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Autore: Mary_Rose_Crosszeria    29/06/2011    4 recensioni
Fan fiction con i personaggi di Toradora. ^^
Sono passati alcuni anni dalla fine della storia, Ryuji e Taiga si sono sposati Kusheida vive ad Osaka e Kitamura in America; un giorno si ritrovano tutti a casa Takasu per una rimpatriata piena di sorprese.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata come le altre faceva caldo ma non abbastanza per potersene andare in giro a mezze maniche. Un uomo alto e con una pesante frangia a coprirgli il volto aspettava appoggiato con la schiena contro un muretto.
Passarono altri dieci minuti prima che un rumore sordo di una porta che sbatteva annunciò la fine dell’attesa.
-Scusa, scusa, scusa.- disse un altro uomo raddrizzandosi  gli occhiali sul naso
-Yūsaku Kitamura, non è da te essere in ritardo.- lo rimproverò l’altro.
-Sei tu che sei sempre troppo puntuale Ryuji.- lo ribeccò Kitamura-kun sghignazzando
Ryuji sbuffò alzando gli occhi al cielo incamminandosi lungo la via.
-Sei tornato già da una settimana e non sei ancora venuto a trovarci Taiga, sta diventando insopportabilmente eccitata.-
-Lavorare in America è bello, ma ha i suoi lati negativi. Quanto saranno che non vi vedo? 4 anni?-
-Pressappoco.-
-Oggi dovrebbe venire anche Kushieda?- chiese curioso Kitamura
-Che rimpatriata sarebbe senza di lei? Taiga l’ha sentita giusto sta mattina. Arriverà con lo Shin-Osaka per l’ora di pranzo.-
-Cucinerai tu?- chiese con un accento divertito
-Ovviamente.- gli rispose sorridente l’amico. –Oh, siamo arrivati.- disse d’un tratto fermandosi di botto davanti all’ingresso di una grande casa con le parti bianche.
Bussò un paio di volte ma nessuno arrivò ad aprire.
-Non sono in casa?- mormorò perplesso Kitamura
-Forse sono uscite a fare la spesa.- rifletté Ryuji
-Magari possiamo raggiungerle…- il ragazzo non riuscì a finire la frase che una voce familiare proruppe da dietro l’angolo.
-E adesso fai il bravo ridagliela!- disse la voce con tono severo
Svoltato l’angolo trovarono una signora dai lunghi capelli raccolti in una cosa che puntava una Katana di legno contro un bambino sull’orlo delle lacrime. Il piccoletto lasciò andare la palla che aveva tra le mani e dopo aver fatto un inchino frettoloso corse via in un baleno.
Con un gesto usuale la donna infilò la katana dietro la nuca facendola scomparire tra la folta chioma mentre raccoglieva la palla abbandonata per terra.
-Non sei cambiata per nulla Aisaka.- disse Kitamura sorridendo nostalgico.
La ragazza si voltò sorridendo: - Kitamura-kun! Ben tornato!- lo salutò entusiasta.
Il volto di Taiga era rimasto quello di sempre, dolce e infantile, e sebbene nel corso degli anni si fosse alzata di qualche centimetro, rimaneva sempre molto più simile ad una bambina che ad una donna.
-Cosa stavi facendo a quel povero bambino?- la sgridò Ryuji
Taiga mise subito il muso: -Ha cominciato lui.- disse sbuffando
Ryuji notò nuovamente la palla in mano alla ragazza e capì cosa poteva essere successo.
-Sei troppo protettiva…-
-Senti chi parla.- lo punzecchiò lei facendolo arrossire un po’.
La conversazione fu interrotta quando due minuscole manine si aggrapparono all’ampia gonna di Taiga attirando su di loro l’attenzione. Una bimba dai capelli scuri si nascondeva intimidita dietro le gambe di Aisaka.
-Natsuki…non avere paura, è Kitamura-san ti ricordi di lui…è un amico di papà.- disse Taiga con tono affettuoso accarezzando il capo della bimba, che piano piano mollo la presa della sua gonna uscendo allo scoperto.
-Fa quasi impressione vederti così affettuosa a volte.- disse Kitamura osservando la scena.
Taiga lo fulminò con lo sguardo: -Kitamura, non risparmierò nemmeno te se lo ripeti.- lo minacciò
-Ok, ok. Capito.- disse subito il ragazzo alzando le mani in segno di resa.
Taiga ridiede la palla alla bimba che cominciò a giocare in un angolo di strada.
-Attenta Natsuki!!- urlò Ryuji correndole dietro.
-E poi sarei io l’apprensiva…- borbottò fra se e se Taiga facendo ridere Kitamura.
-Ryuji è Ryuji…ero si curo che sarebbe stato un padre super apprensivo.-
-E adesso si sta rilassando.- disse con una punta d’ironia nella voce la donna
-Natsuki è sempre più carina. Ti somiglia molto Taiga.- disse l’uomo aggiustandosi gli occhiali
-Dici? Anche Ryuji lo dice spesso…di quanto sia sollevato che abbia preso da me. Ma io sinceramente non la vedo tutta questa somiglianza. Vedi…vedi quel sorriso così dolce? Quello è il sorriso di Ryuji non lo pensi anche tu?- disse Taiga sorridendo spensierata.
