Io, Ronald Wesley, ho imparato ad arrendermi.
Tutta
la mia vita è stata una discesa, un darsi vinto.
Non
che quindi non l’avessi mai imparato ma oggi l’ ho sentito di più…più mio.
La
pioggia gelida mi batte violentemente sul capo e i capelli mi ricadono lisci e
appiattiti davanti. Il vento freddo mi taglia dolorosamente il viso e i tuoni
lontani a scatti fanno sobbalzare quel muscolo che a quanto pare ho ancora nel
petto.
Sto
male, sia fuori che dentro, ma non mi importa. Se bastasse acqua per lavare
tutta la rabbia e il dolore che provo dovrei essere già pulito, da un pezzo. Ma
purtroppo non basta e stare qui è l’unica cosa che posso fare per sentirmi un
po’ meglio.
Non
voglio e non credo che riuscirei a stare ancora in quella sala a pochi metri
dai miei piedi. Così calda, accogliente, piena, così viva ma anche così sporca.
Onestamente
mi fanno schifo tutte le persone che ci sono lì dentro, tutte.
Chi
mi ha portato in giro, chi mi reputa solo una stupido, chi mi ha mentito e chi
mi ha addirittura tradito.
Due
persone in particolare mi fanno più schifo delle altre. Perché mi hanno fatto
male e perché ho scoperto che non sono stati miei amici, mai.
Di
solito agli amici si dice la verità e loro me l’ hanno tenuta nascosta per due
anni.
Comincio
a credere che veramente io sia uno stupido. Se non lo fossi me ne sarei
accorto. Avrei capito che il mio migliore amico si scopava dal sesto anno la ragazza di cui ero innamorato, avrei
capito cos’era quello strano feeling tra i due, avrei capito che quello che mi
dicevano erano tutte scuse, semplicemente avrei capito tante cose.
E
non starei qui da solo a lasciare che le mie lacrime si uniscano all’acqua
gelida della pioggia.
Sento
dei passi che si avvicinano. Non mi giro, so a chi appartengono e so anche
quello che mi vogliono dire.
Non
voglio parlarne, non credo che ci sia bisogno di parole.
Il
rumore si fa sempre più vicino ma non mi sembra più tanto familiare.
Una
mano si posa delicatamente sulla mia spalla sinistra, quasi a diretto contatto
con la mia pelle, i vestiti fradici appiccicati al corpo.
Il
mio cuore manca un battito, so a chi appartiene.
Non
voglio girarmi, so di essere impresentabile.
La
stessa mano posata sulla mia spalla con una mossa gentile ma ugualmente decisa
mi costringe a voltarmi.
I
suoi occhi neri si immergono nei miei blu e sembrano leggermi dentro.
E’
la prima volta che mi capita.
La
guardo.
I
suoi capelli, come i miei, sono appiattiti e schiacciati. Ricalcano dolcemente
i contorni del suo viso.
I
vestiti fradici aderiscono al suo corpo lasciano appena intravedere le sue
forme.
-Però
non male.- Penso io. Ma più che altro sono felice che sia venuta, che qualcuno
sia preoccupato per me.
Vorrei
dirle tante cose ma non me la sento di interrompere questa particolare
atmosfera.
La
pioggia che cade e con il suo rumore sembra quasi essere partecipe del nostro silenzio, i lampi che a scatti
lasciano appena intravedere il volto dell’altro.
Mi
sorride.
“Ti
ammalerai Luna.”
“Anche
tu Ron.” Mi risponde lei. Forse con la sua solita aria provocatoria, forse no.
In ogni caso la sentivo, mi sentivo…
Non
so per quanto tempo rimanemmo così in silenzio ad ascoltare lo scrosciare della
pioggia e i boati dei tuoni che rimbombavano per tutta la valle, ma mi sentivo
bene. Non avevo neanche più freddo e mi
sembrava che anche il vento si fosse fatto più caldo e leggero, quasi
piacevole.
Poi
all’improvviso sentii il bisogno di parlarle, di rompere quel silenzio che forse
stava iniziando a creare un po’ di imbarazzo.
“Perché
sei venuta qui?”
“Non
lo so, mi andava. Non mi sembrava giusto che tu passassi la sera di Halloween
da solo.”
“E
così hai pensato di venire qui a prenderti una broncopolmonite insieme a me.”
“Perché
no.” Mi disse lei.
-Ma
che riposta è?- mi dissi ma risposi
semplicemente l’unica cosa che mi sentivo di dirle: “Grazie.”
Seguirono
altri attimi di silenzio in cui scrutammo ancora l’orizzonte così minaccioso ma
così rassicurante.
Le
nuvole stavano incominciando a perdere il colore del nero e ad assumere quello
del viole tendente al rosso. Anche i lampi si stavano facendo più rari e la
pioggia sembrava quasi accarezzare i nostri volti e i nostri cuori che
battevano all’unisono.
Armonia.
Ecco la parola giusta per descrivere questo momento.
“Come
ti senti?” mi chiese lei.
