~ Lullaby [You’ve
been awake too long]
Un timore
spaventoso dalle
fameliche fauci; una bestia che, affamata, riduce sino all’osso le
succose
carni della propria preda.
Ehi, Lavi,
cosa si cela negli incubi?
Memorie rimosse e
traumi spruzzati
di sangue.]
“Close
your eyes and try to sleep.”
Nulla osava
muoversi nell’immobilità quasi timorosa della notte.
Persino le
stelle, lontane e sfocate nel cielo attraversato dalle nuvole, parevano
aver
soffocato la loro energia primordiale.
Neanche un
animale tentava di segnalare la propria presenza lì, in quella radura.
Gli occhietti
luminosi dei gufi si chiudevano di scatto, rifiutando di penetrare le
tenebre
e, silenziosi, gli uccelli spiccavano il volo fuggendo all’odore del
sangue che
avvelenava l’atmosfera.
Lupi con la coda
tra le gambe, alla pari dei più miserevoli randagi, tenevano basso il
muso,
spaventati dalla luna tinta di nero, intimoriti dalla ferocia di una strana creatura su due gambe dal
mefistofelico ghigno.
D’altra parte,
però (e questo indubbiamente era un punto a suo schiacciante favore),
l’eleganza di Tyki Mikk pareva non risultare affatto fuori luogo, in
una
foresta ove alberi secolari e nodosi si ripiegavano su se stessi.
Tendeva quasi al sublime, quel teatro naturale di querce e faggi, se
non fosse
stato per la grottesca marionetta umana
legata ad uno degli alberi più spessi e vecchi la quale, certamente,
infondeva una particolare accezione gotica a quello
scenario di tutto rispetto.
La voce del Noah aveva
imposto il silenzio tutto attorno a sé accennando le prime, dolci note
di una
soffusa canzone, accompagnando la cadenza d’ogni sfumatura melodiosa
con un
leggero passo verso la creaturina imprigionata.
La sofferenza ha mai provato ad ucciderti?
Nella notte, solo ed immerso nell’oscurità, sei mai rimasto paralizzato?
Schiacciato e reso cieco dal
dolore; senza voce; senza la possibilità di poter articolare un solo
misero,
umile ed umano suono…
L’hai vista allora la tua
fine.
Tra le allucinazioni oniriche di mostri e salvatori, quel ghigno ferino
era lì,
grande e spietato.
Ti attendeva, caro Lavi.
Pronto a strapparti le labbra con baci spietati e disgustosi.]
“You’ve
been awake too long.”
Carezzò i
capelli
rossi del ragazzo con una premura quasi maniacale, sfilando ciò che
restava
d’una bandana, a suo dire, di pessimo gusto.
Poi, sotto il
tocco morbido dei bianchi guanti che s’imporporavano allo sfiorare
il
profilo della nuda – e meravigliosamente
dipinta
ad arte – schiena della bestiola, avvertì proprio quest’ultima
irrigidirsi appena alle attenzioni che le stava riservando.
Che scortesia!
“Fa male?”
Poteva sentire ogni
singolo spasmo attraversare il corpo del
gradito prigioniero.
Poteva, dolcemente,
rubargli l’ossigeno ed inebriarsi nel suo
respiro caldo e, subito, soffocarlo col proprio corrotto dall’aroma
delle
sigarette.
Poteva trapassargli il
torace e spezzare ad una ad una le costole;
per poi perforargli un polmone; per poi schiacciargli un rene; per poi
strappargli il cuore.
Eppure, sarebbe
stato meno divertente che vederlo lì, intento ad erigere un poco
credibile
contegno innanzi al dolore che dilaniava il suo corpo ferito e le sue
articolazioni in pezzi.
“Sì.”
Oh, Tyki Mikk non
si aspettava una risposta così diretta e sincera! E ne rimase
piacevolmente
sorpreso.
Era convinto,
infatti, che le parole del Bookman
si
sarebbero tradotte in una patetica maschera di coraggiose bugie poco
astute e
decisamente fuori luogo.
Dunque, non poté
che lodare mentalmente quell’atteggiamento.
Quanto lo adorava!
“Close
your eyes and try to sleep.”
Ma come hai potuto pensare di programmare un evento simile, quando è stata soprattutto la tua vita a scorrere via fra esistenze parallele..?
Le avverti le sue mani?
Pizzicano i bordi degli squarci sulla tua schiena.
La senti la sua bocca?
È lì, da qualche parte ad alitare sulla tua spalla rotta.
La corteccia nera della quercia s’è impregnata di sangue; oh, pare quasi più morbida contro il tuo volto sfinito e sfigurato!
