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Autore: Lady Trash    01/07/2011    5 recensioni
Chiamò Tamaki, ma non gli rispose, risultava irraggiungibile;
chiamò Haruhi, ma non gli rispose, l’apparecchio era spento.
“E quando mai …”
Chiamò Ranka-san, ma non gli rispose perché possibilmente dormiva;
chiamò Mitsukuni, che lo mandò a quel paese perché lui e Reiko dormivano della grossa (i due infatti si erano sposati da qualche anno);
chiamò Hikaru e Kaoru ma il primo era in fase creativa mentre il secondo stava lavorando ad un progetto importantissimo;
chiamò persino Takashi ma, sentendo dei mugolii dall’altro capo del telefono, pensò che era meglio chiudere immediatamente.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Routines'
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Questa storia fa parte della serie "Routines" . E' preceduta da altre due one-shot  per cui vi consiglio di leggere prima le storie che la precedono, anche se ovviamente non siete costretti a recensirle. Buona lettura
Argentea Michaelis



Routine- andando a teatro

con una bambina dai capelli tinti nel sole


Kyouya Ootori, rinomato scapolo di Tokyo, era famoso per tante piccole cose: il fatto che fosse un gentleman e che frequentasse abitualmente il teatro erano due di queste. Una terza era che fosse riuscito, in soli sei anni, ad appropriarsi della maggior parte delle ricchezze della famiglia Ootori superando pian piano i suoi fratelli che, nel tempo, si erano adagiati sugli allori.
Ritornando però ai primi due punti: Kyouya Ootori era un gentleman per vari motivi.
Il primo era che sin da bambino gli era stata impartita un’educazione esemplare, degna di un principe.
Il secondo era che, per un determinato quantitativo di tempo, avesse frequentato l’Ouran Host club; ciò aveva comportato varie cose (una di queste era che si fosse evidentemente infatuato di una plebea e che si fosse premurato di servirla in un piatto d’argento al suo migliore amico) che avete appena approfondito nella parentesi. Ma soprattutto, il fatto che Kyouya avesse frequentato l’Host club dell’Ouran High School significava che il giovane si fosse specializzato in “galanteria e voci correlate: 101 modi per sedurre un'abbiente signorina”.
Kyouya Ootori era lo scapolo più rinomato di tutta Tokyo.
Primo perché era un gentleman;
secondo perché era schifosamente ricco;
terzo perché andava a teatro.
Il terzo punto era particolarmente apprezzato da tutta quella massa di genitori che desideravano maritare la loro unica, adorata figliola con un uomo educato, benestante e di buon gusto. E andare a teatro era indubbiamente un segno del fatto di possedere buongusto, secondo le persone che si occupavano di classificare altre persone in base ai loro gesti. La realtà era diversa: a teatro, il teatro costoso, ci andava chi poteva permetterselo anche se nel corso dell’opera non faceva altro che sbadigliare. Al contrario potevano esserci persone più modeste ma capaci di seguire un’opera senza annoiarsi.
Perché Kyouya frequentava il teatro? Perché a teatro egli scovava quei piccoli imprenditori che per far sentire importanti almeno per una sera le loro mogli erano disposti a indebitarsi pur di accontentarle, perché a teatro si trovava la creme de la creme di Tokyo (interessanti signorine dalla dote accattivante) e perché, a teatro, c’erano anche quei “pezzi grossi” che a Kyouya piaceva definire dilettanti. Pesci grossi che lui mangiava a colazione, che si sentivano un ootoro* pregiato mentre invece non erano altro che sardine surgelate. Kyouya quindi aiutava i piccoli imprenditori, godeva della compagnia di dame interessanti e si faceva beffe degli squali.
Da un po’ di tempo perciò, Kyouya aveva trovato una propria personale routine: un sabato si e uno no avrebbe frequentato il teatro di Tokyo.
Un  giorno però successe un fatto che spinse il giovane Ootori a condividere questa sua abitudine con qualcun altro: qualcuno che non avesse una dote o che non si credesse uno squalo, che gli parlasse solo e soltanto perché era Kyouya. Qualcuno come …
 
 Un giorno

<< Zio Kyouya, zio Kyouya! Siamo a casa!! >> esclamò una bambina bionda fiondandosi nell’appartamento dell’uomo con in spalla uno zainetto e in mano un guinzaglio rosa al quale era legato un golden retriver.
<< Eh?!>>
Forse è il caso che vi illustri la situazione. Sabato mattina, sapendo che Kyouya non era andato in ufficio, Tamaki e Haruhi avevano deciso di giocargli uno scherzetto per il quale difficilmente l’amico avrebbe riso: i coniugi Suou, infatti, avevano stabilito che quel finesettimana sarebbero andati al mare soli soletti senza “pesti bionde” che si rincorressero tutto il tempo per cui avevano tranquillamente lasciato Orihime e Antoinette di fronte la porta della casa di Kyouya e suonato il campanello; si erano poi nascosti nelle scale  che conducevano al piano inferiore (Kyouya viveva in un appartamento nel centro di Tokyo in quel periodo, l’attico di un grattacielo poco distante dal suo ufficio) aspettando che il ragazzo aprisse. Kyouya, sentendo bussare, aveva ovviamente aperto la porta ritrovandosi travolto da una bambina dai capelli color dell’oro e da una cagnetta un po’ invecchiata dal pelo chiaro.
<< Otoo-san e okaa-san hanno detto che fino a domani pomeriggio sono con te e che facciamo i fidanzatini! Mi porti a passeggiare Antoinette? >>
<< Scusa? Ripeti Hime … non ho sentito bene … >> possibilmente non si era lavato bene le orecchie quella mattina.
Al che la bambina gli aveva tirato il bordo della camicia urlandogli: << OTOO-SAN E OKA-SAN HANNO DETTO CHE FINO A DOMANI POMERIGGIO SONO CON TE E CHE FACCIAMO I FIDANZATINI! MI PORTI A PASSEGGIARE ANTOINETTE? >>

