Girogiro-tondo.
Dicembre.
Ormai tutte le strade della città erano state coperte da un
non-più-tanto sottile strato di neve,
così come il parco in
cui erano stati portati i bambini dell'asilo Kodomo. [1]
In
una panchina lontana da tutto e tutti sedevano due bambini in
silenzio, mano nella mano. Sembrava che tutto scorresse loro davanti
agli occhi senza che se ne curassero.
Girogirotondo, casca il mondo.
«Chi
è Hikaru?» – le
voci calme, lo stomaco in subbuglio.
Un
ennesimo indice alzato verso il lato sbagliato.
Torna
il silenzio attorno ai bambini, torna la calma.
«Kao-chan.»
Le dita intorpidite nei guanti adesso stringono con più forza.
Kao-chan,
siamo al sicuro.
Casca la terra.
«Chi
è Hikaru?»
«Hikaru»
– la sentenza è accompagnata da un cenno del capo
in direzione di
uno dei due – «Kaoru» – compie
lo stesso impercettibile
movimento con la medesima sicurezza.
Giusto--?
La
bambina si allontana, perdendosi nella folla dove tanti altri avevano
tentato e fallito miseramente.
«Hika-chan?»
Cosa
faremo adesso, Hika-chan?
Tutti giù per terra.
---
Note:
ennesima cosa-un-po'-troppo-nonsense
scritta di getto senza un motivo ben preciso, come accade sempre
più
spesso ormai :D'
[1]
Il nome
dell'asilo è la parola
'bambino' in Giapponese – how original, sì.
Spero
sia stata una brev- piacevole lettura, au revoir~~