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Autore: gnrkrystle    18/06/2011    8 recensioni
Durante il VI anno Hermione viene scelta da Silente per una missione della massima importanza. La ragazza dovrà essere il Contatto di Draco Malfoy con l'Ordine della Fenice, dato il suo ruolo di Spia.
TRADUZONE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 1

Titolo Originale : I Spy
Sito : Fanfiction.net
Autrice : gnrkrystle

La Spia

Gli ordini di Silente


«Mi scusi signore, che cosa?» Chiese Hermione, spostando incredula lo sguardo tra Il Preside e Draco Malfoy, che da un angolo della stanza osservava la scena con espressione cupa. Non si era nemmeno disturbato a guardarla, ma la ragazza notò comunque la famigliare smorfia disgustata sul viso della Serpe, contrapposta alla sua maschera di preoccupazione.

«Capisco che ci sia molto da accettare e assimilare signorina Granger» Rispose Silente pazientemente. «Le sto chiedendo molto, e sa, lo faccio solo perché credo profondamente nelle sue abilità di mantenere tutto sul piano professionale»

Hermione voleva girare gli occhi. Era ovvio che Silente voleva sottometterla tramite lodi. Sentì Draco sbuffare in lontananza e ricordò perché la richiesta del Preside sembrava così assurda.

«Ma signore» provò ancora Hermione, abbassando leggermente la voce «E' sicuro che ci possiamo fidare? Voglio dire, come possiamo essere certi che non sia un qualche piano di Voldemort?» chiese, lanciando sguardi sospettosi al ragazzo biondo.

La sua smorfia divenne più intensa e spostò lo sguardo altrove, pensando che la presenza di Hermione al quell'incontro fosse del tutto superflua.

Non solo tu, "amico" pensò Hermione.

«Le posso assicurare che ci si può fidare del Signor Malfoy» Disse Silente. Aveva uno strano scintillio negli occhi, mentre guardava il ragazzo, il quale sembrava essersi deciso a ingorare entrambi.

Hermione si fidava completamennte di Silente, ma come poteva essere tutto vero? Come poteva quello stronzo arrogante essere veramente venuto da Silente in cerca di protezione?

«Certamente. Ho piena fiducia in lei, signore» spiegò la Grifondoro «Ma lui...». Pprima che potesse finire la frase, Draco si alzò dalla poltrona su cui sedeva e sospirò pesantemente.

«Sono ancora qua, Granger» borbottò «Quindi, invece di continuare a parlare di me come se fossi sordo, forse sarebbe meglio se tornassi semplicemente alla mia Sala Comune, cosicché voi possiate continuare a parlare di me come se non ci fossi».

Hermione non avrebbr potuto pensare a una migliore idea.

«Certamente, dev'essere molto stanco signor Malfoy» acconsentì Silente «Prego, vai pure. Sono sicuro che la signorina Granger le farà poi sapere quando incontrarvi» Il suo sorriso era caldo, e Draco voleva esserne invaso, ma il conflitto di emozioni che aveva dentro non gli permetteva di provare niente tranno uno strano mix di rilievo, fastidio e terrore.

Quando se ne fu andato, Hermione concentrò ancora la sua attenzione sul Professor Silente.

«Signore lei sa che farei di tutto per l'Ordine, e mi fido ciecamente di lei, ma non capisco proprio perché abbia bisogno di me. Sono sicura che lei, o il professor Piton siate molto più qualificati per un compito del genere. Voglio dire, Io non sono una Spia» spiegò la ragazza.

«Non posso darle torno Signorina Granger» sorrise Silente «tuttavia, come sicuramente Harry le avrà accennato, sono attualmente occupato da alcune missioni per l'Ordine, dalla direzione della Scuola e dall'aiutare Harry a prepararsi a uno scontro con Voldemort. Il professor Piton provvederà a istruire Draco per quanto riguarda l'essere una Spia, ma lei Signorina Granger, è l'unica che lo può aiutare con tutto il resto» rispose il vecchio Preside.

«Che cosa significa?» Chiese la ragazza irritata «Perché sono la migliore per questo lavoro? Lui mi odia, e nemmeno io vado pazza per lui» ammise.

«A Draco servirà un contatto con l'Ordine. In quanto gli unici membri dell'Ordine che vivono ad Hogwarts sono i Professori, già impegnati in altre Missioni, e lei, Harry e Ron, capisce perché lei è l'unica opzione?

Hermione abbassò le spalle in segno di sconfitta. Sicuramente Harry e Ron non sarebbero mai stati in grado di aiutare Draco con niente, tranne forse ad indicargli la stradaper la torre più alta e a facilitargli la caduta.

«Signorina, capisco che lei e Draco abbiate un passato molto oscuro alle spalle» disse sinceramente l'uomo «So che non sarà facile, per nessuno dei due, ma lui vuole veramente aiutare. Solo immagini quanto deve essere stata dura per lui dare le spalle alla propria famiglia per aiutare i "nemici", per battersi dalla nostra parte. Se noi non lo accogliamo tra le nostre fila, che cosa penserà di noi?»

«Certo, ha ragione» ammise Hermione «ma non so cosa fare con lui. Lui non mi ascolterà, questo glielo posso garantire»

«Le chiedo solo di fare tutto quello che può» l'assicurò Silente «Tutti i suoi ordini arriveranno tramite lei: sarà necessario che lui si fidi»

«Ma sicuramente lei lo farebbe molto meglio» provò ancora la ragazza.

«Vista la sua missione per conto di Voldemort, troppi incontri con me sarebbero compromettenti e per niente saggi» Spiegò lui «Infatti tutto questa operazione dovrà rimanere assolutamente segreta»

«Che mi dice di Harry e Ron?» chiese subito Hermione. Il solo pensiero di prendere parte a qualcosa di così grande, così importante e nnon poterlo dire ai suoi due migliori amici la faceva impazzire.

«Certo, potrà dirlo al signor Weasley ed io stesso innformerò Harry, ma è tutto qui. Molti dell'Ordine non sapranno nemmeno del coraggioso cambio di cuore del signor Malfoy. Questo, certamente, per la sua stessa sicurezza».

«Solo un'ultima cosa» chiese timidamente lei « In cosa consiste la sua missione per Voldemort?»

Silente posò lo sguardo a terra, per un attimo interessato alle venature del parquet. Fu solo un secondo, ma abbastanza lungo affinché Hermione capisse che qualunque cosa fosse, non poteva essere nulla di buono. La sua risposta arrivò poco dopo.

«Credo che tocchi al signor Malfoy raccontarle questa storia, ma le assicuro che se diventasse necessario per il suo compito, le spiegherò personalmente ogni cosa» Disse Silente. Hermione annuì, delusa. Si alzò per lasciare l'ufficio, ma prima si girò indietro un'ultima volta.«Professore» chiese timidamente, rimettendo a posto una ciocca ribelle «E' sicuro che io sia la persona più adatta per farlo? Ho solo sedici anni. Non sono una spia professionista o uno stratega militare. Se lui sta per intraprendere un ruolo così importante, non sarebbe meglio che avesse un "contatto" più vecchio e di esperienza?»

I tratti di Silente si ammorbidirono mentre le sorrideva con affetto «L'età non porta comprensione più di quanto non porti saggezza. Forse lei è giovane, ma è già talmente saggia che posso assicurarle che lei è l'unica persona per questo compito»

«La ringrazio Preside» disse Hermione, lasciandosi andare a un caldo sorriso, nonostante la stretta allo stomaco che le faceva venir voglia di vomitare. Con ciò girò i tacchi e uscì dall'ufficio del preside, la mente divisa tra due dilemmi: Come avrebbe fatto a passare del tempo con Draco Malfoy senza ucciderlo? E Come l'avrebbe detto a Ron e Harry?


...


