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Autore: Flower of Eternity    14/03/2006    2 recensioni
Sazare il mago oscuro, Tarandryleena la mezz'elfa dal lato tenebroso, Zalina la cantastorie libertina e Melios il bell'avventuriero innamorato di ogni donna del mondo.
E molti altri.
Una storia semplice, senza nessuna pretesa tranne forse quella di donarvi qualche sorriso, o addirittura un'emozione.
Non ho mai provato a gettarmi in una storia originale. Spero di esserne all'altezza. Chi volesse lasciarmi dei consigli, sappia che sono molto ben accetti.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Tutto cominciò nel più disordinato dei modi.
Esterno notte. Una gelida notte di metà dicembre, a voler essere precisi. Stelle nel cielo, falce di luna che illumina gli scheletri di una morta foresta nel pieno dell’inverno.
Fuoco e fiamme. Meravigliose, danzanti, selvagge fiamme, che con gran voracità divoravano la parte est di quel maestoso, oscuro edificio. Lo vedete? Così possente, con le sue alte e nere mura, così baldanzoso, con le sue tonde e tozze torrette poste ai quattro angoli. Eppure così indifeso, sofferente preda del divampante incendio.
Gilda dei Maghi Oscuri. Quella Gilda rispettata in tutto il continente, elegante luogo ove è custodito il Sapere Magico, meta di studiosi da ogni angolo conosciuto e non del mondo. Quella Gilda abitata dai più temibili maghi dediti alle tenebre, quella Gilda che neppure il migliore pazzo dotato del migliore esercito e delle migliori armi oserebbe attaccare.
Eppure questo era accaduto. Senza esercito e senza armi: solo con un pazzo.
“Sazare! C’è Sazare dietro a questo!” Un povero novellino, un ragazzetto che neppure aveva saputo ottenere il diploma di Secondo Livello, corse verso l’origine dell’incendio, armato di un letale e temibile secchiello pieno d’acqua.
“Come fai a dirlo?” Un suo collega, più anziano e quindi più esperto, formulò in incantesimo, riuscendo a far fuoriuscire un fiotto d’acqua direttamente dalla punta delle sue dita. A essere del tutto sinceri, non era proprio un fiotto, ma un patetico rigagnolo, che gli bagnò le scarpe.
“Come faccio a dirlo? L’ho visto!” Gettò il contenuto del secchio sulle fiamme, le quali decisero di non risentirne minimamente: era un fuoco magico, appiccato con sadico divertimento da un mago assai più potente di loro, e non sarebbe stato facile spegnerlo.
“Ma perché mai avrebbe dovuto bruciare la sua stessa Gilda?” Ribatté il secondo, cercando di infondere più potenza al suo incantesimo portatore di acqua. L’unico risultato visibile fu che il liquido da lui creato ottenne una meravigliosa sfumatura fucsia. “E poi perché dare fuoco solo alle prigioni?”
“Che vuoi che ne sappia? Che era strano si sapeva, no?” Lo abbandonò, per correre al pozzo e raccogliere altra acqua. Attorno a loro, altri maghi impazziti tentavano disperatamente di sopire le fiamme, o di mettere in salvo i propri averi.
Solo una figura avanzava nella più completa calma. Una figura alta, con lunghi capelli scuri, e sottili labbra piegate in una smorfia di sufficienza nei confronti dei colleghi. Vestiva con la tipica tunica da mago, più nera della notte attorno a lui, e le fiamme vorticanti si riflettevano alla perfezioni nelle sue iridi, sempre nere.
Nessuno badava a Sazare. Lui era la causa di tutto ciò, eppure passeggiava tranquillamente verso l’entrata alla Torre delle Prigioni, mentre tutti fingevano di non vederlo: perché erano davvero pochi colore che avrebbero potuto affrontarlo, e tornare a casa per esporre un resoconto. “S… Sazare…” La piccola e patetica guardia posta innanzi alla porta in ferro battuto rabbrividì di terrore, puntandogli un simpatico spadino, che lo divertì non poco; anche se, come sempre, non lo diede certo a vedere.
“So come mi chiamo.” Ribatté; la sua voce era rigida, eppure armoniosa. Una voce dannatamente carismatica, che potrebbe indurre una folla intera a slanciarsi senza un come o un perché in una battaglia senza speranza di ritorno. “Fammi passare.”
Ovviamente, l’atro smise immediatamente di fare l’eroe e acconsentì a lasciargli il passo. Anzi. Cercò freneticamente nel grande e pesante mazzo di chiavi e, con dita assai tremanti, aprì gentilmente l’ingresso. Quando Sazare passò, senza più degnarlo di uno sguardo, sprofondò persino in un inchino.
