NB:
-E’ dedicata a tutti gli utenti del BlackParade,
as usual. :D
-(Anche se non sembra), felice ShikaTema Day a tutti <3
How I met
your sister
Capitolo 1
Who’s that
chick?
She’s
been a crazy dita disco diva and you wonder:
“Who’s that chick? who’s that chick?”
Too cold for you to keep her
Too hot for you to leave her
Who’s that chick? Who’s that chick?
[Rihanna
feat David Guetta
–Who’s that chick]
La tranquillità di quel
lungo e nero corridoio, in quel torrido pomeriggio di giugno, fu
improvvisamente rotta da un affrettarsi di passi concitati; un uomo
sbucò da una porta e lo percorse interamente, tenendo stretto a
sé i fogli da lui scritti con tanta fatica e camminando di buona lena.
Non aveva un bell’aspetto: il suo volto era pallido e sudato, la camicia
sgualcita, il nodo della cravatta sfatto; boccheggiava, evidentemente nervoso,
e ansimava per il gran caldo. Era stanco, affamato e accaldato; e tuttavia,
stava quasi sorridendo… dopo così tanti giorni, aveva finalmente
ancora la speranza che qualcosa di bello potesse succedere; forse questa era
davvero la volta buona…
Dopo quel che gli parve
un’infinità, arrivò alla fine di quel tormentoso percorso e
aprì una porta laterale quasi sbattendola.
«Gaara!» urlò.
«Ma allora, è vero che…?!»
Ma non finì la frase,
perché la risposta alla sua domanda era proprio davanti ai suoi occhi:
suo fratello sedeva su un rozzo tavolino, con le mani strette a pugno per la
lunga attesa, e tirò un sospiro di sollievo non appena lo vide; davanti
a questo, seduti in una sinistra penombra, c’erano evidentemente tre
persone, ma il buio di quella stanza non aiutò il ragazzo a identificare
i volti degli sconosciuti. Kankuro sospirò e richiuse subito
l’uscio.
Dal momento che l’unica
fonte di luce presente finora in quella stanza era il fievole chiarore del corridoio,
su di loro piombò l’oscurità. Gaara scese velocemente dal
tavolino e, senza convenevoli, accese la lampada –che assomigliava
più a un faro che a una semplice abat-jour – e la puntò sui
tre sconosciuti, che immediatamente si coprirono gli occhi… o almeno
cercarono, visto che erano legati alle seggiole su cui sedevano. Kankuro, asciugandosi
il sudore e arrotolando le maniche della camicia (maledicendo mentalmente la
pignoleria di suo fratello, che pretendeva che tutti i suoi collaboratori si
vestissero come dannati pinguini
anche alle due del pomeriggio del ventitré giugno) li
squadrò… e il sorrisetto che finora aveva assunto sparì. I
due fratelli assistettero a un’ardita sequenza di parolacce e
imprecazioni (la metà delle quali, fra l’altro, sconosciuta ad
almeno uno dei due); spazientito, sovrastando le loro voci, Gaara impose il
silenzio.
«Signori»
iniziò «voi sapete perché siete qui, vero?»
Kankuro li guardò ancora.
Dovevano avere più o meno la sua età, a giudicare dalle facce a
dai vestiti; e, di nuovo, pensò che con tutta probabilità avevano
preso un enorme granchio… non sembravano affatto criminali, figurarsi
rapitori o ricattatori –quello al centro, poi, aveva una faccia da
cretino…
«No che non lo sappiamo,
cazzo» mormorò proprio quest’ultimo, con gli occhi ancora
serrati e la testa appoggiata su una spalla per non avere il faro puntato
direttamente sugli occhi «anzi, appena tutto questo casino sarà
finito chiamerò il mio avvocato e vi farò vedere i guai che passere–»
«Ecco cretino, il tuo avvocato
ti dice di stare zitto, se non vuoi farci finire all’ergastolo»
commentò il ragazzo pallido e serio alla sua sinistra, mentre guardava
dritto negli occhi ora Gaara ora Kankuro (le sue pupille evidentemente
s’erano già abituate alla luce). Il diretto interessato prese aria
per ribattere, ma il terzo ragazzo –che sembrava cretino quanto lui- gli
rifilò un calcio negli stinchi che lo fece zittire.
