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Autore: Something Rotten    20/06/2011    2 recensioni
Ian se ne andava per il bus con un piccolo fazzoletto bianco. Cercava Spencer, ma non riusciva a trovarlo. Dallon dall'altra parte del bus se ne andava in giro con un altro fazzoletto bianco alla ricerca di Brendon.
« Ma che cazzo di fine hanno fatto? » aveva chiesto Dallon ritrovandosi Ian davanti.
« Ma che ne posso sapere io? Non avevano qualche intervista? »
Dallon si era portato una mano sul volto - fortunatamente quella senza fazzoletto- si erano dimenticati della loro intervista e della presenza, quasi certa, dell'omaccione della loro guardia del corpo una volta tornati. Dovevano aspettare che facesse buio.
Erano ormai le due passate quando, finalmente, sia Ian che Dallon avevano premuto il fazzoletto contro al naso di Spencer e di Brendon - anche se alla fine erano già addormentati e neanche un'intera orchestra di babbuini urlanti sarebbe riuscita a svegliarli- ma faceva scena, così avevano deciso di usarli lo stesso, inoltre avevano speso un pacco di soldi per trovare quel sonnifero potentissimo.
[Prima parte di due]
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Brendon Urie , Spencer Smith
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Al solito mi scuso per l'enorme cagata e per il finale scontato ecc.ecc.
Ringrazio la mia stalker anche perché la gran parte di quello che c'è qui
è anche frutto delle nostre interminabili chiacchierate da fangirl fangirlanti.
Vi ricordo che non voglio offendere nessuno e che è tutto frutto della mia fantasia.
Buona lettura. <3
Alla prossima {questa è finita}

Capitolo 2°


Il mattino seguente si erano ritrovati nell'erba fresca bagnata dalla rugiada, anche se non erano poi così tanto convinti che fosse rugiada quella che illuminata dai raggi solari formava dei piccoli arcobaleni che si riflettavano per qualche centimetro. Non ci avevano messo molto a capire che non si trovavano nelle loro cuccette - ovvero il posto nel quale si erano addormentati- ma che soprattutto non eravano arrivati in quel prato di loro spontanea volontà. Il mal di testa che avevano poteva indicare solo una cosa : l'alcol. Eppure nessuno dei due si ricordava di un festino o della presenza d'alcol nel bus. Pochi giorni prima era passato Pete, quindi tutto l'alcol che c'era sicuramente era finito nel suo stomaco. Ma se non era stato l'alcol cosa poteva essere?
«  L'ho sempre detto che quel Dallon ci avrebbe fatto fuori per possedere i Panic!  » aveva commentato acido Spencer mentre si alzava dal praticello. E dire che pochi secondi prima gli aveva augurato il buongiorno con un mega sorriso da ventordicimila denti. Quella storia degli attacchi bipolari stava diventando pesante.
« Perché proprio Dallon? Quel coso orsacchiottoso e smielato di Ian? Non potrebbe essere stato lui? Magari sotto sotto nasconde un lato cattivo, tipo Darth Vader?  » aveva chiesto Brendon fissando truce il biondino «  Pensi male di lui solo perché è un tantinello più spigliato del tuo protetto. »
« Un tantinello? Brendon si struscia sul tuo pacco! Ed ha persino una figlia, perché non è a casa a raccontargli le fiabe?! E Ian non è un mio protetto. è semplicemente carino, simpatico, attraente, spiritoso, coccoloso... sembra un orsacchiotto...  » la descrizione del ragazzo era proseguita per più di una mezzora.
« E non sarebbe un tuo protetto? Ne parli come se lo amassi. Ora troviamo un modo per tornare a casa senza farci caricare da qualche fan che vuole stuprarci, okay?  »
Solitamente il ruolo del bipolare, del lunatico e dello schizofrenico era di Spencer, ma ultimamente se lo passavano come una "patata bollente", nessuno dei due voleva realmente comportarsi in quel modo, così preferivano passarsi quel ruolo a giorni alterni, cosa che legittimava il gesto sconsiderato degli altri due membri dei panic!.
« Non sarà mai al livello di come tu tratti Dallon o hai trattato - e tratti - Ryan.  » aveva commentato Spencer con il suo solito tono basso e biascicato. Brendon aveva fatto finta di non sentire mentre risaliva il piccolo fossato per arrivare al ciglio della strada.

[...]

