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Autore: Asteria_90    06/03/2006    8 recensioni
Ora sono pronto per tornare in quella sala enorme dove poche ore prima mi sentivo tanto piccolo. Ora so di potercela fare. Perché la pioggia ha finalmente lavato via la rabbia e il dolore, perché ho imparato ad arrendermi e poi a vincere, perché mi lascio piegare dagli eventi senza spezzarmi, perché ho capito cosa vuol dire avere qualcuno da voler proteggere, perché ora ho una nuova sfida davanti che, lo so, ho già vinto. Perché io sono solo Ronald Wesley, ma esisto. Ora lo so.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io, Ronald Wesley, ho imparato ad arrendermi

Io, Ronald Wesley, ho imparato ad arrendermi.

Tutta la mia vita è stata una discesa, un darsi vinto.

Non che quindi non l’avessi mai imparato ma oggi l’ ho sentito di più…più mio.

 

La pioggia gelida mi batte violentemente sul capo e i capelli mi ricadono lisci e appiattiti davanti. Il vento freddo mi taglia dolorosamente il viso e i tuoni lontani a scatti fanno sobbalzare quel muscolo che a quanto pare ho ancora nel petto.

Sto male, sia fuori che dentro, ma non mi importa. Se bastasse acqua per lavare tutta la rabbia e il dolore che provo dovrei essere già pulito, da un pezzo. Ma purtroppo non basta e stare qui è l’unica cosa che posso fare per sentirmi un po’ meglio.

Non voglio e non credo che riuscirei a stare ancora in quella sala a pochi metri dai miei piedi. Così calda, accogliente, piena, così viva ma anche così sporca.

 

Onestamente mi fanno schifo tutte le persone che ci sono lì dentro, tutte.

Chi mi ha portato in giro, chi mi reputa solo una stupido, chi mi ha mentito e chi mi ha addirittura tradito.

Due persone in particolare mi fanno più schifo delle altre. Perché mi hanno fatto male e perché ho scoperto che non sono stati miei amici, mai.

Di solito agli amici si dice la verità e loro me l’ hanno tenuta nascosta per due anni.

Comincio a credere che veramente io sia uno stupido. Se non lo fossi me ne sarei accorto. Avrei capito che il mio migliore amico si scopava dal sesto anno  la ragazza di cui ero innamorato, avrei capito cos’era quello strano feeling tra i due, avrei capito che quello che mi dicevano erano tutte scuse, semplicemente avrei capito tante cose.

E non starei qui da solo a lasciare che le mie lacrime si uniscano all’acqua gelida della pioggia.

 

 

Sento dei passi che si avvicinano. Non mi giro, so a chi appartengono e so anche quello che mi vogliono dire.

Non voglio parlarne, non credo che ci sia bisogno di parole.

Il rumore si fa sempre più vicino ma non mi sembra più tanto familiare.

 

Una mano si posa delicatamente sulla mia spalla sinistra, quasi a diretto contatto con la mia pelle, i vestiti fradici appiccicati al corpo.

Il mio cuore manca un battito, so a chi appartiene.

 

Non voglio girarmi, so di essere impresentabile.

 

La stessa mano posata sulla mia spalla con una mossa gentile ma ugualmente decisa mi costringe a voltarmi.

I suoi occhi neri si immergono nei miei blu e sembrano leggermi dentro.

E’ la prima volta che mi capita.

La guardo.

I suoi capelli, come i miei, sono appiattiti e schiacciati. Ricalcano dolcemente i contorni del suo viso.

I vestiti fradici aderiscono al suo corpo lasciano appena intravedere le sue forme.

 

-Però non male.- Penso io. Ma più che altro sono felice che sia venuta, che qualcuno sia preoccupato per me.

 

Vorrei dirle tante cose ma non me la sento di interrompere questa particolare atmosfera.

La pioggia che cade e con il suo rumore sembra quasi  essere partecipe del nostro silenzio, i lampi che a scatti lasciano appena intravedere il volto dell’altro.

Mi sorride.

 

“Ti ammalerai Luna.”

 

“Anche tu Ron.” Mi risponde lei. Forse con la sua solita aria provocatoria, forse no. In ogni caso la sentivo, mi sentivo…

 

Non so per quanto tempo rimanemmo così in silenzio ad ascoltare lo scrosciare della pioggia e i boati dei tuoni che rimbombavano per tutta la valle, ma mi sentivo bene. Non avevo neanche più freddo  e mi sembrava che anche il vento si fosse fatto più caldo e leggero, quasi piacevole.

Poi all’improvviso sentii il bisogno di parlarle, di rompere quel silenzio che forse stava iniziando a creare un po’ di imbarazzo.

 

“Perché sei venuta qui?”

 

“Non lo so, mi andava. Non mi sembrava giusto che tu passassi la sera di Halloween da solo.”

 

“E così hai pensato di venire qui a prenderti una broncopolmonite insieme a me.”

 

“Perché no.” Mi disse lei.

 

-Ma che riposta è?- mi dissi ma  risposi semplicemente l’unica cosa che mi sentivo di dirle: “Grazie.”

 

Seguirono altri attimi di silenzio in cui scrutammo ancora l’orizzonte così minaccioso ma così rassicurante.