«Dunque, signori, qual
è il motivo di questa messinscena?» continuò
tranquillamente il secondo ragazzo, sedendosi in maniera più composta, e
continuando a far oscillare il suo cupo sguardo fra i due fratelli. «Questo
è un sequestro di persona, che sinceramente non mi aspetterei da due
poliziotti, men che meno da due commissari…
cos’è questa pagliacciata?»
Kankuro s’infiammò
subito, ma Gaara lo fulminò con lo sguardo e si fece avanti; si
toccò brevemente il distintivo e squadrò lo sconosciuto, che
evidentemente ci sapeva fare.
«Che strano, signor
Uchiha» ribatté poi, fiero «il bue che dice cornuto
all’asino. E’ strano che lei
dica a noi di aver compiuto un
sequestro di persona, quando è proprio questo il motivo per cui voi siete stati arrestati questa
mattina.»
Gli occhi dei tre guizzarono; ma
l’avvocato non perse la calma.
«Sequestro di
persona?» domandò, scettico e ironico al tempo stesso. «Non
pensavo che la mia fiducia verso la polizia potesse diminuire ancora…
Siete sicuri di aver preso le persone giuste, uh?»
Il sordo digrigno dei denti di
Kankuro comunicò a Gaara che non avrebbe potuto tenere il fratello a bada
ancora per molto… doveva sbrigarsi, doveva farla finita; li avevano
trovati, sì, sì, erano loro… sì, dai…
«Signor Uchiha, vogliamo
aggiungere alla già infamante accusa di sequestro di persona anche quella di oltraggio a pubblico ufficiale?» replicò, incrociando
le braccia, e sogghignando ora.
Sasuke si morse un angolo delle labbra; ma che diavolo era
accaduto? Possibile che loro tre…
«Oh, al diavolo gli avvocati
e i poliziotti» intervenne il biondino al centro (i cui occhi si erano
finalmente abituati alla luce) «ma che diavolo è successo? Noi non
abbiamo sequestrato proprio nessuno, e...»
«Voi tre» intervenne
infine Kankuro, evidentemente incapace di trattenersi ancora a lungo
«siete accusati di aver rapito
Sabaku No Temari, bastardi!»
Calò il silenzio; Gaara si
asciugò la fronte imperlata di sudore. I tre ragazzi erano ammutoliti e
seri; probabilmente le loro coscienze erano state sconvolte, sì…
avrebbero confessato subito, sì, ecco, e Temari sarebbe tornata a
casa…
«Proprio così.»
confermò, serissimo, erigendosi ancor più sopra di loro.
«Adesso, idiozie a parte… vi conviene confessare subito, e dirci
dove la nascondete; i qui presenti Commissario e Vice Commissario Sabaku No
Gaara e Kankuro vi garantiranno la massima protezione e discrezione, e vi
assicureranno una leale e sicura riduzione della pena non appena voi deciderete
di…»
Ma la sua parlantina seria e
professionale scemò mano a mano che procedeva, per poi affievolirsi e
arrestarsi di tutto, a causa delle facce dei tre (quella del tizio centrale, poi,
era tutto un programma).
«Ma chi sarebbe ‘sta
qui?» mormorò appunto il biondo, guardando comicamente gli altri
due.
«Ma che ne so, fa caldo, ma
che palle…» replicò l’altro, l’unico che finora
non aveva parlato, sbadigliando e stravaccandosi sulla sedia (per quanto gli
consentivano le braccia legate, s’intende).
«Naruto, cretino, ti ho
detto che devi stare zitto –la situazione è delicata, questa
è sicuramente una truffa inventata ai miei danni per sfruttare il mio
studio di avvocato e il mio nome, ma non la faranno franca e …»
Ma il Commissario batté
sonoramente un pugno sul rozzo tavolino su cui era poggiata l’abat-jour e
per la prima volta da parecchi giorni perse la pazienza.
