Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: xadhoom    12/03/2006    7 recensioni
Una coppia un po' inusuale, lo riconosco. Ma a mio modesto parere questi due personaggi, che ho scelto come protagonisti della storia, rappresentano una della più dolci e maggiormente riuscite "coppie" di One piece.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una tranquilla e ventilata mattina di primavera, con un sole accecante stagliato nel limpido cielo. L'unico rumore che si riusciva a udire era il rilassante infrangersi delle onde sugli scogli e i richiami dei gabbiani, che si rinconrrevano spensierati nell'immenso manto azzurro.
Si stava preannunziando una serena e piacevole giornata per la cittadina di Water Seven, la quale ne sentiva davvero la necessità, dopo tutti i problemi finanziari che come sempre la travagliavano e il fallito, fortunatamente, processo contro uno dei suoi più amati cittadini.
Si, qualche giorno di riposo e tranquillità sarebbero stati la cura perfetta per gli abitanti di quel luogo...
"E' mai possibile che tu non riesca a combinare nulla di buono?!"
"Non sta a te giudicare il mio operato, Bakaburg!"
"Come ti permetti, dannato bakanki?!"
...ma ovviamente vi era sempre qualcuno che avrebbe rovinato le più rosee aspettative.
"Dove vai?! Non ho ancora finito con te!" esclamò il ragazzo più anziano, afferrando con forza la spalla del giovane compagno. Quest ultimo si liberò con uno strattone dalla stretta, guardando l'altro in cagnesco
"Non prendo ordini da uno smidollato come te!"
"Tze! Parla colui che non alza un dito per aiutar..."
L'improvviso arrivo di una persona impedì al giovane di terminare la frase "Ah ah! Suvvia ragazzi, non litigate." rise l'alto e robusto pesce palla, circondando con le sue muscolose braccia le spalle dei due ragazzi e spingendoli in avanti "Scommetto che non avete neppure sentito il richiamo di Kokoro che ci avvertiva che la cena è pronta. Siete proprio incorreggibili. Ah ah!"
L'abile carpentiere Tom era ormai abituato ai continui battibecchi dei suoi due apprendisti. Litigavano incessantemente, senza mai stancarsi, fin da quando erano piccoli. Piccoli...termine appropriato per Franky, forse, comparso davanti agli occhi dell'imponente pesce palla alla tenera età di dieci anni, dopo essere stato abbandonato dal padre. Un triste destino per un bambino così piccolo...Ma il soggetto in questione aveva rivelato di possedere un coraggio e forza d'animo sorprendenti, anche se il primo a fare i conti con queste sue qualità era stato il giovane Iceburg. Questi dimostrò già dal loro primo incontro di mal sopportare il carattere confusonario e irrequieto del moccioso dai capelli celesti, completamente opposto al proprio. E tale fattore non aveva potuto che innescare numerose dispute, alle quali Tom e Kokoro assistevano divertiti. Non ritenevano fosse necessario preoccuparsi. Innanzittutto grazie ai quattro anni che distanziavano l'esuberante Franky da Iceburg, rendendo questi un poco più maturo e responsabile dell'altro. E inoltre, ma forse era maggiormente esatto dire soprattutto, l'affetto che li univa. Se si indagava sotto tutte quelle discussioni, urla e insulti si riusciva infatti a scorgere il profondo legame che esisteva tra i due giovani apprendisti. Ognuno provava per l'altro affetto e stima, anche se nessuno di loro lo avrebbe ammesso. Mai.
Ma la simpatia di Iceburg per il compagno stava progressivamente subendo delle modifiche. Si stava infatti trasformando in qualcosa di più profondo. Molto profondo.
All'inizio il giovane carpentiere ne fu spaventato.
Innamorato? Di Franky?! Era un pensiero inconcepibile per il suo cervello. Ma alla fine questo aveva dovuto rassegnarsi ai desideri del cuore...
Due stupende pozze ametista si posarono per un attimo sull'atletica e scalmanata figura in fianco a loro. Il piccolo e gracile Franky era ormai scomparso e al suo posto era subentrato un aitante e slanciato ragazzo di vent'anni. Alto, ormai aveva superato di qualche centimetro anche lui nonostante i suoi superiori quattro anni di età, braccia muscolose, un petto che sembrava scolpito nel marmo e anche un bel...Arrosì di colpo al pensiero, scotendo energicamente la testa, come per cercare di riportare la mente alla realtà.
"Che ti succede, Iceburg? Sei tutto rosso..."
...lo so e sappi che la causa di questo sei proprio tu. Questo avrebbe voluto dichiarare il giovane interpellato...Ma ovviamente non lo fece.
"Sto benissimo, fatti gli affari tuoi"
La risposta doveva aver offeso il suo giovane compagno, lo poteva capire dall'espressione risentita comparsa sul suo volto. Purtroppo non poteva porvi rimedio.
