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Autore: chocolate eyes    26/06/2011    7 recensioni
"Così avevano deciso di smetterla, di non vedersi più, di far finta che nulla fosse successo. Adesso entrambi potevano dire liberamente di essersi amati, in gran segreto, ma si erano amati. Aria e Nick si erano amati. Come due ragazzi certo, perché erano quello, ma si erano amati. Si erano fatti male, ma molto di più si erano voluti bene, e protetti, e sostenuti a vicenda."
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Los Angeles, Nick Jonas e Aria, una ragazza normale che gli darà filo da torcere. Due vite unite, separate...e adesso chissà...riuscirà il destino a cambiare le carte in tavola?
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Still in love with you.'
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Still in love with you.





“Aria si è sentita male…è stata portata in ospedale”
Quella frase lo tormentava da qualche minuto, da quando il fratello di mezzo aveva bussato incessantemente alla porta di casa sua quel 10 giugno.
Stranamente pioveva quel giorno a Los Angeles, e da un caldo afoso si era arrivati ad una leggera brezza che pungeva dentro la pelle.
L’aveva fatto entrare in casa Nick, mentre con solo un paio di pantaloncini addosso, si dirigeva verso la cucina per preparare due tazze di caffè.
 
Nero, bollente e schifosamente amaro, come piaceva a lui.
 
-Ho disturbato?-, chiese Joseph con un ghigno notando l’abbigliamento del fratello.
-Delta sta riposando in camera…io ho fatto una doccia-, spiegò il padrone di casa avvicinandosi alla finestra.
 
Joseph era il suo migliore amico oltre che unico membro della famiglia ad aver accettato sempre tutte le sue scelte, giuste o sbagliate che fossero.
L’unico che aveva accettato sin da subito quella relazione con una donna esageratamente più grande, relazione che in un primo momento era stata scambiata per semplice amicizia nata in uno studio di registrazione.
 
L’aveva cambiato Delta.
L’aveva fatto crescere troppo in fretta forse. Aveva 21 anni Nicholas ma di certo non era come tutti i suoi coetanei. Di certo gli mancavano esperienze che gente della sua età aveva fatto da molto, troppo, tempo.
La sua famiglia l’aveva cresciuto e coccolato fin quando, soffocato dalle troppe attenzioni della madre, non era andato via di casa per respirare un po’ di sana libertà.
Era cresciuto con dei valori forti, che non avrebbe distrutto per niente al mondo.
Ma era arrivata quella ragazza, e con lei un vortice di sensazioni tutte nuove, tutte belle a primo impatto.
Alcune pericolose, che lo avevano portato a compiere decisioni affrettate forse.
 
I primi tempi che Nick Jonas frequentava Delta Goodrem, non riusciva a mettere piede dentro la casa dei genitori senza essere rimproverato dai familiari stessi.
La differenza d’età, le esperienze e le aspettative diverse, erano tutte cose che l’avevano spinto a continuare quella relazione, fin quando non aveva capito che lei si era affezionata a lui, a tal punto d’amarlo quasi.
Ma lui non era dello stesso parere, aveva amato solo due persone…beh una era troppo giovane per capirlo, quindi forse aveva amato solo una persona.
Erano stati insieme un anno, quando erano poco più che quindicenni, poi si erano lasciati, era un momento d’oro per lui…si erano rivisti due anni dopo, ma già lui iniziava a mostrare segni di un carattere diverso, di una persona diversa.
L’aveva trattata male spesso, e spesso lei si era abbassata al suo volere.
Talmente in basso che quando aveva rialzato la testa, aveva capito di non volerlo fare mai più.
 
Così avevano deciso di smetterla, di non vedersi più, di far finta che nulla fosse successo.
Adesso entrambi potevano dire liberamente di essersi amati, in gran segreto, ma si erano amati.
Aria e Nick si erano amati. Come due ragazzi certo, perché erano quello, ma si erano amati. Si erano fatti male, ma molto di più si erano voluti bene, e protetti, e sostenuti a vicenda.
 
Anche quando lui si è sentito male durante un concerto.
Non stavano insieme da un po’, eppure lei era corsa in ospedale ed aveva vegliato insieme a tutta la famiglia del ragazzo.
Aveva pianto forse, ma di certo non avrebbe mostrato a nessuno le sue lacrime.
 
Orgoglio.
 
Motivo in più per allontanarsi l’uno dall’altra.
Motivo in più per farsi sembrare ancora più simili. Ancora più completi.
 
