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Autore: DumbledoreFan    16/06/2011    14 recensioni
"Mi sedetti sugli scalini di una porta sul retro del teatro e sospirai ampiamente.
Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe andata a finire così.
Chris Colfer seduto sui freddi scalini di un teatro newyorkese ad aspettare Darren Criss, il ragazzo di cui era irrimediabilmente innamorato, anche se non avrebbe dovuto.
Mi concessi un altro sospiro.
Come avevo permesso che questo accadesse, non lo sapevo, o meglio non me lo ricordavo Semplicemente un giorno mi era svegliato consapevole che se la mattina iniziava con un sorriso di Darren, tutta la giornata sarebbe stata più luminosa. Che se la notte prima di addormentarmi lui mi mandava un messaggio, Morfeo mi rapiva ma non riusciva a strapparmi il sorriso.
Stupido, ma inevitabile. Inevitabile innamorarsi di lui."
{Chris Colfer/Darren Criss}
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wow, sono le 5 e mezzo di mattina *w* Questo significa che sto per presentarvi la prima FF dell'estate partorita interamente di notte! L'ho scritta in meno di un'ora, dopo aver finito di vedere in streaming live il concerto di Darren a New York, ed è da quello che ho preso ispirazione. E' una shot corta ed introspettiva, senza pretese, scritta completamente di getto, e con il cuore, con l'emozione forte di una ragazza che alle 4 di mattina al buio della sua stanza con le cuffie nell'orecchie canta con quella creatura perfetta che è Darren Criss e desidera essere a New York. E si chiede se qualcuno di più fortunato può avere qualcosa di più.



No regrets, just love.



Quando le prime parole di quella canzone fuoriuscirono soavi dalle labbra di Darren dimenticai tutto quello che mi ero ripromesso.

Dimenticai tutta l’attenzione e l’accortezza che avevo avuto per arrivare lì senza che lui lo sapesse, con l’aiuto degli instancabili e infallibili Warblers.

Dimenticai come mi ero accuratamente nascosto perché lui non mi vedesse una volta salito sul palco, e come mi ero posizionato per sentirlo senza che lui potesse accorgersi di me.

Non doveva vedermi, perché io non avrei dovuto essere lì.

Non dopo quello che era successo.

Non dopo la confusione, l’incertezza, la paura, non dopo la decisione che quello che avevamo fatto era stato poco professionale.

Non dopo aver messo da parte la sensazione di morbida completezza e delicata eccitazione per far posto alla scelta di essere maturi e obiettivi.

Invece io ero lì.

Nascosto dietro le quinte che sorridevo perennemente per tutta la durata delle canzoni che cantava.

Quanto piacevole e rassicurante era il tono della sua voce. Avrei potuto ascoltarlo cantare per il resto della mia vita, perché ero convinto non esistesse niente di più sublime al mondo.

Di tanto in tanto socchiudevo gli occhi, lasciando che le melodie di Darren mi cullassero dolcemente e che quell’emozione che mi faceva sentire stranamente al posto giusto nel momento giusto m’invadesse del tutto.

Sì, in quel momento come non mai in tutta la mia vita, mi sentivo giusto.

E questo era completamente folle, perché quella situazione di giusto non aveva proprio niente. Eppure non riuscivo a smettere di sentirmi così. Di provare quel senso di appartenenza reciproca che mi faceva sentire pieno, vivo, completo.

Ero riuscito a rimanere buono buono nel mio nascondiglio, accontentandomi del vellutato suono della voce di Darren, ma quando aveva cominciato a cantare quella canzone, tutto era crollato, come un castello di carte.

Spalancai gli occhi di scatto, e mi sentii attratto quasi magneticamente dalla sua figura.

Quella musica mi stava chiamando fuori dalla tana, facendomi sentire quasi ipnotizzato. Lentamente cominciai a sporgermi, mentre un campanello dall’allarme nella mia testa mi implorava di fermarmi.

Ma non potevo, semplicemente non potevo. Mi alzai in piedi e mi affacciai appena. Fortunatamente il bordo e il retro del palco non erano illuminati, così che anche guardando, avrebbero visto solo un’ombra.

Quando Darren arrivò a cantare il ritornello iniziai a battere a tempo il piede, finchè senza neanche accorgermene, cominciai a canticchiare con lui.

You make me, feel like I’m living a teenage dream, the way you turn me on; I can’t sleep, let’s run away and don’t ever look back, don’t ever look back.

Quelle parole pronunciate ad alta voce, sotto la soave melodia di Darren, svegliarono qualcosa in me. Portarono a galla l’idea che forse, non avevamo capito niente. Che tutto quello che stavamo facendo era inutile.

No regrets, just love.

Un sorriso mi scappò dalle labbra, perché quella frase sembrava l’unica cosa che avevo bisogno di sentire, che avevamo bisogno di sentire.

Tutta la logica che ci eravamo imposti di anteporre a quei sentimenti scomodi, a quelle sensazioni innoportune, a quelle emozioni confuse, sembrava svanire; in un solo istante sembrava non avere più alcuna importanza, tanto che non riuscivo a ricordarmi come avevo potuto proporre una cosa simile.