«Mi state dicendo»
urlò «che voi tre non
conoscete Temari Sabaku No?!»
Calò il silenzio. E
poi…
«Mai sentita» rispose
Naruto.
«Confermo»
replicò Sasuke.
«Non ho minimamente idea di
chi sia ‘sta qui, ma sarà una grossa seccatura» finì
l’ultimo, sbadigliando ancora.
Kankuro guardò il fratello
con occhi vitrei; ma non era possibile… erano sicurissimi di essere
arrivati, dopo tanto tempo, a risolvere quel caso che stava loro tanto a cuore;
erano arrivati a quei nomi dopo tre settimane di pedinamenti, di
intercettazioni, di notti in bianco… e davvero quei tre non conoscevano
la loro sorella? Studiò ancora le facce dei tre; e, fra i documenti dei tanti
e tanti sospettati che aveva setacciato giorno e notte in quelle tre settimane,
finalmente riuscì a capire e a identificare quei tre ragazzi… ma
certo, erano –
«No, no, un attimo»
intervenne il fratello minore, quasi facendo con il pensiero lo stesso percorso
mentale del maggiore «non è possibile. Noi siamo arrivati a voi
tre perché sappiamo che siete
stati voi tre a farle qualcosa. E… il numero di cellulare di tutti e tre
è stato composto da lei, il giorno in cui è scomparsa. Questa
è una prova inconfutabile…»
I tre rimasero muti, di nuovo.
«Che giorno era? Non ricordo
niente di simile.» commentò ancora Sasuke,
stavolta tuttavia con una voce leggermente incrinata.
«Era tre settimane fa…
il primo giugno. Lei ha chiamato ognuno di voi tre, e uno di voi tre l’ha
richiamata poi, sul tardi. Abbiamo qui i vostri tabulati delle chiamate
effettuate e ricevute» e Kankuro puntellò col dito i fogli che
aveva trasportato da una parte all’altra del commissariato in quelle
settimane, sicuro di sé «… non potete mentire. Allora, cosa avete fatto a Sabaku no Temari, eh,
signor Uchiha?!»
Calò il silenzio, di nuovo.
Nessuno dei tre ragazzi guardava l’altro; erano tutti evidentemente
intenti a pensare a cosa avessero fatto tre settimane prima.
«Io… be’, in effetti ho ricevuto una chiamata»
parlò il biondo per prima, deglutendo sonoramente «ma, ehm, ero
altrove, non ho risposto. E poi non ho richiamato perché non conoscevo
il numero… così ho lasciato perdere. Non mi andava di sprecare
soldi.»
«Io stavo nel mio studio,
non potevo rispondere» sostenne il secondo, fiero «ma dopo non ho
richiamato, perché non conoscevo il numero e perché era troppo
tardi.»
E a questo punto, com’era
prevedibile, l’attenzione fu focalizzata sul più taciturno;
quattro teste si girarono e quattro paia di occhi lo guardarono… ma lui
rimase zitto.
«Tu sei Shikamaru Nara, non
è vero?» chiese retoricamente Kankuro: sapeva tutto su quei tre
ragazzi, avendo passato le ultime tre settimane a spulciare nella loro vita
pubblica e privata alla ricerca di un minimo indizio che potesse collegarli
alla ragazza. Sasuke Uchiha era un avvocato penalista
piuttosto famoso nel loro quartiere, poiché molto giovane, molto bravo e
molto bello; Naruto Uzumaki era, a quanto pareva, un
nullatenente che ancora era iscritto a qualche facoltà
universitaria… e Shikamaru Nara (che a una prima occhiata sembrava pure
più cretino del secondo) era un geniale ingegnere informatico, ben noto
nel suo settore per essere stato assunto da una delle più importanti
aziende informatiche del mondo ad appena ventidue anni e per aver pubblicato su
parecchie riviste scientifiche notevoli articoli di tecnologie all’apparenza
futuristiche. «Ho visto il tuo nome su molte riviste informatiche…
allora, tu conosci Sabaku no
Temari?»
