A
piedi nudi nel
parco
Mi
hai telefonato dieci minuti fa chiedendomi di raggiungerti
lì. Mi aspetti alla
panchina di fronte al chiosco di caffè che frequentiamo di
solito.
Al
telefono non sono riuscito a decifrare bene il tuo tono di voce, ma
sembrava
impaziente e non so se è un bene. Non mi chiami mai di
domenica a meno che non
sia per un caso. Infatti te l’ho chiesto, ma mi hai subito
risposto che no, non
è per lavoro che mi vuoi vedere.
Allora
qual è il motivo? Non è da te volermi incontrare
al parco senza un perchè.
Possibile che tu voglia solo passare del tempo insieme?
Nah!
Sarebbe fantastico ma non m’illudo.
Avrai
un qualsiasi altro motivo. Penso a tua madre, ora. L’altra
ragione per cui di
solito mi vuoi accanto.
Ma
spero che non sia per questo. L’immagine di te stesa a terra
sanguinante è
ancora viva e dolorosa nella mia testa e nel mio cuore.
Svolto
l’angolo e scorgo il chiosco. Tu sei già arrivata
e sei seduta sulla panchina
ad aspettarmi.
Mi
accorgo che sto rallentando. Ti osservo. Hai la testa reclinata un poco
all’indietro e anche se hai gli occhiali da sole sono sicuro
che hai gli occhi
chiusi. Ti stai godendo il sole.
Sono
incerto sull’esito di questo incontro. Comincio a credere che
tu mi voglia
indorare la pillola prima di sbattermi fuori dal distretto. Ok, meglio
smetterla di pensare al peggio, tanto tra poco lo saprò
dalla tua voce.
Mi
avvicino ma non mi siedo. Resto in piedi a guardarti ancora un attimo.
Poi ti
saluto debolmente, per manifestare la mia presenza.
Ti
riscuoti dai tuoi pensieri e mi saluti. Hai un sorriso dolce e sembri
serena.
No,
non mi vuoi cacciare allora. Credo. Spero.
Mi
fai segno di sedermi e allora mi accomodo. Sono agitato come non mai.
Continuo
ad avere la sensazione che questa giornata segnerà
definitivamente il resto
della mia vita, ma non so se in positivo o in negativo.
“Ti
ho disturbato? Avevi da fare?” mi chiedi togliendoti gli
occhiali.
“No,
non stavo facendo nulla, ero a casa da solo”
Poi
non dici più nulla. Sei pensierosa.
“Perché
mi hai chiamato, Kate?” chiedo in ansia.
Fissi
lo sguardo avanti a te e poi ti volti appena “Ti va di
sentire cosa ho fatto
ieri?” e incateni i tuoi occhi ai miei.
“Ma
certo” e mi volto un po’ di lato, verso di te. Con
un gomito sullo schienale.
Tu
resti seduta e composta, busto e occhi rivolti in avanti e cominci a
raccontare.
“Ieri
Madison è passata a trovarmi. Una nostra compagna di liceo,
Tess, l’ha chiamata
dicendole che dava una festa per la nascita dei suoi due gemelli e
Maddie
voleva convincermi ad andare con lei. Ovviamente ho cercato di
oppormi” dici
sorridendo.
Rido
anche io. So che le rimpatriate non ti entusiasmano particolarmente.
“Mi
ha presa per sfinimento e alla fine ho ceduto. Vado, saluto, mi
congratulo e
torno, mi sono detta...”
Respiri
forte e continui il racconto.
“Quando
siamo arrivate c’erano anche delle sue amiche e delle
colleghe di lavoro. Tutte
sposate con prole, ovviamente. Ci siamo sedute in veranda a
chiacchierare e a
darle i regali per i gemelli. Sai che non è decisamente il
mio ambiente, mi
sentivo così a disagio, Castle..”
Lo
so, hai un incredibile istinto materno e nemmeno te ne rendi conto, ma
non sei
il tipo da baby party, dove l’argomento principale sono
pannolini, biberon e pappette
varie. Ma non dico nulla, aspetto che tu prosegua.
“Già
immaginavo di essere messa in croce per il mio lavoro e per non essere sistemata. Per fortuna Madison era nella
mia stessa situazione. Invece non hanno detto nulla. Erano concentrate
su Tess
e sul suo pancione. Perfino Madison squittiva emozionata
ad ogni tutina o ciuccino che venivano
scartati.”