« Così voi per evitare che Spencer diventasse veramente bipolare e per evitare che i coglioni - scusatemi il termine- di Brendon si raggrinzissero avete pensato bene di lasciarli in un fossato di una strada - che non ricordate- senza documenti, telefoni o soldi?  » aveva chiesto Zach mentre scrocchiava tutte e dieci dita delle mani in un solo piccolo gesto.
« Si. » aveva commentato Dallon scrollando le spalle nel suo solito ruolo da "menefreghista incallito".
« L'abbiamo fatto per un nobile scopo.  » aveva commentato Ian sbattendo gli occhioni e scuotendo i ricci « Io amo Dallon, ma se Brendon continua ad usarlo come se fosse Spencer a me ne rimane poco... ed io ho bisogno del suo amore... mi capisce?  »
Zach aveva scrocchiato anche il collo ed il resto delle varie ossa - o articolazioni- nascoste sotto a quella massa imponente di muscoli e di ciccia. Si era avvicinato ai due ragazzi che con uno sguardo spaventato e la salivazione azzerata indietreggiavano fino a trovarsi con le spalle al muro. Le possenti mani della guardia del corpo si erano avvicinate pericolosamente alle teste dei due ragazzi che avevano temuto il peggio - come una spremuta di cervella o peggio ancora uno schiaffo con connessa testata l'uno contro l'altro-, ma in realtà non era nient'altro che un abbraccio fraterno.
«  Il miglior piano che le vostre menti abbiano mai partorito! Brendon è decisamente insopportabile in quelle situazioni, quindi ci sono due soluzioni possibili o si dichiara o lo uccide!  » aveva commentato Zach sghignazzante mentre sia Ian che Brendon tornavano al loro colorito rosato e alla normale respirazione.
« E se lo uccide?  » aveva chiesto Dallon.
« Spencer non sarà più bipolare e tu ed Ian potrete continuare a scopare senza che Brendon usi il tuo sedere come uno schiaccia pensieri.  » aveva commentato l'omaccione con tono saccente, mentre i due ragazzini si scambiano piccole effusioni d'affetto e d'amore. Sarebbe stato un quadro idilliaco se non fosse stato per la telefonata di Pete. Sicuramente non avevano calcolato il contratto di due anni che Pete gli aveva fatto firmare - a tutti e quattro- per evitare che se ne andassero dal giorno alla notte come Ryan e Jon avevano - a loro tempo- fatto. Come spiegare a quel ragazzo - basso ma con troppi muscoli e tanti soldi- che il loro cantante ed il loro batterista - gli unici due Panic! famosi- si trovavano nel fossato di una qualche strada?
Avevano mollato il telefono a Zach mentre cercavano sull'elenco delle identità false da poter usare nel momento stesso nel quale Pete avesse scoperto quello che era successo.

[..]