E mentre la follia dovuta all’incendio proseguiva all’esterno, egli discese i lunghi ed umidi gradini che conducevano alle segrete. Solo poche altre volte si era recato alle prigioni, e quindi era preparato al terribile fetore che lo colse, man mano che scendeva verso le viscere della terra. Si tappò naso e bocca con una manica, e proseguì, inespressivo.
Viene da chiedersi perché la Gilda dei Maghi possedesse delle prigioni: in fondo, esistevano già quelle di stato, molto più grandi e terribili, dove gettare i propri prigionieri evitando così i costi di mantenimento o di tortura; economicamente parlando, non valeva proprio la pena trattenere chicchessia nella prigione della Gilda, anche se costui si fosse macchiato di orribili crimini.
Infatti, la maggior parte delle celle erano vuote. No, siamo sinceri: erano tutte vuote. Tranne una.
Sazare la trovò, orientandosi in quell’ambiente maleodorante e flebilmente illuminato da poche e vecchie torce. Trovò la cella, e si poggiò alle sbarre, osservandone interessato l’abitante.
L’abitante ricambiò il suo sguardo con uno pieno di terrore. Aveva già intuito che vi fosse qualcosa non andava dagli urli dei maghi all’esterno ed ora, vedendosi con l’unica compagnia quella alta e nera figura, si allontanò il più possibile dall’ingresso della sua prigione, rintanandosi in un angolo, simile a un coniglio braccato da uno spietato cane da caccia.
Il mago non badò a quella reazione; strinse le sbarre con una mano, socchiudendo gli occhi. Mormorò parole sconosciute alla maggior parte dei maghi, e il metallo che le componeva prese a sciogliersi come cioccolato al sole. L’occupante della cella strillò di terrore a quel prodigio, e non seppe più dove andare a nascondersi.
“Muoviti.” Incitò seccamente, una volta liquefatta la porta. Il metallo fuso, colato ai suoi piedi, prese a tornare freddo e duro, in un ammasso inutile ed informe.
“Ma…”
Lui sbuffò, e a grandi passi entrò nella cella. L’afferrò per un polso, costringendola ad alzarsi. Lei urlò.
Era una femmina mezz’elfa. Alta quasi quanto lui, magra per i troppi anni di prigionia, con vezzose orecchie a punta che spuntavano dalla lunga massa di capelli color fiamma. Chiuse gli occhi, impaurita, celando al mondo la bellezza dei suoi occhi simili a braci ardenti. Sazare non si lasciò intenerire, e con malagrazia la trascinò all’esterno, ignorando la sua paura.
“Spicciati. Il fuoco non è eterno.”
“Chi sei? Dove mi porti?” Lei disperatamente tentò di allentare presa delle sue dita sul polso, ma purtroppo stare in prigione per troppo tempo indebolisce anche il più forte dei mezz’elfi. E questa creatura, potete crederci, era stata rinchiusa davvero per troppo, troppo tempo.
“Sono il tuo nuovo maestro.” Fu la rapida e scontrosa spiegazione, mentre un fresco fiotto d’aria le schiaffeggiò la faccia, informandola che stavano raggiungendo l’esterno. Salirono in tutta fretta le scale, lui inarrestabile e lei penosamente trascinata, sino a raggiungere l’uscita.
Tarandryleena spalancò la bocca per la sorpresa. Le fiamme ormai lambivano la cima della Torre delle Prigioni, e nessuno aveva il tempo per badare a loro. Continuarono a camminare, dirigendosi verso l’uscita della Gilda. Sarebbero passati per l’ingresso principale?
“Ma… da chi hai ottenuto il permesso, per…?” Azzardò, logicamente preoccupata.
“Io non ho bisogno di permessi.”
Fu solo in quel momento, dopo che ebbero attraversato l’ingresso disadorno di guardie, che la mezz’elfa poté finalmente realizzare un’idea stuzzicante, quasi incredibile: era libera.
Smise di opporsi, e, sempre tenuta per il polso dal misterioso salvatore, lo seguì fedelmente.





Spero che come prologo incuriosisca e non annoi. Dato che io ho la mania di dover visualizzare i miei personaggi, posto delle immagini che ho trovato, e che mi ricordano Sazare e Tara.
Sazare:
http://img91.imageshack.us/img91/6420/storia27he.jpg
(copiate e incollate il link su una pagina di explorer)
Tarandryleena:
http://img91.imageshack.us/img91/2898/storia17ew.jpg
(Le orecchie però non sono così... sono semplici orecchie a punta da mezz'elfo.)
Beh, ora provo ad andare avanti... speriamo bene.
  
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