Da tempo, dal momento in cui aveva compreso i suoi veri sentimenti per quel diavolo dai capelli azzurri, le parole di Iceburg erano continuamente intrise di una sfumatura infastidita e scontrosa, in particolar modo quelle rivolte verso Franky. Certo, fin dall'inizio le loro conversazioni erano state prive di carinerie e romanticherie, ma ora la situazione era notevolmente peggiorata: non solo Iceburg cercava in tutti i modi di evitare di parlare o trovarsi faccia a faccia con il compagno, ma non riusciva a impedire che le sue parole fossero colme ogni volta di una forte dose di cattiveria. Continue lamentele sul suo operato, sul fatto che non li aiutasse mai nel lavoro, accuse di mangiare a sbaffo a spese della compagnia erano continuamente rivolte al povero Cutty Flam.
Un comportamente davvero deplorevole, se ne rendeva conto.
Ma per il giovane apprendista quella rappresentava l'unica soluzione possibile per allontanarsi da Franky, per evitare che questi capisse i suoi veri sentimenti...per non perderlo del tutto.
Eppure, nonostante i frequenti insulti e le frasi dispregiative che gli venivano rivolte, non un lamento era sfuggito dalla labbra dell'alto ragazzo. Aveva sempre sopportato tutte le accuse, limitandosi a ringhiare qualche "Bakaburg!" o standosene zitto. Però quello che maggiormente aveva sconvolto l'animo del giovane dalle iridi viola era stato il continuo desiderio del compagno di dormire assieme a lui.
Ogni notte, da quando Tom aveva trovato quel mocciosetto intento a provare una delle sue prime e pericolose invenzioni, Franky si svegliava di soprassalto, il volto sudato, il copro tremante. Non aveva mai raccontato il soggetto dei suoi incubi, ma Iceburg supponeva che dovesse trattarsi del padre, quel maledetto bastardo che l'aveva abbandonato...Ma un padre resta sempre un padre, quindi era plausibile che il ragazzino ne sentisse la mancanza. O forse durante quegli agitati sonni riveva il dolore e lo sconcerto dell'abbandono...L'apprendista dai lunghi capelli color viola non avrebbe saputo affermare con assoluta certezza l'esatta supposizione. Per lui era solo evidente la paura che scuoteva l'animo del giovane amico.
Paura che lo spingeva tutte le volte a rifugiarsi tra le braccia del suo compagno di quattro anni più grande di lui.
Ricordava di essersi un poco spaventato la prima volta in cui quel diavoletto aveva sollevato le coperte del suo futon nel bel mezzo della notte. Il suo pugno si era già levato in aria, pronto ad abbassarsi inesorabile sulla sua vittima, ma qualcosa l'aveva bloccato. Quel tremore, quelle lacrime, quelle mani strette attorno alla sua maglietta avevano cancellato ogni sua intenzione punitiva.
Ricordava solo di aver circondato con le braccia quel sottile corpicino il quale, forse per gratitudine, si era allora stretto ancor più alla sua persona. Lo stesso gesto si era in seguito ripetuto tutte le sere, seppure Franky avesse smesso di soffrire d'incubi da un paio d'anni. Era più che altro diventata un'abitudine, che i due accettavano di comune accordo.
L'irrequieto apprendista di Tom continuava tuttora a rifugiarsi nel suo futon, nonostante il peggioramento del loro rapporto. Anche se adesso era il ragazzo tatuato a nascondere il volto nel petto dell'amico, visto che questi era diventato più alto di lui. E questo rappresentava un ulteriore problema.
Sentire il profumo che quella pelle emanava, quel dolce respiro sui suoi capelli, quelle forti braccia che circondavano il suo corpo impedivano al povero Iceburg di entrare nel mondo di Morfeo, poiché troppo impegnato a cercare di calmare i battiti del suo cuore.
Perché, perché si era dovuto innamorare proprio di lui?! Franky...che non avrebbe mai ricambiato il suo amore?
Sperava con tutto il cuore di riuscire a trovare presto una soluzione per quel dannato problema...
Ma non sapeva che presto se ne sarebbe trovato davanti uno ancora più grave.

Come di consuetudine, Iceburg si era alzato presto quella mattina, deciso a sistemare una nave che avevano commissionato alla loro società qualche settimana precedente. Dopo alcune ore di duro lavoro il ragazzo dalle splendide iridi ametiste si rese conto di aver dimenticato il disegno del progetto a casa quindi, dopo ovviamente numerose imprecazioni e maledizioni, si incamminò verso la piccola abitazione. Stava per poggiare la mano sulla maniglia, quando sentì le voci di Kokoro e Franky. All''inizio ne fu sorpreso: strano che quell'idiota non fosse già impegnato a ideare un'altra delle sue macchine da guerra, pensò. Prima che riuscisse a varcare la porta, la voce di Kokoro lo bloccò. O per essere maggiormente esatti, le sue parole.
"Dovresti dirgli quello che provi per lui, Franky. Non puoi nasconderglielo in eterno"
"Credi che non lo sappia?!" sbottò irritato l'interpellato "non è mica così facile, sai?!"