Fai
un’altra pausa. Riesco ad immaginarti perfettamente e mi
sfugge un sorriso.
“Quando
si parlava di noi al liceo, dei nostri rispettivi impieghi o delle
nostre
amicizie riuscivo a sostenere una normale conversazione; ma come una di
loro
riportava l’attenzione sui nascituri...giuro, avrei voluto
scappare da lì
urlando e strappandomi i capelli!”
Ora
rido e ridi anche tu. Ti sai prendere in giro e non è da
tutti.
Ma
ci deve pur essere una svolta in questo tuo racconto. Un motivo per cui
valga
la pena raccontarlo. Non che non adori il suono della tua voce, ma
dubito che
tu mi abbia chiamato solo per dirmi che volevi scappare da una festa
pre-parto.
“Poi
che è successo?” ti chiedo, quindi, curioso.
Ti
volti verso di me con gli occhi lucidi.
“Tess
si è seduta accanto a me, per chiacchierare tra noi, ad un
certo punto uno dei
bambini ha cominciato a scalciare. Lei mi preso la mano tutta contenta
e se l’è
messa sulla pancia. Lo senti? mi ha
chiesto.” Ti guardi la mano destra come se ci fosse impressa
l’impronta di quel
piedino e ti sfugge un sorriso “Dio, se l’ho
sentito Castle, un altro calcetto
e poi un altro ancora...Mi sono sentita gelare dentro. Non avrei mai
più voluto
staccare la mano dalla sua pancia, mi credi?”
Annuisco
rapito dalle tue parole. Ti credo, provavo lo stesso quando sentivo
scalciare
Alexis dalla pancia di sua madre.
Ma
so che la tua è una domanda retorica e ti lascio proseguire.
“Quando
sono entrata nella polizia ho messo in conto che diventare madre non
sarebbe
più stato fattibile. Ma non mi importava così
tanto. Il mio lavoro veniva prima
di tutto e poi ero giovane, nemmeno ci pensavo ad avere figli. E ora...
beh
semplicemente non mi va di mettere al mondo un potenziale orfano.
Potrebbero
spararmi, di nuovo, anche domani. Potrei non cavarmela la prossima
volta. Non voglio
che mio figlio cresca senza madre. So cosa si prova.”
Deglutisco
a forza. Non mi piace per niente questo discorso. “Non puoi
precluderti una
famiglia solo per via del tuo lavoro” riesco a dirti, ma ho
un magone in gola
che non so se riuscirà a farmi parlare ancora.
Stai
per ribattere qualcosa ma ti interrompo subito avvalendo
un’argomentazione a
sostegno della mia tesi “L’agente Shaw ha una
figlia ed è un’agente
dell’FBI” ma
mentre lo dico capisco che ho perso un’occasione per stare
zitto. Non ti
importa nulla degli altri o delle loro scelte. Ed è giusto
così. Tu sei tu e
non devi basare la tua vita su quelle degli altri.
“No
scusa, non volevo dirlo, è solo che..Kate..” ma
stavolta mi interrompi tu.
“Castle,
lasciami finire...” mi supplichi con lo sguardo.
“Stavo
lì con la mano sulla sua pancia e tutto quello che ho sempre
creduto
giusto..beh, giusto per me almeno..tutto quanto è svanito
sotto il tocco di
quei calcetti. Tess si è alzata per rispondere al telefono
ed io sono restata
lì imbambolata per non so quanto tempo a fissare il vuoto,
persa nei miei
pensieri. Hai presente, quando cominci a volare con la
fantasia?”
“Ehi,
sono uno scrittore!” rispondo con tono finto offeso.
“Ho cominciato a
vedermi col pancione. Non mi
era mai successo, non ci avevo mai pensato prima. Mi poggiavo i palmi
sulla
pancia e sentivo mio figlio muoversi. Mi sono vista su una sedia a
dondolo che
canticchiavo a bassa voce una ninna nanna con un piccolo frugoletto in
braccio.
Oppure piegavo commossa delle tutine e le riponevo nei cassetti della
sua
cameretta. Mi passavano davanti agli occhi così tante
immagini di me e per
quanto non mi riconoscessi, volevo disperatamente essere quella
Kate.”