Le nuvole stavano incominciando a perdere il colore del nero e ad assumere quello del viole tendente al rosso. Anche i lampi si stavano facendo più rari e la pioggia sembrava quasi accarezzare i nostri volti e i nostri cuori che battevano all’unisono.

Armonia. Ecco la parola giusta per descrivere questo momento.

 

“Come ti senti?” mi chiese lei.

 

“Meglio” le risposi io. Cosa avrei dovuto dirle? Che ero felice che ci fosse qualcuno pazzo come me che aveva voglia di passare due ore al freddo nel bel mezzo di un temporale come quello? No, meglio di no. Così sarebbe bastato.

 

“Ron, ecco io…mi dispiace per quello che è successo tra te, Harry ed Hermione.”

 

Questa volta mi stava guardando negli occhi e improvvisamente le mie gambe sembrarono non reggere più il mio peso. Ancora adesso non ho idea di come abbia fatto a mettere insieme quelle due o tre parole. Io suo sguardo è qualcosa di insostenibile per me, dei pozzi di petrolio che si squarciano in un colpo solo e ti invadono…

 

“Tu non centri nulla. Non devi dispiacerti.”

 

“No, è che mi dispiace per te. So come ti senti.”

 

“Davvero e come? Perché ti giuro che non lo so più nemmeno io.” Risposi con un tono un po’ seccato, lo ammetto.

 

“In balia degli altri, preso in giro e sempre l’ombra di tutti.” Mi rispose con l’espressione di chi ha sempre saputo tutto di me.

 

“Già” le dissi con l’amaro in bocca. Perché mentire? Era la pura verità. “Ma tu come avresti reagito? Sono io quello che deve sempre arrendersi. Perché Harry è il bambino sopravvissuto ed Hermione la studentessa migliore di Hogwast, mentre io sono solo Ronald Wesley. Era logico che lei scegliesse Harry ed era scontato anche che non mi dicessero nulla perché sapevano che da anni le sbavavo dietro.” Dissi con un unico respiro, come per liberarmi di tutto il peso in una volta.

 

“Forse potresti pensare che solo alcune cose che hai detto sono scontate. Non avremmo potuto evitare che loro si fidanzassero perché a volte certe persone sono fatte per stare insieme, ma io non direi che le altre cose siano così vere. Le ombre saranno insignificanti ma non si staccano mai dal corpo, sono indivisibili. Mia nonna mi  diceva sempre: gli alberi grandi, come le querce, in balia del vento forte si spezzano, i piccoli arbusti si piegano ma non si rompono mai. Ecco, non siamo i piccoli arbusti: ci arrendiamo agli eventi ma questi  non ci annientano, non ci abbattono,  alcune volte ci servono solo a prepararci per quello che verrà. E a rafforzarci, non sempre  tutti i mali vengono per nuocere.”

 

La guardai un attimo. –In fondo ha ragione- pensai –se non fosse stato per questa litigata con i mie amici non avrei mai capito meglio chi sei veramente. Non tutti i mali vengono per nuocere, hai ragione Luna.”

 

Le sorrisi. Cosa avrei dovuto fare?

 

Mi sorrise a vicenda per poi dirigersi  lentamente verso il portone d’ingresso.

 

La guardo mentre si allontana. –però dovrei farci un pensierino, non è poi così male-penso io.  Uno sorriso soddisfatto mi si stampa in volto mentre vedo i suoi capelli color  pece svolazzare in balia del vento.

 

Si gira. Mi guarda.

I nostri sguardi s’incrociano di nuovo.

Lo stesso soffio di vento che ci unisce.  Sento quasi il profumo della sua pelle che mi sfiora il volto.

La tiepida pioggia che non congela più ma quasi riscalda il mio cuore, che disseta i pensieri aridi di prima.

 

La seguo. Ora sono pronto per tornare in quella sala enorme dove poche ore prima mi sentivo tanto piccolo.

Ora so di  potercela fare. Perché la pioggia ha finalmente lavato via la rabbia e il dolore, perché ho imparato ad arrendermi e poi a vincere, perché mi lascio piegare dagli eventi senza spezzarmi, perché ho capito cosa vuol dire avere qualcuno da voler proteggere, perché ora ho una nuova sfida davanti che, lo so, ho già vinto.

Perché io sono solo Ronald Wesley, ma esisto.

Ora lo so.

 

 

 

 

You were full and fully capable

You were self sufficient and needless

Your house was fully decorated in that sense

 

You were taken with me to a point

A case of careful what you wish for

But what you knew was enough to begin

 

And so you called and courted fiercely

So you reached out entirely fearless

And yet you knew of reservation and how it serves

 

And I salute you for your courage

And I applaud you perseverance

And I embrace you for your faith in the face of adversarial forces

That I represent.

                 [Surrendering- Alanis Morrissette]

 

 

 

 

 

Finita anche questa! E’ solo un’ideuzza senza nessuna pretesa ma tenerla per me non serviva a nulla quindi…

Spero solo che gli amici auror non decidano di uccidermi per aver fatto fare ad Harry&Hermione la parte degli egoisti  (perché di fatto è quella che hanno!^___^), mi serviva così. Mettete via quei matterelli vi prego!

 La mia povera testa chiede umilmente perdono…^____^

 

Bhè, che dire, come sempre ringrazio infinitamente tutti quelli che commentano le mie storie, sia in positivo che in negativo che sia, è davvero molto importante per me!

  
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