-Nick?...-, il fratello lo riscosse dai suoi torbidi pensieri. Lo guardò come se non si fosse perso nulla del suo discorso, ma in realtà non aveva sentito una sola parola.
-Dicevo che torno in studio…so di essere piombato qui presto, ma volevo darti la notizia io personalmente piuttosto che i giornali…-, ancora quella notizia.
-Si…grazie per avermi avvertito. Le manderò dei fiori penso…le scriverò un messaggio non so…-, rispose conscio che non avrebbe fatto nulla di tutto ciò. Non adesso che lei era felicemente fidanzata. Non sarebbe ripiombato nella sua vita, non adesso che lei era felice.
-Mamma ci vuole tutti a pranzo domenica…anche Delta! Sai tornano Kevin e Danielle dal viaggio in India-
-Ci saremo…ehi ricordati di mandarmi il disco!-, gli disse allentando la tensione e facendolo scoppiare a ridere. 
-Ma se sei il mio capo!-, rispose l’altro dandogli un pugno sul braccio ed uscendo da quella casa assediato sai fotografi.
 
Salutò il fratello, facendo una smorfia a tutte quelle persone che non gli permettevano di vivere una vita tranquilla, e andò in cucina per posare la tazza.
Quello che vide fu uno spettacolo che gli mozzò il fiato.
La sua ragazza aveva una sua camicia indosso, leggermente aperta e saltellava da una parte all’altra della stanza intenta a preparare la colazione.
Appena lo vide gli saltò addosso, sorridendogli felice.
Aveva quasi 30 anni si, ma ne dimostrava molti di meno.
 
-Buongiorno amore…-, gli disse baciandolo dolcemente.
-Buongiorno…-, rispose lui posandola sul tavolo da cucina e accarezzandole i capelli.
 
Delta era bellissima. Alta, bionda, con un fisico perfetto.
Bellissima si, ma non stupenda quanto lei.
Stavano insieme da quasi due anni e ormai tutti erano a conoscenza della loro storia, uscivano tranquillamente davanti a fotografi e giornalisti. Ma nessuno si era mai permesso di fare una qualche domanda di troppo.
 
Si erano conosciuti ad un party, in Australia, terra natale della ragazza. Quattro chiacchiere, qualche drink di troppo, ed erano finiti a letto.
Si erano risentiti parecchi giorni dopo, quando lei per lavoro era arrivata dentro la sua casa discografica. Da quel momento si erano visti sempre più spesso ed era nata una storia d’amore.
 
-Domenica siamo invitati a pranzo da mia madre-, le aveva riferito lui qualche minuto dopo mentre si cambiava per andare a fare qualche intervista
-Sono contenta…mi preparerò al meglio!-, gli urlò lei dal bagno mentre si coccolava dentro l’immensa vasca d’acqua calda.
-Devo scappare…mi dispiace di non poterti accompagnare all’aeroporto-, continuò lui entrando ora nel bagno e abbassandosi all’altezza della compagna.
-Non importa…tornerò domenica mattina presto, in tempo per il pranzo promesso! Buona giornata amore-
-Divertiti dai tuoi!-
 
E con un semplice bacio, si erano separati per quella giornata.
Si erano separati per quella settimana, almeno fino a domenica.
 
Con uno strano senso di leggerezza e la sua solita borsa piena di documenti, Nick Jonas era uscito da casa sua, salendo in macchina con un bel sorriso.
Finto si, ma questo i paparazzi non l’avrebbero mai saputo.
 
Come ogni mattina si diresse al lavoro, nel suo BeatLab, lo studio di registrazione che gli fruttava una fortuna ogni giorno.
L’aveva creato solo con i proventi di una vita, e adesso era il migliore studio di registrazione e casa discografica che Hollywood avesse mai avuto.
 
Era fortunato Nick Jonas.
Si se lo ripeteva spesso. A 21 anni pochi avevano realizzato il grande sogno di una vita. A 21 anni pochi erano rispettati come lui. Molte persone amavano il suo lavoro, lo gratificavano da ogni parte del mondo. E lui le soddisfaceva, migliorandosi ogni giorno di più, non deludendo mai le aspettative di nessuno, men che meno le sue.
 
Entrò in quell’immenso edificio, salutando cordialmente tutti i suoi dipendenti.
 
-Buongiorno capo!-, gli disse sorridente Jessica, una ragazza di 22 anni che per lui faceva solo l’assistente.
 
Gli porse il suo caffè e la sua posta, prima di seguirlo nel suo ufficio.
 
