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Autore: Haruakira    30/06/2011    1 recensioni
Gokudera deve dire qualcosa di importante a Yamamoto. Ce la farà?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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shot
-Aishiteru-
(ovvero: spero che sia per sempre)


I fiori di ciliegio erano la cornice perfetta per potere dichiarare il proprio amore a qualcuno, recavano in sè un fascino magico e misterioso che sembrava legarsi ad antiche leggende e ad amori immortali, belli agli occhi degli uomini perchè incredibilmente dolci o perchè incredibilmente tragici.
I fiori di ciliegio recavano il fascino eterno della vita e della morte, della bellezza e della sua caducità.
Hayato sapeva che nulla era per sempre. Se lo ripeteva in continuazione. Il per sempre non esiste e cullarsi nelle cose belle è un' illusione destinata ad infrangersi.
Se lo ripeteva ma quando vedeva quel sorriso, sentiva la sua risata rieccheggiare per la casa, quando incrociava quegli occhi nocciola che sapevano di vita e di una promessa di felicità non poteva fare a meno di credere che forse,  Yamamoto Takeshi, lo stupido idiota del baseball, quel per sempre glielo avrebbe donato accogliendolo con cura e devozione.

Ma anche i fiori di ciliegio, quando raggiungono il massimo splendore si staccano e muoiono disperdendosi nel vento.
E il per sempre allora non esiste.

Quel giorno i petali pallidi venivano trascinati da una brezza leggera sul terrazzo della scuola dove due ragazzi si godevano l' aria fresca delle prime ore del mattino ancora assonnati e desiderosi di un letto caldo.
O almeno, per uno di loro era così.
L' altro tra i due, il più basso si sentiva incredibilmente agitato, i suoi occhi divagavano ovunque senza mai fermarsi effettivamente sull' oggetto di quell' agitazione, le mani prima intasca, erano andate rapide ad accendere una sigaretta.
E quando Yamamoto dopo l' ennesima risata idiota -l' unica che Gokudera avrebbe sempre voluto sentire- cercò i suoi occhi sorridendo e prendendogli la mano -promettendogli per sempre- Hayato pensò che sì, quello non era un giorno qualunque.
Hayato pensò che forse poteva permettersi di essere felice.

"Aishiteru"


"Aishiteru"


"Aishiteru"

Gokudera aprì gli occhi svegliato dalle prime -inopportune- luci del mattino.
"Cazzo"- si disse- "era solo un sogno"
Un sogno. E non era il primo.
Scese dal letto sbuffando attirato dai profumi che provenivano dalla cucina. Si passò una mano tra i capelli scompigliati e quando Yamamoto si girò verso di lui -sorridendo- non potè fare a meno di arrossire.
Non che vedere l' altro nella sua cucina o nel suo letto fosse una cosa rara ma quel sogno era stato talmente realistico che il cuore ancora gli batteva furioso nel petto.
Ed erano appena le nove. Di domenica mattina.
Bene.
Quella mattina, non capiva perchè, Yamamoto sembrava essere più stupido del solito. Aveva un sorriso ebete che era più ebete di sempre e Hayato non capiva il motivo.
-Che diavolo hai?- sbottò sedendosi
-Niente- rise l' altro dandogli un bacio sul naso.
Gokudera nell' ultimo periodo - un periodo piuttosto lungo- si era reso conto di volere qualcosa di più nel loro rapporto, si sentiva, ogni volta che guardava Takeshi, ogni volta che l' altro lo cercava con gli occhi, gli afferrava le mani, lo baciava, gli diceva ti amo, Hayato sentiva un peso sullo stomaco. O forse più probabilmente sul cuore.
Hayato voleva di più.
E allora si alzò dalla sedia e raggiunse Yamamoto, lo fece girare verso di lui e gli afferrò i fianchi strattonando la maglietta del piagiama.
Gokudera si schiarì la voce abbassando gli occhi che in quel momento sembravano più interessati agli anelli che portava alla mano destra.
Sospirò.
Arrossì.
E sospirò ancora mentre l' altro aspettava paziente.
-A- Aishiteru- sussurrò
-Aishiteru- ripetè più forte.
Yamamoto sorrise chiudendo gli occhi e afferrandogli la mano sinistra che iniziò a riempire di piccoli baci:- Lo so- sospirò senza smettere di sorridere, senza aprire gli occhi, per godersi quel contatto e quelle parole -quella voce- che risuonava nella sua mente.
-C-che?- balbettò Gokudera
-L' hai detto- spiegò Takeshi spingendolo sul tavolo- L' hai detto questa notte. E lo hai ripetuto ieri. E' l' altro ieri. E l' altro ieri ancora.
-E che diamine!- sbottò Hayato che dovette fare leva con le mani sul tavolo per non finirci disteso sotto il corpo di Yamamoto che sembrava avanzare addoso a lui ad ogni parola- quando mai te l' ho detto, idiota?! 
-Ogni notte, Hayato. E ogni notte lo ripetevi tante volte- affermò guardandolo dritto negli occhi e sorridendo.
Gokudera arrossì balbettando qualcosa di incomprensibile ma che a Takeshi suonò tanto come "idiota"
Il guardiano della Tempesta non sapeva cosa aspettarsi dall' altro che invece lo abbaracciò forte facendolo finire completamente steso sul tavolo.
-Aishiteru- sussurrò promettendogli la vita. E il per sempre. 
-Aishiteru, Takeshi- ripetè Gokudera stringendolo forte per non farlo scappare. Mai. Gli aveva promesso il per sempre. E il per sempre gli doveva.










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ANGOLO AUTRICE: Sì, lo so. Sono un caso disperato ma questi due mi perseguitano. Non ne posso più nemmeno io. Giuro che prima o poi la smetto. Davvero. Devo farlo. Ora si ci sono messi anche Hibari e Mukuro. Non è normale tre shot in due giorni scarsi. No, non lo è.
Devo prendermi una pausa, sul serio, però non oggi mi dispiace per voi. Prima devo finire le long in corso e cercare di non scriverne più. E di non scrivere altre shot nel frattempo.
Come al solito i commenti sarebbero cosa buona e giusta e fonte di gioia per la sottoscritta.
Spero che i personaggi non siano OOC, me lo auguro.
Haru.

DISCLAIMER: I personaggi di Katekyo Hitman Reborn non mi appartengono ma sono degli aventi diritto. La storia non è scritta a scopo di lucro.
   
 
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