Come da introduzione, questa è la mia prima fan fiction… Speriamo bene!
 
Ah, dimenticavo: per rappresentare le “voci” nella testa di Wade, ho adottato il metodo seguente (per i profani: Deadpool interagisce con due voci nella sua testa, come se avesse due personalità con cui dialogare).
I dialoghi in grassetto sono per la “prima voce” nella testa del signor Wilson (la didascalia in giallo, per gli aficionados), mentre quelli in corsivo sono per la seconda voce (la didascalia in bianco). E ora vi lascio alla lettura!
 
 
 
“Non. Ci. Posso. Credere.” Disse Deadpool molto lentamente. Il suo zapping notturno delle 3:45 lo aveva condotto su un canale specializzato in film d’azione. E proprio quella notte stavano trasmettendo Wolverine: le origini, dove una versione contorta di lui stesso appariva come personaggio. “E quello dovrei essere io???”
“Dai, sono stati gentili. Almeno Ryan Renolds fa la sua bella figura.”
“Certo, peccato che il suo bel visino appare per quanto? Dieci minuti contati?”
Wade era rimasto immobile per tutta la durata del film e, strano a dirsi, anche in un rigoroso silenzio. Come si erano permessi a renderlo così…
“Come si sono permessi a rendermi così… Come dire…”
“…così tipico-cattivo-ultra-powa-che-muore-con-un-colpo-solo-dopo-che-ha-pestato-il-protagonista-per-un-quarto-d’ora-e-sembrava-che-stesse-vincendo-alla-grande?”
“Non mi ricordavo che avessimo due lame simil-katana nelle braccia. Oh, e il teletrasporto. E gli occhi di Ciclope. Con quelli sì che potremmo dare una lezioncina a Cable…”
“No, no. Volevo dire che mi hanno reso commercialmente figo! Però non ricordavo di aver dato i diritti sullo sfruttamento del mio personaggio…”
“Del nostro, vorrai dire.”
“Si, si, del nostro, ovvio…
“Mai che si ricordi di noi. Siamo voci nella sua testa, non voci di corridoio.”
“Pessima battuta.”
“Comunque, devo ricordarti che i NOSTRI diritti sulla NOSTRA immagine li hai persi giocando a poker con la produzione?”
“Strip-poker?” ululò Deadpool, mentre si alzava dal divano.
“Spero di no. Sai, una pelle segnata da cicatrici orrende non è bella da vedere, nemmeno su quell’annale medico dove ci hanno ritratto…”
“Ora ricordo. I produttori mi avevano contattato in quel raffinato pub…”
“…Strip Club…”
“…ed erano completamente affascinati dalla mia eloquenza…”
“…si erano annoiati dopo cinque minuti del tuo soliloquio su Bea Arthur…”
“…e avevano trovato molto bello il copione del film che avevo scritto!”
“Si, erano… entusiasti.”
“La mia parte preferita era quella dove Hugh Jackman viene ucciso dalle gemelle Olsen nella prima scena.”
Deadpool si guardò intorno. Il suo monolocale era completamente invaso da un numero imprecisato di carta da involucro per tacos. Accanto al divano vi era una piccola montagnella di avanzi, che ricopriva il mobiletto dove teneva il telefono.
“Dovrebbe essere qui…” disse, rovistando con entrambe le mani nel viscido ammasso.
“Se trovi il dvd di Cavalle Da Soma, poi ce lo vediamo.”
“Eccolo qui!” esclamò, reggendo con entrambe le mani un blocco di fogli alquanto unto.
“Oh, un blocco di fogli. Che entusiasmo.”
“Credo che sia il contratto.”
“Ah.”
“Bene, chi si offre di leggere?”
“Stai scherzando?”
“Siamo voci nella tua testa, non due topi di biblioteca!”
“Ok, ok, leggo io…”
Si sistemò comodo sul divano, che fece un inquietante rumore non appena si posò.
“Oh-oh…”
“Brutte notizie?”
“Sicuramente non usa la classica frase-clichè delle brutte notizie per dare una buona notizia.”
“Abbiamo ceduto i diritti per due film. Questo con Van Helsing era il primo, poi ce ne tocca un altro.”
“Guarda il lato positivo.”
“Ce n’è uno?”
“Ovvio. Così il demente che ha scritto questa fan fiction ha qualcosa da scrivere, tra qualche anno.”
“Siamo rovinati…”