Draco sospirò, mentre cercava di calmarsi, a meno di dieci passi dalla sua Sala Comune. Ora non si tornava più indietro. La sua fottuta coscienza aveva avuto la meglio su di lui in un momento di debolezza, e ora era in trappola. Non poteva lasciare i Mangiamorte. Il loro marchio era inciso a fuoco sul suo braccio. Ormai non poteva più cambiare idea dato che Silente gli aveva dato la sua completa fiducia, e anche perché non ne sarebbe mai uscito vivo se tornava indietro ora. La scelta era una sola : Affidarsi totalmente a Silente e ai suoi paladini della giustizia, oppure sarebbe finito morto o peggio per mano di Voldemort.

Ma dopotutto lui era un Serpeverde, e i Serpeverde sanno sempre cosa devono fare.

«Oi Malfoy» lo salutò Tiger da un divano al centro della stanza. Tu e la tua parlantina, eh Tiger pensò Draco prima di unirsi a lui e a Goyle nella Sala Comune. Da quando gli era stato dato il Marchio Nero, i Serpeverde l'avevano trattato come se fosse un reale, anche più di prima. L'unico apparte lui ad aver ricevuto il Marchio era Theodore Nott, ed era anche l'unico da cui avrebbe dovuto guardarsi le spalle.

«Dov'eri?» chiese Pansy dalla poltrona accanto a loro mentre si toccava assorta i capelli.

«Detenzione» mentì lui con una smorfia «Vitious mi ha beccato a manomettere la bacchetta di Paciock» era una bugia semplice da credere. Era sicuramente qualcosa che lui farebbe, e se pianificava partecipare ad altri incontri con i membri dell'Ordine allora doveva abituarsi a dover inventare quel tipo di scuse.

Pansy, Tiger e Goyle risero insieme «Paciock» sbuffò Pansy «ecco quello si che è un ragazzo la cui intelligenza supera a malpena quella di una pietra»

«Giusto» disse Draco annuendo verso di lei. Stava a malapena prestando attenzione alla loro conversazione, che come al solito era degradata in una lunga lista di insulti a danno dei Grifondoro. La sua mente era altrove, impegnata a trovare altre scuse per le notti in cui avrebbe dovuto assentarsi. Cercava in tutti i modi di non pensare che quelle notti le avrebbe dovuto passare con Hermione-so-tutto-io-Granger. Dannato Albus Silente!


...


«Ragazzi possiamo parlare?» chiese Hermione, facendo segno a Ron ed Harry di seguirla verso una zona più appartata della loro Sala Comune.

«Cosa c'è Hermione?» domandò Harry un po' preoccupato quando la vide pronunciare il Muffliato. C'era comunque pochissime persone nella stanza, e sapeva quanto lei odiasse usare incantesimi del Principe Mezzosangue, perciò doveva essere importante.

«Devo dirvi una cosa ragazzi» Disse lei, lanciando occhiatine nervose a entrambi «e prima che lo faccia, voglio che voi promettiate di non perdere la testa o di fare qualcosa di stupido e afrettato. Ci siamo capiti?»

«Accidenti Hermione, perché mai dovremmo farlo?» adesso anche Ron era preoccupato.

Hermione lo fissò con uno sguardo alla McGranitt e lui capì la stupidità della domanda, arrossendo.

«Forza Hermione, resteremo calmi» disse Harry. In quel momento avrebbe detto qualsiasi cosa per farle sputare il rospo.

«Sto tornando da un incontro con Silente... e...» prima di continuare deglutì « Draco Malfoy»

Le dita di Harry si strinsero in un pugno e mentre lo sguardo di Ron si accigliò visibilmente.

«Che cosa ti ha fatto quella Serpe Hermione?» chiese Harry, la sua voce pericolosamente bassa.

«Niente!» spiegò lei «E' stato Silente a volere l'incontro. Non era una cosa disciplinare» li assicurò. Hermione aspettò che si calmassero, ma visto che l'espressione accigliata di Ron non saprì continuò comunque.