L’interrogato alzò
gli occhi al cielo e schioccò la lingua lungo il palato. Parlò
dopo un po’.
«Be’, sì, anche
io ho ricevuto quella chiamata… e ho parlato con chi dovevo parlare.
Più tardi ho richiamato, lo ammetto… Ma io questa Sabaku no Temari
non ho idea di chi sia, non l’ho mai vista né sentita.»
«E allora perché hai
parlato con quel numero che hai perfino richiamato?» domandò
Gaara.
«Be’… pensavo
semplicemente fosse un’altra persona.» tagliò corto
l’altro, guardando altrove.
Ancora una volta, i due Sabaku si
guardarono.
«Chi pensavi che fosse,
eh?» continuò Gaara, incalzandolo.
«Un’altra persona,
ecco» mormorò Shikamaru, in difficoltà; Kankuro
ghignò.
«E chi? Sei in un
commissariato, ti devo ricordare cosa accade se non dici la
verità?» intervenne.
Lui sbuffò; di nuovo,
roteò gli occhi e guardò il cielo.
«Pensavo fosse Sakura
Haruno, ecco.»
E, come previsto…
«Sakura?! Che diavolo c’entra Sakura, Shikamaru?!»
urlò Naruto, incurante della situazione. Aveva perso la sua vena comica
e goffa: era divenuto stranamente serio.
«Cretino, non è il
momento di parlarne –e comunque
io non volevo dirlo, ma sono stati loro a…»
«Come diavolo hai il
cellulare di Sakura, eh?! E perché poi tu l’hai richiamata?! E per
quale motivo –»
Un pugno secco (e professionale)
di Gaara sul solito tavolino interruppe la lite; Kankuro
s’avvicinò.
«Chi è Sakura
Haruno?» chiese a Shikamaru, ostinato.
«Non è nessuno,
proprio nessuno» intervenne fra
i due Naruto, ancora posato e preoccupato.
«Ho detto» ripeté il primo, a denti stretti, mentre i suoi
occhi dardeggiavano «chi è Sakura Haruno, Nara?»
Shikamaru deglutì; a quanto
pareva, stava ragionando in tutta fretta.
«Un’amica
nostra» borbottò.
«Kankuro» intervenne
Gaara, fissando il vuoto «ma… non era anche un’amica di
Temari? Credo… sì, credo che abbiamo anche le tabulazioni delle sue chiamate…»
Il diretto interessato aprì
il pc portatile che aveva oramai sempre con sé
e cercò quanto detto da Gaara; e, in effetti, era proprio così.
Lo chiuse infine di scatto, e si riavvicinò ai tre, irrequieto e
speranzoso.
«Sakura Haruno è
amica di Temari» ripeté loro in modo estremamente lento «se
conoscete lei, probabilmente siete anche collegati a Temari. Come conoscete
questa Sakura?»
I tre si guardarono.
«L’abbiamo incontrata
a una festa… ma è una storia molto lunga e noiosa»
biascicò il biondo, intromettendosi ancora; era evidentemente
contrariato per qualche motivo, e squadrava Shikamaru in maniera sospetta
«Non abbiamo fretta»
ghignò Kankuro, trascinando nel frattempo davanti a quei tre disgraziati
le due sedie retrostanti al solito tavolino. «Abbiamo un mucchio di
tempo, davvero.»
Sasuke alzò gli occhi al cielo: quell’idiota aveva
ottenuto esattamente l’effetto
contrario…
Naruto deglutì:
evidentemente, aveva appena pensato la stessa cosa…
«Ma no, no, davvero…
non v-vogliamo farvi perdere tempo, le forze del male devono essere combattute
e…»
Al ghigno sardonico di Kankuro
s’aggiunse quello identico del fratello, che disse:
«Oh, le forze del male
possono aspettare. Insomma?»
