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Autore: Mary_Rose_Crosszeria    26/06/2011    0 recensioni
“Trama”:
Shade pensava di essere un ragazzo assolutamente normale, e la noia della routine lo sommergeva ogni giorno sempre più.
Tutto prima di conoscere lei.
Adesso deve proteggerla e aiutarla a salvare il suo regno.
Grazie a lei scoprirà il suo passato e deciderà cosa fare del suo futuro, vivendo una storia oltre i confini della realtà da sempre destina a compiersi.
Ma il tempo è poco, e Shade non ha molto tempo per far chiarezza sui suoi sentimenti; deve farlo in fretta, prima che il nemico della principessa attacchi e la battaglia finale abbia inizio.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo si svegliò di soprassalto guardandosi intorno smarrito, e subito cercò nell’oscurità l’interruttore della lampada posizionata sul suo comodino a pochi centimetri da lui. Provò inutilmente ad accenderla più volte ma senza successo; si alzò allora, sbuffando, cercando a tentoni l’interruttore generale, ma anche quello era fuori uso.
Strano.
Mentre si portava alla finestra, cercando un po’ di luce, inciampò più volte in vari cumuli di vestiti e oggetti buttati a casaccio sul pavimento. Non era un tipo particolarmente ordinato.
Arrivato alla finestra spalancò entrambe le ante lasciando entrare un leggero vento autunnale, definitivo segno che l’estate era ormai finita, e la luce della luna a rischiarare l’interno della stanza.
Chiuse gli occhi e inspirò pesantemente, massaggiandosi le tempie e sforzandosi di riportare alla memoria le immagini presenti nel sogno di poco fa, cercando di riordinare i pensieri che gli vorticavano nella testa.
Si trovava in un bosco strano, molto diverso dagl’altri,in cui regnava un innaturale silenzio e dove tirava lo stesso vento gelido di quella notte.
I ricordi cominciavano a sbiadire. Cercò di concentrasi di più inspirando nuovamente a pieni polmoni.
Mentre camminava tra gli alberi aveva scorto la luna e il suo bagliore che si era concentrato particolarmente in un punto preciso al di là della selva che lo attorniava. Seguendo quella luce si era ritrovato in una radura dove vi era una sorta di sorgente che convergeva in un micro lago dell’acqua limpida e trasparente.
 Ai piedi di una roccia violacea di notevoli dimensioni vi era appoggiata una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani che fissava concentrata il riflesso della luna sulla superficie dell’acqua. Non appena sentì i passi del ragazzo alzò lo sguardo che subito incrociò quello di lui, che la guardava incuriosito e confuso.
Lei gli sorrise amichevole e allora il ragazzo sebbene un po’ esitante si presentò:
 -Ciao io…io mi chiamo  Shade. Tu…tu chi sei?- aveva chiesto avvicinandosi alla ragazza.
-Il mio nome dici? In questo momento non ha particolare importanza.
Sono qui per avvertirti che sei in grave pericolo, cioè che noi siamo in pericolo…un pericolo che da solo non puoi evitare, ma con lei forse si...-
-Noi? Noi chi? Perché noi? Tu chi sei? Qual è questo pericolo?Di chi stai parlando?- aveva chiesto tutto d’un fiato il ragazzo perplesso, allarmandosi un po’.
La ragazza aveva guardato silenziosa la luna, rendendosi ormai conto che non aveva più tempo: -Ora non c’è più tempo, devo andare.-
-Ehi, aspetta! Non puoi venire qui, anche se non so bene nemmeno dove sia qui, sganciare come se niente fosse una bomba del genere, aspettarti che io capisca, e poi sparire…Mi devi delle spiegazioni!- aveva sbiascicato lui spiazzato da quella risposta.
La ragazza aveva ridacchiato divertita: -Vuoi delle risposte?-
Lui aveva risposto deciso: -Si,certo.-
Lei lo aveva fissato indecisa per un secondo prima di rispondere enigmatica:
 -Allora…prova a trovarmi.-
Poi gli aveva sorriso ed era sparita nel nulla non appena la luce della luna le aveva sfiorato la pelle candida.
Il ragazzo allibito si era portato di corsa nel punto esatto in cui si trovava la misteriosa ragazza poco prima, al suo posto nell’erba vi era un ciondolo a forma di mezza luna.
Un brivido lo percosse e Shade tornò alla realtà. Richiuse la finestra e si avvolse in una coperta sospirando; “Che strano sogno” pensò, rievocando il volto della castana, ormai l’unica cosa rimasta lucida nella sua mente…
-Non so nemmeno il suo nome…- si disse accigliato
Si buttò sul letto coprendosi la testa con un cuscino. La sveglia segnava le due.
 