Pronunciare quella frase era stato come pronunciare la formula magica che libera dal sortilegio.

E non l’avevamo solo pronunciata, ma entrambi la stavamo cantando, forse io più forte di quanto avrei dovuto.

Infatti Darren si voltò guardando nella mia direzione e io mi sentii avvampare, ma non ebbi la forza di ritrarmi, né tanto meno quella di smettere di cantare.

Lui mi cercò con gli occhi, mentre in volto aveva dipinta l’espressione di chi sapeva perfettamente cosa stava cercando, come se mi avesse percepito.

Sobbalzò appena quando mi trovò, quando riconobbe quell’ombra, come se per un attimo avesse creduto che fossi solo una fantasia.

Vidi il suo sguardo intrecciarsi con il mio, e dopo qualche istante lo vidi sorridermi prima di voltarsi di nuovo verso il pubblico.

Continuai a cantare finchè la canzone non terminò e dal teatro si levò un fragoroso scroscio di applausi.

Quando Darren si voltò per cercare di nuovo il mio sguardo, io me n’ero già andato.

Mi ero avviato velocemente fuori perché non avrei resistito ancora a lungo lì dentro.

Mi sedetti sugli scalini di una porta sul retro del teatro e sospirai ampiamente.

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe andata a finire così.

Chris Colfer seduto sui freddi scalini di un teatro newyorkese ad aspettare Darren Criss, il ragazzo di cui era irrimediabilmente innamorato, anche se non avrebbe dovuto.

Mi concessi un altro sospiro.

Come avevo permesso che questo accadesse, non lo sapevo, o meglio non me lo ricordavo

Semplicemente un giorno mi ero svegliato consapevole che se la mattina iniziava con un sorriso di Darren, tutta la giornata sarebbe stata più luminosa. Che se la notte prima di addormentarmi lui mi mandava un messaggio, Morfeo mi rapiva ma non riusciva a strapparmi il sorriso.

Stupido, ma inevitabile. Inevitabile innamorarsi di lui.

“Per essere Giugno, fa un po’ fresco qui fuori, non credi?”

Sobbalzai e mi voltai di scatto giusto in tempo per vedere Darren sedersi accanto a me.

Sbattei velocemente le palpebre, poi ricambiai il familiare sorriso allegro che mi stava rivolgendo.

“Solo un pochino” risposi abbassando dopo qualche secondo lo sguardo.

Passammo almeno un minuto in silenzio, mentre percepivo lo sguardo di Darren premere forte su di me.

“Come mai sei qui? Mi avevi detto che non saresti venuto” fece Darren con tono leggermente confuso.

Io mi strinsi nelle spalle.

“Lo sai che spesso ti rispondo senza aver ascoltato quello che mi hai detto” replicai stirando le labbra in un piccolo sorriso.

Darren ridacchiò.

“E’ vero. L’altro giorno ti ho chiesto se volevi le patate o l’insalata, e la tua risposta è stata: “dove ti pare”!” replicò il ragazzo facendo ridacchiare anche me.

Dopo qualche istante alzai di nuovo gli occhi per incrociare il suo sguardo.

“Non hai un concerto da tenere?” domandai perplesso.

Lui fece spallucce.

“Ho anticipato la pausa della metà…” rispose con tono tranquillo.

“Volevo sapere come mai avevi cambiato idea sul venire a vedermi” continuò guardandomi più intensamente.

Io sospirai.

“Non avresti dovuto vedermi. E’ solo che…è patetico da dire, ma…ci tenevo, perché…sono fiero di te e della tua carriera, e un po’ anche perché…non riesco a starti tanto lontano” confessai sentendo le guance che mi s’imporpognavano di rossa vergogna.

Darren si aprì in un sorriso luminoso e spontaneo che mi riempì il cuore.

Mi fece una leggera carezza sulla guancia e poi si alzò in piedi, porgendomi la mano.

“Non devi. Ho deciso che non m’importa di tutti i problemi e delle difficoltà, ora m’importa solo di una cosa” disse Darren mentre mi aiutava a tirarmi su e mi sorrideva ancora più raggiante.

“Del duetto fuori programma che canteremo fra due minuti”

S’incamminò dentro il teatro senza lasciarmi la mano, e io lo guardai sentendo gli occhi gonfi d’amore e le labbra piegate in un sorriso estasiato.

Niente rimpianti. Solo amore.



Spazio dell'Autrice.

Non ho proprio la forza di rileggerla, abbiate pietà di questa povera ragazza che fra due ore si deve svegliare, ed è qui a pubblicare storie su EFP xD Domani mattina...cioè, dopo (xD) correggerò gli errori di battitura, ma intanto spero gradiate questo mio lavoretto, senza una trama specifica, ma solo con tanto sentimento! So che è un po' strana come storia, perchè praticamente non succede niente, se non qualcosa di vagamente accennato, ma ho voluto dare impronta più alle sensazioni che ai fatti. FF dettata completamente dall'istinto e dal momento, niente elaborazioni brillanti, ma spero vi piaccia lo stesso.

Grazie mille a tutti!!
   
 
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