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Autore: _Eileen    21/06/2011    14 recensioni
I nostri amati personaggi di Total Drama, non hanno mai fatto il reality, ma all'età di 11 anni, come tutti i maghi che si rispettano, ricevono la famosa lettera di ammissione ad Hogwarts! Qui, a volte interagiranno con il famoso maghetto occhialuto, mentre cercano di scoprire qualcosa in più su Sirius Black! (loro vanno infatti ad Hogwarts nel 1993, quando Harry è al terzo anno).
 
DAL CAPITOLO 7:
“Okay” disse Duncan deciso un attimo dopo “Non so cosa siano quelle creature e che cosa ci facciano qui, ma non mi piacciono per niente”
“Siamo venuti fin quaggiù per escogitare un piano” esclamò Gwen, ignorando Bridgette che le stava attaccata al braccio come una sanguisuga. “Ne hai per caso uno?”
L’entusiasmo di Duncan scese di botto. “Ancora no, però …"
Genere: Azione, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Duncan, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Lo so, lo so, non si fanno due long-fic contemporaneamente, ma dovevo mettere in piedi quest'idea prima che me la dimenticassi.. Cercherò comunque di continuare anche l'altra.. :D

Comunque.. di cosa parla questa crossover? Parla dei nostri amati personaggi di Total Drama, che non hanno mai fatto il reality, ma che all'età di 11 anni, come tutti i maghi che si rispettano, ricevono la famosa lettera di ammissione ad Hogwarts! Qui, a volte interagiranno con il famoso maghetto occhialuto, mentre cercano di scoprire qualcosa in più su Sirius Black! (loro vanno infatti ad Hogwarts nel 1993, quando Harry è al terzo anno). Bé, spero di essere riuscita nel mio intento, ma soprattutto spero vi piaccia!

Questo robo qua sotto è solo una corta introduzione :D

HarryAndCourtney

 

~Hogwarts year 1982 – He's in here

 

1:The Letter

 

 

3 Maggio 1988 ~ Falmouth, Cornovaglia

 

Il bambino sgranò gli occhi, guardando preoccupato l'erba che si stagliava qualche metro sotto di lui. Sentì la testa cominciare a girare, vedeva il terreno avvicinarsi e poi riallontanarsi, tanto che gli venne l'urto di vomito.

Non era mai salito così in alto per scoprire se soffriva di vertigini oppure no, ma quei sintomi erano sicuramente la risposta. Ne soffriva; e parecchio.

Tesoro, scendi subito dall'albero!” sentì la voce della madre severa, ma anche un po' preoccupata, che lo chiamava.

Io non ci sono mai salito sull'albero!” rispose con voce flebile il ragazzo, chiudendo nuovamente gli occhi, e aggrappandosi più saldamente al ramo sotto di lui.

Duncan, caro, come fai a non essere salito sull'albero se ora ci sei? Scendi giù, che non è nemmeno nostro! Evita di farti vedere dal signor Jones e vieni qui!” Ora il tono era decisamente più severo di prima e Duncan sentì la rabbia salire.

Era in pericolo mortale su un ciliegio pericolante e la madre gli veniva a tirare fuori la storia del signor Jones?!

Non ci riesco, non ci riesco!” urlò istericamente il bambino, allentando la presa, perdendo definitivamente l'equilibrio.

La mia morte è vicina, pensò, mentre cadeva nel vuoto, ma non riuscì a formulare altre frasi, che era già arrivato per terra, vivo e vegeto, l'unico dolore al ginocchio e al sedere. Con un sopracciglio alzato, mi mise in piedi, con l'aiuto della madre che era accorsa preoccupata, e guardò il ramo dal quale era appena caduto. Sfiorava appena la testa della mamma, e a vederlo da quella prospettiva era tutto tranne che alto e mortale.

Duncan, tesoruccio, non fare mai più una cosa del genere, d'accordo? Potevi seriamente farti male. E ora torna a casa” Il tono era tornato il solito: freddo e severo.

Ma mamma!” mugolò il bambino spazientito “Io voglio stare in giardino!”

Allora mi toccherà stare qui a sorvegliarti” disse la donna imperiosa, mettendo le mani sui fianchi.

Ma mamma! Io voglio stare in giardino da solo.. Ormai ho sei anni sono grande! E poi devi badare a Ellis!”