...di che diavolo stavano parlando?
"Capisco che non sia una situazione facile, visto che si tratta di un uomo..."
"Vorresti forse insinuare che il mio è un sentimento malato?!"
"Assolutamente no. Come puoi credere che io abbia certi pregiudizi, Franky? E' offensivo da parte tua"
Alla frase di Kokoro seguì un attimo di silenzio, prima che le ansiose orecchie del giovane nascosto dietro la porta udissero ancora la voce del ragazzo dai capelli celesti
"Scusami..." mormorò infatti questi poco dopo "è solo che non so proprio come comportarmi!"
"E' normale, è sempre così negli affari di cuore..."
Il cuore di Iceburg smise per un secondo di battere.
Cosa?...Franky...era innamorato? Di un uomo? Non l'avrebbe mai pensato...O forse era solo difficile immaginare quell'idiota vittima delle frecce di Cupido.
Ad ogni modo non riuscì a reprimere quel velo di speranza che stava velocemente crescendo in lui. Forse, magari...
Frattanto la donna continuava a parlare
"...suppongo che a rendere più difficile la situazione sia anche il lavoro del tuo amico. E' un nuovo cameriere che hanno assunto al bar del centro, se non ho compreso male le tue parole, vero?"
"Ehm, si..." un sospiro profondo "Cosa mi consigli di fare, Kokoro-san?"
La risposta non fu udita dal giovane Iceburg. Era occupato a sentire i pezzi del suo cuore che finivano inesorabilmente a terra.
Franky era innamorato. Di un uomo. Che non era lui. Avvertì una bagnata sostanza formarsi agli angoli dei suoi occhi, unita ad un impellente necessità d'urlare. Si voltò di scatto, colpendo inavvertitamente uno degli attrezzi poggiato di fianco alla porta principale, la cui caduta causò subito un violento rumore.
Dannazione, pensò il ventiquattrenne, cominciando velocemente a incamminarsi, quando...
"Iceburg!"
Paura. Una paura immensa, talmente potente da impedire qualsiasi azione, anche il solo e semplice atto di respirare...ma si voltò, le lacrime sul punto di scendere inesorabili sulle sue guance. E lo vide. Bello, magnifico, con indosso quella maledetta camicia aperta che lasciava vedere quel petto perfetto e muscoloso e quel costume da bagno che concedeva ampio spazio all'immaginazione.
Perché doveva torturarlo pure in quel modo? Non lo aveva già ferito abbastanza?
Non riuscì a decifrare l'espressione dipinta sul volto del compagno, sembrava...spaventata...
"Perché sei qui?!" esclamò improvvisamente il ragazzo, la voce che tradiva una nota di...terrore? "ha-hai sentito qualcosa?!"
La mente del ragazzo più anziano fu attraversata da un lampo. Certo, probabilmente Franky temeva che Iceburg potesse nutrire qualche pregiudizio omofobico e, avendo ascoltato la conversazione tra lui e Kokoro, disprezzarlo. Oh, quanto era lontano dalla verità...
"Tranquillo, non mi devi alcuna spiegazione" sbottò voltandosi, deciso a non proseguire oltre quel discorso.
Ma Franky sembrava essere di tutt'altro avviso...Fece infatti qualche passo in avanti, il braccio teso nella timorosa intenzione di afferrare la spalla del compagno "Ice..." "Non mi toccare!"
Il giovane ritrasse la mano di scatto, come se fosse rimasta scottata, gli occhi fissi sulla schiena dell'amico, che ormai stava scomparendo dalla sua vista.

Stupido! Stupido!
Uno stupido era stato se credeva che la situazione si sarebbe risolta. Era solo mutata, nel peggiore dei modi!
Inciampò, gli occhi troppo colmi di lacrime per accorgersi di quel barattolo di latta abbandonato in mezzo al terreno. Cadde, battendo violentemente il viso per terra.
Lacrime cominciarono a rigare il suo volto, a causa del dolore. Ma non del corpo. Del cuore. Ormai completamente spezzato.

"Ragazzi! La cena è pronta!"
"Ancora un attimo, Kokoro" la pregò il direttore della Tom's worker "stiamo cercando di montare un ultimo pezzo del vagone"
Ebbe appena terminato di pronunciare quella frase che l'intera struttura sulla quale stavano lavorando dall'intera giornata si smontò.
"Maledizione!" urlò Franky, scagliando con forza il martello che aveva tra le mani per terra "tutta questa fatica per niente!"
L'uomo pesce si alzò, togliendosi la polvere dagli abiti con movimenti lenti. Infine...scoppiò in una fragorosa risata.