“Allora non mi sono immaginato tutto …”

Kyouya, rapidissimo, uscì fuori dall’appartamento per ripescare quei due intrepidi sposini che si divertivano a tirare scherzi del genere al primo che capitava (lui) ma non trovandoli da nessuna parte, la coppia se n’era già andata da un pezzo, dovette rientrare.
<< Aspetta un attimo Hime, lo zio deve fare un telefonata >>
Chiamò Tamaki, ma non gli rispose, risultava irraggiungibile;
chiamò Haruhi, ma non gli rispose, l’apparecchio era spento.

“E quando mai …”

Chiamò Ranka-san, ma non gli rispose perché possibilmente dormiva;
chiamò Mitsukuni, che lo mandò a quel paese perché lui e Reiko dormivano della grossa (i due infatti si erano sposati da qualche anno);
chiamò Hikaru e Kaoru ma il primo era in fase creativa mentre il secondo stava lavorando ad un progetto importantissimo;
chiamò persino Takashi ma, sentendo dei mugolii dall’altro capo del telefono, pensò che era meglio chiudere immediatamente.
Adesso voi vi chiederete: perché Kyouya era sveglio di prima mattina? Bhe in realtà non era prima mattina, erano le dodici, e il ragazzo, che quella notte era stato colto da un terribile presentimento e non era riuscito a chiudere occhio, aveva pensato che sarebbe stato produttivo fare qualche meeting per telefono oppure sistemare degli affari in sospeso con alcuni suoi collaboratori piuttosto che poltrire a letto con la donna di turno. Così aveva mandato via la ragazza del momento, una ruffiana di dimensioni bibliche che poteva affermare di essere stata con Kyouya Ootori solo perché non era del tutto lucido, e dopo una doccia tonificante  aveva finalmente cominciato a lavorare. Un’oretta dopo Orihime si era presentata con Antoinette e lui, in quel momento, avrebbe volentieri fucilato Tamaki.

“Mi chiedo come Haruhi abbia potuto dargli corda … Ma adesso il problema è: chiamo o non chiamo la polizia personale della mia famiglia?”

<< Zio Kyouya zio Kyouya! Mi porti a passeggiare Antoinette?! >> la piccola Hime, che voi già conoscete, pretendeva attenzioni dallo zio che, dimenticandosi temporaneamente di voler uccidere il suo migliore amico, le prestò ascolto.
<< Si Hime-chan? >> domandò sorridendole, dopotutto lei non poteva farci niente se suo padre era un baka … la povera, piccola, ingenua Orihime non aveva nessuna colpa.
<< Devo richiedertelo? >> la bambina, che già della vita aveva capito tutto, incrociò le braccia e sentendosi importante e minacciosa sfoderò quello sguardo terrorizzante tipico dei membri della famiglia Ootori che aveva visto fare al ragazzo quando parlava col padre oppure in molte foto che lo ritraevano adolescente. Kyouya, vedendo quel capolavoro, quasi si commosse e decise che quel finesettimana, visto che Tamaki e Haruhi avevano deciso così, l’avrebbe dedicato a Orihime.
Adesso sapete perché da quel sabato in poi Kyouya avesse cominciato a frequentare il teatro un sabato si e uno no: non per  chiacchierare con interessanti signorine per farsi beffe di alcuni montati, bensì perché alla piccola Hime faceva piacere.
Perché così, magari, avrebbero instaurato un rapporto tutto loro, fatto di gelati alla fragola presi dopo un divertente bunraku** e biglietti di spettacoli passati custoditi gelosamente dentro un diario segreto o un’agenda di lavoro. Un rapporto fatto di discussioni, certe volte più accese del previsto, risate (contenute, perché a teatro si fa silenzio), lezioni di stronzaggine acuta e torte ingoiate in un sol boccone anche se erano pessime perché a farle era stata la bambina.
Kyouya non lo sapeva certo, ma quello era un ottimo addestramento per imparare a fare il papà.


Buon pomeriggio a tutti, andiamo con ordine:
- * l'ootoro è un tonno giapponese molto pregiato;
- ** il bunraku è il teatro delle marionette e nella mia immaginazione dovrebbe essere divertente;
- non sono assolutamente sicura dei tempi verbali della storia in sè, questo però potevo dirbvelo prima forse ... ^^'
Ringrazio tutti :)
Argentea Michaelis
p.s. se qualcuno nota che la storia non è proprio presentabile potrebbe segnalarmi eventuali errori?





   
 
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