[Il mattino dopo. Domenica, ultimo giorno di vacanza prima dell’inizio dei corsi all’università.]
 
Anche se era domenica mattina ed era molto presto, casa Roth era vuota e silenziosa.
Assonnato Shade si diresse con passo lento e pesante verso la cucina in cerca di cibo, l’unica cosa che lo potesse svegliare dal suo status di zombie mattutino.
Sul frigo c’era un biglietto della madre: “Ciao tesoro, papà ed io siamo andati a pesca con gli Evans, so che detesti queste cose quindi non ti ho svegliato. Il pranzo è in frigo torneremo per cena. Baci Mamma”
“Mamma ti adoro” pensò il moro in quel momento. Tutta la mattina ad aspettare che i pesci abboccassero e a morire di noia, no..neanche per sogno. E poi proprio oggi non era dell’umore per stare in compagnia, in ogni caso avrebbe trovato il modo di rimanere a casa a rimuginare su quello strano sogno.
-È soltanto un sogno, ma allora perché mi sento così spossato? Uffa che seccatura..- disse scuotendo la massa scura e incolta di capelli.
Prese un pacco di biscotti e vi ci si tuffo letteralmente dentro annegando per un po’ nel dolce sapore del cioccolato; dopo un po’ si ritrovò a fissare un punto indistinto oltre il televisore. Scosse la testa deciso, che gli succedeva?
Era ora di darsi una svegliata e di reagire. Decise di prepararsi e di andare a fare due passi per provare a liberare la mente.
Erano le 10 e il sole scaldava un po’ quella giornata, troppo fredda per essere solo inizio autunno. Camminava tranquillo ma ogni qual volta incrociava qualcuno per strada aveva una dolorosa fitta alle tempie ed avvertiva una strana sensazione… come se, in qualche modo, lui riuscisse a  percepire le intenzioni, i pensieri o la vera natura di…di quell’uomo che a prima vista non poteva sembrare altro che un comune barbone, ma che in realtà era stato derubato dall’ex moglie e ridotto in miseria; di quella ragazza che aspettava impaziente il suo fidanzato per andare al parco giochi, e al ragazzo dietro l’angolo che aveva in mente un altro tipo di giochi… Persone normali, forse un po’ egoiste, ma non cattive sul serio. Tutti gli facevano più o meno lo stesso effetto, tranne quando il suo sguardo incrociò quello di un uomo avvolto in un lungo impermeabile grigio, e lì…lì gli vennero letteralmente i brividi. Il suo istinto gli diceva una sola cosa: malvagio.
Lo vide seguire qualcuno, forse una ragazza dai capelli castani, non aveva visto bene, ed entrare in un vicolo cieco. D’impulso lo seguì precipitandosi all’imbocco del vicoletto preoccupato per quel qualcuno che poteva finire sotto le grinfie di quel tizio così inquietante. Non fece in tempo a varcarne l’entrata che sentì vari colpi, un rumore sordo e poi più niente. Quando arrivò il vicolo era deserto, per terra stracciato e fatto a brandelli era abbandonato l’impermeabile dell’uomo di poco prima, della ragazza però nessuna traccia. Che se la fosse immaginata?
No, non era possibile..era sicuro di aver visto qualcun altro entrate in quella stradina. Confuso scosse il capo arrendendosi. “Troppo assurda come cosa, meglio lasciar perdere.” si disse uscendo dal vicolo e facendo dietro front verso casa, aveva già troppi interrogativi per la testa non ne aveva certo bisogno di altri.
Aveva proprio bisogno di una bella dormita per schiarirsi le idee. “Trovami, trovami, trovami…ha detto così quella ragazza. Ma dove? Come? E soprattutto cosa mi sta succedendo? Voglio delle risposte, maledizione!”
Si, era deciso, l’indomani dopo scuola avrebbe fatto qualche ricerca su questa fanciulla misteriosa. Non sapeva dove cercare, ne ha chi chiedere,  ma qualcosa doveva fare, ne andava della sua salute mentale e forse se quella ragazza aveva ragione prossimamente anche di quella fisica… Risposte, gli servivano delle risposte, e gli servivano adesso.
 
