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Autore: Feel Good Inc    16/06/2011    2 recensioni
{ I classificata nell’Avril Lavigne Contest indetto da adamantina }
E il vecchio hobbit se ne va per i boschi immortali col suo cimelio rotto, incurante, poiché l’acqua non gli fa più alcuna paura. [...]
«Era un bel paracqua, Sam.»

L’ultimo portatore dell’Anello compie il suo ultimo viaggio. Flashfic, 500 parole esatte. Potenzialmente Slash, potenzialmente Spoiler!.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Valinor ~

{ dell’Eternità }

 

 

 

 

I found a place so safe, not a single tear

The first time in my life and now it’s so clear

Feel calm, I belong, I’m so happy here

 

 

Dicono che nelle terre di sogno scorrano fiumi di latte e di miele e che il sole splenda d’una luce imperitura.

Si guarda intorno, il vecchio hobbit; un piccolo sorriso a manifestare la comprensione. Non bisogna mai credere alle favole.

A Valinor, regno degli Elfi, terra di Sempre, piove. E l’hobbit della Contea sorride perché sa che è esattamente così che deve essere. L’acqua è eternità e metamorfosi, è pericolo e quiete, è morte e vita. L’acqua che un tempo gli incuteva terrore, che ha smosso il suo coraggio, che si è aperta a lui e l’ha lasciato passare: è l’acqua, la vera essenza degli Elfi, a dargli l’ultimo benvenuto.

Il sole è rimasto indietro, negli occhi di una moglie perduta e di figli cresciuti, nel ricordo di un viaggio diverso finito nel fuoco. Qui, alla fine di tutto, piove.

Il vecchio hobbit non ha rimpianti. Non ha lacrime. Le memorie sono dolci e amare insieme, ma adesso è solo il tempo della pace e del riposo.

Cammina piano.

Plic, plic, plic, le pozzanghere sotto i suoi piedi. Plic, plic, le gocce sul suo volto antico. Plic, lo stillicidio di un ritaglio di stoffa rotta.

Ripensa a un pellegrino che aveva ancora i capelli grigi quando gli ha mostrato il trucco, laggiù nell’assolata Contea. Un’asta di legno, sette spicchi di tessuto tenuti su chissà come; e i bambini del paese se n’erano andati per le strade coi nasi in aria, aspettando che piovesse, per vedere «il miracolo». Il pellegrino aveva sorriso della loro meraviglia. Lui lo chiamava semplicemente paracqua.

Era un bel paracqua, quello che aveva affidato a lui prima di dirgli addio, quando ancora esisteva una Contea da riparare dalla pioggia. Abbine cura, Gamgee. Perché Gamgee sembrava essere la persona più fidata per avere cura di qualunque cosa – di qualunque ricordo.

Era un bel paracqua; ma un bastone e una cupola di stoffa non resistono incolumi a un viaggio come questo. E il vecchio hobbit se ne va per i boschi immortali col suo cimelio rotto, incurante, poiché l’acqua non gli fa più alcuna paura.

«Si direbbe che abbiate bisogno di un riparo.»

È quella voce, solo quella voce a fermare i passi dell’hobbit della Contea. Quanto tempo è passato, e quanto ancora la ricorda.

Lo straniero è in piedi, sotto un albero di alloro, e gli anni si annullano nel suo sorriso. Gli fa cenno di avvicinarsi. Il vecchio hobbit obbedisce, smarrito, i sensi pacificati riaccesi dalla forma – così familiare – delle dita dell’altro.

Plic, fa l’acqua che li ha divisi e che oggi li riunisce.

E gli occhi, i suoi occhi sono gli stessi che ricorda, quelli che erano un tempo, prima: puri e sereni come il cielo quando c’è il sole.

«Era un bel paracqua, Sam

Ma ora è solo un oggetto rotto, che cade silenzioso al suolo, lì nel posto dove tutto muore e rinasce – mentre Samvise Gamgee ritrova l’abbraccio del suo migliore amico.

E soltanto allora tornano anche le lacrime.

«Mi siete mancato, padron Frodo

 

 

It’s the state of bliss you think you’re dreaming

It’s the happiness inside that you’re feeling

It’s so beautiful, it makes you want to cry

 

 

 

 

 

 

 




 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Questa storia – sì, questa storia, non ci credo neanch’io ma pare proprio che sia così *////* – si è classificata prima nell’Avril Lavigne Contest indetto da adamantina. E io sono qui a piangere come una bambina per la felicità. Non scherzo. Giuro che non mi aspettavo nulla del genere. Kyah. <3

Oh, passiamo alle spiegazioni che all’epoca diedi anche alla giudice. Così esco dall’impasse, d’oh.