Così i due fratelli si
sedettero, incrociarono le braccia, e aspettarono che Naruto iniziasse a
parlare; questi sospirò, guardò brevemente i suoi due amici e
iniziò.
*°*
[Cinque settimane prima]
Che palle.
Più o meno quello era stato
il suo pensiero per tutta la giornata; per
carità poi, vedere due persone che si giurano amore e
felicità eterna era sicuramente una cosa meravigliosa e sublime, ma vedere pizzi, merletti, ricami e falsa
gioia ovunque, tirarsi a lucido fino allo spasmo (e conseguentemente
sciogliersi nel proprio vestito da cerimonia invernale, visto che quello estivo,di
lino,costava troppo) e notare ovunque vecchiette smaniose di abbracciare
“quel bel giovanotto” o di sparlare delle caviglie troppo secche di
“quella lì” non era proprio il modo più bello di
passare un sabato pomeriggio… o almeno non per Naruto Uzumaki,
che per natura soffriva se rimaneva legato nello stesso posto per più di
cinque secondi.
Si grattò la testa,
annoiato; da cinque maledettissime ore ammirava il salone di quella
sensazionale ed enorme villa, e da cinque ore che non faceva che sbadigliare o
asciugarsi la fronte per il gran caldo. Ma chi diavolo gliel’aveva fatto
fare, poi? Va bene, Neji era suo amico, lo conosceva
circa dalle elementari, ed era stato invitato al suo matrimonio; ma perfino lui, cretino com’era,
aveva da qualche parte un minimo d’amor proprio che…
«Bella festa, eh?»
mormorò Shikamaru, buttandosi sulla sedia libera accanto alla sua, e
iniziando a dondolarsi. I due erano seduti presso il tavolino più
distante dalla luce, e quasi attaccato a una parete. Naruto mugugnò qualcosa e riprese
a farsi aria con la mano, mentre alcune ragazze chiamavano a gran voce
l’ennesimo bacio fra gli sposi; ma che palle…
«Se mai mi
sposerò» mormorò l’altro, seguitando a dondolarsi,
interrompendosi per uno sbadiglio «sarà una cosa molto intima, ma
soprattutto rapida e indolore, in un dannatissimo posto freddo…»
All’evento era stata invitata
l’elite della società di San Francisco; la famiglia Hyuga, in effetti, era una fra le famiglie imprenditrici
più ricche e in vista. Erano infatti presenti burocrati, avvocati,
notai, ma anche eminenti politici e ministri; ed era forse anche per questo che
i due ragazzi si sentivano tanto fuori luogo. Ovunque, non si parlava che di
politica o di grandi affari; e a loro, semplici studenti universitari (o grandi
ingegneri informatici, insomma) non
importava davvero nulla. Non che la cerimonia in sé e per sé
fosse durata molto; la chiesa scelta dai due sposi era stata –ovviamente-
una fra le più belle e antiche di tutta la città, e il prete non
aveva fatto neanche una predica troppo lunga; così, non appena finito,
dopo il lancio del riso e le foto, si erano trasferiti in quella reggia,
distante circa mezz’ora dalla città.
Naruto si era chiesto più
volte, durante quella giornata, perché fosse andato a quel matrimonio, e
perché invece non aveva fatto finta di avere improrogabili impegni come
la maggior parte dei suoi amici (Kiba aveva finto la
morte del suo terzo nonno); e, be’, la risposta
era piuttosto semplice. Non che fosse un gran romanticone
o che, ma gli piaceva vedere le persone felici,
tutto qua. E se le persone erano ragazzi con cui era cresciuto insieme lo era
ancora di più; inoltre, a lui i matrimoni non dispiacevano poi
troppo… non era forse bello vedere due persone che si promettevano
felicità eterna? Non era bello vedere due persone che si amavano…?
