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Autore: Elos    26/06/2011    14 recensioni
In norvegese la chiamano Jotunheimen, casa dei giganti. [...]
Prima Classificata allo "Scacchi Magici Contest - fai la tua mossa" indetto da LylaBaudelaire.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Viktor Krum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La casa dei giganti




.ottobre, 1988


In norvegese la chiamano Jotunheimen, casa dei giganti.
I Babbani non lo sanno, ma è vero alla lettera: questa è la casa dei giganti, delle fate del nord, scure, ostili e capricciose, degli ultimi draghi di Norvegia. E' un posto di boschi bui e montagne aguzze e laghi piatti come il mercurio. Il cielo è così vicino che sembra di poterlo raggiungere, e la cima del mondo è lì, pensa il ragazzo.
Ha dodici anni, i piedi storti, la schiena curva. E' troppo alto per la sua età e goffo a terra proprio come un drago, ma oggi ha scoperto che questo non significa niente: perché, gliel'hanno detto tutti, il ragazzo volerà alto. Con una scopa in mano è un gigante, non troppo alto ma più alto, più alto di chiunque altro, e Durmstrang è la sua casa.
Il Boccino gli si contorce tra le mani, tremando come impazzito, e le minuscole ali gli fanno il solletico. Non riesce a sentire ancora nulla che non sia il sibilare del vento, ma tra un attimo i rumori ritorneranno, il mondo ritornerà, e dalla folla esploderà un boato.
Ha dodici anni, Viktor Krum, Ha appena vinto la sua prima partita di Quidditch.


.dicembre, 1994


Ha visto il quarto Campione del Tremaghi aggirarsi per i corridoi con un'aria sconsolata, adocchiando con un'espressione di puro panico i gruppetti di ragazze orribilmente cinguettanti che si radunano negli angoli: a Viktor questo Harry Potter non sta particolarmente simpatico, ma pensa di capirlo. Lui stesso deve reprimere l'impulso a darsi alla fuga ogni volta che le ragazze si voltano nella sua direzione e ridacchiano.
Ridacchiano sempre. Non fanno altro. Arrossiscono e ridacchiano, e sono stupide come oche, pensa con disgusto, come gazze. Non le vorrebbe alla distanza di un manico di scopa. Sua madre gli ha insegnato a comportarsi con perfetta educazione con le signore, ma è faticoso essere cortese quando tutto quello che gli piacerebbe fare è ringhiare verso di loro.
Non le vuole. Loro lo vorrebbero perché è famoso. Non lo vedrebbero mai in nessun altro modo, e ridacchierebbero, Merlino, non lo sopporterebbe!
Quella che vorrebbe è quella che non ridacchia mai. Ha la schiena curva anche lei, per i libri che si porta sempre dietro, e i capelli arruffati. Ha un sorriso diritto ed ampio come l'arco del vento. Non sembra neanche essersi accorta che lui esiste, pensa Viktor, e questo è stupendo.
Potrebbero parlare. Potrebbero...


.dicembre, 1994 (qualche giorno più tardi)


- Foresti fenire al ballo con me?
Sembra stupita, e così i suoi occhi sono un po' più grandi, la sua bocca schiusa ha una piega più gentile. Il sole che filtra dalle finestre della biblioteca taglia sui suoi capelli strisce di luce d'oro, e Viktor sente qualcosa ammorbidirglisi nel fondo dello stomaco e si chiede come sia possibile che gli altri non vedano questo. E' carina. E' molto più carina di tutte le altre.
Lei apre e chiude la bocca a vuoto per un paio di volte, e sembra a disagio, e per un attimo lui crede inorridito che stia per dirgli che ha già un appuntamento, che ha già un compagno, un fidanzato, un ragazzo, qualunque cosa; e invece lei arrossisce furiosamente e risponde:
- D'accordo. - e poi, correggendosi: - Cioè, sì. Sì, grazie. Grazie per avermelo chiesto. -
Viktor non è sicuro che grazie per avermelo chiesto sia la risposta standard per questo genere di inviti, ma quello di cui è assolutamente, inequivocabilmente, pienamente sicuro è che non gliene importa niente. E' arrossita. E' carina. E' bella, pensa per un attimo, folgorato. E' bella.
E poi Hermione Granger piega la testa in avanti e gli sorride.


