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Autore: piccolalettrice    27/06/2011    8 recensioni
"...Eppure so che non vuoi ascoltarmi, te ne vai con un grande peso sulle spalle, te ne vai lontano da me e da quello che sono.
Lo fai per non vedermi morire, vigliacco."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Castellan, Talia Grace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SPAZIO AUTRICE:
questa è una fic senza pretese su come vedo io l’addio tra Luke e Talia.
Bah, non so nemmeno se mi piace o meno... doveva essere per un contest, ma non mi sento di partecipare... diciamo che ero in vena di tragicità e ho scritto.
I pezzi in corsivo sono parti della canzone “missing” degli Evanescence.
Spero non sia male
Baci
Piccolalettrice
 
Ti prego... Ti prego, perdonami”.
E te ne vai.
Quella muta richiesta di indulgenza sulle labbra.
Te ne vai e mi lasci qui, immobile.
Con il veleno che mi scorre dentro.
Come hai potuto?
Qualcosa si è incrinato dentro di te, e ora anche dentro di me.
Io morirò per sempre e tu... tu sei morto quando hai lasciato cadere il veleno, lo sei per me.
Forse qualche giorno alzerai lo sguardo e, appena consapevole, dirai a nessuno in particolare: “Non c’è qualcosa che manca?”
E allora il cielo ti risponderà.
Ti dirà che sei tu a mancare.
Non piangerai per la mia assenza, lo so perché mi hai dimenticato molto tempo fa.
Ma sono tanto inutile per te?tanto insignificante?
Sì, se hai lasciato cadere quel veleno ai miei piedi.
Non c’è qualcosa che manca?
Prova a chiedertelo, Luke.
Non manco io? Non ti manco io?
Non c’è nessuno a cui io manchi?
No, nessuno. Perché se io sto qui a morire è così: non manco a nessuno.
Se sto qui a morire per colpa tua di certo non è a te che manco.
Anche se avrei giurato il contrario.
Nonostante io sia statail sacrificio che ti ha permesso di vivere, tu non mi cercherai, non ora.
E forse mai.
Sebbene io morirei per sapere che tu mi ami... sono sola.
Sola e chiusa qui a morire per colpa tua.
Non c’è davveronessuno a cui io manchi?
Dannazione, Luke, non ti manco io?
Ti prego.... ti prego perdonami” mi hai detto.
Come posso farlo?
So cosa sei stato spinto e cosa ti hanno obbligato a fare.
E so cosa fai a te stesso.
Respiro profondamente  e grido.
Ma tu sembri non sentirmi, non più, almeno.
Non c’è qualcosa che manca?
Forse manchiamo noi.
Manco io, perché sono qui, e non posso parlare e non posso respirare e non posso combattere.
Manchi tu, perché puoi fare tutto quello che a me è negato e l fai nel modo sbagliato.
Nonostante io ti abbia permesso di vivere, nonostante io sia morta per salvare te...
Tu mi hai ucciso.
Non mi cercherai, non ora.
E forse mai.
Io morirei per sapere che tu mi ami, e lo farei ancora adesso che della vita mi rimane solo qualche fievole appiglio.
Sono qui, sono sola
E se sanguino... sanguinerò sapendo che a te non importa.
Sanguinerò fino alla morte, fino a farti vedere che è tutta, tutta colpa tua.
E proverò a fare in modo che il dolore che sgorga fuori da me in questo urlo muto, ti porti via, lontano dai miei ricordi.
Anche se io dormo per sognarti, mi sveglierò senza te qui.
Non lo volevo, ma ora lo so.
Non c’è qualcosa che manca?
Non manchi tu, Luke?
Non manca il tuo cuore?
Non c’è qualcosa che manca?
Non manco io? Non manco a te?
Non c’è qualcosa che manca?
Non manchiamo noi e quello che eravamo?
Rispondimi, Luke, ti supplico.
Eppure so che non vuoi ascoltarmi, te ne vai con un grande peso sulle spalle, te ne vai lontano da me e da quello che sono.
Lo fai per non vedermi morire, vigliacco.
Girati Luke, girati, dannazione.
Guardami, guarda il veleno che tu hai gettato scorrermi dentro, guarda come mi strappa la vita dalle mani, sempre che questa sia vita.
Non ti piace, eh?
Ti fa male?
Anche a me, e tanto.
Il veleno inizia a bruciare.
Prima di sparire oltre quell’orizzonte rosso di tramonto voltati, guardami un’ultima volta.
Voglio che tu lo faccia, voglio che vedi come mi avete ridotta tu e la tua stupida follia.
Cammini nell’erba alta, mossa dalla brezza, cammini con il viso rivolto a quel cielo rosso del sangue che hai appena versato.
Girati, voglio vederti in faccia.
Voglio vedere il tormento nei tuoi occhi, voglio vedere la prova di quanto ancora tieni a me, sempre che ci sia.
Ma ne dubito.
Se l’hai fatto, se mi hai uccisa così, vuol dire che per te non sono nulla.
Ma dammene una maledetta conferma, Luke.
Voltati e guardami, dannazione.
Ma non lo fai. Ti fermi, appena prima che la tua sagoma si perda oltre al limite della mia vista ormai offuscata.
Resti immobile. Sospiri.
Non ti guardi indietro.... e mai lo farai.
Non lo farai mai più.
Non guarderai i ricordi in cui io continuo ad annegare, non guarderai me un’ultima volta, prima che saluti il mondo.
Hai paura. Paura per quello che potrebbe succedere, della tempesta che ti infurierebbe dentro, paura infinita per quello che potresti fare.
Hai paura di fare la cosa giusta, Luke.
Non ti guarderai alle spalle, non più.
Te ne sei andato. Per sempre.
Sei... sei perduto, la tua anima lo è.
Ti prego voltati, fallo per me, ti prego.
Ti prego guardami.
Fa male, ma provaci, dannazione.
Luke... ti scongiuro.
Eppure le mie urla mute non ti arrivano, non ti arrivano le mie lacrime di resina, non ti arriva la distruzione che c’è qui dentro.
E allora capisco. Capisco che fa più male a te che a me, che per quanto desideri poter sprofondare nel mare dei tuoi occhi tu... sei lontano.
Non ti accorgi delle mani che cercano di raggiungerti, delle mie mani, delle mie urla, della mia voce.
Non ti accorgi di me, Luke.
Ma dove siamo finiti io e te?
Cosa ci ha fatto la vita?
Guardati, guadati dentro... io lo sto facendo, e piango per quello che vedo.
Tu no, tu sai solo restare immobile.
Guardami, ti prego, fallo prima che sia troppo tardi.
Non lo fai
Continui a fissare il cielo, a darmi le spalle.
E alla fine, dopo quella che mi è parsa un’eternità... te ne vai.
Muovi un passo e sparisci per sempre dai miei ultimi momenti di vita.
Bene, questo è un addio.
Nelle orecchie mi risuona ancora l’eco delle mie suppliche, delle tue richieste di perdono.
Ma sono lontane anni luce ormai.
Anche tu lo sei.
Non posso fare altro che dirti addio Luke, anima perduta.
  

   
 
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