Erano cose molto sciocche e utopiche; però, erano cose così
belle… e lui si riteneva abbastanza sciocco e ingenuo da crederci; e
sapeva anche di essere così sempliciotto da confidare che magari quel
momento sarebbe arrivato anche per lui…
«Be’, almeno lui sembra divertirsi.»
mormorò ancora Shikamaru, annoiato dal silenzio dell’amico, e
desideroso di fare conversazione almeno per ammazzare un po’ di noia.
Si girarono entrambi verso
l’altro, la cui differenza di
atteggiamento dagli altri due era veramente evidente. Sasuke
stava con un ministro da una parte e con un grosso banchiere dall’altra;
aveva una mano in una tasca del gessato, con l’altra sorseggiava
dell’ottimo champagne, intervenendo nella conversazione fra i due in
maniera –a quanto sembrava- molto sagace e azzeccata, ridendo (o
perlomeno arcuando gli estremi delle labbra, insomma) delle loro battute…
e sembrava decisamente essere a suo agio.
«Bah, avvocati»
mormorò il biondo, continuando a sventolarsi la faccia, nel vano
tentativo di arginare il torpore che gli stava salendo; e così la scena
andò avanti per una mezz’ora circa, mentre Shikamaru borbottava
qualcosa o Naruto sbagliava. D’un tratto, quest’ultimo si accorse
di avere un enorme vuoto allo stomaco. Ma quando diavolo avrebbero mangiato?
Stava morendo di noia, di caldo, e adesso di fame –ma chi diavolo
gliel’aveva fatto fare, avrebbe fatto veramente meglio a restare a casa…
Neji gliel’avrebbe pagata cara, come diavolo
sarebbe potuta andare peggio di cos–
All’improvviso, con un gran frastuono,
il grande salone davanti a loro si riempì di gente; i due rimasero
lì seduti, mentre dei camerieri montavano quelle che sembravano delle
casse nere. Naruto si girò, allegro che qualcosa succedesse; la sala si
riempì ben presto.
«Oh no, no, no» esclamò Shikamaru,
smettendo di dondolarsi e guardandolo ansiosamente «questa no! Stanno mettendo della dannatissima
musica!»
E subito dopo le loro orecchie
furono assordate dall’alto volume della musica; i più anziani se
ne andarono da un’altra parte, dove avrebbero potuto parlare meglio di
affari; le luci iniziarono a calare…
«Naruto, per carità
di chi ti pare, togliamoci da questo posto!» urlò Shikamaru,
scattando in piedi, e coprendosi le orecchie con le mani. Lui odiava la
confusione, la gente o cose inutili come ballare;
invece, a Naruto non sarebbe dispiaciuto poi troppo muoversi un po’ per
togliersi tutto quel torpore di dosso, o anche solo per fare un po’ di
macello… Shikamaru prese a strattonarlo, quando da una porta laterale
entrarono i due sposini, evidentemente per unirsi anch’essi alle danze.
Per la verità, Neji sembrava parecchio restio
a muoversi; ma TenTen, sorridente e radiosa nel suo
vestito bianco, lo trascinava, evidentemente più cocciuta di lui;
arrivarono al centro della pista e iniziarono dunque a muoversi un po’.
Nel frattempo, attirati dalla musica, erano arrivati parecchi ragazzi; Naruto
si guardò intorno, entusiasta.
«Ma dove diavolo erano tutti
‘sti ragazzi, prima?!» urlò
all’amico, tentando di sovrastare la musica e sorridendo; questi
rabbrividì, intuendo cosa l’altro volesse fare.
«Non avrai mica intenzione
di…»
«Dai, mummia! Guarda quante
ragazze ci sono…! Fallo almeno
per il caro Neji,
no?» continuò l’altro, spingendolo lontano dalle sedie che
finora avevano occupato, e trascinandolo verso il centro della sala; ma
l’altro opponeva una ferma resistenza.
«Non ci penso minimamente!
Ma non senti che casino, idiota?! E poi…»
In quell’istante
arrivò Sasuke, infastidito quanto Shikamaru
dal gran baccano.
