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Autore: Persychan    18/06/2011    4 recensioni
Hades non medita vendetta, ha solo dei seri problemi nel vedere il suo punteggi nella classifica "Hades VS Atena" a zero. Un serissimo problema.
Ma in effetti di problemi ne ha molti, come la sua nuova allergia alle caramelle rosa, il fatto che le tende del suo palazzo facciano molto set porno e che abbiano ucciso il suo corpo immortale, e ciò senza dimenticare quello con la P maiuscola e un anello dorato stretto attorno al dito.
Perchè esistono quattro parole che possono far tremare anche il dio del regno dei morti.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Non avrei dovuto scriverla, lo so e me ne pento, e probabilmente disconoscerò questa storia non appena l'avrò postata, ma in fondo anche questa piccolina si merita il suo spazio visto che da troppo tempo - da una mezza bevuta a base di Vodka e vecchi episodi di Star Trek - circolava nel mio cervello. 
E' possibile che ne scriva altre. Anzi è molto probabile, quindi abbiate un po' di pietà di me e di ciò che la mia mente combina non appena mi distraggo.
C'è del marcio quasi peggio che in Danimarca.
E soprattutto c'è una domanda, ma la scoprirete solo dopo la pubblicità, a Voyager. ~
 

 Ci sono cose che non dovrebbero vedere la luce del sole e, in generale, non andrebbero neppure pensate.  
Questa è una di quelle cose.
 
 

E' tutto molto metafisico. Tranne l'anello che porto al dito.
(Finchè morte non ci separi)

 
 
 
Tutto iniziò aprendo gli occhi.
In effetti non si trattava di semplici occhi fisici, piuttosto di quelli dell'anima, dell'interiorità e del cosmo, ma visto che nessuno di voi è una divinità - le uniche che usano internet erano Zeus, probabilmente, per il porno e Ermes che aveva deciso che mandare un email era meno faticoso che consegnare messaggi a mano - questa sottile differenza non vi è comprensibile quindi tutto effettivamente iniziò aprendo gli occhi.
Questo gesto insieme ad una parola: vendetta.
 
In effetti nessuno dei suoi sottoposti, se ce ne fosse stato ancora uno vivo o quantomeno abbastanza presente sul piano dell'esistenza, si sarebbe stupito nel sapere che questo era stato il suo primo pensiero, al massimo avrebbero puntualizzato che una divinità gentile e precisa come lui avrebbe preferito un termine più adeguato come, ad esempio, rivincita  o rivalsa.
Era dettagli importanti questi.
Probabilmente Hades era una Vergine.
Di sicuro.
Bastava pensare che attaccava la Terra e si scontrava con Atena ogni 243 anni precisi, né giorno di più né giorno di meno, e quelle volte in cui, per un qualunque motivo, era riuscito a rompere il sigillo un po' in anticipo era rimasto ad aspettare fino allo scadere esatto con gran lamentale dei suoi Specter.
Vabbeh, piccole lamentele.
Poche.
Rare.
Inesistenti.
Ok, l'esercito di Hades era ben affiatato - se finisci per lavorare sempre con la stessa gente dall'epoca del mito o impari ad andarci d'accordo o impari ad andarci d'accordo - e il loro capo era molto amato, così amato che se non fosse stato felicemente sposato, se i suoi uomini non fossero stati per lo più intenti a seguire le gonne della sua Sacerdotessa, o totalmente asessuati/dal sesso confuso oppure impegnati in tranquilli amori camerateschi qualcuno avrebbe potuto leggerci molto di più e scrivere storie simili questa.
Ho detto simili.
No, non leggerete di BL tra Hades e i suoi specter in queste pagine. No, neppure nelle prossime. No, neppure tra Hades e chiunque altro.
Insomma dicevamo...
 
