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Autore: Payton_    19/06/2011    8 recensioni
Forse vi ricorderete di Hepzibah Smith, o forse no, comunque è l'ultima discendente di Tosca Tassorosso nonché ultima persona a possedere la Coppa della Fondatrice. E' infatti la donna uccisa da Tom Riddle in uno dei ricordi del sesto libro. Ho deciso di raccontare in chiave cinica e ironica la storia di questa donna e della sua morte per mano di Riddle, partendo dai Tassorosso e dal loro carattere. Credo che la storia parli da sè, comunque.
Buona lettura!
Prima classificata al contest Be sorted! indetto da MissBlackspots.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tassorosso, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Questa storia si è classificata prima al contest Be sorted! indetto da MissBlackspots, che ringrazio di cuore. ♥


Forse il Fato e la Morte erano alleati

 

Se mai vi parleranno della prestigiosa Hogwarts e vi illustreranno, tra le sue Case, quella fondata da Tosca Tassorosso, vi diranno che i maghi appartenuti a quella Casa erano pazienti. Vi diranno anche che erano degli instancabili lavoratori, incapaci di arrendersi; provavano e riprovavano fino a quando non ottenevano ciò che volevano.

Non mentiranno, dicendovi questo. Ottimi maghi ed ottime streghe portarono i colori della gentile Tosca.

Ciò che certamente ometteranno nel racconto, sarà che le qualità della Casa di Tassorosso erano un’arma a doppio taglio. Come per Serpeverde, Grifondoro e Corvonero, ma i gentili tassi raramente venivano etichettati diversamente da ‘persone buonissime e vagamente inutili’.

La particolarità delle qualità di quei maghi concedeva loro d’essere persone davvero determinate, ma questo, spesso, li portava a divenire alquanto testardi. Rischiavano di non vedere l’evidenza dei loro errori, camminando imperterriti per la loro via errante.

La donna di cui andremo a parlare in queste righe era appunto l’esempio di quanto la determinazione potesse essere pericolosa, divenendo testardaggine.

Essendo una Signora – o meglio, una Signorina in età avanzata – non riporteremo i suoi anni, ma sappiate che era indubbiamente molto vecchia, nella storia che leggerete. Era anche molto ricca e conosciuta, ma più di tutto era molto grassa. Il bell’aspetto non era di certo una sua qualità.

Essendo ricca, aveva sempre pensato che il suo aspetto potesse essere trascurabile, secondario. Questa sua convinzione, che la vide restare zitella negli anni, non si scalfì con il tempo. Essendo per natura paziente, credeva che bastasse saper aspettare, per trovare il principe azzurro. Azzurro o di qualsiasi colore, purché arrivasse.

Fu così che Hepzibah Smith si sedette sulla sua poltrona alla giovane età di venticinque anni e attese. Non si scoraggiò nemmeno un attimo, convinta che un giorno qualcuno avrebbe bussato alla sua porta e che sarebbe stato l’amore.

Molti potranno dirvi che ebbe ragione, a ben vedere, perché qualcuno, molti, molti anni dopo l’inizio della sua attesa, bussò alla sua porta. Portò anche l’amore nel cuore di Hepzibah, ma si dimenticò di ricambiarlo. Nessuno però avrebbe mai sperato d’essere ricambiato da un giovane nato almeno ottant’anni dopo il proprio esame per ottenere i M.A.G.O..

Nemmeno Hepzibah era così illusa, ma aveva bisogno delle tanto attese attenzioni del giovane come nient’altro. Credeva di meritarle, dopo aver pazientato anni ed anni prima che arrivassero.

Essendo appunto estremamente ricca, col passare degli anni aveva collezionato oggetti magici di grande valore, e poteva vantare decine e decine di rarità. La sua collezione era il suo piccolo tesoro, e quando Tom Riddle, il ragazzo di cui si innamorò, bussò alla sua porta per acquistare uno dei suoi preziosi oggetti, Hepzibah capì c’era stato un segno del destino.