Sono
completamente affascinato dalle tue parole. Versioni di te in dolce
attesa
compaiono anche davanti ai miei occhi, e sei semplicemente meravigliosa.
E
sono sollevato. Non esiste che tu rinunci così
all’idea di avere un figlio.
Dovesse anche essere con Josh, non m’importa, ma tu devi essere madre. Sono sicuro che
è nel tuo destino.
“Poi
Maddie è venuta a scuotermi. La festa era finita, abbiamo
salutato Tess e siamo
andate via” dici sbattendo più volte le palpebre,
come a voler ricacciare
indietro le lacrime.
“Grazie”
dico con un filo di voce “per aver condiviso con me i tuoi
pensieri e le tue
emozioni” sono sincero, sapere che ti fidi a tal punto di me
mi allarga il
cuore a dismisura.
Mi
sorridi tenera ma non rispondi, mi fai un’altra domanda
invece “Sai cos’ho
fatto appena tornata casa?”
Ehm,
non vorrei proprio pensarci, ma l’idea che tu ti sia
adoperata con Josh per
realizzare le tue visioni ad occhi aperti, mi dà la nausea.
Adoro l’idea di te
madre, ma preferisco vedere il prodotto finito senza assistere alla
lavorazione...
“Ho
lasciato Josh” continui, probabilmente perché vedi
che non reagisco.
“Come?”
ora si che reagisco. Mi raddrizzo, sorpreso, sulla panchina. Quando
vuoi un
figlio non lasci il tuo compagno, giusto?
“Castle,
non ho detto che voglio fare un figlio domani! Solo che ora non mi
sembra più
una brutta idea. Insomma, in futuro vorrò un
figlio!” dici convinta
guardandomi.
Comunque
non capisco “Questo non spiega perché
l’hai lasciato..”
Addolcisci
lo sguardo, poi chiudi gli occhi e parli “nelle mie fantasie
di ieri, c’era un
uomo accanto a me. E anche ora, se penso a me con il pancione, non
è Josh che
vedo al mio fianco come padre dei miei figli...” apri gli
occhi e li incateni
ai miei.
Mi
si secca la gola, mi si chiude lo stomaco, il cuore sale in gola, la
milza si
spappola, i polmoni non collaborano più. Possono una frase e
uno sguardo
provocare tutti questi sintomi? A quanto pare sì. Stai
davvero cercando di
dirmi quello che vorrei che tu dicessi?
Annaspo,
apro la bocca ma non riesco a dire nulla.
“C’eri
tu con me...ci sei tu..” cominci a singhiozzare e ti
abbraccio forte. Ce ne
restiamo così per qualche minuto.
Poi
mi allontano, ma solo di poco, per guardarti in volto. Ora le lacrime
ti
scendono lente sulle guance e non fai nulla per fermarle.
Non
ti preoccupare, ci penso io.
Le
asciugo io con le stesse mani che un giorno saranno sul tuo ventre per
sentire
scalciare nostro figlio.
Angolo
dell’autrice:
Potrete giudicare questa oneshot smielata e melensa se credete, ma vi spiego un attimo come è nata: giorni fa ho scoperto che due amici (vabbè..amici di amici in realtà) aspettano due gemelli. Io, che non ho ancora l’istinto materno particolarmente sviluppato, non ho di certo reagito come Kate...però ho cominciato a pensare a come potrebbe reagire lei in una situazione del genere (ebbene sì, io in mezzo ai miei amici, penso a Castle...XD)
In soldoni spero che la mia Kate non vi sembri OOC, perché non credo che lo sia.
Come l’ha definita tersicore150187 è l’ipotetica Kate della quarta serie, che ha visto la morte in faccia ed è ad una svolta... (diciamo la 4x10 più o meno) ho pensato che questa svolta potesse essere segnata dalla voglia di avere una famiglia un giorno..
Detto questo ringrazio di cuore la mia meravigliosa alfa/beta KateRina24, e tersicore150187, Spuffy93 e Madeitpossible per aver letto in anteprima e per avermi consigliata!! Grazie a tutte e 4 ragazze!!! XD
Chiudo augurandovi una buona lettura e, se vi va, lasciate pure un commentino ino ino!! XD
p.s.
Il titolo della ff è il titolo di una famoso film,
consigliatomi da tersicore150187...prometto che nel weekend lo
guardo!!! XD