Kitamura annuì sorridendo a sua volta.
-Perché siete così felici?- domando sospettoso Ryuji tornando dagli altri due con Nastuki sulle sue spalle che giocava a tiragli i capelli.
-Niente sono contenta che finalmente Kitamura-kun si sia degnato di venirci a trovare.-
-E a breve dovrebbe arrivare anche Kushieda.- disse Kitamura guardando l’orologio.
-Oddio è già così tardi e Ryuji non ha ancora preparato nulla per pranzo!- esclamò allarmata Taiga.
-Non hai pensato a cucinate tu?- disse una voce alla loro spalle
-Ma che scherzi? Vuoi per caso farci morire tutti Minorin!?-  disse voltandosi di scatto raggiante Taiga non appena riconobbe la voce dell’amica.
-Dopo un viaggio così lungo mi aspettavo almeno di trovare il pranzo pronto.- si lamentò lei con tono scherzoso scatenando un riso generale.
- Minorin! Minorin!- chiamò Natsuki riconoscendo la ragazza.
-Ehi Nastuki! Ogni volta che ti vedo cresci sempre di più! Speriamo che tu non rimanga bassa come la tua mamma.- disse facendo una linguaccia a Taiga che le pizzicò una guancia per vendetta.
-Va bene è ora di rientrare, o davvero potremmo non mangiare nulla oggi.- disse Ryuji.
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Tutti erano già spariti oltre la soglia di casa.
 
-Siamo affamati!!- urlarono in coro dal salotto
-Ecco, ecco. Prego servitevi.- disse Ryuji poggiando sul tavolo una quantità sproporzionata di cibo.
-Come al solito cucini troppo…- disse Taiga dopo aver cominciato la sua terza ciotola di riso.
-Perché tu mangi per dieci persone cara.- le disse lui beccandosi un calcio negli stinchi.
-Ahia! Perché sei sempre così violenta?-
La faccia assassina di Taiga gli suggerì di non aspettarsi una risposta.
A fine pranzo tutti erano stesi con il ventre rigonfio di cibo con un principio di abbattimento in atto.
-Allora come sta andando il nuovo lavoro?- chiese Minorin voltandosi verso Taiga
-Bene, sinceramente non pensavo che avrei fatto l’insegnate, ma stare con i bambini mi piace.- disse sorridendo.
-Anche se in questo periodo mi sento un po’ fiacca…- aggiunse stiracchiandosi
-Davvero?- chiese sorpreso Kitamura.
-Giusto. Oggi non sei andata dal medico? Ti ha detto qualcosa?- chiese Ryuji ricordandosi
-Non sono malata.- disse Taiga con un sorriso enigmatico in volto.
-Ehhhhhhhhhhhhhhhhh?!- urlò subito Minorin saltando verso Taiga che scoppio a ridere divertita.
Anche Kitamura annuiva contento.
-Cosa succede?- chiese Ryuji guardando i tre sospettosi.
-Ma come ancora non l’hai capito?- gli rinfacciò Kitamura.
-Cosa?- chiese indispettito Ryuji rivolgendosi a Taiga.
Natsuki corse in contro alla mamma abbracciandole la pancia: -Avrò un fratellino!- trillò sorridendo raggiante.
Ryuji guardò prima le mani di Natsuki posate sulla pancia di Taiga e poi il volto di Taiga che rideva divertita dalla sua espressione basita.
-Ma quando… E come… E tu… è un maschio?!- biasciò incapace di formulare una frase coerente.
Taiga si alzò baciandogli la fronte: -Sono già due mesi. -
-Due mesi?!- Ryuji rovesciò gli occhi all’indietro mentre Kushieda le strappava di mano Taiga per farle mille domande.
- Ti vedo pallido?- disse Kitamura avvicinandosi all’amico
-Altri 7 mesi di Taiga con voglie, sbalzi d’umore e tutto il resto compreso nel pacchetto gravidanza…non so se c’è la farà. - disse con un accento disperato nella voce
Kitamura ghignò piano: -A parte questo, sei felice?-
Ryuji lo guardò negli occhi: - Assolutamente.-
Si alzò di scatto abbracciando da dietro la moglie poggiandole le mani delicatamente sulla pancia.
-Voglio chiamarlo Kou.- disse poggiando le mani sulle sue.
-È un bel nome. Sento che gli starà a pennello se somiglierà a te. –
-Si, ma io sono sicura che andrà bene lo stesso.-
-Perché dici così?- chiese confuso.
-Perché sono assolutamente convinta che questo bambino somiglierà a te. Forte come un dragone, temerario come una Tigre e dolce come Ryuji.- detto questo si alzò in punta di piedi sfiorando le labbra del ragazzo.
Entrambi si guardano in torno con al coda dell’occhio: la stanza era vuota. Sorrisero.
Presto sarebbero tornati e avrebbero festeggiato tutti insieme. Ma adesso era il loro momento di festeggiare da soli, baciandosi teneramente stretti l’uno all’altro.
   
 
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