“Meglio”
le risposi io. Cosa avrei dovuto dirle? Che ero felice che ci fosse qualcuno
pazzo come me che aveva voglia di passare due ore al freddo nel bel mezzo di un
temporale come quello? No, meglio di no. Così sarebbe bastato.
“Ron,
ecco io…mi dispiace per quello che è successo tra te, Harry ed Hermione.”
Questa
volta mi stava guardando negli occhi e improvvisamente le mie gambe sembrarono
non reggere più il mio peso. Ancora adesso non ho idea di come abbia fatto a
mettere insieme quelle due o tre parole. Io suo sguardo è qualcosa di
insostenibile per me, dei pozzi di petrolio che si squarciano in un colpo solo
e ti invadono…
“Tu
non centri nulla. Non devi dispiacerti.”
“No,
è che mi dispiace per te. So come ti senti.”
“Davvero
e come? Perché ti giuro che non lo so più nemmeno io.” Risposi con un tono un
po’ seccato, lo ammetto.
“In
balia degli altri, preso in giro e sempre l’ombra di tutti.” Mi rispose con
l’espressione di chi ha sempre saputo tutto di me.
“Già”
le dissi con l’amaro in bocca. Perché mentire? Era la pura verità. “Ma tu come
avresti reagito? Sono io quello che deve sempre arrendersi. Perché Harry è il
bambino sopravvissuto ed Hermione la studentessa migliore di Hogwast, mentre io
sono solo Ronald Wesley. Era logico che lei scegliesse Harry ed era scontato
anche che non mi dicessero nulla perché sapevano che da anni le sbavavo
dietro.” Dissi con un unico respiro, come per liberarmi di tutto il peso in una
volta.
“Forse
potresti pensare che solo alcune cose che hai detto sono scontate. Non avremmo
potuto evitare che loro si fidanzassero perché a volte certe persone sono fatte
per stare insieme, ma io non direi che le altre cose siano così vere. Le ombre
saranno insignificanti ma non si staccano mai dal corpo, sono indivisibili. Mia
nonna mi diceva sempre: gli alberi
grandi, come le querce, in balia del vento forte si spezzano, i piccoli arbusti
si piegano ma non si rompono mai. Ecco, non siamo i piccoli arbusti: ci
arrendiamo agli eventi ma questi non ci
annientano, non ci abbattono, alcune
volte ci servono solo a prepararci per quello che verrà. E a rafforzarci, non
sempre tutti i mali vengono per
nuocere.”
La
guardai un attimo. –In fondo ha ragione- pensai –se non fosse stato per questa
litigata con i mie amici non avrei mai capito meglio chi sei veramente. Non
tutti i mali vengono per nuocere, hai ragione Luna.”
Le
sorrisi. Cosa avrei dovuto fare?
Mi
sorrise a vicenda per poi dirigersi
lentamente verso il portone d’ingresso.
La
guardo mentre si allontana. –però dovrei farci un pensierino, non è poi così
male-penso io. Uno sorriso soddisfatto
mi si stampa in volto mentre vedo i suoi capelli color pece svolazzare in balia del vento.
Si
gira. Mi guarda.
I
nostri sguardi s’incrociano di nuovo.
Lo
stesso soffio di vento che ci unisce.
Sento quasi il profumo della sua pelle che mi sfiora il volto.
La
tiepida pioggia che non congela più ma quasi riscalda il mio cuore, che disseta
i pensieri aridi di prima.
La
seguo. Ora sono pronto per tornare in quella sala enorme dove poche ore prima
mi sentivo tanto piccolo.
Ora
so di potercela fare. Perché la pioggia
ha finalmente lavato via la rabbia e il dolore, perché ho imparato ad arrendermi
e poi a vincere, perché mi lascio piegare dagli eventi senza spezzarmi, perché
ho capito cosa vuol dire avere qualcuno da voler proteggere, perché ora ho una
nuova sfida davanti che, lo so, ho già vinto.
Perché
io sono solo Ronald Wesley, ma esisto.
Ora
lo so.
You were full and fully
capable
You were self sufficient
and needless
Your house was fully decorated in that sense
You were taken with me to a point
A case of careful what you wish for
But what you knew was enough to begin
And so you called and courted fiercely
So you reached out entirely fearless
And yet you knew of reservation and how it
serves
And I salute you for your courage
And I applaud you perseverance
And I embrace you for your faith in the face of
adversarial forces
That I represent.
[Surrendering- Alanis Morrissette]
Finita anche questa! E’ solo un’ideuzza senza nessuna pretesa ma tenerla per me non serviva a nulla quindi…
Spero
solo che gli amici auror non decidano di uccidermi per aver fatto fare ad
Harry&Hermione la parte degli egoisti (perché di fatto è quella che hanno!^___^), mi serviva così.
Mettete via quei matterelli vi prego!
La mia povera testa chiede umilmente
perdono…^____^
Bhè,
che dire, come sempre ringrazio infinitamente tutti quelli che commentano le
mie storie, sia in positivo che in negativo che sia, è davvero molto importante
per me!