Sei patetico.
Ti ho visto soffrire così tante volte, Lavi!
Ah, dannazione! Perché..? Perché hai continuato ad indossare la tua schifosa maschera umana..?!]
Lavi quasi
non udiva
più l’intonata voce del proprio aguzzino.
Il ronzio nelle
sue orecchie era solo quello del sangue e del dolore che, unitisi al
grido
folle della disperazione, calciava e scuoteva l’animo già a brandelli
del
giovane.
Con la vista
quasi totalmente annebbiata e tinta di
rosso anche per quell’unico occhio dal quale vedeva, il Bookman notò che se solo avesse trovato
la forza ed il coraggio con uno strattone sarebbe riuscito a liberare
un
braccio…
Ah, ed allora avrebbe
potuto tentare una fragile difesa un’ultima
volta.
Avrebbe reso meno
umiliante la sua fine.
Avrebbe guardato dritto negli occhi il Noah fino al fatale secondo,
sorridendo.
“Oh ragazzo, mi hai
sporcato i guanti.”
Le catene
gli
maciullavano le carni, consumandole fino all’osso bianco e coperto di
nervi; ma
cosa diavolo gli sarebbe
costata un’ulteriore
ferita?
Il dolore sommato
ad altro dolore non incrementa la sofferenza: rende solo più ciechi, un
po’ più
vuoti, irreversibilmente apatici.
Fu un attimo, ma
evidentemente era necessario solo quello.
Aveva liberato il
braccio destro sanguinante ed assai simile a carne da macello,
ricadendo con
tutto il peso su di un lato, ancorato alla quercia solo per mezzo
dell’arto
sinistro piegato orribilmente in un angolo per nulla naturale.
Tyki era
indietreggiato, incuriosito ed assolutamente
eccitato per l’inaspettato gesto.
“Sei un tipo
piuttosto insistente, vero, ragazzo..?”
«Niente
affatto.»
Avrebbe
voluto
rispondere ironicamente… Peccato, peccato davvero che dalla sua bocca
impastata
di sangue fuoriuscissero solo gorgoglii incomprensibili, liquido
ematico e bile
giallastra.
Il dolore scavava
attraverso la sua pelle, le sue ossa e la sua anima.
Apriva una
voragine infernale, creando quel vuoto assoluto nei sensi e nelle
percezioni
della preda.
“Credi che sia abbastanza dignitoso finirla qui..?”
Il ghigno che si
riflesse nell’iride smeraldina di Lavi deformò gli eleganti e virili
lineamenti
di Tyki Mikk, facendolo somigliare vagamente ad uno di quei mostri
tremendi che
tanto spaventano i bambini…
Nel venerabile
silenzio della notte, il Noah sollevò una mano e al giovane mai, mai come allora un arto umano
parve tanto simile alla scure d’un
boia.
Il ragazzo chiuse l’occhio.
A cosa gli sarebbe
servito registrare la
propria morte..?
“You've been awake for way
too long.”
C’era il sangue,
sì, certo,
ma sulle tue labbra l’hai avvertito il calore d’un bacio?
Sapeva di fumo, era
decisamente disgustoso, già.
Ma… Era davvero la
morte,
quella?
O lo spaventoso delirio d’uno
stupido?
Concediti pure il privilegio di marcire, Esorcista.
Io riposerò.
Soffocando.
Imprecando.
Sognando le nere e terribili
mani che hanno trascritto la tua inutile
storia.]
«Lavi
Bookman Jr. De-le-te..?»
*Owari*
Questa è la mia primissima storia nel fandom di D.Gray-man e, bhé,
anche se
tende un po’ al nonsense e non sia
una gran cosa, spero possa essere stata di vostro gradimento ^^.
La fic è,
ovviamente, una “What if..?”, prendendo in considerazione la
possibilità che
sarebbe potuto essere Lavi e non Allen la “preda” di Tyki ^^.
Il discorso in corsivo è di Deak XD.
L’ultima frase,
spero si sia inteso, è di Cell Roron
XD.
Ho voluto porre
il punto interrogativo per… Insinuarvi il dubbio
sull’eventuale morte o meno di Lavi in questa fic 8D.
Spero di essere
riuscita in quest’ultimo intento!
Ringrazio infinitamente chi
ha anche sol letto
questa storia; ed un grazie ancora
più grande a chi, con una recensione, lascerà un segno del proprio
passaggio. =)
Ce lo vedo
troppo
Tyki a cantarla 8D.
Di seguito, il
link per chi volesse ascoltarla ;P
Lullaby For The Devil dei DeadSoul Tribe.
http://www.youtube.com/watch?v=qTM6XVu8WvA