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Autore: buddingwriter    17/06/2011    3 recensioni
"Elena non mi respinse, non disse no al mio bacio, anzi lo ricambiò con dolcezza finchè non divenne più intenso e profondo, avevo voglia di continuare a baciarla all’infinito…" Ho pensato a lungo ai sentimenti provati da Damon mentre bacia "Elena" e ne è venuta fuori una bella fancfic, ho ricreato la scena attraverso i testi del computer e ho provato a darle un carettere un po' più introspettivo. Spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Colgo l'occasione per comunicare che sto lavorando al secondo capitolo della longfic, che si sta portando via più tempo del previsto, e per ringraziare l'autrice della mia prima recensione.
Grazie Valef1995.


  
WHEN SHE KISSED ME…

Ero appena uscito da casa Gilbert, dopo aver parlato per un po’ con Geremy, quando eccola davanti a me con i suoi grandi occhi marroni e suoi meravigliosi capelli, ondulati e raccolti come secondo la moda del 1800 dal momento che aveva partecipato alla parata sulla guerra civile organizzata nella mattinata. Era semplicemente stupenda e stringeva tra le braccia il favoloso vestito che aveva indossato e che la faceva assomigliare tanto, troppo a Katherine.

-Che ci fai qui?- mi chiese fissandomi negli occhi.

-Ho cercato inutilmente di rendermi utile- Ero rapito dal suo sguardo magnetico, il suo volto mi riapriva vecchie ferite e il mio animo da masochista mi obbligava a guardarla per soffrire ancora di più, il dolore che provavo era il lato negativo del piacere di stare con lei. Io l’amavo, ma non potevo diglielo, non potevo tradire mio fratello e soprattutto non avrei voluto che lei fosse costretta a stare con me, doveva diventare la mia regina delle tenebre, ma doveva farlo perché lei lo voleva, non avrei mai accettato di sedere accanto a una regina scontenta.

-E in quale modo?-

-Non ha importanza, lascia che ti aiuti- mentii, non mi avrebbe perdonato se avesse saputo cosa avevo chiesto a Geremy. Le presi il vestito nella fodera scura che aveva tra le mani e lo posai un divanetto dietro il tavolo da giardino che c’era al lato della porta di ingresso.

-Sei gentile- che belle quelle parole dette da lei, non me le aveva mai dette, mi aveva definito senza cuore, meschino, egoista, ma mai gentile. Il mio cuore freddo ebbe un fremito e la durezza apparente della mia anima subì un grave scossone e si lesionò sotto il peso di quella frase.

-Quando sono arrivato in questa città volevo distruggerla, ma stasera ho sentito di volerla proteggere. Com’è potuto accadere? Io non sono un eroe, non faccio il bene, perché non è da me- Volevo aprire il mio cuore a lei, avevo bisogno di liberarmi di un grosso macino che mi opprimeva, lei mi avrebbe capito o almeno ci speravo.

- Forse ti sbagli-

-No, il bene lo fa mio fratello e tu e Bonnie che, nonostante avesse tutte le ragioni per odiarmi, ha aiutato Stefan a salvarmi- Ero completamente sincero con lei e quando pronunciai  quelle parole il suo bellissimo viso fu pervaso da un’onda di calore che non so a cosa fosse dovuta. Era così bella, i suoi capelli erano perfetti e le cadevano sulle spalle e sul volto con meravigliose ondulazioni, i suoi occhi di un intenso marrone brillavano di una luce accecante, ma credo fosse solo pietà quella che in quel momento lei  provava per me, almeno era una sentimento.

-E perché questo ti sorprende?-

-Perché lei l’ha fatto per te, e ciò significa che per qualche ragione tu hai pensato che io meritassi di essere salvato e per questo motivo…ti volevo dire…grazie!- Quella sera era strana, non avevo mai avuto il coraggio di confessarle i sentimenti che provavo anche perché di solito non provo sentimenti, c’era qualcosa di familiare in lei quella sera che mi spronava a continuare a parlare. La volevo tutta per me, volevo stringerla tra le mie braccia e farla mia, ma lei era legata a mio fratello, il nostro sarebbe stato sempre un amore platonico, fatto di intese e di sguardi, non ci sarebbe mai potuto essere altro tra di noi… purtroppo.

-Non c’è di che- ormai ero carico di tenerezza e desiderio e non potei fare a meno di protendermi in avanti e baciale ma guancia in segno di affetto e di riconoscenza. Mi scostai un po’ per guardarla negli occhi e i nostri sguardi si incrociarono, io la fissavo intensamente quasi supplicandola di concedermi quel bacio, e stranamente il suo sguardo ammaliante sembrava quasi dirmi si, non era possibile, non ci credevo, ma decisi di fidarmi di quella temporanea illusione e la baciai. Sfiorai le sue bellissime labbra con le mie per un attimo che a me sembrò interminabile e che appagò la mia fame, la mia voglia di lei. Elena non mi respinse, non disse no al mio bacio, anzi lo ricambiò con dolcezza finchè non divenne più intenso e profondo, avevo voglia di continuare a baciarla all’infinito…

Poi la porta di casa Gilbert si aprì e Jenna comparve sulla porta interrompendo la nostra magia.

Solo tempo dopo scoprii che la ragazza che baciai quella sera non era Elena ma…

Katherine. 
  
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