Riddle, infatti, lavorava per Magie Sinister, un noto negozio di oggetti magici. Più oggetti avrebbe comprato o venduto, più volte avrebbe visto Tom.

Il ragazzo aveva una carnagione pallida, profondi occhi neri e capelli altrettanto neri. Era una figura ingombrante, tanto la sua bellezza colpiva chi gli stava accanto. Il suo carisma, poi, rischiava di soffocare chi era così fortunato – o sfortunato – da trovarsi con lui nella stessa stanza.

Era un adulatore nato, una fortuna per Sinister. Era infatti in grado di farsi vendere anche gli oggetti più preziosi e rari, nessuno aveva mai resistito al suo fascino. Ammaliava con le parole, con i gesti e con quegli occhi scuri che sembravano essere in grado di leggerti dentro, nel profondo. Per Hepzibah era come una stella luminosa, lontana e irraggiungibile, ma tentatrice. Era attratta da quella luce accecante e non ne aveva mai abbastanza. Era il suo sole, capace di scaldarle il cuore.

Con il passare del tempo, però, Tom si recò sempre meno frequentemente a casa di Hepzibah, che iniziò a disperarsi. Non aveva più rarità da vendere, ed aveva acquistato qualsiasi cosa avesse un minimo valore, non sapeva più cosa fare per trattenere quello sfuggente ragazzo.

«Devo trovare un modo per suscitare interesse in Tom, Hokey» continuava a dire alla sua fedele elfa domestica. Il problema era che Tom Riddle non era uno sprovveduto, era un mago intelligente e brillante, nonostante la giovane età, ben poco avrebbe attirato la sua attenzione.

Hepzibah aveva passato settimane orribili, quando Tom aveva smesso di andare da lei. Aveva sempre saputo che il ragazzo non nutriva un vero interesse nei suoi confronti, ma per quello che lei raccontava sui suoi antenati e sulla magia. Era particolarmente interessato alla storia di Hogwarts, dei suoi Fondatori, e nessuno meglio di lei avrebbe potuto parlargliene. Hepzibah era l’ultima discendente di Tosca Tassorosso, probabilmente la sua qualità migliore. Aveva già raccontato tutto quello che c’era da dire, però.

Una mattina in cui era particolarmente triste, stanca di attendere invano Tom, prese la decisione più avventata della sua vita. Rifletté molto, prima di scegliere, perché quello che aveva intenzione di fare non era mai stato fatto da nessuno dei suoi antenati.

«Hokey, portami una pergamena, una piuma e un calamaio» tuonò decisa, compiendo perfino lo sforzo di andare fino alla sua scrivania per scrivere.

Afferrò la piuma, la intinse nell’inchiostro e soppesò una ad una le parole della breve missiva.

 

Caro Tom, devo mostrarti una cosa unica nel suo genere. Ti aspetto questo sabato all’ora del tè.

Tua affezionata Hepzibah Smith

 

Per scrivere poche parole ci mise quasi un’ora, decisa a non svelare nulla a Tom, ma ad attirare la sua attenzione. Funzionò. Con una breve risposta, Tom comunicò che per le cinque di sabato pomeriggio sarebbe andato da lei. Era solo mercoledì, ma Hepzibah sentiva già il cuore battere veloce nel petto.

«Hokey, devi rassettare tutta la Casa, andare a comprare i dolcetti che piacciono tanto a Tom e avvisare Madama McClan, mi serve un nuovo vestito».

Iniziò a snocciolare ordini sopra ordini alla povera elfa, decisa, per la prima volta in vita sua, a curare il suo aspetto nei minimi particolari. Voleva essere perfetta per Tom. Per lui e per il magico momento che li avrebbe attesi.

«Bisogna anche avvisare Madama Hardrin, i miei capelli devono essere decisamente sistemati».

Hokey non aveva mai visto la sua padrona così agitata. Continuava a guardare fuori dalla finestra, probabilmente immaginando il momento in cui Tom sarebbe arrivato, irresistibile nella sua perfezione suggestiva.