.luglio, 1998


- Buongiorno. - dice qualcuno sopra di lui. - Apra gli occhi solo quando se la sente. -
Viktor obbedisce: e la prima cosa che vede è il soffitto bianco di un'infermeria.
- Ha preso un brutto colpo. - afferma il qualcuno. Viktor gira la testa: si pente di averlo fatto quando una fitta di dolore sconvolgente gli attraversa il cranio e sembra spanderglisi nel naso. - Credo che se lo sia rotto. - La voce è gentile ma un po' più che lievemente ironica; una voce di donna. - Di nuovo. -
Viktor sbatte le palpebre, cercando di mettere a fuoco l'interlocutrice, e domanda infastidito:
- Chi è lei?
- Sono una guaritrice. L'hanno portata qui direttamente dal campo di Quidditch, non ricorda? Era sveglio quando è arrivato in infermeria...
Viktor lo ricorda. Più o meno. Vagamente. Spalanca gli occhi:
- La partita?
Finalmente riesce a vederla bene, la guaritrice. E' giovane. Ha il naso aquilino, gli occhi scuri. Sembra divertita e contenta mentre allunga una mano verso di lui.
- Grazie. - esclama poi. - Il suo naso ci ha appena fatto vincere la Coppa del Mondo. -
Il Boccino d'Oro, nelle sue dita, è una stella prigioniera.


epilogo .diciannove anni dopo


In norvegese la chiamano Jotunheimen, casa dei giganti.
Ana ama sentirglielo raccontare. Si appoggia alla sua spalla, seduta sul divano.
La chiamano casa dei giganti perché tocca il cielo, racconta Viktor, e Ivan sgrana gli occhi. Viktor lo tiene sulle ginocchia perché il bambino è piccolo, facilmente impressionabile, e le favole del nord sono buie come la terra nella quale sono nate.
La chiamano casa dei giganti, ed i giganti vivono lì veramente, come le fate, come i draghi. Eléna lo interrompe perché vuole sentire parlare un altro po' delle fate, Ana ride e le dice che gliene parleranno un'altra volta, e che lasci finire suo padre, adesso, se vuole che racconti di Durmstrang!
Ana è bellissima come era bellissima nell'infermeria, con il naso aguzzo e gli occhi neri e il sorriso raggiante. Qualche volta Viktor si è trovato a chiedersi come sarebbe potuta essere la sua vita se le cose fossero andate diversamente: ricorda una biblioteca piena di luce, e capelli molto ricci chini su un viso arrossito, ma i ricordi sono vaghi. Sembrano sempre più freddi, mentre questo... questo è...
Viktor è felice.
In norvegese la chiamano Jotunheimen, racconta ai suoi figli. Ed è la casa dei giganti.






Note dell'autore: Questa storia ha partecipato al concorso Scacchi Magici Contest - fai la tua mossa indetto da LylaBaudelaire per la Squadra Nera e con il pezzo del Pedone Nero in E7. Sono orgogliosa di dire che la Squadra Nera ha vinto la partita x°D (e, nel mezzo, questa storia si è classificata prima).


Non è bellissimo? Grazie, Lyla!


Tre note, fondamentalmente. La prima: la Jotunheimen è una catena montuosa della Norvegia. La Signora Autrice non dice mai dove Durmstrang sia situata, ma gli elementi dei quali parla (il buio in inverno, il freddo intenso, le pellicce) fanno pensare ad un posto in Svezia o Norvegia. Io ho optato, come la Wikipedia inglese di Harry Potter (vedi qui) per la Norvegia! x°D La seconda: la storia è classificata come one-shot perché non è stata pensata come una raccolta. E' in effetti un brano unico, suddiviso in cinque pezzi da 200 parole esatte l'uno (secondo il contatore di OpenOffice), per cinque momenti. La terza: la Rowling ha affermato su una chat che Viktor sposerà una donna bulgara... ma non ci ha mai detto nulla su questa fatidica donna del mistero! Da cui, il Nuovo Personaggio e tutto quel che ne consegue.

Be', io ho finito di pubblicare le storie con le quali avevo partecipato ai concorsi di EFP questa primavera. Per le nuove storie ci rivedremo a settembre o ad ottobre, credo... La pubblicazione di Prima di King's Cross e La miglior parte della nostra vita proseguirà invece anche durante l'estate.
Ne approfitto per augurare buona vacanze a tutti!
Modificato per: E qui sotto abbiamo le altre storie partecipanti... i miei complimenti a tutte!
Di scale e corridoi di Juniper Fox
Ritorno alla vita di SunnySideOfTheStreet
  
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