"Che hai da ridere, stupido tricheco?!" ringhiò il ragazzo dai capelli celesti, infiammandosi maggiormente
La risata dell'abile carpentiere si affievolì, mentre una grande mano si posava su quella testa scalmanata
"Ah ah! Non te la devi prendere, Franky" lo rassicurò, scomipigliandogli i capelli "probabilmente avremo compiuto un errore dettato dalla stanchezza. Proprio per questo adesso andremo a gustarci tranquillamente la deliziosa cenetta preparataci da Kokoro. Su, anche tu Iceburg" aggiunse, chiamando il giovane dalle iridi ametiste intento a sistemare un gigantesco motore.
Ma l'interpellato era di diversa opinione
"Non ti preoccupare per me, Tom-san. Voi andate pure, io preferisco vedere se riesco ad aggiustare questo motore"
Il suo tutore lo fissò per alcuni secondi in silenzio, prima di momorare "Sei sicuro? Non sarebbe meglio che tu ti fermassi, invece? Magari per qualche oretta, per riposarti un poco..."
Un sorriso gentile si disegnò sulle labbra del giovane apprendista "No, ti ringrazio Tom-san, ma desidero davvero finire qui. Se avrò fame vi raggiungerò"
L'imponente pesce palla stava per replicare, ma fu preceduto dalla voce dell'altro discepolo.
"Andiamo, Tom-san? Sto morendo di fame!"
Due sfere ametiste si posarono sulla figura dell'irrequieto ragazzo. Non riuscì a fissare quelle iridi calde e scure, poiché il compagno gli dava le spalle, le braccia posate sui fianchi. Si chiese se non si fosse voltato di proposito per evitare di guardarlo...
"Beh..." esclamò il direttore della Tom's worker, interrompendo il vortice di pensieri del giovane Iceburg "allora buon lavoro, ragazzo mio. Mi raccomando, non ti affaticare troppo"
Si ritrovò finalmente solo, libero dalla compagnia del suo caro maestro e...della fonte di tutti i suoi problemi.
Il rapporto tra Iceburg e Franky non aveva subito ulteriori crisi come si sarebbe aspettato il primo dei due, visto il precedente svolgersi degli eventi.
Semplicemente, dopo QUEL fatto, i due giovani apprendisti avevano interrotto ogni forma di dialogo. L'uno cercava di rivolgersi all'altro il meno possibile e solo in caso di necessità, come ad esempio nel domandare in prestito qualche utensile. A tavola non un insulto usciva dalle loro labbra. Parlavano poco persino con i loro due tutori, i quali si erano ovviamente accorti del mutismo in cui erano caduti e, in particolar modo, della tensione che si era creata tra i due ragazzi. La povera Kokoro specialmente era diventata assai inquieta per la situazione, solo le parole di Tom erano riuscite un poco a tranquillizzarla. Il carpentiere assicurava infatti alla dolce amica che doveva trattarsi soltanto di un momento passeggero e che presto avrebbero ricominciato a sentire i comuni insulti.
Ma i fatti confutarono la tesi del pesce palla. Ancora i due ragazzi non si rivolgevano la parola, tuttora seguitavano a evitarsi.
Ormai erano settimane che il ragazzo dai capelli celesti dormiva nel proprio futon, voltato di schiena al compagno, nel timore forse di poter incrociare un suo sguardo.
Iceburg sapeva di aver ferito i sentimenti di Franky, scappando a quel modo in quell'occasione e ne soffriva.
Teneva davvero a Franky e si odiava per essere proprio lui la causa della sua tristezza. Ma aveva paura. Paura di non riuscire, nel momento in cui si sarebbe scusato con lui, a reprimere la domanda del "Perché? Perché non ami me invece di una persona che rifiuta il tuo amore, mentre io sono qui, davanti ai tuoi occhi, completamente pazzo di te?"
Sospirò, passandosi una mano davanti agli occhi. Basta, non aveva senso pensarci ancora. Aveva dichiarato di voler riparare quel motore e l'avrebbe fatto. Se almeno fosse riuscito a comprendere dove fosse il guasto!
Era da almeno sette ore che cercava di venire a capo di quel problema, a cui avrebbe dovuto trovare ben presto una soluzione o Tom non avrebbe potuto sperimentare il suo prototipo del treno marino. Il quinto che stavano costruendo...
Tutti i precedenti modelli avevano finito per essere distrutti dalle violente onde dell'oceano, dai terribili mostri marini che abitavano la sconfinata distesa azzurra o a causa di loro errori di calcolo. Ovviamente tutti quegli insuccessi avevano il potere di demoralizzare ulteriormente i loro animi. Non quello di Tom, il quale rimaneva sempre fiducioso e ottimista, ma per Franky e Iceburg quei fallimenti erano davvero duri da sopportare.
Il giovane dai lunghi capelli viola ricordava il giorno in cui il suo compagno era scoppiato, cominciando a scalciare e buttare per aria tutto quello che trovava. Solo l'intervento di Tom era riuscito a calmarlo e il giovane pesce palla si era ritrovato a dover consolare il suo caro apprendista preda delle lacrime.
Iceburg comprendeva bene lo stato d'animo dell'amico.