«Cosa dici, Hokey, sono presentabile?» chiese Hepzibah, alle undici della mattina di sabato.

«Hokey crede che la padrona sia splendida, padrona» rispose subito l’elfa, facendo numerosi inchini. Probabilmente Hepzibah aveva dimenticato che, molti anni prima, aveva ordinato a Hokey di rispondere sempre che la sua padrona era splendida. Un elfo non avrebbe mai osato dire al suo padrone qualcosa di diverso da un complimento, ma Hepzibah voleva essere certa di trovare una sicurezza almeno in Hokey, per quanto fosse solo un’elfa.

Alle tre, Hepzibah era già seduta sulla sua poltrona preferita, pronta e in attesa trepidante di Tom Riddle.

Indossava un nuovissimo abito giallo e nero, chiaro richiamo ai colori della sua antenata Tosca Tassorosso. I capelli erano abilmente acconciati in una pettinatura antiquata che faceva risaltare il viso paffuto della donna, ed il trucco pesante la faceva sembrare la tavolozza sporca di un vecchio pittore. Le labbra carnose erano messe in risalto da un fortissimo rossetto rosso, cosa che dava l’impressione che Hepzibah fosse stata colpita da una Fattura Pungente.

La casa era stata pulita con cura e sistemata da un Hokey particolarmente stanca. I biscotti ed il tè giacevano pronti per essere consumati su un tavolino pieno di strani oggetti e centrini ricamati con lo stemma di Tassorosso. Tutta la casa, a dire il vero, era troppo piena, sembrava che Hepzibah fosse nel mezzo del salotto perché non potesse stare altrove, data la mole di oggetti. Mancava solo quello che la donna desiderava tanto mostrare a Tom.

Quel quadretto, agli occhi di Tom Riddle, sembrò soltanto il triste ritratto di una vecchia strega sciocca che aveva sprecato la sua vita e la sua nobile discendenza di sangue. Odiava i biscotti che  Hepzibah continuava ad offrirgli, li mangiava solo per cortesia nei confronti di una cliente del negozio, ed il tè non era mai stato di suo gradimento. Hokey, abituata ai gusti della sua padrona, offriva una brodaglia dal solo sapore di zucchero.

Tom Riddle era ambizioso ed estremamente curioso, per questo andò a casa di Hepzibah quel pomeriggio. Sperò che la donna non l’avesse fatto andare da lei per una sciocchezza, non era certo un mago che amava perdere tempo.

Quando arrivò, notò subito che Hepzibah aveva, a modo suo, curato il suo aspetto, ma per lui quelli erano solo sforzi vani. Una donna che non aveva fatto altro che invecchiare e sprecare la sua magia era paragonabile ai Babbani, a parer suo, soprattutto se discendente di uno dei fondatori di Hogwarts. Era un affronto personale, per lui.

«Buon pomeriggio, Signorina Smith. La trovo molto bene» salutò cortesemente, mostrando il suo più accattivante sorriso.

Hepzibah quasi svenne per quell’adulazione velata, e se fino a pochi istanti prima aveva avuto dei dubbi sul mostrare o meno a Tom quel prezioso oggetto, sparirono con quel sorriso.

«Tom, sono felice che tu sia venuto. Vedrai cos’ho da mostrarti!» esclamò eccitata, ricevendo uno scarno sorriso in risposta.

Bevvero il tè, e Tom mangiò anche due di quegli odiosi biscotti, in modo da non poter rispondere alle ciance della donna. Quando Hepzibah iniziò a notare un calo d’attenzione nel ragazzo, decise che era giunto il momento di mandare Hokey a prendere il prezioso oggetto.

Essendo appunto una discendente di Tosca Tassorosso, aveva ereditato il più prezioso cimelio della Fondatrice: la Coppa di Tassorosso, tanto preziosa da essere considerata perduta. Nessun Tassorosso, Smith o altro discendente di Tosca aveva mostrato a nessuno esterno alla famiglia quella Coppa.