«Avevi ragione Harry, Malfoy è un Mangiamorte»

«Lo sapevo io!» esclamò lui, cominciando a muoversi nervosamente avanti e indietro nell'angusto spazio.

«Vi potreste sedere?» chiese, ma era più un ordine. Lo disse con un tono impaziente che obbligò entrambi ad obbedire. Quando si furono entrambi seduti sul divano alla loro destra fecero a Hermione segno di continuare.

«E' venuto da Silente e ha confessato ogni cosa. Vuole passare dalla nostra parte, ma Silente pensa che sarebbe molto più utile come spia»

«E Piton?» chiese Ron disgustato «Una viscida Serpe non è forse abbastanza?»

«Lo sai che la risposta è no» sospirò la ragazza «Se a Piton succedesse qualcosa saremmo completamente ciechi. Inoltre, secondo quello che mi ha detto Silente, Malfoy è già arrivato tra i ranghi più alti dei Mangiamorte. Ha una copertura impeccabile e, grazie a suo padre, nessuno dubiterà di lui. E' davvero un bene» Hermione non potè credere alle parole che stavano uscendo dalla sua stessa bocca.

«E tu semplicemente ci credi, eh?» chiese harry, la sua voce carica di scetticismo.

«Mi fido di Silente» ribettè lei. Certo, anche lei aveva dubbi, ma se li avesse esposti a Ron e Harry non sarebbe mai riuscita a convincerli del cambiamento di Malfoy.

«Ma è Malfoy! Non ha mai fatto niente se non per avvantaggiare se stesso» parò ron con tono stranamente razionale.

«Vero, ma non vedo che altre scelte abbiamo» rispose Hermione «Silente si fida, e dobbiamo farlo anche noi»

«Io non mi fido di quel Furetto per niente» chiarì lui. «Ma comunque cosa c'entri tu in tutto questo?» Harry annuì, anche lui curioso del perché anche Hermione fosse presente a quella riunione.

Hermione sospirò e apettò un secondo prima di spiegare «Silente vuole che io sia il Contatto di Malfoy con l'Ordine. Lui lavorerà con Piton e Silente per quanto possibile, ma sarà comunque sotto la mia responsabilità» disse lei, sentendo già il peso di quell'importante compito sulle spalle.

«Aspetta» urlò Ron «Mione, sii seria! Come si aspettano che tu faccia questo?»

«E questo che cose vorrebbe dire?» chiese lei con uno strillo. Poco importava che lei si fosse posta la stessa domanda poco prima.

«Penso che lui volesse dire» subentrò Harry, dando un calciò negli stinchi a Ron «Perché dovresti essere tu il Contatto? Perché non Lupin o Kingsley, o comunque qualcuno che sia nell'Ordine da più tempo?» cercò di tradurre la frase del suo amico. Tuttavia l'idea sembrava incredibilmente strana anche a lui.

«Mi ha scelta perché sono l'unica qua dentro che ha il tempo di farlo» spiegò Hermione «A meno che voi non pensiate di riuscire a comportarvi in modo abbastanza maturo da farlo al posto mio»

«Non mi piace, Hermione» disse Harry «E se lui ha in mente qualcosa?»

«Bhe, allora credo che sia una buona cosa essere la migliore amica di Harry Potter, così che possa suonargliele» disse con un sorriso. In qualche modo doveva allontanare la tensione.

«Hey!» disse Ron, chiaramente offeso per essere stato estromesso.

«E certamente Ron ti può aiutare» aggiunse, abbandonandosi a una risata.

«Stai attenta solo» l'avvertì Harry.

«Lo farò» promise «e voi due non potete dirlo assolutamente a nessuno. Non importa come o perché ma la copertura di Malfoy DEVE rimanere intatta. Non potete mandare tutto all'aria, nessuno nei due!» disse lei, indicandoli con un dito, per mettere le cose in chiaro.

«Va bene, ma se prova a fare qualsiasi cosa...» disse Ron.

