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Autore: mileybest    23/06/2011    1 recensioni
Come potevo immaginare che la donna che ho incontrato all'età di otto anni e Katherine fossero la stessa persona?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Elena Gilbert, Katherine Pierce | Coppie: Elena/Katherine
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgangers '
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Resto immobile in attesa di sentire anche il minimo rumore proveniente all'interno della casa dove i discendenti della famiglia Gilbert,la famiglia che mi ha bruciata nel lontano 1864,sono pronti per il loro week-end di divertimento.

Un ringhio basso al ricordo di come i loro antenati mi hanno braccato come un animale mi sale su per la gola.

Avrei voluto uccidere quel fasullo di Jonathan Gilbert,bruciarlo magari,per il torto compiuto non solo a me,ma addirittura alla donna che diceva di amare:Pearl.

Se non fosse a causa di Stefan e Damon che,tornando in città ogni due anni, si accorgerebbero della presenza di un altro vampiro una volta ricevuta la notizia degli omicidi brutali e non ci metterebbero molto a capire chi più di chiunque altro vuole morti gli abitanti di Mystic Falls, avrei compiuto una strage da un pezzo.

Mi scoprirebbero,ed essere scoperta non è certo ciò che voglio per il momento.

Dopo avergli fatto credere della mia morte per tutti questi anni,sbattergli la verità in faccia per uno sfizio personale non è nei miei progetti presenti e futuri.

Quindi mi limito ad osservare le generazioni nuove anno dopo anno delle famiglie fondatrici,aspettando una buona idea per riprendermi la pietra di luna scambiata a George Loockwood in cambio della mia fuga anni fa.

Non ci metterei molto a fingermi ancora una volta una ragazzina sperduta e senza casa dopo aver perso i genitori ed intrufolarmi in casa del sindaco di turno per poi rubargliela e fuggire,ma per mia sfortuna esiste ancora un consiglio segreto,il quale conosce bene ciò che è accaduto in passato e sa dell'esistenza dei vampiri,quindi niente da fare.

Certo,se quel tonto di Damon la smettesse di passare solo per divertirsi a tormentare qualche fanciulla e dopo lasciarla dissanguata nel bosco,non ci sarebbe motivo di credere in esseri sovrannaturali e di un consiglio in grado di combatterli.

Scuoto la testa piegandomi un po' più di lato cosi da vedere meglio cosa sta combinando la famigliola felice.

Un sorriso di scherno compare sulle mie labbra quando noto l'uomo,mi pare si chiami Greyson,prendere un paletto appuntito dalla tasca del giubbotto e infilarlo dentro un sacco,contenente varie armi.

Mi chiedo come si possa essere cosi sciocchi.

Il nuovo nipote dei fratelli Salvatore,Zach,è stato generoso verso le persone che avrebbe potuto avere come compagne e come figli,allontanando ogni legame che si era creato con chiunque,e furbo capendo che è meglio non tenere a nessuno quando la propria vita è un continuo lottare contro mostri.

Come può pensare di essere un padre di famiglia e allo stesso tempo un membro del consiglio?

Riconosco,però,che è un tipo piuttosto previdente. Nascondere le armi contro i vampiri nella casa sul lago dove torna ogni volta che la moglie e lui stesso hanno giorni liberi dal lavoro non è da tutti.

Non riuscirebbe a muovere un muscolo,se decidessi di morderlo.

Quanto vorrei farlo.

Affondare i denti nella sua gola,nutrirmi di lui e subito dopo della sua amata,gustandomi le loro urla di dolore.

Ma,come ho già detto,i fratelli che ho vampirizzato non devono sapere che sono viva.

Per quanto voglia presentarmi davanti a Stefan e rispettare la promessa di tornare insieme,non posso. Non ancora.

Fino a quando non avrò trovato il modo di fermare la furia omicida di Klaus dandogli ciò che brama da secoli,più della mia morte:ciò che serve per spezzare la maledizione del sole e della luna.

Dopo avergli consegnato quello che vuole,sarò finalmente libera di vivere la mia vita immortale senza preoccuparmi che chi amo venga ucciso come è accaduto alla mia famiglia.