[La mattina dopo, corridoi affollati dell’ università]
 
-Ehi Shade!-
-Ciao amico.-
-Come sono andate le vacanze estive? Conosciuta qualcuna di interessante?-
Shade alzò gli occhi al cielo: -Pensi mai ad altro, Kevin?-
-No. Dai, ho saputo che quest’anno ci sono delle nuove ragazze niente male…-  disse Kevin dandogli una gomitata nel fianco che Shade schivò prontamente.
-Non mi interessano le ragazze, lo sai…-
-Si lo so. E per questo ti reputo un tipo strano. A tutti interessano le ragazze solo tu sembri l’unico che non sembra avere molto interesse per loro. Povero fanciullo, devi aver avuto un’ infanzia difficile…- disse Kevin incominciando uno dei suoi soliti film mentali.
Shade stava per obbiettare spazientito, quando l’amico lo interruppe gesticolando animatamente per attirare la sua attenzione.
-Oh oh oh! Guarda lei! Lei…è Yuki Knight!! È in classe con noi quest’anno! Si dice che sia una delle ragazze più carine della scuola e che anche quelli del quinto e quarto anno le vadano dietro. Che fortuna essere capitati nella sua stessa sezione! È uno schianto assoluto!-
Disse esaltato Kevin indicando una ragazza dai capelli castani alta e esile.
Shade ignorò le parole dell’amico, ma per riflesso lanciò comunque un’ occhiata scrutatrice alla ragazza, che il tipo al suo fianco stava insistentemente indicando, rimanendo impietrito e spalancando la bocca di scatto.
Era una ragazza dal fisico esile e smilzo ma atletico; aveva i capelli non molto lunghi ma di un intenso castano dorato e i lineamenti del volto pallido erano dolci e delicati. Infine i suoi occhi erano di un penetrante verde smeraldo.
Shade era rimasto senza parole… Era identica, identica alla ragazza del sogno!
No, non poteva essere…
Sbatté furioso le palpebre tentando di riprendersi dallo shock, ma niente…quando riportò i suoi occhi sulla sua nuova compagna sussultò nuovamente sconvolto.
Era lei non si era sbagliato, ne aveva avuto un’allucinazione per la mancanza di sonno arretrato, era LEI!
Bè a parte i vestiti e forse un po’ il taglio di capelli, ma per il resto non c’erano dubbi! Troppo turbato per parlare, il moro mollo lì l’amico seguendo come ipnotizzato il gruppetto della ragazza, che l’aveva appena sorpassato, dirigendosi verso l’aula dove era solito fare lezione, e prendendo posto ad un banco qualche fila indietro a quello della ragazza; da li poteva fissarla tranquillamente senza farsi scoprire ne da lei ne da altri.
Sentì molto poco delle parole del professore, perché nella sua mente cercava solo un modo per trovare una spiegazione razionale al fatto che stava fissando una creazione del suo subconscio; voleva provare inoltre ad avvicinarla, ma non gli venivano in mente molti espedienti…e tutti molto poco originali.
Alla fine delle lezioni si alzò deciso a parlarle, ma nel momento stesso in cui spostò lo sguardo da lei per prendere la giacca alle sue spalle, quando si voltò di nuovo nella sua direzione era già sparita nel nulla.
-Maledizione!- imprecò sotto voce, immergendosi nella calca di studenti che uscivano per  dirigersi verso una delle uscite dell’aula.
Se l’anno era cominciato bene come quella giornata, allora era meglio che cominciasse a preoccuparsi, perché lui l’aveva solo intuito, ma era ormai chiaro che quello era solo l’inizio di qualcosa…qualcosa di molto più complicato di quanto lui potesse anche solo immaginare.
 