Ore e ore di duro lavoro, durante le quali ognuno di loro dava il meglio di sé, per cosa ottenere? Nulla. Era così frustrante...
Dannato treno marino...Perché non riuscivano a costruirlo?! Non era in gioco solo il futuro di Water Seven: Tom, il più grande carpentiere mai esisto, rischiava la galera in caso di fallimento. Tutto per aver costruito una magnifica nave pirata che sarebbe rimasta per sempre nella leggenda.
Maledizione...
Dovevano farcela, a qualunque costo! Iceburg non avrebbe mai lasciato che i governativi portassero via Tom. Provava nei suoi confronti un'ammirazione totale, infinita.
Quell'uomo era dotato di un talento straordinario, impareggiabile. Nessuno era in grado di costruire navi di tale bellezza, capaci di sopportare devastanti viaggi, violente tempeste senza subire mai danni irreparabili.
La sua stessa abilità di carpentiere era esclusivamente merito di quell'uomo, che gli aveva insegnato tutti i trucchi del mestiere, incoraggiandolo sempre a migliorarsi, a superare persino lui. Un obiettivo impossibile, Iceburg se ne era subito reso conto, ma che in qualche modo era sempre stato in grado di stimolarlo, quasi come a voler ringraziare il maestro della stima che nutriva nei suoi confronti.
Dovevano farcela, dovevano costruirlo!
Un urlo di rabbia sfuggì alle labbra del giovane ragazzo, causato dall'ennesimo insuccesso di far partire quel motore. Calciò con forza la fonte dei suoi problemi, maledicendolo a voce alta. Dannazione!
Perché non voleva funzionare?! Desiderava forse dar man forte ai governativi? Stupido motore!
Continuò a colpirlo senza sosta, il cuore intriso di una cocente rabbia, come ultimo e disperato tentativo di metterlo in moto.
Dannazione! Dannazione!
Alcune gocce d'acqua salata cominciarono a infrangersi sul terreno, seguite subito da altre e altre ancora. La stanchezza e amarezza avevano ormai preso il sopravvento sul povero apprendista e il suo corpo scosso da singhiozzi ne era la prova evidente.
"Iceburg..."
Il giovane dai lunghi capelli viola sussultò. Non si era reso conto della presenza di un altro individuo.
Lentamente, con gli occhi ancora colmi di lacrime, si voltò, trovandosi di fronte all'ultima persona che avrebbe desiderato vedere in quel momento
"Franky..."
Il suo compagno stava lì, di fronte a lui, un'espressione indecifrabile scolpita sul volto. Fissava in completo silenzio la persona che aveva sempre considerato dotata di una forza di volontà e determinatezza senza pari ora completamente distrutta, priva di quella maschera di sicurezza e freddezza che indossava tutti i giorni.
Solo dopo qualche secondo riuscì a ritrovare la voce "Ecco..." cominciò tentennando, mostrando un'enorme fatica a trovare le parole appropriate "noi...io...insomma, non arrivavi più...così...Oh, al diavolo!" sbottò, avanzando improvvisamente verso il compagno e catturandolo nelle sue braccia.
Il corpo del ragazzo dalle iridi ametiste si ritrovò di colpo stretto in un forte abbraccio, il volto nascosto nel petto dell'altro. In altre circostanze avrebbe subito cercato di ritrarsi...Ma non quella volta. Per ora avvertiva solo la necessità di quell'affetto o compassione che fosse che Franky gli stava donando. Strinse con foza la maglietta del compagno tra le dita, beandosi di quel calore che il suo corpo emanava. Come gli erano mancati quei momenti...
La fascia che di solito legava i suoi lunghi capelli lentamente fu sciolta dalle lunghe dita del compagno, le quali cominciarono a passare per quei sottili fili viola morbidi come seta, mentre una mano riempiva di dolci e rassicuranti carezze la sua schiena.
Iceburg aveva chiuso gli occhi, per poter assaporare appieno quelle magnifiche sensazioni, quando ad un tratto avvertì le mani del compagno poggiarsi sulle sue spalle, allontanandolo da sé. Contrariamente alle sue previsioni, però, il più giovane apprendista della Tom's worker non era affatto intenzionato a interrompere il contatto: le sue braccia circondavano ora infatti la vita dell'altro ragazzo, mentre le sue calde pupille scure erano fisse sulle loro gemelle. Ammirò la luce che quegli occhi emanavano, quel viola così intenso da sembrar bruciare, quelle guance solitamente pallide ora costellate di un sottile strato rosso e quelle labbra, così rosse e carnose...E morbide.
Improvviso. Inaspettato. Iceburg non si rese immediatamene conto di quello che stava succedendo. Avvertì solo quelle labbra, quei dolci e vellutati boccioli sui propri, che li accarezzavano, chiamavano, chiedevano di più...E loro acconsentirono.