Hepzibah sapeva che Tom sarebbe stato terribilmente attratto da quell’oggetto, ma quello che non poteva sapere era chi era e chi sarebbe stato: Lord Voldemort, il mago più oscuro di tutti i tempi.

Era ancora un ragazzo all’epoca, ma già il suo animo era macchiato da molti omicidi e dalla magia nera. Quando vide la Coppa, i suoi occhi divennero improvvisamente carichi di una strana luce maligna. Hepzibah se ne rese conto, non riconoscendo il ragazzo amato, ed ordinò a Hokey di portare via il prezioso cimelio, ma era troppo tardi. La luce della sua stella si era spenta subito dopo averla bruciata con un raggio fatale.

Tom Riddle uccise Hepzibah Smith, e modificò la memoria dell’elfa Hokey facendole confessare il delitto. Se voleva una cosa, sapeva di certo come ottenerla.

Raccontandovi la storia di Hogwarts, e con la sua quella dei Tassorosso, vi diranno anche che questi maghi avevano buon cuore. Questa bontà d’animo spesso li faceva sembrare ingenui, e quell’ingenuità di cui vi parleranno sarà la stessa che condusse Hepzibah Smith alla morte. Non si era mai resa conto di chi fosse in realtà Tom Riddle. Pochi capirono la vera natura del ragazzo, a dire il vero, ma ancor meno furono quelli tanto ingenui da non notare la sua astuzia.

Nonostante avesse sprecato la sua vita e consegnato, senza volerlo, l’antica Coppa di Tassorosso a colui che di lì a poco non sarebbe più stato nominato, Hepzibah potrebbe essere considerata una strega fortunata. Aveva aspettato tutta la vita di incontrare l’amore, e nel momento della sua morte, la Vecchia Signora si presentò a lei con il volto del suo amore tanto atteso.

Non possiamo sapere se il destino di Hepzibah era proprio quello di attendere Tom Riddle per concedergli una delle cose che più desiderava al mondo. Forse, il Fato e la Morte erano alleati in questa triste avventura. Essa infatti era da tempo furiosa con i maghi per essere così bravi, rispetto ai Babbani, a sfuggirle. Forse Tom Riddle doveva ottenere l’involucro di uno dei suoi Horcrux, così che potesse divenire Lord Voldemort e consegnare molte vite nelle mani della Morte.

Questo, però, non possiamo saperlo. Ciò che sappiamo è che Hepzibah Smith sprecò la sua vita aspettando qualcuno da amare, scegliendo la persona più sbagliata possibile.

Ciò che ottenne fu solo d’essere uno dei tasselli della scalata al potere del più grande mago oscuro mai esistito. 

 


 

Primo classificato: Forse il Fato e la Morte erano alleati- Payton

Grammatica 10/10
Stile 5/5
Caratterizzazione 15/15
Uso del prompt 5/5
Originalità 5/5
Gradimento personale 10/10
Totale 50/50

Prendimi per pazza o quello che vuoi, ma sappi che appena ho finito di leggere la tua storia avevo gli occhi sgranati. Che io ami il tuo stile, e difatti ecco giustificato il punteggio pieno, è cosa risaputa (bhè, almeno lo è per me), ma mai in anni mi militanza sul sito mi era capitato di leggere una storia tanto originale. Quindi per questo devo farti tutti i miei complimenti. Non per niente, hai avuto punteggio pieno a tutto, anche al gradimento personale.
La grammatica è perfetta, non ho trovato nessun errore e inoltre credo tu abbia saputo sviluppare il prompt in maniera originale e davvero attinente, per questo anche lì il punteggio è 5/5. Per quanto riguarda la caratterizzazione non ho nulla da aggiungere; sebbene non si conosca questo personaggio molto bene, credo tu abbia saputo renderlo al meglio, come pregi e difetti, senza lasciarti trasportare dalla “vena artistica”, se così si può dire.
Non saprei che altro aggiungere, se non rinnovarti i miei complimenti.
Grazie davvero per aver partecipato.

   
 
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