Scuoto la testa.

Non ho intenzione di pensare a Klaus. Non in questa città.

-Papà,cos'è quello?- Il piccolo figlio di Greyson esce fuori di casa e si avvicina all'uomo indicando il sacco.

Abbasso lo sguardo per un solo secondo,non permettendo alla mia mente di ricordare i tristi eventi della ragazza umana che ero.

Di certo,non uccido i Gilbert adulti per la presenza dei loro figli.

È per la mia sicurezza,solo per proteggere me.

Deve essere solo per questo.

Ho già permesso alla mia parte umana di prendere il sopravvento quando ho salvato dalla morte Pearl e Anna. Non commetterò lo stesso errore.

Ho smesso di pensare alla salvezza delle famiglie.

-Niente,figliolo.-Risponde Greyson,carezzandogli il capo. -Che fai qui fuori? Il sole sta calando,lo sai che quando veniamo qui non voglio che tu e Elena usciate di notte.-

E in alcuni casi nemmeno di giorno,penso sfiorando la collana appesa al collo,la quale mi permette di camminare alla luce del sole.

Il piccoletto sbuffa.

-Ma io sono grande,ho tanti cosi di anni!- Sventola davanti al padre la mano aperta cosi da mostrargli la sua età.

L'uomo sorride divertito,alzandogli il pollice dell'altra mano.

-Hai sei anni,Jeremy. Non cinque.-

-Ecco,allora hai visto che sono grande? Posso fare a botte con tutti i mostri,anche con Tyler Loockwood.-

Greyson scoppia a ridere mentre lascia il sacco nella macchina e prende in braccio il ragazzino.

-Tyler non è un mostro.-

No,è solo uno dei pochi lupi mannari in circolazione.

Sono tentata di andare li e dirglielo ad alta voce,ma mi trattengo.

Chissà che colpo se si venisse a sapere del gene comune della licantropia che la famiglia Loockwood conserva da secoli.

Riserverebbero lo stesso trattamento dei vampiri a loro?

Forse.

-Si,è una persona cattiva,è peggio dei mostri. Mi tratta sempre male.-

-Ignoralo,con il tempo la smetterà.- Dice Greyson portandolo verso la soia di casa.

-Andiamo a pescare?-

-Domani.- Sussurra al figlio,guardandosi intorno.

Per un attimo ho l'impressione che mi abbia visto,ma i suoi occhi non incrociano il cespuglio dove sono accovacciata.

-Non è giusto,a Elena glielo hai insegnato e a me no!- Sbotta il piccolo agitandosi fra le braccia del padre.

-Elena è più grande di te,Jeremy. Domani ti ci porto,lo prometto. Ora ti prego,entriamo dentro e non litigare con Elena,la mamma potrebbe arrabbiarsi. Sarà una tranquilla sera in famiglia.-

Questa Elena deve essere una seccatura. Non fanno altro che parlare di lei.

Stranamente non l'ho mai vista,ho sempre preferito spiare i suoi genitori durante le conversazioni con gli altri a conoscenza del segreto dei vampiri.

In effetti,è la prima volta che vedo il minore dei due fratelli.

Si somigliano. Lui e suo padre.

Chissà se la figlia maggiore somiglia alla madre. O alla zia,in alternativa.

I due Gilbert entrano in casa.

Sospiro,dovrò aspettare che i bambini vadano a letto prima di ascoltare qualcosa di interessante riguardo il consiglio da i due adulti.

Cammino a velocità normale fino alla sponda del lago. Mi siedo su una roccia continuando a fissare la casa dove,a giudicare dalle urla isteriche dei due bambini,la serata non sarà piacevole come si aspettava Greyson.


Passate un paio d'ore,sono ancora seduta sulla riva del lago a qualche metro di distanza da casa Gilbert ad annoiarmi.

Miranda,la moglie di Greyson, dopo i vari dispetti reciproci fra i suoi due figli ha mandato nelle loro camere entrambi ponendo fine alle loro litigate.

Se fossimo al mio tempo,non se la sarebbero cavata con cosi poco.