Tua sorella ora dorme, Duncan. Ma hai ragione, è meglio che rientri. Basta che tu prometta che non farai più cavolate tipo salire sugli alberi”

Ma io non ci sono mai salito sull'albero” si difese il bambino, portando le mani al petto.

E allora come ci sei finito lassù?” chiese la madre seccata, squadrando il figlio dall'alto al basso.

Bé...”di colpo Duncan assunse un colorito scarlatto e pigolò piano piano

Ero andato nel giardino del signor Jones.. per.. per.. insomma però il cane mi ha visto e ha cominciato a ringhiarmi, e il secondo dopo ero sull'albero!”

La madre sbuffò,e si avviò verso casa senza degnare di un ulteriore sguardo il figlio

Queste tue bugie non me le bevo, Duncan”

Ma mamma è vero! Sono finito lassù..” le urlò dietro il bambino, prima lei sbattesse la porta

...come per magia” finì, buttandosi a peso morto sull'erba.

 

 

 

11 Luglio 1993 ~ Same place

 

Duncan si svegliò di soprassalto quella mattina, senza nemmeno sapere il perché. Non gli sembrava di aver avuto incubi, e comunque, lui non era il tipo da farsi intimidire da uno stupido mostro peloso. Si ributtò sul cuscino, scalciando via il lenzuolo con i piedi, per sentirsi un po' più fresco.

Rimase a pensare circa dieci minuti, fissando il soffitto della sua camera da letto, giungendo sempre alla stessa conclusione: andava riverniciato tutto.

A giudicare dalla luce fuori dalla finestra, erano almeno le sette del mattino, il che fece stupire ancora di più Duncan per essersi svegliato da solo ad un'ora come quella. Normalmente la madre doveva scuoterlo per mezz'ora prima che il ragazzo aprisse anche solo un occhio.

Annoiato di stare lì a non fare niente, Duncan si alzò, si stiracchiò e si avviò verso l'armadio.

Aprì lo specchio, e si schiacciò un po' i corti capelli neri che si erano scombinati durante la notte. Duncan avrebbe davvero voluto tingerli, ma la madre e il padre glielo avevano proibito categoricamente; era troppo piccolo. Duncan si infilò una delle tante e irriconoscibili magliette nere che aveva, e un paio di semplici jeans, dopodiché scese al piano inferiore della casa, dove trovò tutta la famiglia intenta a fare colazione.

Senza salutare nessuno, di diresse verso il frigo, si preparò una tazza di latte gelido, e si buttò a peso morto sulla propria sedia.

Ultimo ad essere arrivato, tocca a te andare a prendere la posta!” la vocina acuta e insopportabile della sorellina risuonò nella testa di Duncan, che sputacchiò metà del latte che aveva in bocca.

C-cosa? E perché mai? Io ci sono andato ieri!” rispose, spalancando la bocca.

Bé, da ieri la regola era un giorno per uno, però oggi io ho deciso che ci va a prendere la posta, l'ultimo che si siede per fare la colazione!” disse la ragazzina, a mento alto.

Duncan guardò stupito la sorella. Era solo una bambinetta di sei anni prepotente e antipatica, non poteva dirgli cosa fare! E soprattutto, non poteva cambiare le regole a suo piacimento! Le regole erano fatte per essere rispettate (anche se Duncan saltava spesso questo particolare), oppure per essere infrante! Non c'era gusto a cambiarle per poi rispettarle di nuovo!

Lo dice facile la nostra viziatella! Oggi vai te! Oppure mamma, o babbo.”

Io non ho nessuna nessunissima intenz...”

Per fortuna il padre si intromise, mettendo fine a quello stupido teatrino.

DUNCAN, ELLIS, BASTA! Siete veramente patetici! Non potete fare questo vocio per chi va a prendere la posta! Sapete ora che succede? Ci andate entrambi!” l'uomo era scarlatto in volto e aveva il fiatone per il gridare di prima mattina, mentre squadrava i figli con sguardo severo.

Si babbo” risposero meccanicamente i due, alzandosi dalla tavola e avvicinandosi verso l'ingresso con lo sguardo basso, e la madre si lasciò sfuggire una risatina.

Comunque è tutta colpa tua. Sei tu che l'hai fatto arrabbiare” riprese Ellis, mentre i due attraversavano il giardino e si avvicinavano alla cassetta della posta.

Duncan spalancò la bocca, decisamente stupito, mentre armeggiava con le chiavi

  
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