Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: zenzero    25/06/2011    2 recensioni
La storia inizia come in tante altre storie: due giovani uomini si ritrovano su di un'isola. Ma essa non è affatto deserta. Oltre ad un grosso cane, infatti, vi abita anche una ragazza decisamente diversa dalle altre...
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Stamattina mi svegliai molto presto. C’era qualcosa di diverso, nell'aria. Era più caldo del solito. Bogo sembrava agitato. Abbaiava in continuazione, come se avesse visto qualcosa d’interessante. Forse era stato proprio il suo guaito a svegliarmi.
Mi vestii in fretta, mi lavai la faccia e corsi dal mio cagnone. “Cagnone” per modo di dire. Certo, era un pastore tedesco adulto di grossa taglia, ma per me era un piccolo cucciolo.
Mi ero sempre chiesta come avesse fatto un cane di tale razza a trovarsi su un’isola deserta.
Comunque, seguii i suoi guaiti sino alla spiaggia. All’inizio non capii cosa avesse fatto entusiasmare tanto il mio cucciolone.
Ma poi, guardando con più attenzione, mi accorsi che qualcosa si era incagliato, dietro agli scogli. Si muoveva appena nella bassa marea mattutina. Una barca, anzi una scialuppa, di cui vedevo appena la prua.
Decisi di controllare meglio e avanzai cauta tra le onde che mi lambivano appena le ginocchia. Udì un tonfo, come qualcosa che precipitata in acqua, ma non vidi nulla tra le onde.
Fu solo raggiungendo l'imbarcazione che capii di aver trovato molto di più di un semplice guscio di noce.
Distesa nella scialuppa c’era una persona. Un essere umano. Un ragazzo, di circa vent’anni.
Era esanime, con l’intero corpo abbandonato mollemente sulle assi di legno. La pelle, soprattutto del volto, era secca e tirata, cotta dal sole e dalla salsedine. Portava una barba di parecchi giorni, malcurata, e lo stesso era per i capelli e gli abiti. Non doveva aver fatto un bel viaggio.
Inizialmente non sapevo cosa fare. Ma poi mi resi conto di non poterlo lasciare lì, così. Sicuramente al suo risveglio si sarebbe spaventato, ma aveva bisogno di cure. Lo sollevai per le ascelle, come raramente facevo con quelli della sua specie. Non pesava molto. Respirava, anche se lievemente. Me lo caricai su una spalla. Dovevo farlo rivenire, e dargli dell'acqua da bere, e la spiaggia non mi sembrava il luogo adatto. Ne conoscevo un altro, più appartato.
Portai l’umano in una zona nascosta nella foresta. Il sole filtrava in piccoli raggi poiché il fogliame era molto ricco. Più avanti, c’era una fonte con una sorgente naturale che sembrava l’ideale per fare un bagno.
Una volta arrivata, calcolai il punto in cui l’acqua sembrava più profonda, e senza cerimonie vi gettai il giovane.
Questi dopo pochi istanti si riprese. Emise una sorta di gemito gutturale, emergendo dall’acqua dandomi le spalle e sputando ovunque. Sembrava estremamente sorpreso di trovarsi in un luogo simile.
 - Ma questo…, - disse, confuso, -..sono..in paradiso?
Non riuscii a trattenere una risata.
 -Direi proprio di no, -risposi io.
Lui sussultò, sorpreso di udire una voce umana. E si voltò.
Rimanemmo immobili per qualche istante. Poi il ragazzo emise un grido incredibile, uscì dall’acqua e si mise a correre.
Scappava da me. Non credevo l’avrebbe presa così male. Mi sentì un pochino offesa.
Lo rincorsi. Era pericoloso, per lui, andare allo sbaraglio.
Senza saperlo, stava esattamente percorrendo a ritroso il percorso che avevo fatto, quindi avrebbe presto raggiunto la spiaggia, ma inciampò in un tronco e cadde a terra.
Lo raggiunsi, mentre lui mi guardava terrorizzato.
 -Ascoltami, - gli dissi con la voce più calma che riuscii a tirare fuori, - Stai calmo. Non voglio farti nulla.
Feci per chinarmi su di lui ma in quel momento qualcosa mi colpì con forza la schiena. Mi girai, sorpresa.
Mi aveva raggiunta un altro essere umano, dall’aria nervosa. Mi chiesi da dove potesse provenire, forse era naufragato anche lui?
Sembrava essere poco più anziano dell’altro ragazzo, ed era più alto e più magro, e meno robusto. Sul naso portava due lenti di vetro che dovevano averne passato di tutti i colori, e lo stesso si poteva dire dei suoi vestiti. La barba e i capelli lunghi, tenuti in una coda di cavallo, avevano decisamente bisogno di un barbiere.
Il nuovo arrivato raccolse fiato e coraggio e puntandomi contro un bastone mi gridò: -Maledetto mostro! Lascia stare il signorino Ivan!

 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: zenzero