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Autore: sammyjoe Storm    21/06/2011    5 recensioni
Personaggio principale maschile dell'Amore è come il vento.
Dal testo:
...Alex non era solo bellezza accecante, era molto di più: un ragazzo che coglieva gli attimi che la vita gli riservava, che viveva intensamente ogni singolo istante e non perdeva tempo a cercare od aspettare qualcosa, amante dell'adrenalina e delle emozioni viveva ogni momento come se fosse unico ed ultimo.
Non era uno di quelli che camminava su una linea retta o in bilico sul precipizio, in attesa di scegliere se lanciarsi o meno; l'attesa, secondo lui, era insensata e inutile, fermarsi ed aspettare un qualcosa, non era vivere, era un non vivere, soprattutto quando si aspettava senza avere l'effettiva certezza che prima o poi questo qualcosa sarebbe arrivato, e se poi non fosse arrivato, sarebbe stato solamente tempo sprecato, non vissuto, buttato e basta. Occasioni perse.
Storia scritta per il contest "Nice to meet you"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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alex


Alexander Johnathan Smith, per gli amici Alex e per i colleghi AJ, poteva sembrare un comunissimo ragazzo egocentrico, spavaldo, presuntuoso e pieno di sé, e forse per alcuni lo era anche, ma a lui non importava del parere degli altri, ragionava sempre con la propria testa e considerava il verbo altrui spesso opinabile; indubbiamente bellissimo e pienamente cosciente di esserlo, nonché punto di forza per il lavoro che aveva deciso di svolgere: il modello.

Occhi blu come il mare artico in quella particolare tonalità di ghiaccio e luce, con sfumature indescrivibili come l'iridescenza dello zaffiro e profondi come le Fosse Atlantiche, un blu che nessun pittore avesse mai usato o creato, un blu che spiazzava e lasciava basiti tanto era particolare, come lui del resto.
Un viso perfetto dai tratti neoclassici, uomo e Dio, uno sguardo capace di far sciogliere la più convinta e rigida delle puritane, facendole provare bassi istinti e caldi languori, un sorriso da far librare in volteggi e in picchiate il cuore, un sorriso raro, difficile da vedere, perché lo mascherava sempre con quel ghigno felino e malizioso, arrogante e terribilmente sensuale.
I capelli color pece e piume di corvo erano steli d'erba spettinati dal vento, la pelle liscia e perfetta era marmo, levigato e scolpito, le labbra erano petali succosi, ciliegia e amarena, il suo corpo plasmato e modellato da mani divine, altipiani e pianure di superba bellezza e perfezione assoluta.

Un connubio di oscurità e luce, splendido come un angelo, sensuale e intrigante e lascivo come un demone; bello, bellissimo con quel suo portamento fiero e prepotente, un leone che camminava maestoso e indifferente tra le strade di New York, come se fossero rupe e savana e passerelle.

Di certo, non era il semplice ragazzo, banale e comune, uno di quelli che guardi e prosegui oltre, perché Alex era capace di ammutolire al suo passaggio, di fulminare come una scossa elettrica e di stendere come un pugno ben assestato. Era di una bellezza disarmante, che accecava, colpiva e devastava nel profondo. Semplicemente.

Ma Alex non era solo bellezza accecante, era molto di più: un ragazzo che coglieva gli attimi che la vita gli riservava, che viveva intensamente ogni singolo istante e  non perdeva tempo a cercare od aspettare qualcosa, amante dell'adrenalina e delle emozioni viveva ogni momento come se fosse unico ed ultimo.
Non era uno di quelli che camminava su una linea retta o in bilico sul precipizio, in attesa di scegliere se lanciarsi o meno; l'attesa, secondo lui, era insensata e inutile, fermarsi ed aspettare un qualcosa, non era vivere, era un non vivere, soprattutto quando si aspettava senza avere l'effettiva certezza che prima o poi questo qualcosa sarebbe arrivato, e se poi non fosse arrivato, sarebbe stato solamente tempo sprecato, non vissuto, buttato e basta. Occasioni perse.
Aspettare, secondo Alex, era sinonimo di ansia e turbamento, domande e pensieri senza risposte, così aveva deciso che avrebbe preso strade, aperto porte, colto gli imprevisti ad ogni curva, via o portone o semaforo che avrebbe incontrato, quegli imprevisti che le persone in attesa di qualcosa non avrebbero mai scorto, non perché stupide, ma semplicemente perché troppo occupate a sperare, ad aspettare e ad incrociare dita, perdendosi quello che, in modo uguale o diverso, avrebbe potuto dare felicità ed emozioni.

