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Autore: Ivy94    02/07/2011    3 recensioni
Avete presente quando ritornate dopo tanto tempo nei luoghi che hanno caratterizzato la vostra infanzia e qualunque cosa vi si para davanti suscita in voi un ricordo strappalacrime…. No? Beh, meglio, perché non è assolutamente così…” O almeno, questo è quello che pensa Evelyn Daniels, una sedicienne londinese trasferitasi improvvisamente a Tokyo. Una volta superati i traumi iniziali, la sua grandissima passione per la danza e l'incontro con un bizzarro club di amici riusciranno a cambiarle la vita e a farle capire che, forse, al mondo non si è poi così soli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente, Evelyn si alzò con un enorme sorriso stampato sul volto.
Mai avrebbe pensato che il suo trasferimento a Tokyo potesse iniziare così bene, e questo la rassicurava.  
Poi, ricordandosi dell’appuntamento alle dieci con Haruhi, si alzò e si diresse verso la cucina per fare colazione.
La sua scelta cadde su di un frutto e una tazza di caffèlatte, che tra l’altro le costò una lotta di quasi venti minuti con una caffettiera che a suo dire non si decideva a collaborare, ma che in realtà stava cercando di farle capire che se non metteva l’acqua il caffè difficilmente sarebbe venuto, il tutto accompagnato da due fette di pane con la nutella. Finito di mangiare, dopo aver fatto una doccia veloce e aver guardato l’ora, tutta trafelata corse in camera, visto che le rimanevano 5 minuti per cambiarsi velocemente, truccarsi giusto quel poco che serviva a coprire la sua aria insonnolita e magari risistemare un attimo i suoi capelli ricci, che ora sparavano in ogni direzione. Dannata  caffettiera!
Optò per un paio di jeans e una maglietta beige a mezze maniche, e ora cercava disperatamente un paio di scarpe che la facessero sembrare un po’ più alta senza per forza essere scambiata per una poco di buono. Infatti aveva letto su una rivista che i tacchi, o comunque le scarpe un po’ alte slanciano la figura, e lei ormai aveva perso la speranza di raggiungere il metro e sessanta, per cui valeva la pena tentare. Alla fine però, viste le ristrettezze temporali, aveva abbandonato tutte le sue congetture mentali, si era velocemente infilata le prime ballerine che aveva trovato ed era uscita, consapevole di assomigliare più alla controfigura del Re leone che ad una ragazza appena uscita dalla doccia. 
Com’era prevedibile, Haruhi la stava aspettando sorridente davanti alla porta e, senza lasciarle neanche il tempo di scusarsi, l’aveva subito trascinata per le vie della città.
Fu una mattinata intensa, fatta di shopping sfrenato (Evelyn aveva infatti espresso il desiderio di comprarsi qualcosa, dato che la divisa scolastica era decisamente fuori dalla sua portata e che la maggior parte dei suoi vestiti erano rimasti a Londra perché considerati troppo corti o comunque inadatti dal nonno, al quale evidentemente nessuno in ottant’anni aveva spiegato la funzione dei pantaloncini) e le due ragazze decisero, verso l’una, di fermarsi per la pausa pranzo da Mc Donalds, vista la mancanza di fondi. Poi, davanti ad un gigantesco Big Mac, Evelyn chiese ad Haruhi di parlarle della sua scuola, l’Ouran.
“Oh beh” rispose la Fujioka “E’ un po’ la solita scuola per ricchi sfondati, ragazze snob, terrorizzate all’idea di provare il caffè istantaneo dei plebei, ma in fondo mi ci trovo bene, anche perché è lì che ho conosciuto i ragazzi dell’Host Club”.
L’amica la guardò curiosa, e Haruhi si sentì stimolata a continuare: 
“Sono un gruppo di sei ragazzi piuttosto strani che passano i pomeriggi ad intrattenere le ragazze di cui ti ho parlato prima. C’è Tamaki Suou, il nostro stupido presidente, Kyouya Ootori, il suo vice, ma che in realtà fa tutto il lavoro, infatti io lo chiamo il –re nell’ombra-…” disse, facendo ridere l’inglese,
“ Poi ci sono i gemelli Hitachiin, Hikaru e Kaoru, che sono nella mia stessa sezione, e i due studenti più grandi, Takashi Morinozuka e Mitzukuni Haninozuka. E infine ci sono io!” concluse con un sorriso.
“Se vuoi domani te li faccio conoscere…”
Evelyn annuì contenta e riprese a mangiare il suo panino con voracità.
Alla fine, dopo aver fatto nel pomeriggio un giro tra le principali attrazioni della città, la ragazza fu nuovamente ospite a cena della famiglia Fujioka, in attesa di recarsi, verso le nove, sul luogo del suo probabile nuovo lavoro: il Black Swan.
Quando furono le 8 e mezza, Evelyn fu pervasa da una strana sensazione, un misto di ansia, preoccupazione e senso di inadeguatezza, che le provocò un forte attacco di nausea.
