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Autore: Shatzy    22/06/2011    2 recensioni
"Di cosa sanno le labbra dei ragazzi?"
Cinque volte in cui Kurt non riesce a trovare alcun sapore sulle labbra di Blaine e una in cui ci riesce.
[Klaine]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi citati non mi appartengono e la storia non è stata scritta a scopo di lucro. Il titolo è ripreso da "I'll cover you", dal musical RENT. La canzone citata in questo primo capitolo è "Here comes the sun" by The Beatles.
Note: questa storia nasce da un favore che mi è stato fatto da parte di una persona che non conosco direttamente. Sono piuttosto timida e quindi non so se sarò in grado di ringraziarla a dovere, per cui ho pensato fosse meglio scrivere qualcosa.
La sua richiesta era una futurefic Klaine (e questa raccolta lo è, tranne il primo capitolo). La cosa però mi è un tantino sfuggita di mano, e alla fine ho scritto sei mini capitoli. A lei dedico il sesto, perché è quello più "future" che c'è (e che mi convince di più), ma visto che ormai ho scritto anche gli altri cinque e che tra l'altro mi sono pure stati betati ve li tenete XD
Beta: Roby <3 La beta fangirl più veloce del mondo.



With a thousand sweet kisses...            
                                      I'll cover you  





Kurt: “Di cosa sanno le labbra dei ragazzi?”
Brittany: “Di solito di salsa, talvolta di hamburger. O delle mie ascelle”.
1x18 Laryngitis




1.
Le cose da dire in quel momento sarebbero state infinite. Milioni di frasi dolci, parole romantiche, sguardi sinceri e così tanto innamorati da far sciogliere anche il cuore più restio. Oppure, in alternativa, si poteva anche non dire nulla. Assolutamente nulla.
Ciò che era certo era che in nessun caso, nemmeno il più remoto, quella era una frase da far uscire dalle proprie labbra e dal proprio cervello in un momento del genere.
“Non sanno di hamburger…”
E fu per questo che Blaine, spostandosi con più risolutezza dal viso di Kurt, riuscì a dire solo una parola.
“Eh?”
“Cosa?” gli fece eco l’altro, aprendo finalmente gli occhi e ritrovandosi davanti lo sguardo confuso del suo ragazzo. Così distante da lui, ora… Perché era così distante da lui? Che fosse uno di quei momenti in cui bisognava solo riprendere fiato? Lo sapeva, non avrebbe dovuto tentare di rimuovere tutto quello che gli aveva detto Brittany l’anno prima.
Da oltre la porta di quella stanza arrivavano attutite le note di una vecchia canzone, cosa non così strana alla Dalton – Little darling, it’s been a long cold lonely winter – ma in quel momento quella musica spensierata e solare sembrava rendere la situazione solo più imbarazzante.
“Hai appena detto che…” ricominciò Blaine, ancora confuso. “Veramente non lo so cosa hai detto. Hamburger? Hai fame? Preferisci mangiare qualcosa piuttosto che…” e lasciò la frase in sospeso, allontanandosi ancora da Kurt e mettendosi a sedere composto, assestandosi meglio la cravatta della divisa. Tuttavia, il rossore sulle guance era piuttosto evidente.
“No!” negò subito l’altro, che in quel momento avrebbe solo voluto uccidere il suo subconscio, se fosse stato possibile, per avergli riportato alla mente un episodio che avrebbe volentieri dimenticato. “Mi piaceva quello che… Insomma, che stavamo facendo…”
Blaine sorrise, sfiorandogli di nuovo le labbra. “Anche a me”. Gli prese entrambe le mani con le proprie, accarezzandole piano mentre entrambi si appoggiavano di nuovo contro quel divano che condividevano. Divano su cui a malapena ricordavano come ci erano arrivati, dopo quel primo bacio scambiato in una sala comune della scuola. Quanto tempo era passato? Minuti? Ore? Kurt sapeva solamente che cominciava ad abituarsi all’idea di vivere incollato a Blaine, e che per questo il suo cervello aveva abbassato le difese, facendogli sussurrare cose che avevano ucciso tutto quel romanticismo che invece amava così tanto.
Little darling, the smiles returning to the faces, continuava la canzone, e adesso qualche voce meno timida iniziava a cantare sopra quelle note, lungo quei corridoi riccamente decorati.
“Davvero?” si ritrovò a chiedere, socchiudendo gli occhi. Le labbra cominciavano a fargli male,  le sentiva gonfie e indolenzite, che Brittany gli avesse spiegato anche questo? Be’, poco importava al momento, baciare quell’accenno di barba che Blaine aveva sul mento era più che riposante, quasi come una carezza.
“Molto” confermò l’altro, sorridendo contro la pelle della sua guancia, mentre risaliva fino all’orecchio. Oh sì, le labbra dei ragazzi erano un milione di volte meglio di quelle delle ragazze, pensò Kurt. Meglio di qualsiasi fantasia e di qualsiasi prova contro l’interno del gomito. “Ma hai ragione” continuò Blaine. “È meglio mangiare qualcosa” affermò, alzandosi velocemente mentre cercava con lo sguardo le loro borse abbandonate sul pavimento.
“Eh?” si ritrovò a chiedere Kurt, sorpreso. Perché c’era sempre qualcosa che doveva interrompere le sue… come le aveva chiamate di fronte a suo padre? Relazioni sessuali? Meglio non pensarci.
“Si è fatto tardi, dovresti tornare a casa” gli disse, controllando l’orologio che portava sempre con sé nella tasca della divisa.
“Oh. Già”. Stupida perdita di cognizione temporale.
Blaine gli allungò la mano, permettendogli di tirarsi su con facilità dal divano e di avvicinarglisi di nuovo. “Non voglio lasciarti andare, Kurt” gli sussurrò. “Che ne dici se ceniamo insieme? Hamburger. Offro io”.  
Kurt sospirò. Non poteva nemmeno pensare a quanto fosse felice in quel momento, con Blaine che ricambiava la sua cotta, con il suo primo, vero bacio, con quel divano che non avrebbero mai più guardato nello stesso modo. E se stare con lui gli avrebbe rovinato la sua perfetta dieta, facendogli prendere qualche chilo mangiando cibi di dubbia salute e sicurezza… Be’, quel sorriso perfetto, quelle mani calde sui suoi fianchi e quelle labbra così troppo vicine al suo orecchio erano decisamente un buon compromesso.
La canzone in lontananza terminava dolcemente – And I say it’s all right, and I say it’s all right – ma erano entrambi già troppo lontani per rendersene conto. Ma tanto lo sapevano, che sarebbe andato tutto bene.  


   
 
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