Tutto iniziò con Hades che aprì gli occhi e bla,bla,blablabla bla con il suo intento di vendetta nei confronti di Atena che questa volta non solo lo aveva battuto, ma aveva avuto anche l'ardire di ucciderlo. Di uccidere il Dio della Morte. Di uccidere il suoi corpo divino. Il suo corpo immortale.
In effetti la cosa non aveva molto senso, ma in genere tutte le battaglie contro Atena avevano poco senso visto che con lei i miracoli accadevano in media ogni paio di scontri, aumentando esponenzialmente con il numero di ossa rotte e frammenti di armatura dei suoi Saint. Insomma più li picchiavi e più questi diventano forti.
Quasi peggio dell'impasto della torta che Demetra gli mandava per "fargli compagnia nei mesi in cui il suo dolce pasticcino sarebbe stato con lei, sua madre, e solo con lei" che era, in pratica, di marmo puro.
Brutta razza le suocere.
Quasi brutta come quella dei cavalieri di Atena.
In ogni caso miracoli o no, era sua intenzione vendicarsi  - leggi rivalersi in modo molto ordinato e pianificato - per questa sconfitta e magari far passare il suo punteggio vittorie da 0 a 1.
Perfetto. Ora che il piano era ideato doveva solo aspettare alti 243 anni, così avrebbe avuto tutto il tempo per  far rinascere i suoi Specter, riorganizzare l' esercito,  riavere un corpo - possibilmente bello come il precedente -  e nasconderlo da qualche parte, scegliere il prescelto per la sua prossima rinascita, convincere Efesto a rifargli l'armatura, chiudere il gigantesco buco tra l'Ade e i Campi Elisi, dare l'acqua alle piante, cambiare quelle inquietanti tende molto porno set che Pandora aveva montato, portare Cerbero a tagliare le ungh...
Ok, forse le ultime cose poteva rimandare ad un secondo momento.  Però quelle tende erano veramente agghiaccianti.
Fu con questo pensiero - insieme alla Vendetta più volte citata - e la necessità di avere conferma sull'atrocità dei tendaggi che Hades smise semplicemente di aprire gli occhi e iniziò a guardare.
E forse non avrebbe dovuto farlo.
Si trovava in una camera da letto bianca. Una camera da letto metafisica bianca. Una stanza fatta di cosmo e immaterialità bianca. Una stanza irreale bianca. Per amore della precisione - abbiamo già detto era una Vergine? - era scorretto dire che era bianca o anche soltanto che si trattava di una stanza, ma come già decretato nessuno di voi è un dio, quindi per quanto vi riguarda Hades stava fissando il soffitto di una camera da letto molto bianca - di un bianco assoluto - sdraiato su di un letto altrettanto bianco in una sorta di apologia a tal colore. O forse perché faceva tanto minimal chic.
In ogni caso ad attrarre il suo sguardo, in quell'oceano niveo e alquanto monotono, fu una macchia dorata. Una chioma dorata poté decretare qualche secondo dopo quando, in uno scintillio di capelli e uno svolazzare di veste, la figura a cui apparteneva tale capigliatura si voltò verso mostrandogli un viso gentile e altrettanto familiare.
"Buongiorno amore."
Sua moglie, compagna, regina e dir si voglia era seduta sul bordo del letto - metafisico vorrei ricordare - intenta ad osservarlo con un sorriso lieto a dipingerle le labbra e lo sguardo tenero, che solo l'amata può donare, ad illuminarle gli occhi che avevano il medesimo colore delle gemme non ancora sbocciate. Doveva molto a quel paragone visto che era stato il motivo principale per il quale la sua sposa si era limitata a trasformare la povera ninfa che aveva osato avvicinarglisi in una pianta invece di fargli anche avvizzire...i gioielli di famiglia come aveva minacciato all'inizio.
Sì, quel complimento gli aveva salvato la vita. O almeno una parte importante.
La sua dolce regina era in ogni caso splendida, come lo era stata quel giorno in cui  l'aveva rapita - all'incirca, visto che la storia era un po' complicata e gli veniva solitamente rinfacciata soltanto quando litigavano/voleva farlo sentire in colpa. Sì, sapeva provare senso di colpa - e non c'era un risveglio migliore a cui Hades potesse pensare: meditando vendetta contro Atena con la sua bella moglie al fianco a sorridergli.
A sorridergli in modo strano dovette aggiungere qualche secondo dopo. A sorridergli in un modo che per qualche ragione gli ricordava una malvagia caramella assassina rosa. Molto malvagia ed estremamente rosa.
Bizzarro.
"Caro?  Tutto bene?"
Era tutto a posto, la sua mogliettina era un amore come sempre, il suo regno sarebbe stato ricostruito e lui avrebbe avuto la sua vendetta. Tutto andava alla perfezione, meravigliosamente e non c'era nulla che potesse rovinare il suo idilliaco risveglio. Proprio nulla.
Tranne quattro parole.
"Sposo mio, dobbiamo parlare."
E Hades ebbe paura perché se nel mondo erano due  frasi che potevano spaventare qualunque uomo sposato/fidanzato/vagamenteimpegnato/ ecc quella era la prima.
La seconda?
La seconda era meno subdola, ma più dolorosa. Era una sorte terribile, una punizione a cui neppure lui avrebbe mai osato condannare nessuna anima di mortale. Esisteva sin dall'inizio dei tempi, sebbene con alcune modifiche nel corso della storia e suona all'incirca così: "Stasera dormi sul divano."
Per sua fortuna nel Mekai non esistevano divani.

 
Per sua sfortuna Persefone aveva risolto il problema mandandolo a dormire con Cerbero.
 
 


~♥~  
 
Ah, la caramellina rosa è una citazione dal forum di Gold Insanity ( che vi consiglio tutti di visitare perché è meraviglioso sia nella serietà con cui vengono trattati gli argomenti sia per quei momenti assolutamente divertenti che si possono leggere. Io per motivi di tempo non riesco a partecipare molto, ma è veramente un piccolo gioiello) e tale termine viene utilizzato per definire Shun/Andromeda.
Secondo ah. Sì, lo so che la tradizione dell'anello è più moderna (anche se non eccessivamente essendo comunque attestata almeno tra i Romani) dell'epoca del Mito, ma insomma diciamo che è una licenza poetica. Tsk.
Detto ciò vi saluto sperando di non avervi traumatizzato troppo  e magari in un commento.

   
 
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