-Jess…ho bisogno che tu mi faccia un favore…-, le disse chiudendosi la porta alle spalle e facendola accomodare in una sedia.
 
Jessica Stan era una delle poche persone di cui Nick si fidava. Era come la sorella che non aveva mai avuto. Aveva un rapporto splendido e speciale, e non solo perché era la ragazza di suo fratello, ma anche perché avevano passato così tante avventure insieme che ormai conoscevano tutto l’uno dell’altra.
 
-Dimmi tutto…eh no, non parlerò con tua madre per non farti venire a pranzo-
-Non intendevo questo…ma potrei farci un pensierino!-, le rispose mettendosi a ridere seguito dalla risata cristallina della ragazza, -vorrei che tu mi aiutassi a fare una cosa…per Aria-, continuò abbassando decisamente il capo verso alcuni fogli già sistemati sulla sua scrivania.
 
La ragazza lo guardò a bocca aperta, prima di annuire,  conscia che la nottata ad occhi aperti passata con il suo ragazzo a tormentarlo sui motivi per cui avrebbe dovuto convincere Nick a lasciare Delta, era servita a qualcosa.
 
-Certo…dimmi tutto!-
-No sai che ti dico? Lascia perdere…davvero fa finta che non ti abbia detto nulla!-, le disse sospirando e scuotendo vigorosamente la testa. Jessica scosse il capo a sua volta sbuffando, e promettendosi di essere più convincente con Joe la prossima volta, -oggi ho qualche appuntamento? Apparte quell’idiota di Joe?-, continuò come se niente fosse.
-Ha chiamato l’agente di Victoria Justice…verrà domani pomeriggio. Quindi no…dopo l’idiota del mio fidanzato, sei libero di fare ciò che vuoi della tua stupida e patetica vita da fidanzato modello!-, gli risponde fissandolo furiosa.
 
Jessica e tutta la famiglia Jonas erano forti sostenitori di Aria e della sua storia con Nick, soprattutto la ragazza di Joe non perdeva occasione per lanciare frecciate velenose alla nuova compagna del cognato e tessere le lodi della mora.
 
-Grazie eh sempre chiara! Puoi andare comunque… dì a Joe che arriverò al più presto-
 
La ragazza si chiuse la porta alle spalle maledicendolo in tutte le lingue del mondo, ed iniziando a fare quello per cui veniva pagati profumatamente ogni fine mese, la tutto fare di Nick Jonas. Lei ritirava i suoi abiti in tintoria, lei gli prendeva il giornale, lei andava alla posta a pagare le sue bollette, sempre lei gli organizzava viaggi di piacere e non.
Insomma con la scusa che era sempre assediato da paparazzi, lei faceva tutte le faccende pesanti e lui si limitava a girovagare per quel grattacielo al centro di Los Angeles.
 
Quel giorno Nick Jonas aveva un continuo sbalzo d’umore, e questo l’aveva capito sulla sua pelle un povero stagista che per caso l’aveva urtato mentre saliva in ascensore.
Dopo qualche minuto di sfuriata, rischiava di essere licenziato ancora prima di prendere lavoro.
 
Quando Joe vide suo fratello furente entrare in studio pensò che forse avrebbe dovuto annullare la sessione e magari portarlo a farsi un giro.
-Tutto bene?...voglio dire, stai bene?-, gli disse cercando di apparire il più tranquillo possibile.
-Ti sembra che qualcosa vada storto? Va tutto bene…tutto fottutissimamente bene…e ora sbrigati che non ho tempo da perdere-, gli urlò quasi prima di sedersi malamente su una sedia e iniziare ad ascoltare l’album.
 
Dopo la seconda canzone il suo umore era decisamente migliorato, tanto da farlo sorridere, nell’ultima canzone.
Joe e gli altri addetti tirarono un sospiro di sollievo mettendosi a ridere anch’essi spensierati.
 
Era fatta.
L’album su cui aveva lavorato per oltre un anno era completo.
Sarebbe stato un enorme successo, puntava tutto su suo fratello e sulle sue doti canore, oltre che sulla sua faccia sfacciata che faceva impazzire milioni di ragazzine di tutto il mondo.
Rideva al pensiero che anche lui si divertiva a provocarle proprio come faceva Joe. Solo che al contrario di Joe, lui non doveva rendere conto a nessuno.
 
-Se non vuoi divorare me con le tue dolci parole…ti giuro che ti offro il pranzo!-, gli disse Joe sedendosi accanto a lui.
-D’accordo…andiamo a pranzo! Complimenti a tutti ragazzi davvero!-, disse applaudendo e facendosi applaudire a sua volta.
 