Ovviamente ciò non sfuggì ad Haruhi, che le cinse le spalle con un braccio e cercò, con un sorriso, di rassicurarla: 
“Evy, non devi essere così nervosa, dai, fai danza da prima che imparassi a camminare, capisci anche tu che non puoi andare male, anzi, secondo me appena ti vedranno ballare ti prenderanno subito, devi credermi!”
L’inglese si sforzò di sorriderle in risposta, ma le uscì solo una smorfia, che divenne disperata quando scoprì che l’amica non sarebbe venuta con loro, troppo occupata com’era con le faccende domestiche, o almeno, così diceva.
Nel vedere la sua espressione da cucciolo smarrito, Ryoji non riuscì a trattenere una risata e, caricata la ragazza in macchina, si diresse sgommando al night.
Non appena fu entrata, Evelyn si sentì improvvisamente meglio.
Ogni cosa di quel posto le ricordava i locali di Londra su cui si favoleggiava tanto tra quelli della sua età: il lungo bancone di mogano su cui i baristi, tutti sotto i trent’anni e piuttosto attraenti,vestiti con un semplice ma elegante smoking nero, preparavano i cocktail per i consumatori, i tavolini rotondi circondati alcuni da sgabelli, altri da poltroncine di velluto e il grande palcoscenico stile Moulin Rouge, dove delle avvenenti ballerine strizzate in completini sexy che poco lasciavano all’immaginazione si esibivano per la gioia di quelle persone che alle nove di sera non avevano nessun altro impegno se non quello di rifarsi gli occhi magari accompagnando quella visione con un bicchiere di gin tonic.
Tutto era avvolto da una luce soffusa, emanata da alcune lampade che richiamavano nella forma le vecchie lampade ad olio, e un dolce profumo, forse di spezie, aleggiava nell’aria, regalando agli avventori un’atmosfera misteriosa ed estremamente sensuale.
Evidentemente Evelyn doveva essersi incantata, affascinata com’era dalle movenze di quelle ballerine, che dovevano essere poco più grandi di lei, perché solo la mano di Ranka-san, sventolata con foga davanti ai suoi occhi, potè distoglierla dai suoi pensieri: 
“Allora, come ti sembra? Non male, eh? Certo, dovremo chiedere alla direttrice se ti può vestire un po’ di più, non vogliamo certo che tu vada a mostrare ai quattro venti tutto quello che hai, no?”, disse il signor Fujioka con un sorriso, non appena fu certo dell’attenzione della ragazza, la quale rispose con un accorato:
“si si, certo, mi pare ovvio! Ma per chi mi hai preso? Oltretutto, io non sono neanche maggiorenne!”.                                                           
Soddisfatto da quella risposta, Ryoji battè una mano sulla spalla di Evelyn e la condusse dietro le quinte, dove la direttrice del locale li stava già aspettando.  
La ragazza un po’ amareggiata girò un’ultima volta la testa per guardare le ballerine, ma così facendo non si accorse di una trave un po’ più bassa delle altre che si trovava giusto all’altezza della sua fronte. Tenendosi la parte colpita con una mano, chiuse gli occhi per il dolore e si fece guidare come una non vedente da un divertito Ryoji fino a quando una voce non le fece capire di essere arrivata a destinazione:
“e così è questa la ragazza? Mmm…..carina è carina, ma sarà davvero all’altezza del compito????” 
Evelyn aprì gli occhi, curiosa di vedere in faccia la proprietaria e decisa a renderle pan per focaccia, ma ciò che vide le fece letteralmente spalancare la bocca per lo stupore.
 
Note dell’autore

GOMENASAAAAAAAAI!!!!!                                                                                                                        

Mi spiace di non aver messo delle note nello scorso capitolo, ma ero così emozionata all’idea di pubblicare la mia prima fan fiction che me ne sono completamente dimenticata!                                      

Innanzitutto volevo scusarmi per gli errori che sicuramente avrete notato nel primo capitolo…ecco, è che nel passaggio tra la prima e la terza persona ho tralasciato dei pezzi, spero di non aver rovinato la lettura a nessuno. ^^

Secondo, vorrei ringraziare in particolar modo H o l l y che mi ha tanto aiutata sia con la stesura dei capitoli sia, soprattutto, a postarli. Ti voglio bene cara!

E un ringraziamento speciale va anche a tutti o tutte coloro che hanno letto e/o recensito la mia storia. Spero con questo capitolo di aver soddisfatto almeno un pochino le vostre aspettative.

Adesso basta, o mi verrà il diabete con tutte queste carinerie!

Alla prossima! O meglio, al prossimo capitolo!

Ivy94

  
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