Si tratta dell’epilogo ultimo della trilogia dell’Anello, il momento cioè in cui anche Samvise Gamgee, ultimo Portatore, è ammesso nelle Terre Imperiture dell’Ovest assieme a Bilbo e Frodo Baggins. Sua moglie Rosie è morta, nella Contea l’Anello è solo un vago ricordo: ho pensato che la sua anima fosse molto stanca, e che si riscuotesse soltanto all’idea di poter di nuovo essere accanto a Frodo.

L’ombrello, oggetto da me sorteggiato assieme alla situazione rivedere qualcuno dopo lungo tempo, viene chiamato ‘paracqua’ perché, presumendo si tratti di un’invenzione di Gandalf – il pellegrino che all’epoca aveva ancora i capelli grigi – non può sicuramente specchiare la concezione che abbiamo oggi noi lettori di un oggetto comune qual è un ombrello... Tra i sinonimi del sostantivo, ‘paracqua’ è quello che mi suonava più adatto per il contesto fantasy.

L’immagine dell’acqua che simboleggia la natura degli Elfi è assolutamente soggettiva: vale a dire, io penso che la razza elfica sia mutevole come l’acqua – da ciò, ad esempio, l’amore di Legolas per il mare – ma non è detto che tutti i lettori saranno della mia idea; pensando a questa eventualità mi scuso anche con voi se non sarete d’accordo con l’accostamento.

Anche l’alloro ha un perché: destinato ai poeti e ai condottieri romani, da sempre è simbolo di vittoria e di gloria immortale, e ho immaginato che potesse rappresentare in qualche modo anche il punto di arrivo di Sam.

... Be’, io me ne vado a piangere un altro po’. Sono tanto, tanto felice, e sarei una schifosissima ipocrita se lo negassi. <3 Ringrazio ancora la giudice per avermi dato l’opportunità di scrivere di questo strano connubio tra Tolkien e Lavigne – tra l’altro la prima storia su questo fandom con cui abbia mai osato partecipare a un contest. E vi invito a sbirciare anche le fic degli altri partecipanti, BlairLestrange, emychan e Total_Drama.

... Ok, ultima nota per chi mi segue da tempo: perdonate la lunga mancanza di mie notizie, ma sono presissima dalla sessione d’esame, in particolare in questi ultimi giorni. E vi assicuro che non è piacevole dormire un’ora a notte e non potersi mai prendere nemmeno un minuto davanti a una pagina vuota di Word. E sto usando un eufemismo. Spero, sinceramente, di tornare presto a frequentare con assiduità forum e sito <3

Vi lascio con il giudizio finale di adamantina. Aw. Ancora grazie anche a chiunque passi di qui! :3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valinor {dell’Eternità}” di FataFaby89

 Grammatica: 14/15 punti
Lessico e stile: 15/15 punti
IC personaggi e caratterizzazione (in caso di originali, caratterizzazione ben definita e coerente): 15/15 punti
Uso della canzone: 13,5/15 punti
Uso dell’oggetto: 10/10 punti
Uso dell’azione (facoltativa): 10/10 punti (bonus)
Originalità: 8/10 punti
Gradimento personale: 10/10 punti
_Per un totale di 95,5/100 punti.

Che dire? Questa storia mi ha colpita come un fulmine! Lo stile e il lessico sono perfettamente adatti al contesto, anche il termine paracqua suona in effetti “giusto” all’interno della storia. Ti ho tolto un punto per la grammatica per puro gusto personale: nella prima frase, a mio parere, dopo il dicono renderebbe meglio il congiuntivo (scorrano e splenda). Ma, appunto, non è un vero e proprio errore, ma semplicemente una questione di suono. Il tema trattato non è proprio originalissimo, ma è trattato a suo modo con un gusto e una visione del tutto particolari. L’azione (rivedere qualcuno dopo lungo tempo) e l’oggetto (l’ombrello) sono inseriti a regola d’arte.È particolarmente bella, a mio gusto, la presenza costante dell’acqua in tutta la fic (la pioggia, l’ombrello, le lacrime) e il riferimento ad essa come simbolo della natura elfica; inoltre l’atmosfera è resa in modo delicato e semplice, rendendo benissimo il contrasto tra la pace acquisita da Sam e la forte emozione dell’incontro con Frodo.Complimenti!

   
 
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