«Allora saresti il primo a sapere» mentì lei. Non c'era modo che lei dicesse a quei due del comportamento da perfetto stronzo di Malfoy. Non voleva mica provocare la Terza Guerra Mondiale.

Li abbracciò affettuosamente prima di ritirarsi nella sua camera per mandare un messaggio alla Serpe. Se proprio dovevano intraprendere quell'avventura dovevano prima trovare un modo per andare d'accordo, e per questo serviva un incontro.

...


Malfoy andava avanti e indietro davanti al famigliare corridoio del Settimo Piano. Era davvero perfetto. Tutte le Serpi sapevano già che lui spendeva molto tempo nella Stanza delle Necessità, così almeno non avrebbero fatto domande.

Teneva in mano il biglietto ricevuto dalla Granger.

Malfoy

Vieni domani notte nella Sanza delle Necessità.

Pensa : Mi serve un posto per incontrare Hermione, dove nessuno ci possa trovare.

H.

Gignò all'intimità del bigliettino. Se uno non sapesse la verità avrebbe potuto benissimo vredere che fosse un bigliettimo tra amanti, riguardo a un rendezvous sessuale. Certamente l'idea era del tutto assurda se accostata alla Principessa Grifondoro. Era di gran lunga la persona meno sessuale dell'intero pianeta.

Non è che non fosse attraente. Quando si curava un pochino era davvero molto bella. Ma la sua aria da suora so-tutto-io era abbastanza da far diventare un uomo matto, e non in chiave positiva.

Camminò tre volte davanti al muro, seguendo le sue istruzioni e una piccola porta apparve. Entrò in fretta nella stanza e vide la porta sparire dietro di lui. Lei era già lì ad attenderlo, era ovvio.

Sedeva a una grande scrivania, intenta a scrivere su una pergamena. La osservò per un lungo momento scrivere e scrivere furiosamente.

«Granger, siamo qui per discutere di qualcosa di importante o mi hai invitato qui a guardarti scrivere sul tuo diario» disse lentamente, rigirandosi la bacchetta tra le dita, come tendeva

spesso a fare.

«Oh, Malfoy!» esclamò lei, alzando la testa cespugliosa dalle sue pargamene, quasi saltando sulla sedia dalla sorpresa. Era riuscita a scovare qualche modo per domare la sua chioma ribelle negli anni, ma quando era particolarmente stressata, non c'era niente che funzionasse.

Non sapeva perché lo irritasse così tanto quel difetto della ragazza.

«Siediti» gli indicò la sedia davanti alla scrivania.

«Se pensi anche per un momento che siederò quà davanti a te come se fossi una cazzo di professoressa sei più stupida di quanto pensassi» disse. Poi si concentrò per un attimo e una seconda scrivania, di uguale grandezza, apparve proprio di fronte a quella di Hermione.

«Bene» sbuffò, avendone già abbastanza del suo comportamento «Prego, fa diventare la tua ancora più grande se senti di avere qualcosa da dimostrare, Malfoy» commentò ironica.

«Cosa volevi Granger? Non ho tutta la giornata, e non credo che Silente abbia già un compito per me, anche perché devo ancora cominciare le lezioni di Occlumanzia con Piton» disse annoiato.

Hermione sbuffò, al limite della frustrazione, ma lui continuò. «A meno che non sia una visita di piacere, in quel caso devo dire che sono lusingato, ma no grazie» Non potè fare a meno di frenare una smofia, pensandoci. La faccia di Hermione era diventata di un'adorabile tonalità rossa. Biascicando riuscì a rispondergli.

«No, non è sicuramente una visita di piacere Malfoy» sbottò, finalmente ritrovando la voce. «Ho modi migliori di spendere il mio tempo, invece di sprecarlo a farti da baby-sitter, te lo posso assicurare»

«Tipo? Esercitarti a generare piccoli babini dalle teste rosse con la Donnola?» disse lui, sorridendo alla propria battuta. Hermione d'altra parte stava tutt'altro che ridendo.