Mi sfioro una guancia con due dita.

Da bambina,quando litigavo con i miei fratelli,a mio padre non importava chi avesse ragione o torto,ci picchiava per il nostro comportamento insolente e minacciava di cacciarci via se lo avessimo disturbato ancora con le nostre grida.

Gli schiaffi che ricevevo da lui lasciavano sempre lividi bluastri.

Elena e Jeremy sono fortunati ad avere un padre come Greyson.

Un padre che insegna loro a pescare,li protegge e li coccola.

Il mio,al contrario, non ha esitato a esiliarmi dal paese.

Ero sua figlia. Ero sangue del suo sangue. E sene è infischiato.

Se non fosse stato per lui,probabilmente Klaus non mi avrebbe scoperto. Avrei vissuto una vita normale,avrei sposato un uomo normale e...sarei stata madre.

Il suono impercettibile di una porta che si apre interrompe il flusso di pensieri nel quale stavo penetrando.

Alzo lo sguardo,fino a cinque secondi fa impegnato a scrutare il nulla dentro l'acqua del lago.

Una figura minuta esce di casa e chiude lentamente la porta,iniziando poi a correre.

Nella mia direzione.

Sono tentata di alzarmi per evitare di farmi scoprire,ma il non amante delle regole di turno inciampa su dei sassi vicino alla riva del lago a pochi passi dalla roccia sulla quale sono poggiata io.

La non amante delle regole,anzi.

Il lamento che prosegue alla caduta è chiaramente tipico di una bambina.

Deve essere la piccola Elena.

Bene. Le farò passare la voglia di sgattaiolare fuori la notte.

Una sola uccisione,una sola vittima.

La mia gola brucia per la sete da oggi pomeriggio e sono stanca di aspettare.

Che male può fare?

È fuggita nel bosco e un animale l'ha attaccata.

Non è forse la solita storia che i giornalisti tirano fuori dopo un omicidio da parte di Damon?

Fra due anni se Stefan lo verrà a sapere darà la colpa a suo fratello.

Avverto i canini pungere sulle gengive in attesa di essere usati.

Tiro un profondo respiro,pronta ad attaccare.

L'odore acre del sangue di Elena mi riempie le narici.

È ferita sulla gamba.

Fra poco non se ne preoccuperà più.

Esco dal mio nascondiglio dietro le piante e mi paro davanti a lei pregustando il momento in cui potrò placare la fame.

Ma i miei occhi incrociano i suoi spaventati e confusi.

Resto paralizzata sul posto,il mio viso riacquista l'aspetto umano e il sorriso da predatore scompare cosi come è apparso.

I suoi occhi,il suo viso,la sua bocca piegata in una smorfia di disappunto...

Devo essermi addormentata sulla roccia oppure è un allucinazione.

Non può essere.

Sono io.

-Katerina?- Mormoro.

La mia voce è bassa e incredula.

Se tutto questo è la realtà,potrei svenire o morire all'istante.

È possibile che ci sia un altra me identica a come ero alla sua età?

-Chi...chi sei?- Domanda la mia copia,tenendo le mani sul ginocchio sanguinante.

La sua voce...non è possibile.

Sono morta e questo è l'inferno. È l'unica spiegazione per quello che sta accadendo.

-Sei un illusione.- Sussurro.

-Io...io non sapevo...sono Elena,io...vado via,mi..mi dispiace per averla disturbata.-

-Elena.-Ripeto squadrandola.

Elena Gilbert. La figlia di Miranda e Greyson.

Non ha il loro stesso odore,non somiglia a nessuno dei due genitori.

No. Somiglia a me. È identica a me.

Ma certo. È tutto cosi chiaro.

La mia risata gutturale la fa rabbrividire.

Mi avvicino a lei,sorridendo malignamente.

Ora ho capito.

-Elena.- Dico,chinandomi di fronte alla bambina. Lei mi fissa con le lacrime agli occhi per via del dolore al ginocchio.-Ciao,Elena.-

La saluto sfiorandole la gola con un dito.

Ho trovato la mia doppelganger.

-Chi è lei?-

Domanda sbagliata. Dovrebbe chiederselo da sola.

