If I were a girl.
1.
Il
ragazzo
rimise la parrucca nell’armadio, facendo attenzione a non
rovinarla. Poi piegò
la gonna e la maglietta e le ripose anch’esse
nell’armadio. Infine, sistemò le
scarpe nella loro scatola, per poi nasconderla sotto al letto.
Tirò un sospiro
di sollievo, ringraziando il Signore che, anche oggi, nessuno lo aveva
riconosciuto travestito da ragazza.
Sì,
perché
Taemin aveva un segreto che non aveva mai detto a nessuno, neppure a
suo
fratello che era il suo migliore amico. Gli piaceva…
travestirsi da donna.
Indossare le gonne, quelle camicette così carine colorate,
per non parlare
delle scarpe e degli accessori! Aveva cominciato a farlo un anno fa,
dopo
averci pensato a lungo.
Vestirmi da ragazza non fa di me
un omosessuale,
no.
Questo
era
quello che si ripeteva ogni volta che indossava una gonna o si
abbottonava la
camicetta.
Ovviamente
i
travestimenti avvenivano quando i suoi non erano a casa o nei bagni
pubblici.
Avendo un viso dai lineamenti femminei non aveva problemi ad entrare
nel bagno
delle ragazze con i jeans e ad uscire con indosso un vestito. Nessuno
notava
mai la differenza, specialmente se poi si truccava.
Taemin
ricordava esattamente le sensazioni che aveva provato la prima volta
che si era
travestito: erano un misto di ansia ed eccitazione. Ma anche paura,
paura di
essere scoperto, punito e giudicato pazzo. Lui era molto religioso e
sapeva
cosa pensava Dio di chi andava contro natura. Ma c’era sempre
qualcosa che lo
turbava del pensiero del suo Dio: perché
se ci ha creati e ci ama finisce per odiarci se desideriamo essere
qualcos’altro o amiamo qualcuno del nostro stesso sesso?
L’amore non è forse
universale?
Ma
Taemin
aveva finito per zittire la vocetta che dentro di sé gli
ripeteva che stava
facendo qualcosa di sbagliato. Lui non era sbagliato. E non
c’era niente di
sbagliato in ciò che faceva. Niente.
Si
infilò il
pigiama e andò a letto, sfinito. Chissà, magari
anche stanotte avrebbe sognato
d’essere una donna, coi capelli lunghi e scuri e dei
lineamenti perfetti.
-
Il
moro posò
lo scatolone per terra, asciugandosi poi il sudore col braccio. Era una
fatica
sistemare ogni volta i nuovi articoli che arrivavano al minimarket,
specialmente se doveva farlo di sera dopo una lunga giornata di studio
e sport.
Ma aveva sempre desiderato essere indipendente dalla propria famiglia,
e per
farlo era disposto anche a lavorare part time in un market del
quartiere. La
paga non era alta, ma gli permetteva di soddisfare qualche vizio senza
dover
sempre chiedere ai suoi genitori dei soldi. Era questa la
più grande
soddisfazione per Minho: non dover chiedere niente a nessuno.
“Choi!
Sbrigati, che sta arrivando altra roba!”
“Arrivo!”
Il
ragazzo alzò lo scatolone e lo portò dentro al
magazzino del market,
sistemandolo sopra un altro che aveva portato dentro precedentemente.
“Quando
hai
finito di sistemare qua, apri i vari scatoloni e sistema gli articoli
nei loro
posti. Niente casino, mi raccomando! Non ti pago per grattarti la
pancia.”
Minho
annuì,
senza dire niente. Il capo era brusco ogni tanto, ma era una brava
persona. Si
rimise al lavoro, e non appena ebbe finito di sistemare gli scatoloni
nel
magazzino, cominciò ad aprirli e a sistemare i vari
articoli. Era una
faticaccia fare tutto da solo, colpa dell’altro ragazzo che
era malato, ma in
fondo questo era il suo lavoro e non poteva certo lamentarsi.
Finì
di
sistemare tutto alle due di notte, consegnò le chiavi del
magazzino al capo e
salendo sulla sua bicicletta si diresse verso casa. Lo aspettavano
cinque ore
di sonno, una di
corsa nel parco vicino,
doccia e poi sei ore di scuola. Senza dimenticare le due ore di
palestra e le
altre del turno serale nel market.
Tutta
la vita di Minho era perfettamente organizzata. Ma non avrebbe mai
immaginato
che qualcosa - qualcuno – avrebbe finito per
cambiarla totalmente.
Buonasera, questa è la prima fanfiction sul kpop che pubblico... scusate per eventuali errori (anche se l'ho riletta e riletta) e grazie a chiunque commenterà e mi farà
notare dove ho sbagliato! A presto per i prossimi capitoli! (: