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Autore: Arthemisia    19/06/2011    3 recensioni
Era una calda notte estiva ed Hermione Granger attendeva in camera da letto il ritorno del suo adorato maritino...
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Quando i suoi sensi avevano appena iniziato ad intorpidirsi, ecco un rumore.
No, non un rumore qualsiasi, ma il rumore. Quello che aveva tormentato la sua vita da non sapeva più quanto tempo, che le aveva rovinato momenti meravigliosi e che nell’ultimo periodo era diventato sempre più frequente.

"Hermione ha una nemica che tormenta la sua giovane vita. Arriverà a fare cose illegali per poterla eliminare, ma ci riuscirà?"
Perdonate questo mio scoppio di demenza, tutta colpa del sonno!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Questa è la mia decima storia *W*

Questa è la mia decima storia *W*

Festeggiamo tutti insieme con un Avada Kedavra di gruppo!

 

Premettendo che le vere note saranno alla fine, chiedo solamente scusa per quello che i più coraggiosi e sciocchi di voi stanno per leggere.

Vorrei dedicare questa shot alla mia sorellina, che questa notte mi è stata utile come un calcio nello stinco e senza cui, probabilmente, tutto questo non sarebbe nato.

Ci rileggiamo giù, buon proseguimento!

 

 

La peggior nemica di Hermione Granger

 

 

Era una calda notte estiva ed Hermione Granger attendeva in camera da letto il ritorno del suo adorato maritino, inviato in una mortale spedizione alla ricerca di Marron Glacé rigorosamente della pasticceria in cui li aveva assaggiati con i suoi genitori durante la vacanza in Francia.

Ridicolo? No, era la voglia più accettabile che avesse avuto negli ultimi tempi.

Hermione accarezzò con deliberata dolcezza il suo pancione, accomodandosi meglio sul grande e comodo letto, fresco grazie ad un incantesimo refrigerante magistralmente lanciato, e cominciò a rilassarsi, pensando che, magari, un pisolino in attesa del ritorno del coniuge non sarebbe stato male.

Abbracciò il cuscino - da quando si era sposata ed era andata a vivere con l’amato sposo non poteva certo abbracciare il Grifone di peluche che le avevano regalato i genitori da bambina, per più motivi - e chiuse gli occhi, in attesa di cadere fra le dolci braccia di Morfeo.

 

Però, quando i suoi sensi avevano appena iniziato ad intorpidirsi, ecco un rumore.

No, non un rumore qualsiasi, ma il rumore. Quello che aveva tormentato la sua vita da non sapeva più quanto tempo, che le aveva rovinato momenti meravigliosi e che nell’ultimo periodo era diventato sempre più frequente.

Hermione sentì la rabbia montarle in corpo come le nausee mattutine avute qualche mese prima. Scalciò via le lenzuola con un’agilità che non aveva mai avuto - doveva ringraziare le sedute di “fuga al Mangiamorte” fatte con Harry qualche anno prima - e si alzò in piedi, la bacchetta puntata verso una zona non ben definita della stanza.

Iniziò a guardarsi intorno, circospetta, cercando la fonte di quel determinato rumore e non riuscendo ad individuare nulla.

« So che sei qui, ti ho sentita… »

Continuò a guardarsi intorno, come il leone che cerca la sua preda, facendo improvvisi scatti convinta di poter sorprendere l’avversaria.

Un rumore, alle sue spalle!

Hermione si voltò in direzione, non riuscendo a scorgere altro che una velocissima ombra. Non era stata abbastanza veloce per sorprenderla, ma ce l’avrebbe fatta.

Un altro rumore, sempre alle sue spalle.

« Stupeficium! » urlò, agitando la bacchetta a caso e non ottenendo altro che una enorme crepa nella parete della camera. Quella maledetta le era scappata.

Camminò lentamente, facendo attenzione ad ogni minimo particolare, assottigliando gli occhi come la migliore delle cacciatrici e continuando a guardarsi intorno con circospezione.

La camera era sigillata, non aveva via di fuga e lei l’avrebbe trovata e fatta a pezzi.

Un altro rumore, alla sua sinistra.

Si voltò quasi indemoniata e scagliò un altro schiantesimo. Anche questo finì unicamente sul muro.

La sua avversaria era veloce e furba, doveva ammetterlo. Ma lei era Hermione Jean Granger, la studentessa più brillante mai passata ad Hogwarts, e non si sarebbe fatta infinocchiare in quel modo.

Allora iniziò a lanciare incantesimi da ogni possibile parte della camera, ottenendo solo pezzi di muro staccati, mobili e soprammobili distrutti ed un numero esorbitante di crepe. Ma del corpo della sua avversaria, neanche l’ombra.

La giovane donna, a quel punto, si convinse che doveva essere stato tutto un brutto scherzo giocatogli dalla sua mente e dagli ormoni da donna incinta. Forse non c’era nessuno, oltre lei, in quella stanza. Ripulì il letto dai calcinacci con un colpo di bacchetta e tornò a dormire, ignorando i nervi che ancora le irrigidivano il corpo.

