticamente la scena davanti a se non capendoci nulla,
ma si sedette alla tavola prendendo un tazza di the, la quale gli fu tolta
dalle mani da Doumeki. Provò a prenderne un’altra, ma Doumeki gliela levò di
nuovo, e così successe altre tre volte. Infine, quando lo spadaccino stava per
inveire contro il ragazzo questi disse, serio come sempre.
“Non le va un po’ di the?!” Watanuki e Kurogane caddero dalle sedie per l’assurdità
della scena quando Himawari non propose un indovinello.
“Perché i monti sono pupazzi da levare?!” Kurogane si alzò da terra
tentando di trovare una risposta all’indovinello, ma più che indovinello gli
sembrava una filastrocca venuta male. In ogni caso a movimentare di più le cose
passò Mokona da quelle parti e sconquassò tutta la tavola facendo volare le
varie tazze e teiere, scappando subito dopo. Lo spadaccino le andò dietro finché non si
ritrovò in un posto buio e cupo pieno di versi strani e oscuri, i quali
facevano venire la pelle d’oca pure a lui (strano a dirsi). Mokona era di nuovo
sparita e Kurogane non vedeva più nulla, neanche lo scenario bizzarro dove si
era trovato nelle ultime ore.
“Ti sei perso?!” chiese una voce ridente. Kurogane si girò verso la voce
trovandosi il muso di Fay ad un palmo dal suo. Sobbalzando si allontanò all’istante
dal biondo, il quale mise su un broncio bambinesco. “Bel modo di salutare!
Soprattutto sapendo che sono l’unico che può aiutarti” fece presente.
“Non mi sono perso e non ho bisogno d’aiuto!” digrignò Kurogane sapendo
perfettamente che non era vero, ma il suo orgoglio gli impediva di accettare un
aiuto da quella specie di gatto pazzoide “Devo solo ritrovare la mia strada!” proclamò
infine.
“Oh, ma non credo che tu possa farlo!” sorrise Fay trasferendosi accanto a
Kurogane.
“E perché no?!” chiese il moro scettico spostando gli occhi sul biondo. Fay
si spostò lontano dallo spadaccino, ma, in ogni caso, davanti a lui.
“Vedi tutte le strade qui….appartengono alla regina di cuori, quindi non c’è
la tua strada!” spiegò semplicemente.
“La regina di cuori?! Non m’interessa. Voglio solo andare via” disse
scocciato di tutte le assurdità che stavano accadendo.
“Ma devi vederla! Andrà pazza di te, semplicemente matta!” esclamò felice
Fay “E poi, se non la incontri, la storia non finirà mai!” fece presente
diventando sadico, avvicinandosi a Kurogane qual tanto che bastava a fargli
sentire il suo fiato sul collo.
“E come faccio a trovarla!?” domandò fermo come uno stoccafisso, cercando
addirittura di non respirare, vista la situazione. Fay si
allontanò e ricomparve davanti ad una roccia.
“Dunque….Alcuni vanno a destra, altri a sinistra…….Quanto a me,
personalmente, preferisco la scorciatoia!” proclamò abbassando il ramo di un
albero. Si aprì la roccia accanto a lui mostrando una via costeggiata da delle
siepi e Kurogane, a malincuore, seguì la strada.
Arrivato ad uno spiazzo verde cominciò a vedere tre strane cose avvicinarsi
a lui di gran carriera. A prima vista sembravano carte, ma queste avevano le
gambe, le braccia e delle facce molto simili tra loro. Assomigliavano tutte e
tre a Sakura, in ogni caso arrivarono vicini allo spadaccino nascondendosi
dietro di lui e tremando.
“Che diavolo avete da tremare?!” domandò Kurgane. Le tre indicarono la
direzione da cui erano venute, Kurogane guardò e vide un polverone alzarsi,
mentre delle urla agghiaccianti che incitavano cose orribili si avvicinavano. La
prima ad arrivare fu Mokona “La polpettina!” esclamò Kurogane
“Sua magnificenza, sua altezza, sua mestosità, sua eccellenza la regina di
cuori!” presentò Mokona.
“TAGLATELI LA TESTA!” urlava la voce di Yuko seguita da quella del re, il
quale assomigliava parecchio a Clow, ma rimpicciolito. Yuko arrivata davanti a
Kurogane sghignazzò per l’abbigliamento dello spadaccino, ma contenendosi per
via del suo ruolo, ripeté “Tagliateli la testa!” Kurogane non capendone il
motivo volle indagare.
“Innanzitutto: vorrei sapere perché, tu, hai due ruoli…signora farfalla! E
poi perché la testa?” domandò. Yuko sorridente si avvicinò allo spadaccino e
soffiandogli in un orecchio disse.
“Non avevano trovato nessuno, in grado di recitare nella parte della regina
e quindi mi sono offerta…..la testa deve essere tagliata perché è nel copione”
spiegò “Ma già che ci siamo….sai giocare a Crochet?”