Decisamente oggi non era una delle sue giornate migliori.
Tutto per quella strana sensazione che provava all’altezza dello stomaco e quel martellare frenetico del cuore.
Tutto per colpa sua.
 
Da quando il fratello gli aveva detto quella cosa non era riuscito a fare nulla di concreto, non era riuscito a respirare un momento tranquillamente.
 
Stava vivendo in apnea.
 
Salì nel suo ufficio, chiamando Jessica e invitandola a pranzo con lui ed il fratello.
Lei aveva fatto un po’ di storie per la montagna di lavoro da sbrigare ma alla fine aveva ceduto, a patto che la portassero a mangiare qualcosa di Italiano.
 
-Sarai un po’ viziata Jess?-, disse Nick salendo sul sedile posteriore del SUV nero del fratello. Si beccò una leggera botta in testa prima di farla scoppiare a ridere.
-Joe perché tuo fratello è una piattola?-
-Si comporta cosi solo con te amore…sarà che vi volete troppo bene!-, rispose Joe prendendole una mano e baciandogliela prima di svoltare lungo una delle vie principali della città, per andare nel loro ristorante preferito.
 
Il De Giovanni era una tipica trattoria Italiana. La proprietaria era la loro vecchia tata nel New Jersey e quando si era licenziata per aiutare la figlia, avevano scoperto che aveva raccolto i risparmi di una vita per aprire questo ristorante, che era diventato meta preferita di tutta la famiglia Jonas e amici.
 
Entrarono dalle cucine per evitare di farsi vedere da chiunque e, dopo aver salutato la donna e la figlia, si diressero al loro solito tavolo, riservato e sempre con un mazzolino di fiori al centro.
 
Joe ordinò per tutti e chiese anche una bottiglia di vino per brindare a quella comitiva.
 
-Dio…vi odio-, disse Jessica posando la forchetta e sospirando sazia.
-Hai mangiato anche dai nostri piatti te ne rendi conto? Joe poi in ufficio si lamenta perché non riesce a seguire una dieta-, rispose Nick scoppiando a ridere e facendo ridere anche Joe che guardava la faccia timida e adorabile della sua ragazza.
 
Il più piccolo tra i tre sorseggiò un altro po’ di vino mentre riaffioravano i ricordi più belli passati con questa ragazza.
A quei tempi erano ancora un gruppo, un anno prima del matrimonio di Kevin.
Erano a Parigi per una conferenza stampa prima di un concerto. 
Faceva l’organizzatrice d’eventi quando si erano conosciuti…correva come un fulmine mentre dava ordini a chiunque dentro quell’enorme tendone.
Ospiti dell’evento erano proprio i tre fratelli e lei aveva involontariamente gettato il caffè sulla camicia di Nick.
Dopo qualche “mi dispiace” ed un “non importa ho il cambio”, erano andati entrambi a svolgere il proprio lavoro.
La sera durante il party del dopo concerto lui le aveva chiesto il numero…ma l’attenzione della ragazza era tutta rivolta a Joe cosi loro erano diventati ottimi amici e Joe era diventato il suo ragazzo ufficiale.
 
-Terra chiama Nick…ehi grassone possibile che debba incantarti come un deficiente?-, disse Jessica sventolandogli una mano davanti agli occhi.
-Cercavo di non ascoltare le tue stronzate!-
-Ragazzi non cambiate mai! Inizio ad essere un po’ geloso…-, disse Joe passando un braccio attorno le spalle della fidanzata.
-Mio dio…ragazzi scusate devo scappare perché ho un impegno…-, disse Nick guardando il display del cellulare mentre la sua assistente lo guardavo stralunata non riuscendo a ricordare quale impegno potesse essere alle 2 del pomeriggio,-prendo un taxi e…grazie per il pranzo davvero!-, terminò prima di alzarsi ed uscire fuori chiamando un taxi.
 
In realtà non aveva nessun impegno ma doveva fare una cosa.
Una cosa a cui ci pensava da tutta una giornata.
 
-Al Providence Hill Hospital per favore-, disse Nick all’autista del taxi che annuì dallo specchietto prima di ingranare la marcia e portarlo a destinazione.
-20 dollari-, chiese voltandosi verso il giovane che gli porse subito i contanti prima di scendere e sospirare davanti quell’imponente struttura.
 