Fu come essere attraversati da una strana ma forte fonte d'energia, che sembrava scaldargli l'anima, rinvigorirla, regalarle una nuova luce...Dapprima si trattò di un bacio dolce, lento, durante il quale la lingua dell'altro sfiorava timorosa la sua compagna, attraverso lievi tocchi e carezze. Poi divenne più appassionato, affamato, disperato, come se da quel contatto dipendesse l'esistenza dell'altro. Le mani di Franky vagavano con furia tra quella splendida distesa viola, mentre un braccio stringeva con forza la vita del compagno più anziano, le cui braccia erano strette attorno al collo dell'altro, come se questi rappresentasse la propria ancora di salvezza.
Erano completamente persi l'uno dell'altro, dimentichi del mondo circostante.
"Iceburg! Franky!"
A quel richiamo due paia d'occhi si spalancarono di scatto. Il momento magico era stato spezzato.
Quando il direttore dell'ultima compagnia di carpentieri della città individuò i suoi giovani apprendisti li trovò completamente spossati, le gote tinte di rosso, l'uno distante dall'altro almeno di venti centimetri. Il sorriso sulle sue labbra scemò di fronte a quella visione. Era successo qualcosa di nuovo tra quei due, lo poteva intuire da quegli sguardi che si ostinavano a fissare il terreno...
"Su, venite..." mormorò poco dopo, tentando di riacquistare il tono allegro di sempre "Kokoro ha due belle fette di torta pronte per voi."
Annuendo silenziosamente, i due ragazzi si incamminarono fianco a fianco, senza dire una parola, rispettando però sempre quella distanza nella quale li aveva trovati il pesce palla.
Si, decisamente qualcosa era mutato...Ma Tom non riusciva a capire se fosse stato un bene o un male.

La piccola casa che offriva rifugio ai membri della Tom's worker non rappresentava certo il più alto modello d'abitazione confortevole esistente, ma essa era sempre stata amata dai suoi ospiti, per la dolce e gradevole sensazione d'intimità che sapeva creare. Inoltre all'interno delle sue mura risuonavano sempre allegre e felici voci, il che rendeva ancora più sereno e accogliente il minuscolo rifugio. Anche se quella sera la magia sembrava scomparsa.
"Ragazzi...perché non mangiate? E' torta di zucca, la vostra preferita..."
La domanda della segretaria dell'azienda sembrò non essere stata udita dai due giovani apprendisti seduti a tavola, gli sguardi fissi sui loro piatti.
"Grazie per il disturbo, Kokoro-san..." mormorò infine Iceburg, la voce talmente bassa da risultare appena percettibile "...ma sinceramente non ho molto appetito"
Lo sguardo di Tom incrociò per un attimo quello della compagna, ognuno comunicando silenziosamente all'altra la sua preoccupazione. Non era da loro un simile comportamento, in particolar modo nei riguardi del cibo.
Ricordavano ancora l'enorme fatica nel tentativo di frenare le liti scoppiate in merito alla questione su a chi dei due sarebbe spettato l'ultimo pezzo di torta.
Mentre ora...
L'improvviso rumore dello strascico di una sedia destò tutti dal torpore in cui erano caduti
"Vado a fare una passeggiata" comunicò Franky, il capo continuamente rivolto verso terra "probabilmente dormirò fuori. Non mi aspettate"
E senza neanche aver terminato la frase se ne andò. Fu un'azione talmente veloce che a fatica Kokoro e Tom si resero conto dell'assenza del componente più giovane del gruppo. Però forse questo costituiva un vantaggio...Almeno adesso avrebbero avuto l'occasione di scambiare qualche parola con Iceburg, che rispetto a Franky si sarebbe dimostrato più disponibile e ge...
"Scusatemi" mormorò improvvisamente il giovane apprendista, incamminandosi velocemente verso la porta e scomparendo pochi secondi dopo dietro di essa. Gli occhi dei due componenti della Tom's workers rimasti si rincontrarono...esprimendo stavolta la più totale confusione...

"Franky! Franky, aspetta!"
Appena il ragazzo dai capelli celesti aveva abbandonato la casa, il cuore di Iceburg era stato colpito da due diverse emozioni: la prima consisteva in una dolorosa tristezza, causata dall'atteggiamento sfuggente di Franky, il quale si era ostinatamente rifiutato di guardarlo negli occhi dal momento in cui Tom aveva interrotto quel loro...contatto; la seconda, quella che dominava sovrana sull'altra, era la rabbia dettata dalla fuga del compagno.
Poiché conosceva benissimo la sua destinazione...
"Ti vuoi fermare o no?! Devo parlarti" ringhiò, afferrando con forza il braccio dell'altro, riuscendo in questo modo a bloccarlo.
Il giovane Cutty Flam non sembrava però affatto intenzionato a discorrere con l'amico dalle iridi ametista. Col viso indirizzato verso la propria destra, e in questo modo non rivolgendo ancora lo sguardo verso Iceburg, l'apprendista carpentiere rivolse all'altro parole colme di stizza e asprezza
"Non mi va di parlare, lasciami andare"
"Niente affatto! Io e te adesso dobbiamo fare un bel discorsetto"
"...su che cosa?"
