«Credo che
verrà». «Mh, di chi parli, di
Yoruichi?». «No, di lei, l’amica di
Ichigo…». «Ah, bene, meglio tardi che
mai». «C-cosa vuoi dire sorellona?».
«Passami la pipa. Voglio dire quello che ho detto, era ora
che venisse, tutto qua. Non l’ho perdonata, anche a distanza
di anni, se è questo che
“temi”». «No, io--è
che, anche dopo averla vista, aver visto Ichigo e gli altri con lei, io
non riesco a dimenticare il suo volto, di quella notte. Non riesco a
non credere che lei l’abbia ucciso». «La
pipa, Ganju, la pipa!». «Uh? Ah! Ecco, tieni,
scusa». «Tch. Non essere stupido».
«S-sei arrabbiata per la pipa?». «No,
stupido, quello che stavi dicendo: Kuchiki Rukia ha ucciso nostro
fratello. Ma ci sono molti modi di uccidere, e molti motivi per farlo.
A distanza di anni, credo di averne pensati abbastanza da smacchiare
almeno un po’ l’immagine che avevo di
lei». «… cosa pensi che venga a fare?
Non vorrà mica---». «Chiedere scusa? E
per quale motivo potrebbe venire se non questo?».
«Ma non penserà che abbiamo intenzione di
perdonarla, vero? Io, io non credo di essere pronto, per
quello». «Nessuno è mai pronto per
niente, Ganju, tanto meno che per il perdono. Niente si perdona a
questo mondo, si può solo far finta di
dimenticare». «Bé, magari dipende da
noi---da me. Probabilmente, anche se sapessi perché
l’ha fatto, io---».
«Ukitake me l’ha raccontata quella
notte». «Te l’ha---perché non
me l’hai mai detto?!». «Perché
era difficile, Ganju. Saresti stato capace di sopravvivere tutti questi
anni senza avere qualcuno da incolpare, un moccioso come te? Un mero
lattante all’epoca? Macché. Anzi, ti saresti anche
arruolato, come tuo, nostro, fratello. No, allora non ti ho detto
niente, forse più per me che per te, questo lo ammetto. Puoi
biasimarmi adesso, se vuoi». «Non farei mai una
cosa del genere, sorellina, però---».
«Sì, te la racconterò quella maledetta
notte, prima che venga la shinigami, così potrai far finta
di prepararti». «Cosa, cosa hai intenzione di
dirle, quando verrà, dico? Hai mai pensato che potesse
farlo, un giorno?». «Ogni singolo giorno, ma non
è servito a niente. So che la picchierò,
perché è una stupida, per averci messo
così tanto, poi mi picchierò, perché
sono stupida anche io, per non credere nel perdono ma solo nelle buone
lezioni, anche dopo così tanto…».
«Sorellona?».
«Uhm?».
«Non credo che lui si arrabbierebbe con noi, anche se non siamo capaci di perdonare, non---non devi preoccuparti di questo».
«Tu non cambi mai, eh?».
«Non sono l’unico».
«Sorellona?».
«Uhm?».
«Non credo che lui si arrabbierebbe con noi, anche se non siamo capaci di perdonare, non---non devi preoccuparti di questo».
«Tu non cambi mai, eh?».
«Non sono l’unico».
---
Conto Parole: 423
Prompt: Scrivere una drabble con prompt “tempo”, in cui tale parola non compaia, costituita soltanto da discorsi diretti - Seven Drabbles in a Box
Note dell’Autore: ho sempre voluto scrivere qualcosa su questi due ma non ho mai trovato il momento adatto ma, quando ho letto il prompt, mi sono venuti subito in mente ;*; La drabble si svolge durante la SS arc, prima della visita di Rukia agli Shiba, spero di essere riuscita a mantenere intatti i personaggi e aver reso comunque l’idea utilizzando i soli discorsi diretti : )
Credits: il titolo è ripreso dall'omonima canzone degli Opeth <3
Prompt: Scrivere una drabble con prompt “tempo”, in cui tale parola non compaia, costituita soltanto da discorsi diretti - Seven Drabbles in a Box
Note dell’Autore: ho sempre voluto scrivere qualcosa su questi due ma non ho mai trovato il momento adatto ma, quando ho letto il prompt, mi sono venuti subito in mente ;*; La drabble si svolge durante la SS arc, prima della visita di Rukia agli Shiba, spero di essere riuscita a mantenere intatti i personaggi e aver reso comunque l’idea utilizzando i soli discorsi diretti : )
Credits: il titolo è ripreso dall'omonima canzone degli Opeth <3