Si alzò in piedi, cogliendo l'opportunità di guardare il biondino dall'alto verso il basso, con sguardo assassino.

«Ascoltami bene Malfoy» disse «Sono io che ti sto facendo un favore qui, non dimenticarlo. Puoi tornartene dal tuo Lord oscuro quando vuoi, a me non importa. Ma finché lavori per l'Ordine tu farai quello che ti dico! Sono stata abbastanza chiara?»

Draco voleva risponderle per bene, ma si morse la lingue caombattuto. Cercò un posizione più comoda sulla sedia e le fece segno di continuare. Quando ritrovò la calma anche lei tornò a sedersi.

«Ti ho chiamato qui perché volevo trovare insieme a te una modalità per contattarci. Certamente non posso mandarti via gufo ogni singola notizia, sarebbe inefficiente e sospettoso» spiegò lei lentamente.

«Quindi? Cosa suggerisci di fare?» chiese lui, cercando di assumere nuovamente un tono annoiato, ma la ragazza aveva ragione. Anche lui ci aveva pensato un paio di volte.

Hermione sorrise e tirò fuori due vechie monete d'oro, due Galeoni, e gliene porse uno.

«Cosa ci faccio con questo?» chiese con una smorfia.

«Ho fatto queste monete l'anno scorso per gli incontro dell'ES» spiegò lei «Possono comunicare tra loro. Tienilo sempre con te, e quando ti contatterrò sentirai che il Galeone diventa caldo al tocco. Ogni volta ti farò sapere l'ora e il posto dell'incontro» Tuttavia l'espressione di Malfoy era ancora perplessa.

«Ti faccio vedere» disse quindi lei, e prese dalla scrivania la sua moneta, e puntandoci la bacchetta contro gli mandò un messaggio.

Il Galeone nelle mani di Draco divenne subito caldo, e lui lesse.

Sei un'incredibile coglione.

Fece una smorfia appena vide le parole «E se volessi risponderti? Supponiamo per esempio che l'ora che tu suggerisci non mi vada bene» chiese, la voce curiosa.

«Tutto quello che devi fare e toccare la moneta con la punta della tua bacchetta, pensando a quello che vuoi dire» disse lei. Lo osservò mentre seguiva le sue istruzioni, e poco dopo sentì il Galeone nelle sue mani bruciare. Se lo portò davanti agli occhi e lesse.

E tu sei un'incredibile secchiona.

La ragazza si accigliò ma disse. «Bene, ora, prossima questione. Dobbiamo trovare una buona scusa sul motivo per il quale non puoi andare al cospetto di Voldemort» notò subito un cambio nel suo sguardo appena pronunciò il nome, ma continuò «Non sarai pronto a spiare per un paio di mesi almeno»

«Posso sempre dire che è per via della Missione» disse e un brivido gli percorse subito la schiena.

«Bene» disse lei annuendo «Scrivi a tua madre. Dille che sei preoccupato di essere scoperto, e che devi agire con molta più cautela, o qualcosa del genere».

«Ho già scritto una lettera prima, grazie molte» rispose irritato lui. Odiava nel modo più assoluto di predere ordini, specialmente se gli ordini arrivavano da lei.

«Ok» sbottò lei «Questo è tutto per ora. A meno che tu non voglia dirmi in cosa consiste la missione» tentò. La curiosità la stava semplicemente uccidendo, ma non voleva sembrare nemmeno troppo impaziente di sapere.

«Non vedo come possa essere affar tuo» la zittì lui alzandosi in piedi.«Ora, se è tutto, io andrei. E' stato davvero terribile vederti Granger, come al solito» e uscì dalla stanza non dandole nemmeno la possibilità di replicare.

Diede un calcio a una delle gambe della scrivania, frustrata come non mai.

«Quello stupido stronzo!» si lamentò.

Sarebbe stato un anno lungo e sofferto, senza ombra di dubbio.

  
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