"Sai benissimo quale sarà l'argomento!" replicò con rabbia il compagno più anziano.
Accettava il fatto che si potesse sentire in imbarazzo o confuso, in fondo provava le stesse sensazioni, ma si rifiutava di essere preso in giro, non in una situazione così delicata.
Finalmente le calde pupille di Franky si posarono sulle sue, mentre la mano di Iceburg lasciava il suo -prigioniero-
"Non ho bisogno di alcuna spiegazione" dichiarò, aumentando il senso di confusione presente nell'amico.
Cosa...?
"Eri stanco e avvilito per quel motore che non si decideva a partire, ti capisco. Anche io sono piuttosto esausto da tutti questi fallimenti..."
Che...che diavolo stava dicendo?!
"...quindi non ti preoccupare. Dimentichiamo tutto e torniamo alla nostra solita vita di sempre, ok?" concluse, tornando a fissare il terreno e muovendosi allo stesso tempo verso la sua sinistra, mostrando palesemente il suo desiderio di terminare la discussione e andarsene nel centro della città.
E fu proprio questa sua ultima intenzione a scatenare la reazione del ragazzo tatuato.
Un tonfo, sordo. Fu l'unico rumore che Franky riuscì a percepire, unito al profondo bruciore che sentiva sulla guancia sinistra, sopra la quale poggiò subito la mano per cercare di alleviare il dolore. Infine alzò il capo.
Iceburg stava in piedi, lo sguardo chino, la mano ancora stretta in pugno. E un'espressione furiosa dipinta sul volto
"Ma sei impazzito?!" urlò il ragazzo più giovane, quando si fu ripreso dallo stato confusionale in cui era caduto e riuscì a rimettersi in piedi "Che ti salta in mente di mollarmi un pugno all'improvviso?! Si può sapere cosa cavolo ti ho fatto?!!"
A quelle parole il giovane dai lunghi capelli viola alzò il capo.
Dalle labbra di Franky sfuggì un lieve lamento quando il suo capo sbatté con forza lungo il muro dietro di sé, spinto dalle muscolose braccia del compagno. Le mani di questi stringevano con forza le spalle dell'altro, non curandosi del dolore che gli procurava e neppure preoccupandosi del fatto che Franky avrebbe potuto reagire e ad avere la meglio su di lui, visto la sua superiorità fisica. In quel momento Iceburg non pensava a nulla. Il vuoto occupava la sua mente.
Era animato da un solo pensiero.
Quelle labbra. Quelle morbide perle di velluto davanti ai suoi occhi che sembravano attirarlo a sé, stregarlo...Un sortilegio al quale decise di non ribellarsi.
Con forza si avventò contro quelle labbra, assaporandole, mordendole fino a farne uscire sangue, giocando con quella lingua che, dapprima un po' stupita, aveva subito cominciato a rispondere, a dettare il suo comando. Sapeva che agendo in quel modo avrebbe soltanto peggiorato la situazione, ma non gli importava. Non si preoccupava più di nulla. Tutta la sua attenzione era rivolta verso quei succosi boccioli che lo accoglievano affamati.
Infine, quando sentirono l'impellente necessità d'ossigeno, terminarono il contatto.
Due scure pozze ametiste vagarono lunga la figura del giovane davanti a lui, osservandolo in ogni suo dettaglio.
Non era mai stato così bello come in quel momento. I corti capelli color del cielo spettinati, arruffati, come si mostravano di solito ogni mattina quando usciva assonnato dal suo futon; un sottile strato di rosso sulle guance, così morbide al tatto; gli occhi illuminati da uno strano calore, di passione, ma allo stesso tempo segnati da un velo di stupore e agitazione, che gli conferiva una dolce aria da cucciolo; e quella labbra, così sottili e rosee, aperte, come un invito. Che non poteva più cogliere.
Le mani dell'apprendista tatuato si staccarono da quel corpo, le cui iridi era ora incatenate su quelle dell'altro, ansiose, in attesa di una parola.
"Sono meglio di lui?"
Franky sbatté più volte le palpebre "Cosa?"
Un sorriso ironico increspò le ben disegnate labbra del ragazzo tatuato
"Credo di non essermela cavata così male, considerando la mia totale inesperienza. Neppure tu sei malaccio, anche se credo tu ti sia già esercitato con altri, vero?"
L'interpellato aprì la bocca per parlare, ma da essa uscirono solo strani rantoli.
"Eh già..." mormorò Iceburg, alcune ciocche di capelli che gli nascondevano gli occhi "uno va a cercare altrove quando ha la soluzione a portata di mano..."
Stavolta l'alto ragazzo riuscì a sussurrare una frase di senso compiuto
"Che...che vorresti dire?"