“No!” esclamò Kurogane non sapendo nemmeno che razza di gioco fosse. Ma la
strega non gli diede retta e diede inizio ai giochi. Il moro venne trascinato
in un campo verde circondato da una tribuna, poi gli furono dati: un riccio,
che doveva fungere da palla e uno struzzo, il quale doveva sostituire la mazza. Il gioco prevedeva
il passaggio del riccio/palla sotto le varie carte in campo; la prima a tirare
sarebbe stata Yuko. Neanche a dirlo fece tutti centri, per via delle povere
Sakura i quali si muovevano nella direzione della palla. Poi toccò a Kurogane,
il quale ebbe parecchie difficoltà a destreggiarsi con lo struzzo, rosa tra l’altro,
che non aveva la minima voglia di collaborare. Come previsto fece cilecca e
quindi toccò di nuovo a Yuko, ma mentre la strega si stava preparando apparve
lo stregatto accanto a Kurogane.
“Allora, come va con la regina?” chiese curioso.
“Potevi avvisarmi che era la strega!” disse risoluto l’altro “Come potevi
anche dirmi che è pazza! Continua ad urlare tagliate la testa a tutti!” s’infervorò
lo spadaccino
“Beh, vedi è il suo unico hobby, la devi compatire poverina, sempre a dare
ordini, mai uno svago! Ovvio che uno si annoi” tentò di giustificarla con insufficienza.
“E a proposito di noia, che ne dici di divertirci! Potremmo farla arrabbiare
sul serio!” propose arrivando dietro a Yuko e portando la testa del suo struzzo
sotto la gonna. A Kurogane
venne la pelle d’oca e la voglia di strozzare il biondo. Era più che cero che
la strega se la sarebbe presa a morte con lui pretendendo un risarcimento, come
la sua testa. In fatti neanche il tempo di tirare con la mazza che Yuko si
ritrovò con la testa capovolta e la gonna tirata su. Subito le Sakura/carte
cercarono di coprire lo scempio, ma appena Yuko si rialzò decretò la morte di
Kurogane.
“Tagliateli la testa!” ordinò indicando Kurogane, il quale guardò storto
Fay che lo salutava da lontano. “Ho detto tagliatel………..” vene fermata dal re.
“Aspetta mia cara. Non si potrebbe fare un processo! Un processo breve,
breve tanto per cambiare” propose Clow pregando Yuko. La donna sembrò pensarci
su, ma già dalla sua faccia, si poteva capire che non la considerava una buona
idea.
“Ma è una cosa seccante e inutile. In ogni caso, come vuoi! TUTTI IN
TRIBUNALE” ordinò.
Si ritrovarono tutti in tribunale, compresi dei giudici mai visti prima. La
regina si trovava su di un palchetto accanto al sovrano mentre Kurogane era
stato posto dietro ad una transenna, tipo tribunale americano.
“Alice è accusata dei seguenti crimini: Oltraggio alla regina, creare noia a
sua maestà e, soprattutto, accusato di avere poco gusto nel vestire. La
sentenza morte per decapitazione!” decretò il re leggendo un foglio. Kurogane
si appoggiò con il gomito alla balaustra annoiato da tutto ciò più di Yuko. Non
ne poteva più, a momenti non ascoltava neanche quello che veniva detto in aula.
Era come assopito, almeno finché Yuko non gridò di nuovo
“Tagliateli la testa!” Al quel punto Kurogane stufo tirò fuori la katana,
da non si sa dove e tagliando le carte scappò da quel buffo tribunale. Correndo,
correndo arrivò di nuovo sulla tavola da the del cappellaio matto. Distruggendo
di nuovo tutto corse fino a che non rincontrò Fay.
“Tu, è tutta colpa tua! Fammi uscire di qui” intimidì il moro al biondo.
“Ma tu sei fuori!” esclamò Fay facendo apparire la porta con la serratura
parlante “Vedi!” disse. Kurogane guardò oltre la serratura vedendo i loro
cinque corpi che dormivano. Alla fine tutto nella sua mente divenne confuso e
chiuse gli occhi per cercare di capirne qualcosa.
“Kuro-pi….Kuro-chu!”
“Kurogan-san….Kurogane-san!”
“Kurogan-san….Kurogane-san!”
“Sveglia, sveglia!”
“Umh….ma che! Perché la mia testa è così pesante?” chiese aprendo gli
occhi. Davanti a lui si presentò Mokona tutta sorridente a testa in giù. Kurogane
sgranò gli occhi e prese l’esserino per orecchie. “Ah, ti ho preso” disse
sicuro di se. Poi si guardò a torno e vide un normale prato con un cielo
limpido, ma soprattutto: Fay senza orecchie ne coda, un solo Sahoran, una sola
Sakura, Mokona senza orologio che non correva e, più importante di tutti, lui
non indossava un orrendo vestito azzurro. Che fosse stato tutto un sogno?
“Direi che abbiamo finito con quella
favola! Ora tocca alla seconda” sospirò Fay alzandosi verso il cielo e sorridendo
a Kurogane, lo spadaccino spalancò la bocca, prontamente richiusa da Fay. “E
si, non abbiamo ancora finito” soffiò il biondo sulle labbra di Kurogane. Il
moro prese la sua katana cominciando ad inseguire il mago, mentre Shaoran e
Sakura li guardavano e camminavano diretti verso la prossima tappa.
Sono delle One-Shot che ricalcano i
classici Disney. Naturalmente non li farò tutti altrimenti verrebbero infinite,
ma le più famose ci saranno, non conosco nemmeno io la sequenza delle favole,
ma sappiate che l’ultima sarà “La bella addormentata nel bosco”