L'amore, però, non sapeva nemmeno come e cosa fosse, non perché non ci credeva, ma semplicemente perché non l'aveva mai provato, non era mai stato coinvolto in turbinii di sentimenti regalategli da una persona, nessuna aveva mai sconvolto la sua quotidianità, nessuna gli aveva permesso di compiere delle pazzie e nessuna gli aveva mai fatto provare l'aggrovigliamento delle viscere o fatto pulsare il cuore talmente forte da sembrare gli stesse per esplodere.
Per lui non c'erano mai stati volteggi sinfonici del cuore o farfalle nello stomaco, ma semplici emozioni di passioni di puro godimento, essenzialità delle carni e piacere lussurioso del corpo, notti consumate nei respiri affannosi di camere d'albergo o abitazioni.
Istinto e sesso e orgasmo.
Peccato e goduria delle carni. Appagamento.

Non cercava niente oltre a tutto ciò che già aveva, approfondiva le conoscenze solamente quando osservava qualcosa di particolare, che stimolasse la sua fervida curiosità, quel qualcosa che secondo lui valeva la pena di essere scoperto e forse vissuto.
Amici pochi ma buoni e nemmeno loro lo conoscevano fino in fondo.

Era come un libro pieno di pagine e parole, poteva essere sfogliato e letto, ma compreso da pochi, perché la sue essenza era scritta tra le righe, dove la maggior parte della gente non sapeva guardare o semplicemente comprendere; vedevano e ammiravano la copertina, l'impaginazione, il carattere e la trama. Superficialità.

Caparbio e forte, metteva passione e professionalità in tutto quello che faceva, dava sempre il meglio di sé e, se poteva, cercava di superarsi di volta in volta, pignolo e preciso in tutto, ordinato e impeccabile.

 
Si potevano dire molte cose su Alexander Smith, e nella maggior parte erano azzeccate, ma in pochi, anzi, solo una persona poteva dire che dietro a tutto quell'Io, gigante e narcisista, si nascondesse un ragazzo dal cuore d'oro, che raccoglieva in sé millemila colori, come un delicatissimo e splendente Swarovski, con sfaccettature sempre diverse e più belle di quelle che avesse mai mostrato. Ma come tutte le cose, per comprenderle e capirle, bisogna osservarle sotto luce diversa, non basta osservare un bellissimo cristallo appoggiato su una mensola, bisogna prenderlo in mano, spostarsi alla finestra e ammirarlo attentamente alla luce del sole per capirne la consistenza, vederne i colori, il taglio e le facce.
Così, nessuno avrebbe mai pensato che dentro Alex si potesse nascondere un mondo inesplorato, un mondo stupendo, fatto di piccoli gesti, sorrisi ed emozioni.


Alexander Johnathan Smith se solo si riusciva a guardare oltre allo splendore, oltre all'apparenza e oltre all'eccitazione, al liquefarsi degli istinti, che immancabilmente colpivano chi incrociava la sua persona o più semplicemente il suo sguardo, era un semplice essere umano, bello come un Dio, certo, ma imperfetto come un semplice uomo, con le sue particolarità, fisime comprese, i suoi pregi e i suoi difetti, che lo rendevano, nella sua imperfezione umana, un ragazzo da amare. Semplicemente.

Angolino Autrice: La presentazione di Alex è stata scritta per il contest "Nice to meet you". Dovevo presentare un personaggio originale in 1500 parole, credo di averlo fatto con 1020. Ho scelto Alex, oltre al fatto che è stato il personaggio da voi più votato nel sondaggio su FB, perché è particolare e mi piace tantissimo :P  Che ne pensate? Vi è piaciuto? Rivedete Alex com'è nell'Amore è come il vento?  

Grazie per aver letto. A presto ;)

   
 
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