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Autore: Finn    18/06/2011    3 recensioni
Non esiste una sola tipologia di segreti. Ce ne sono tante, in verità.
Ci sono i segreti pericolosi, quelli tenuti a fin di bene, quelli mortali, quelli che sarebbe meglio sepellire...
Infine quelli allettanti.
Sono proprio questi ultimi i più letali di tutti.
E lei lo sapeva bene.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shenhua, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Note di quella pazza sconsiderata dell'autrice :
Eccola che torna, con una nuova fatica. Questa fic in realtà era partita con la sola idea di descrivere ShenHua intenta in una delle sue opere di estorsione. Volevo descrivere l'atmosfera di oppressione della sua vittima, proprio dal suo punto di vista. Poi è "degenerata" in una long fic della quale non sono ancora del tutto sicura. Perciò ho deciso di postare in questo primo capitolo giusto la scena che avevo in mente. Poi vedrò se il seguito mi attira, di pubblicarlo.
Ho parlato troppo, Come al solito. Buona lettura XD





- Alluring secret - 



<< Colaggio... sputa il lospo >>  Fece con tono suadente la donna, massaggiandosi la coscia in prossimità di una giarrettiera che conteneva quattro lame affilate, pronte a colpire. << Sai, a me non piace aspettale stlonzetti come te. Tu mi da quello che voglio, e lo fa subito >> continuò, estraendone tre e tenendole ferme fra le prime falangi delle sue dita bianche e affusolate. Le strinse forte, facendo sbiancare le nocche.
L'uomo rabbrividì. Tutta la stanza aveva un puzzo di sangue e sudore da faticare a respirare. Le pareti bianchissime erano fortemente macchiate di rosso nella parte bassa, andando via via schiarendosi verso il soffitto. C'era un lavandino nell'angolo di fondo della camera e una motosega elettrica lasciata per terra, anch'essa imporporita dalle macchie di sangue, molto recenti. Dietro alla seducente thailandese che lo stava ricattando, c'era una figura completamente vestita di bianco, che si stava lavando le mani. Gli occhi erano ricoperti da un paio di occhiali rifrangenti, la bocca da una mascherina chirurgica. Indossava un camice bianco allacciato fin sotto il mento, un grembiule azzurro chiaro e dei guanti in lattice. Ai piedi stivali alti al ginocchio, anch'essi bianchi.
<< Se tu non parla ola io peldele pazienza >> Continuò la bruna avvicinandosi sempre di più a lui, e distogliendolo dalle sue considerazioni sull'ambiente circostante << Salebbe velo peccato se uomo così affascinante finisse a pezzettini. Velo Sawier? >> e dicendo questo scoppiò in una risatina maliziosa. << E va bene. Tu ha deciso di non parlare, allola... non ti licoldi più i nomi di quei quattlo bastaldi? Pelò folse piccolo avveltimento può linflescale tua memolia >>     
Si incollò al corpo dell'uomo, appoggiando i seni morbidi sul petto ansimante della sua vittima. Spinse il volto vicino al suo, e poi gli sussurrò vicino all'orecchio destro , così vicino da lasciare una traccia di rossetto cremisi << Queste salanno ultime palole che sentilai >> Detto questo, amputò l'orecchio dell'uomo con la lama.
Lui urlò di dolore, si strinse nelle braccia, calciò via Shenhua preso da un impeto di rabbia e imprecò in una lingua a lei sconosciuta. Si leggeva il terrore più puro all'interno dei suoi occhi.
<< Adesso tu dile nome dei tuoi amici ? >> Chiese lei. Di tutta risposta, ottenne un cupo silenzio. << E sia. Tanto abbiamo diecimila ostaggi come te. E poi, ploplio qui a Roanapur, se un bastaldino come te ci lascia le penne non se ne accolge nessuno >> Rinfoderò l'arma e sorrise, un sorriso di denti bianchissimi e lucenti << Allola sai cosa devi fale, sawier. E' tutto tuo, ti lascio campo libelo ok? Pelò plomettimi di pulile dopo. Salebbe vela seccatula poltale in lavandelia anche quest'ultimo abito >>
Uscì, richiudendo la porta. La stanza era insonorizzata, ma nel suo cervello potè avvertire distintamente quelle urla di dolore, le grida, la paura di essere smembrato pezzo per pezzo. Una paura tangibile, che si sarebbe realizzata da lì a pochi minuti. Era uno dei pochi inconvenienti di essere un assassino. Quelle urla fastidiose le martellavano la testa ogni volta per molti minuti, prima di potersene liberare definitivamente.
Passeggiò un po' sotto l'afa estiva, decisa ad andare a prendere qualcosa al bar di Bao. Mentre camminava digrignò i denti più volte, pensando alla meravigliosa verità che le era stato negato un'ennesima volta di sapere. Era il quarto che ammazzava, in quel mese, e ancora non era riuscita a scoprire il nome di quell'uomo. Erano una banda di quattro, probabilmente russi o tedeschi. Dicevano di avere a che fare con l'hotel Moscow, ma non le risultava di aver mai visto quelle facce sul giornale, accanto a quelle di Balalaika e dei suoi. *
In più, il loro capo era riuscito a sottrarle uno dei suoi coltelli, e la cosa non le andava giù in nessun modo. Ma di tutti i testimoni correlati a quel gruppo di novellini non uno aveva saputo darle le informazioni che cercava.
Voleva rivedere quell'uomo. Riprendersi la sua arma, trattarlo come solo lei sapeva fare, e poi perchè no, avrebbe potuto passarci una notte insieme.  
Più stanca che rincuorata da quella camminata notturna, si ritirò dietro le porte dello Yellow Flag.




* In realtà non sono sicura che le loro facce siano comparse sui giornali, ma quello che volevo intendere è che non ne aveva sentito parlare come di uno del gruppo. ^^'''
   
 
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