« Sono ore che camminiamo, Spency. Dove arriveremo? Quando? Ci saranno le caramelle? La Red Bull e gli orsetti gommosi nel posto dove stiamo andando? Nel paradiso?  » aveva chiesto Brendon comportandosi da perfetta "Drama Queen", quasi che stessero camminando da giorni invece che da pochi minuti ed in più a pochi metri da loro c'era anche una stazione di servizio. Nulla di preoccupante o di troppo stancante quindi.
« Smettila di comportarti da diva e taci. » aveva commentato con un tono cattivo il batterista.
« Ma io ho fame e poi mi fa male la testa.  » aveva risposto Brendon mettendosi in pieno volto l'espressione da piccola vittima sacrificale che somigliava molto a quella di un bambino che cercava di convincere il padre a prenderlo in braccio.
L'espressione cattiva e saccente di Spencer si era sciolta in un piccolo sorriso. Si era avvicinato a Brendon e gli aveva fatto cenno di salire sulle sue spalle. Brendon aveva battuto le mani ed era montato sulle "possenti (?)" spalle dell'amico.
Brendon era basso, questo si sapeva, non poteva pesare troppo dato che era anche secco, ma la verità era che lui era un falso magro. Aveva anche lui, nascosti sapientemente sotto a delle mutande ascellari da nonna in menopausa, un paio di rotoli che ora Spencer sentiva sulla sua povera schiena - già compromessa da Ian che per attirare le attenzioni di Dallon spesso gli saliva in collo-.
« Brendon scendi sei pesante! » aveva commentato dopo qualche minuto.
Brendon era sceso e con un tono offeso per via di quell'aggettivo che tanto odiava aveva pronunciato una frase che poteva essere comparata al drappo rosso che il torero sventolava di fronte al toro - già bello che inferocito di suo.-
« Ryan mi avrebbe portato sulle sue spalle anche sulla luna, cantando "Hey moon, please forget to fall down."  »
Spencer aveva scalciato come un asino colpendo Brendon sullo stinco destro ed urlando frasi sconnesse ed incomprensibili con un rabbia che Brendon non aveva mai visto.
« Neanche avessi detto che sei peggio di lui a letto! Quanto te la prendi... » aveva commentato Brendon facendo spallucce e camminando verso l'area di servizio che si trovava finalmente a pochi passi da lui.
« Tu a letto con me non ci sei stato e non ci starai mai.  »
« Certo, visto che sei bipolare anziché bisessuale. E per la cronaca non ci sono stato neanche con Ryan. Quello era cotto di Pete da far schifo.  »
Spencer si era fermato nel bel mezzo della strada, rischiando persino di essere messo sotto da un ciclista che gli aveva urlato di aver un bel culo ma di toglierlo dalla strada se non voleva finire male, inutile dire che era l'ennesima persona che lo aveva scambiato per una ragazza.
« E se io fosse bisessuale?  » aveva commentato mentre Brendon si voltava osservando la figura del ragazzo con sconcerto. Forse era la luce del sole, oppure il vento che gli scompigliava i capelli,  o forse la sua espressione trasognata, o il fatto che era innamorato di lui dalla prima volta che lo aveva visto suonare, ma fatto sta che lo aveva preso per mano ed aveva corso - incurante delle macchine che più volte avevano cercato di fargli fare la fine del riccio spiaccicato sull'asfalto- fino ad arrivare al bagno dell'area di servizio.
Non era il posto migliore, o il posto più igenico. Ma erano anni che sognava quel momento e anche il posto più squallido poteva sembrare una reggia.
« Perché non l'hai detto subito?  » aveva chiesto mentre si spogliavano.
« Beh, pensavo che fosse chiaro e lampante come l'amore di Jon per i gatti... no? Cioè non hai mai visto tutte quelle foto nelle quali mi danno del "lesbico"? Cioè... dai è come dire che tu sembri etero, Brenny.  »
Brendon aveva annuito, effettivamente quel suo lato così femmineo non era poi così nascosto. Anzi si poteva dire che era sotto gli occhi di tutti. Non c'erano state altre parole solo un paio di gemiti e qualche urlo da spaccare i timpani.

[..]

«  Dimmi dove hai messo le mie galline dalle uova d'oro  » aveva commentato Pete mentre puntava una torcia ed un dispositivo immobilizzante negli occhi di Dallon.
« Non ricordo dove li ho lasciati.   » aveva risposto Dallon mentre Ian supplicava il suo capo di lasciarlo andare, non voleva che il suo ragazzo rimanesse gravemente ferito.
Zach nel frattempo si stava preparando venti panini, quando era agitato riusciva a mangiarne anche molti di più.
« Se non mi dici dove li hai lasciati eviro il tuo dolce orsacchiotto di panna.  » aveva commentato tirando fuori dal taschino un paio di forbici e avvicinandole agli attributi di Ian che non sembrava curarsene molto.
« Già che ci sei potresti anche impiantargli una paio d'ovaie? Sai mi piacciono molto i bambini. » aveva commentato Dallon sorridendo melenso al ragazzo che era ormai tutto un cuoricino.
« Anche a me... sai quando stavo con Patrick avevo pensato di fare lo stesso, però ti ricordi com'era, no? Tutta quella ciccia... no decisamente sarebbe ingrassato ancora di più... quindi avevo deciso di immolarmi io per lui...   » Pete si era dimenticato dell'interrogatorio e della scomparsa delle sue galline ed aveva cominciato a parlare della sua vita con Patrick e di tutto il resto. Quando ormai sia Dallon che Ian che Zach si erano addormentati sotto al flusso incessante delle parole del bassista un piccolo ticchettio aveva riempito l'aria del bus.
Pete - mentre continuava a parlare delle sue numerose esperienze sessuali- aveva aperto la porta.
« Pete tieni giù quelle forbici, quell'immobilizzatone e quella cazzo di lucina dalle mie pupille.  » aveva commentato Spencer, utilizzando il suo solito tono da attacco depressivo.
«  No!!  Brendon hai fallito miseramente, è sempre bi-polare! Sei un coglione. » aveva commentato Dallon tirando fuori dalla credenza della cucina la sua valigia preparata nel caso in cui il suo piano fosse fallito.
Spencer e Brendon si erano scambiati un piccolo sguardo d'intesa. Avevano deciso di fargliela pagare a quei due e alla loro stupida guardia del corpo che faceva tutto tranne che proteggerli. E poi chi l'aveva detto che non si poteva essere sia bisessuali che bipolari?

   
 
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