Il giorno dopo era deciso a parlarle ma, da quando l’aveva localizzata, le sue amiche non l’avevano lasciata un attimo da sola, specie una certa biondina sua vicina di banco.
-Ma perché le ragazze si muovono sempre in branco?!- sbottò esasperato Shade ad un certo punto interrompendo un suo monologo interiore che andava avanti da ben dieci minuti.
-A chi ti riferisci?- gli chiese Kevin che l’aveva sorpreso alle spalle facendolo sobbalzare. Seguì con gli occhi lo sguardo dell’amico che si andava a fermare proprio sul gruppetto il cui fulcro era Yuki Knight. –Aaaah, ora capisco. Si, la nostra principessa è davvero inavvicinabile…- disse riflettendo ad alta voce
-C’ho provato, ma è impossibile…ha la scorta 24 ore su 24…-sbuffò atterrito il giovane
-Aspetta, aspetta solo un secondo bello mio!! Io, il mitico e insuperabile Kevin, io conosco un orario e un luogo in cui nessuno le gira in torno, mai!- si illuminò Kevin all’improvviso
Shade portò lo sguardo interessato sul ragazzo: ­-Parla!- gli intimò
-Alla fine delle lezioni lei non torna subito a casa, ma si trattiene nell’aula di musica per circa un oretta..- disse con fare da so tutto io
-E tu come fai a saperlo?- gli chiese curioso il moro con una punta di sospetto nella voce
-Non l’ho pedinata se è questo che stavi pensando.
Una volta dopo una partita di calcio mi sono attardato negli spogliatoi e quando sono uscito l’ho incrociata che chiudeva l’aula di musica del secondo piano.- spiegò altezzoso il ragazzo
- Kevin, tu sei un genio!- esultò Shade dandogli una pacca sulla spalla
-Lo so, non c’è bisogno che sia tu a dirmelo. Guarda ti do queste informazioni solo perché è la prima volta che ti vedo interessato a qualcuna. Ci sono certi che pagherebbero oro per conoscere gli spostamenti della Knight. È così sfuggente…-
-Già,  sfuggente è dire poco…- asserì Shade però che già stava pensando ad altro. Finalmente gli avrebbe potuto parlare e lei non gli sarebbe potuta sfuggire ancora. Un sorriso soddisfatto gli apparve sul viso e si voltò di nuovo verso la ragazza per poterla tornare ad osservare.
Successe qualcosa di strano. Quando riportò il suo sguardo su di lei, inaspettatamente i suoi occhi incrociarono per una frazione di secondo quelli della ragazza.
La castana prestò subito la sua attenzione altrove rispondendo ad una domanda che probabilmente gli era stata fatta. Lo fece così velocemente che quasi Shade dubito per un istante dei aver incrociato il suo sguardo. Scosse il capo vigoroso sicuro di quello che aveva visto.
“Mi stava guardando..” pensò lui stranito “Perché mi stava guardando?”
“E tu perché la stai guardando da più di tre giorni?” chiese una vocina nella sua testa.
Era la sua parte razionale, per quanto possa essere razionale uno che sente delle voci nella propria testa, che gli ricordava che non era buona creanza fissare così insistentemente una persona che non si conosceva.
Ricacciò quella vocina da dove era venuta ricominciando a rimuginare ancora e ancora. “Forse si è accorta che la stavo guardando…” cercò di spiegarsi lui. No, poco convincente come spiegazione, in quel momento stava parlando con Kevin non la stava guardando.
“Perché mi stavi guardando?” chiese mentalmente alla ragazza che rideva con le amiche a pochi metri da lui, ignara della sua crescente e malsana ossessione per lei.
Gli avrebbe chiesto anche questo oltre alla miriade di domande che aveva in mente; forse avrebbe dovuto farne una cernita, erano veramente troppe…e lui non voleva assalirla, non all’inizio al meno.
Forse non centrava niente con il suo sogno, forse era una comune ragazza che aveva incrociato distrattamente per i corridoi  la cui unica pecca era quella di essere particolarmente bella, e forse non aveva niente a che vedere con il pericolo che lo preoccupava.
Forse…o forse no.
 
   
 
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