Passarono dieci minuti e lei risentì il rumore. Quella volta non poteva di certo esserselo immaginato, quindi, alla fine della fiera quella lì la stava prendendo per i fondelli.

« Brutta stronza so che sei qui! » strillò, scattando nuovamente con la bacchetta alzata. Le parse di vedere un movimento alla sua destra e, senza pensarci un solo attimo, scagliò il primo incanto che le era passato per la testa « CRUCIO! »

Nulla di nulla, solo una bruciatura nella parete opposta.

Hermione Granger non si era mai sentita così insultata in vita sua, neppure quando le avevano dato - più di una volta - della saccente mezzosangue. Accese la luce e cominciò a guardare ogni singolo centimetro quadrato della sua camera da letto. Una vena pulsava prepotentemente nella sua fronte e l’adrenalina sembrava aver preso il posto del sangue nelle sue vene. In quel momento avrebbe piegato una barra di ferro senza battere ciglio.

E poi, la svolta.

La vide, alla sua sinistra: non si era accorta che la leonessa l’aveva avvistata.

Sul volto della giovane donna si aprì un sorriso, no, un ghigno che non aveva nulla di angelico e sembrava promettere le più atroci torture; alzò la bacchetta e dopo un “Addio puttanella”, proferì l’incanto che mai avrebbe pensato di pronunciare.

« AVADA KEDAVRA! »

Il corpo dell’intrusa cadde al suolo e, contemporaneamente, Hermione sentì crescere dentro di se un’emozione molto simile alla soddisfazione. Si avvicinò al corpo e lo studiò con malsano compiacimento, sorridendo nello stesso modo sinistro di pochi istanti prima.

 

Fu così che la trovò suo marito, smaterializzatosi direttamente nella camera da letto.

« Mezzosangue, che diamine è successo qui dentro? » Draco Malfoy guardava la moglie come avrebbe guardato uno dei cosiddetti “Nargilli” che Lunatica sosteneva di poter vedere.

Accovacciata al suolo, Hermione Granger in Malfoy fissava l’uomo in modo indecifrabile, probabilmente tentando di ideare una scusa plausibile per la distruzione che aveva creato.

« Ehm… io… »

« No, tu niente! Ma hai visto cos’hai combinato? »

« Lo so, ma vedi… » Hermione si rialzò a fatica, scavalcò il corpo dell’avversaria e si avvicinò a Malfoy, tentando di convincerlo della sua tesi.

« Non ci sono scuse, mezzosangue. Non è possibile che tu faccia sempre così, non è mica la prima volta! » Draco le passò accanto, allargando le braccia come per farle capire la distruzione che aveva provocato.

« Mi dispiace, ma… »

« No! Diamine, Mezzosangue! Sto esaurendo la mia camera blindata alla Gringott per ricostruire il Manor! Addirittura l’Anatema che uccide, ma ti rendi conto? » Draco si passò una mano fra i capelli, puntando poi lo sguardo sul corpo morto dell’intrusa, sospirò.  « Capisco di aver avuto una cattiva influenza su di te, ma arrivare all’Avada per una creatura come questa… »

« Draco, davvero… »

« Basta, Hermione, adesso va in cucina e mangia i tuoi dolci. E, per favore, la prossima volta che senti un’intrusa chiama me oppure uno degli elfi. Non ho la minima intenzione di buttare giù il Manor per una stupida zanzara »

 

 

Uhm.

Siete arrivati fin qui? Davvero?

Maledizione, siete forti! Malfoy, che è stato preso in ostaggio dalla sottoscritta, è davvero compiaciuto.

Vi starete probabilmente chiedendo cosa diamine mi sia saltato in mente per arrivare alla stesura di questa… cosa, vero?

Non è colpa mia, ma della maledettissima succhiasangue che stanotte non mi ha dato tregua (E non mi sto riferendo ad Edward Cullen). Ho passato le ore più brutte e stancanti della mia vita, alla fine, verso le tre del mattino, dopo quattro ore di agonia, ho iniziato ad avere visioni profetiche dove Harry Potter cruciava suddetta creatura (E vi assicuro che dico sul serio). Probabilmente è stato lui, dieci minuti dopo, a permettermi di far fuori quell’immonda bestiola, dietro centinaia di lacrime ed insulti.

Okay, non credo che vi interessi ma dovevo dirlo.

 

Sto divagando in un modo quasi ridicolo, accidenti. Perdonatemi, non sono io a parlare ma le ore di sonno perdute che trovano certificazione nelle enormi borse sotto gli occhi che mi ritrovo in questo momento.

Spero che questa mia follia vi sia piaciuta (Fatevela piacere o mando Draco a cruciarvi) e che qualcuno di voi si sia ritrovato nei panni della mia nervosa Hermione.

Beeeene, io ho concluso! Spero che mi facciate sapere!

A.

 

   
 
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