Le darò il tempo per farglielo capire. Dovrà scoprire tante cose.

-Katherine.- Decido comunque di risponderle.

-Katherine.-Ripete Elena mentre passo due dita sui suoi capelli.

Le sfugge un gemito appena le tasto il ginocchio.

Il sangue continua a scorrere.

Il sangue Petrova.

Quasi senza accorgermene mi mordo il polso e lo avvicino alla sua bocca.

-Bevi.- Le ordino. Elena si rifiuta.

-Che sta facen...-La tengo per la testa e avvicino le sue labbra alla mia pelle perforata.

Se lei è la doppelganger,ha bisogno di essere protetta.

E non posso permettere che il suo sangue si esaurisca adesso.

-Bevi,ti sentirai meglio.-

Smette di opporsi e fa come le ho detto.

Allontano il braccio appena la ferita sul ginocchio inizia a guarire.

Per un attimo l'idea di spezzarle il collo e trasformarla è invitante quasi quanto il desiderio di nutrirmi del suo sangue.

Le insegnerei a comportarsi da vera vampira. Potrei considerarla la mia figlia immortale.

Ma scuoto la testa ricordandomi di Klaus.

Se Elena muore,la maledizione non potrà essere spezzata.

Lui si infurierebbe il doppio e se ha fatto in modo di farmi trovare la mia famiglia morta nel medioevo,per vendicarsi in questo tempo di sicuro mi farebbe assistere all'uccisione dell'ultima Petrova che rimane e che ora mi sta guardando confusa.

-Il ginocchio...non fa più male.- Cerca il mio sguardo.-Sei...il mio angelo custode?-

Scoppio a ridere. Come dimostra di avere otto anni.

-Sono la tua maledizione,Elena.-

-Maledizione?- Chiede confusa. Non conosce il significato della parola.

-Non sono un angelo. Sono un essere malvagio.-

-Ma mi hai aiutato e papà dice che i mostri non aiutano,ti mangiano e basta. Tu non mi hai mangiato...sei buona.-

Se non avessi rivisto in lei la piccola Katerina,non avrei esitato a ucciderla.

Mi mordo le labbra. Anche io ragionavo come lei.

-Perchè sei scappata?-

-Ho litigato con mia mamma.-

-E ti sembra una buona ragione per andartene in giro a quest'ora?-

La rimbecco.

Elena si stringe le braccia,colpevole.

-Tu allora?-

Sorrido. Ha la risposta pronta la piccoletta.

-Io so combattere i mostri.- Le dico,sentendomi una perfetta idiota a parlare come suo fratello o meglio...fratellastro. Non è una Gilbert.

Dovrò capire come ha fatto ad essere stata adottata e scoprire i suoi reali genitori.

-Come Buffy?-

-Qualcosa del genere.-

A differenza che sono il mostro che quella tipa dovrebbe uccidere.

-Non ti ho mai visto in giro.-

Mi vedrai tutti i giorni allo specchio quando sarai un adolescente.

-Non avresti dovuto vedermi stasera.- Le confesso.

Perchè sono ancora qui a parlarle?

Dovrei andarmene e cancellarle la memoria,invece le sto accarezzando i capelli castani dolcemente affascinata dalla nostra somiglianza.

-Hai uno strano modo di parlare.-

Possibile che sia lucida a tal punto da rendersi conto del mio accento bulgaro?

Dovrebbe avere paura,scappare o urlare.

Essere la mia doppelganger le provoca il desiderio di restare con me,per caso?

Se lei prova questo...io cosa provo?

Per quanto mi sforzi di lasciarla a terra e fuggire da Mystic Falls,non voglio andare. Non riesco.

Le mie orecchie captano le voci preoccupate dei due coniugi Gilbert.

Si sono accorti della scomparsa di Elena.

-I tuoi genitori stanno venendo a cercarti.-

-Cosa?-

-Devo andare.-

Afferra la mia mano. Per la seconda volta riesce a immobilizzarmi.

-No,Katherine...non andartene.-

-Devo.-

O non avrò la forza di consegnarla a Klaus quando troverò la pietra di luna e un lupo mannaro.