Il Providence Hill Hospital era una struttura privata che si trovava a Burbank, periferia di Los Angeles.
Li ci lavorava la madre di Jessica.
Li gli avevano diagnosticato il diabete, la malattia che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Li andava a trovare i bambini nei reparti più tristi, quelli che sarebbero rimasti lì per un periodo indefinito e quelli che stavano affrontando la sua stessa malattia.
 
Sospirò un’altra volta prima di entrare.
 
-Signor Jonas buongiorno-, salutò la centralinista sorridendogli, -vuole che chiami la dottoressa Jensen per la sua consueta visita ai bambini?-
-No in realtà cercavo…Marie cercavo la stanza di Aria Gomez-, disse sussurrando il nome alla signora.
-Signor Jonas non è orario di visite…come faccio?-
-La prego…non devo entrare vorrei solo sapere la stanza!-
-Va bene…-,rispose ancora la donna, -stanza 512, ma forse la trovi ancora al pronto soccorso!-, concluse rassegnata.
 
Il ragazzo le sorrise e si diresse di corsa nella stanza stabilita, dove non trovò nessuno così scese al pronto soccorso, iniziando a guardare le stanze attraverso i vetri cercando qualcosa che potesse rimandare a lei.
 
-Nicholas…-
 
Il ragazzo si voltò ansante verso la voce e rimase a bocca aperta.
Sconvolto. Piacevolmente sconvolto.
Ed imbarazzato.
 
-Signora Gomez…salve…ehm…-, disse imbarazzato portandosi una mano dietro la testa.
-Oh avanti ci conosciamo da così tanto tempo e mi dai ancora del lei...ma che ci fai qui?-, gli rispose avvicinandosi e sorridendogli.
 
Mandy Gomez, o meglio, Mandy Van Shark, era la madre di Aria.
Alta, mora, era stupenda proprio come la figlia.
Anzi la figlia era stupenda proprio come lei.
Nonostante il rapporto tra i due, lei e la madre erano amiche da tanto tempo e non si sarebbero divise solo per il comportamento da bambini dei figli.
 
-Io…io…beh sono venuto a fare visita ai bambini del reparto di diabetologia…ho solo fatto il giro più lungo…si-, disse maledicendosi per quella bugia che faceva acqua da tutte le parti, -lei…tu invece?-
-Stanno facendo delle visite a Aria…perché non vieni a vederla?-,gli disse sorridendo adesso imbarazzata.
-Ti ringrazio…non è il caso davvero…è stato un piacere rivederti!-
 
Non fece neanche in tempo a muovere un passo che sentì la sua voce.
Aveva chiamato la madre con un sussurro, ma lui la sentì chiaramente.
Sentì quella voce soave, le sue orecchie si riempirono di quel suono.
 
Si fermò sul posto per ripartire subito, prima di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito sicuramente.
Qualcosa di insensato.
 
Decise comunque di fare un salto, da quelli che lui chiamava “i suoi bambini”.
Amava farli sorridere, era la sua gioia più grande.
Tornò a casa nel tardo pomeriggio, si gettò sul divano e non si mosse da lì per parecchio tempo.
 
Stava bene, l’aveva visto con i suoi occhi.
Non sapeva se esserne felice.
Insomma lui aveva la sua vita e lei anche. Lei era felice poi con quel tipo che lui aveva sempre odiato.
 
Justin Bolton, si chiamava.
Gli aveva fregato anche le iniziali, insomma…solo loro tre potevano chiamarsi JB.
Erano i JB.
 
Sbuffò inviando un messaggio alla sua ragazza.
Appena ricevette risposta, decise che per quella sera avrebbe evitato di cenare e sarebbe andato a letto stanco com’era.



***
 



Buongiorno a tutti (:
se avete letto fin qui già mi rendete la ragazza più felice al mondo (:
Allora premettendo che io non sono una scrittrice, ma solo una pazza fan adorante di quei tre tipini chiamati Jonas Brothers, eccomi con una storia che ha come protagonista Nick ed una ragazza di Nome Aria, la tipa che vedete a inizio capitolo si (:
Che dire questo è solo l'inizio, vi giuro che ci sto mettendo l'anima per realizzare questa storia, perciò spero vi piaccia, vi incuriosca non so, magari vi fa pure schifo xD, vi prego di recensire, giusto per farmi capire se posso continuare o mi ritiro in qualche convento xD
Grazie davvero grazie ad una grandissima <3 ve lo giuro lei e le sue storie sono meravigliose *-* Novalee
Ho già scritto fino al capitolo 3 quindi dipende tutto da voi (:
un bacione Vals

 

   
 
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