Un lieve tremore prese a scuotere le mani del ragazzo più anziano
"Non riesci a capirlo?" ringhiò a bassa voce "cavolo, deve essere davvero bravo a baciare quel tipo, se è riuscito a portarti via quel poco di cervello che avevi in quella testaccia dura"
La rabbia e delusione nella voce di Iceburg stavano ormai prendendo il sopravvento, senza che l'altro riuscisse a spiegarsene il motivo, provocando di conseguenza un sentimento misto a collera e confusione anche in lui
"Insomma! Si può sapere cosa cavolo stai dicendo?!"
"STO DICENDO CHE TI AMO!"
Ecco. Quelle parole. Quella frase che mai avrebbe dovuto sfuggire alle sue labbra ora era stata lasciata scappare.
E non poteva più porvi rimedio.
Strano...nonostante la situazione provava una sorta d'ilarità...Nel frattempo sentiva su di sé lo sguardo della sua dolce maledizione. Non riusciva a vederlo, poiché teneva ancora il capo chino, ma poteva percepire lo stesso tutto lo stupore che quegli occhi emanavano. Una situazione troppo forte da poter sopportare...
"Bene..." pronunciò ad un tratto, tentando di riacquistare un poco della dignità che gli era rimasta "immagino che questo chiarisca ogni tuo dubbio.
Non ti preoccupare, non ho alcuna intenzione d'interferire nella tua relazione, anzi, ti auguro ogni bene possibile. Spero soltanto che quello stronzo, mentecatto, viscido bastardo si accorga dei tuoi sentimenti." Aggettivi sicuramente non lusinghieri, ma era complicato tenere a freno la gelosia, specie in quel frangente. Alzò una mano, in segno di commiato, quando qualcosa lo bloccò.
O meglio, qualcuno.
Alzando perplesso lo sguardo notò infatti la mano di Franky stretta attorna al suo polso, in modo gentile ma forte sufficiente a bloccarlo. Avrebbe voluto chiedere spiegazioni circa quel gesto, ma non lo fece.
Non vi riuscì. A causa di due morbide labbra posate sulle sue. In principio sgranò le pupille, attonito, incapace di pensare. Poi piano piano si rilassò, lasciandosi guidare in quella meravigliosa e antica danza, le mani che lentamente si posizionavano dietro il collo dell'alto ragazzo, mentre due forti braccia gli cingevano la vita.
Il cervello non ragionava, non riusciva a formulare alcun pensiero. Si lasciava guidare tranquillamente dal cuore, senza pensare alle conseguenze.
Alla nuova separazione, il viola incontrò il marrone e per un secondo sembrò che il tempo si fosse fermato.
Ad un tratto però Iceburg notò che le labbra del compagno si stavano curvando in modo strano, verso l'alto e il basso, senza interruzione.
Infine, Franky si accasciò a terra, le risate che gli scuotevano il corpo. Il giovane dai lunghi capelli color viola fissò inebetito l'amico, il quale continuava a rotolarsi a terra e ridere senza sosta, reggendosi la pancia come se ad un certo punto potesse scoppiare.
Iceburg cominciò a temere che le continue scorribande in mare e le relative batoste avessero danneggiato seriamente le funzioni cerebrali dell'irrequieto ragazzo. O forse tale peggioramento era causato dai suoi continui pugni su quella testa vuota...
Qualunque fosse la spiegazione possibile, l'apprendista dalle iridi ametista cominciò a spazientirsi di tale atteggiamento
"Ma la vuoi finire?! Che diavolo ci trovi da ridere?!"
Il giovane Cutty Flam, dopo qualche altro minuto d'acceso riso, si alzò in piedi, scuotendosi di dosso la polvere. Avanzò di qualche passo, passando un braccio attorno al collo dell'altro e avvicinandosi al suo orecchio, come se dovesse raccontargli una grande confidenza
"Rido perché hai finalmente ammesso di essere uno stronzo, mentecatto, viscido bastardo..."
Le due grandi pozze ametiste si ingrandirono a dismisura, incapaci di credere a quello che avevano udito. Il loro possessore volse lentamente il capo, fino a rispecchiarsi nelle calde pupille scure del compagno in cui si riusciva benissimo a scorgere una scintilla divertita
"C-cosa?" stavolta era il suo turno di balbettare "vuoi dire che...tu..."
Un caldo e dolce sorriso si disegnò sulle labbra di Franky di fronte alla vista dell'espressione sbigottita dell'amico, che considerava buffa e tenera al tempo stesso
"Indovinato, ti amo anch'io. Sono cotto di te da quando avevo sedici anni, mi devi quattro anni di risarcimento, sai?"
Il ragazzo dai lunghi capelli viola non riuscì a pronunciare una parola. Sembrava aver completamente perso la voce dalla meraviglia...o forse dallo stupore, non lo sapeva con esatezza neppure lui.
Ridacchiando l'apprendista più giovane ridusse ulteriormente la distanza che lo separava dall'altro, unendo le loro labbra in un casto e lieve bacio prima di pronunciare con voce dolce ma allo stesso tempo tempo canzonatoria "Bakaburg..."


Fine

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: xadhoom