-Elena!- Il richiamo di Miranda,sua madre,la fa sobbalzare.

-Ciao piccola Elena.- Dico guardandola un ultima volta per poi scomparire nelle tenebre.



-Hai intenzione di restare a guardarmi cosi per il resto della giornata?- Sbotta Katherine finendo di raccontarmi il nostro primo incontro.

Incontro del quale io non ricordavo assolutamente nulla.

Bhè,non proprio.

Ho sempre creduto che fosse stato un sogno e me ne ero dimenticata con il passare degli anni.

Come potevo immaginare che la donna che ho incontrato all'età di otto anni e Katherine fossero la stessa persona?

-Ti avevo definito il mio angelo custode.- Sussurro ancora scossa.

Katherine scrolla le spalle.

-Mi piacevi di più da bambina,sai?- Dice tirando un sassolino nel lago e facendolo rimbalzare un paio di volte sull'acqua.

-Perchè ti credevo una specie di eroina?-

-No. Hai mandato a fanculo il tuo maledetto orgoglio e ti sei lasciata aiutare.-

Mi sfioro il ginocchio coperto dai jeans come a voler avvertire il segno della ferita che Katherine ha guarito con il suo sangue.

-Non sapevo chi fossi.-

-Ora lo sai,che scusa hai,Mh?- Ribatte sedendosi accanto a me.

-Credi che sia una scusa il non voler trovarti morta per mano di Klaus?-

Che Damon e gli altri ci credano o meno,non voglio perdere Katherine. È la mia antenata e ho iniziato a considerarla parte della famiglia.

Ha riportato Stefan a casa sano e salvo e non ci vuole un genio a sapere che la vendetta di Klaus è imminente.

E l'unico modo per sconfiggerlo è far scomparire la sua parte vampiresca immortale.

Il licantropo può essere ucciso definitivamente,il vampiro potrebbe tornare indietro se qualcuno prova a sfilare dal suo cuore il pugnale capace di tramortirlo.

Serviranno streghe potenti e Bonnie ha proposto l'idea di andarle a cercare a Salem,dove un tempo vivevano i suoi antenati.

-Certo. Ho più esperienza di te con le streghe,devo venire anche io.-

-In che senso?- Chiedo maliziosa per poi scoppiare a ridere.

-Sei una pervertita.- Risponde con finto disgusto sfiorandomi la guancia.

-A forza di averti intorno..-Mi giustifico continuando a sorridere.

-Ah,come se ti dispiacesse.- Replica avvicinandomi per la vita.

-Comunque devo ringraziarti.- Sussurro mentre poggio le mani sulle sue spalle cosi da stare seduta sulle sue ginocchia.

-Per cosa?-

-Per avermi aiutata quella notte e per non avermi trasformata.-

Le sorrido,felice di aver capito finalmente il motivo per cui quando l'ho vista al pensionato mi era sembrato di aver già vissuto il momento.

-E non avermi mangiata.- Rido.

-Non ringraziarmi,Gilbert. Ti ho aiutata solo perchè mi avevi colta di sorpresa. Non mi aspettavo di trovare la mia doppelganger.-

-Ora che scusa hai,mh?- Domando imitandola.

Katherine sorride sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Credi che sia una scusa voler stare con te?- Continua impostando il tono di voce come il mio di poco fa.

-Sei insopportabile. Io volevo solo ringraziarti.-

-Oh,c'è qualcosa che potresti fare per saldare il debito.- Dice maliziosa.

Infila una mano dentro la mia maglietta passando le dita sulla schiena fino ad arrivare al gancio del reggiseno.

Con l'altro braccio mi avvicina più a sé.

-Katherine,non penserai mica di farlo...qui..-Dico imbarazzata al solo pensiero.

-Perchè? Siamo sole e chissà quando ci ricapiterà di nuovo. Non sprechiamo questa occasione.- Sussurra. Il viso a pochi centimetri dal mio.

-Katherine...-

-è qui che ti ho incontrata,è giusto rendere questo posto ancora più speciale.-Afferma baciandomi subito dopo.











  
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