«Andiamocene via da questo
posto! Ma che diamine, stavo parlando di cose serie con ministri e notai, e mi
sento questo casino nelle orecchie…»
Erano tutti e tre in piedi,
davanti al tavolino fino ad allora occupato dai primi due, a cavallo fra la
pista da ballo (ovvero, l’antico ed enorme salone) e la zona per coloro
che non volevano ballare, vicina alla parete; le luci multicolori erano
piuttosto basse e soffuse, e c’era adesso un intenso viola che permeava
tutta la sala… quel che successe in quegli istanti avrebbe condizionato
la vita dei tre per lungo andare. TenTen aveva un
attimo lasciato il suo sposo a ballare da solo –ovvero, ad agitarsi in
modo spasmodico facendo finta di non essere un totale idiota- al centro della
pista, si era avvicinata al tavolino proprio di fronte a quello dietro al quale
i tre ragazzi stavano ancora esitando, e stava ora incitando alcune sue amiche
di vecchia data a seguirla in pista.
Naruto notò vagamente tutto
questo, mentre litigava –urlando- con gli altri tre; quando, ecco, il
mondo si fermò, d’un
tratto.
Una ragazza, la ragazza più
bella che avesse mai visto, si era appena alzata dal tavolino davanti al suo
dopo l’ennesimo incitamento della sposa; aveva indietreggiato con la
sedia, aveva appoggiato le mani sul tavolo, e s’era semplicemente alzata.
Indossava un vestito molto molto semplice, di quelli
che non hanno spalline, ma che si regge al busto; era piuttosto alta e magra,
aveva fianchi ben pronunciati ma seno piuttosto piatto; aveva capelli corti e
chiari, come i suoi occhi (il ragazzo non ne riuscì a distinguere la
tonalità a causa delle vivaci luci da discoteca)… era qualcosa di
divino, di eccezionale, di innaturale. Il ragazzo sembrò perdere tutta
la sua solita vivacità ed energia; anzi, adesso boccheggiava
proprio…
Ed ecco, il mondo era ricominciato
ad andare; la musica tornò di botto, e con esso gli strattoni dei suoi
due migliori amici che lo invitavano a indietreggiare; ma lui non capiva
più niente, aveva occhi solo per quella meraviglia. Lei ora stava sorridendo, e in maniera sincera; si
piegò ai suoi lati, disse qualcosa ed esortò altre due ragazze
–dai capelli chiari, come i suoi- ad alzarsi, e quelle obbedirono, a
malincuore. Le tre avanzarono nella bolgia: erano uno strano terzetto. La meraviglia era al centro, e sembrava
incitare le altre due ad andare a ballare, seguendo TenTen
mentre sorrideva; quella alla sua destra, più alta e più formosa
di lei, le stava parlando con aria civettuola, l’altra era zitta, ma
piuttosto reticente ad avanzare.
«Ragazzi» fece Naruto,
quasi senza voce, totalmente stregato dallo spettacolo che aveva davanti ai
suoi occhi «ho trovato la donna della mia vita.»
I due alzarono gli occhi, e
seguirono il dito tremante dell’amico, che puntava nella direzione delle
tre ragazze dai capelli chiari, girate adesso di tre quarti.
«E’ lei.» ripeté il ragazzo,
inebetito. «Non vedete? E’ meravigliosa.»
I due si accigliarono; e, se
dapprima sulle loro facce c’era una certa aria di scherno, non appena
individuarono il gruppetto per qualche motivo tornarono seri: non risposero,
né lo presero in giro.
«Sì, per
carità, ma quale delle tre biondine?» proruppe Shikamaru, con un
certo tono di serietà e curiosità nella voce.
Ma l’amico, evidentemente,
non era più in grado di rispondere; come fosse in trance, si
liberò dal vincolo degli altri due e si avvicinò sempre di più alla pista da ballo.
*°*
«Tutto questo è meraviglioso» commentò
Kankuro, sorridendo come se fosse davanti ad un bambino particolarmente
stupido. «Veramente meraviglioso.
Ma chissenefrega? Gaara, che diavolo c’entra
con Temari questo?»
Ma Gaara stava riflettendo. No,
no, c’entrava, c’entrava eccome…
«Kankuro» disse
d’un tratto «ti ricordi… ti ricordi, a metà maggio
Temari era stata a un matrimonio… te lo ricordi, no? Non voleva neanche
andarci, siamo stati noi a dirle di andare perché era stata invitata
e…»
Kankuro era impallidito. Il
fratello aveva ragione.
«Magari… magari
l’avete vista, no? Magari questa Sakura era con lei…
magari…» continuò Gaara, boccheggiando.
«Va’ avanti, su»
lo incoraggiò di nuovo il minore, guardandolo ancora apprensivamente
come prima.
Naruto stropicciò il naso.
E continuò.
********************
Ok,
sono le 23:43 e DEVO postare prima che sia mezzanotte, altrimenti questa
ammazzata sarà stata vana xD Benissimo.
Comunque!
Buono ShikaTema Day a tutti
<333 Ah ehm, lo so che magari *questo* capitolo non è proprio tanto ShikaTema, MA!
Ma arriverà *___* XD
Mi
dispiace, ecco .-. avevo programmato di postare la parte ShikaTema
proprio per oggi, ma non ce l’ho minimamente fatta (vi dico solo che ho
ancora lezione all’università, cioè -.-), visto quanto sto
studiando. Spero vi piaccia questa parte… eh, ehm, non ho scritto nessun
altro capitolo >_> la storia ce l’ho in mente molto chiaramente, ma
come detto per mancanza di tempo non ho fatto altro, quindi non ho neanche idea
di quando postare il 2 capitolo .-. ma d’altra parte o postavo questo
primo capitolo o non postavo niente, e dal momento che non ho scritto niente
neanche l’anno scorso (causa maturità) quest’anno ho voluto
far qualcosa, ecco.
Prometto,
dunque, che lo shikatema ci sarà! Anzi,
è la coppia principale, anche se potrebbe non sembrare… Be’,
intanto godetevi ‘sta bella infarinata di NaruSaku,
che tanto non fa mai male no? VERO?! <3333 8D
In
ogni caso! Il titolo mi piace da morire xD
ovviamente, è una citazione dal telefilm “How I met your mother”, e poi capirete perché. In effetti
fino a qualche tempo fa ero abbastanza chiusa con questo telefilm (anche se non
eccessivamente), ma adesso non più così tanto, insomma…
cioè, l’idea è geniale, ma i personaggi dopo un po’
stufano alquanto (e poi hanno rimesso Scrubs alla
stessa ora e il confronto non regge xD). In ogni
caso, non chiedetemi come, mentre vedevo una puntata mi sono veramente flashata Kankuro e Gaara che interrogavano Shikamaru e gli
chiedevano come avesse incontrato la loro sorellina. :D Poi la cosa
s’è un po’ allargata e la trama si è infittita un
po’… oh, be’, sarà un
po’ un casino, ma io mi sono divertita da morire a pensarci su.
Ah,
infine la kitchaggine di colori al titolo ha un
motivo: io associo a Shikamaru il verde, a Naruto l’arancione e Sasuke il blu. E poi bo, Temari
al rosso. Semplice.
Spero
veramente vi piaccia! ^^
Ringrazio
(essendo amministratrice con la mia sociua Sacchan di un bel forum ShikaTema)
tutti coloro che hanno partecipato e che sono stati più puntuali di me
:D E buono ShikaTemaDay a tutti <3
Commenti,
come al solito, graditissimi. Grazie in ogni caso!
(probabilmente
il testo sarà pieno di errori, ma è tardissimo e domani ho
lezione >__> correggerò appena posso, è osceno fare
così ma non posso fare altrimenti…)
(NB:
testo ricontrollato. Effettivamente, *era* pieno di distrazioni, ah ehm
>_>)
Clahp