Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: LaDamaLuthien    14/03/2006    19 recensioni
Un ultimo scintillio si sprigionò dalla bacchetta che teneva nella mano, mentre pian piano il cuore rallentava fino a fermarsi, mentre i polmoni smettevano di pompare, mentre gli occhi divenivano vuoti. Mentre un’ultima lacrima solcava il gelido viso morendo tra quelle labbra che non avrebbero più pronunciato parole. Triste...mooolto a mio parere. Hermione come non avevo mai osato immaginarla. Un'estremo gesto di irrazionalità. -Ok…ma lo so io come lo sai anche tu. Ron ha ragione questa volta ed ammettilo…lo sai già…-sussurrò il suo amico più dolcemente possibile.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Dimmelo

 

 

-Dimmelo!-

 

-Lo vuoi veramente sapere?-

 

-Si!! Dimmelo…-

 

-Non credo sia il caso..-

 

-Si invece!!! Dimmelo. SUBITO!-

 

Harry guardò gli occhi di Hermione che luccicavano e presto sarebbero scoppiati in un lago di lacrime, tra le ciglia umide si faceva spazio una lacrima cristallina, che le avvolse la guancia arrossata.

-Ok…ma lo so io, come lo sai anche tu. Ron ha ragione questa volta ed ammettilo…lo sai già…- sussurrò il suo amico più dolcemente possibile.

 

Le lacrime cominciarono a scendere copiose dal suo volto, una rabbia irrefrenabile le percorse il corpo e si insinuò nella sua mente.

Perché Hermione avrebbe dovuto essere arrabbiata.

Forse si dovrebbe essere arrabbiata con Harry, che non le dava ragione.

Forse con Ron, con cui aveva di nuovo litigato.

O più probabilmente con se stessa.

 

Hermione scappò fuori dalla sala comune prima che Harry riuscisse a fermarla. Scappò in giardino, verso la foresta. Non voleva andare al lago, c’era troppa gente. E lei voleva scomparire. Scomparire e non vedere nessuno.

Qualcuno la chiamò..

 

-Hei, Hermione!! Dove…?-

 

-Togliti dai piedi ginny! Lasciami stare!-

 

Ginny la guardò spiazzata.

Hermione ebbe un tuffo al cuore, non sapeva fare altro che ferire le persone?

Senza guardare Ginny ricominciò a correre verso la foresta.

Era lì che voleva andare. Nella foresta non c’era nessuno.

E lei voleva sparire.

Sparire.

 

Correva, correva incurante dei rovi che le graffiavano la pelle, delle spine che le penetravano la carne, del sangue che sgorgava a gocce e le macchiava i vestiti.

Correva senza sapere dove, correva mentre la foresta man mano si infittiva e la luce diminuiva veloce, benché il pomeriggio fosse ancora giovane.

Correva, finchè una freccia le trafisse la spalla e cadde a terra. Sentì degli zoccoli avvicinarsi.

 

-A chi miravi?-

 

-Credevo di aver visto sfrecciare qualcosa. Mi sarò sbagliato.-

 

Gli zoccoli si allontanarono battendo forte sul terreno.

Il rumore batteva violentemente nei timpani di Hermione, che rimase assordata. La testa le pulsava. La spalla le faceva un male atroce. Sentiva il sangue nella bocca. Provò a sputarlo ma quasi si soffocò quando un dolore atroce le mozzò il respiro. Stordita si girò a faccia in su. Un gemito roco le uscì dalla bocca.

Vedeva vagamente la luce del sole che filtrava fioca lassù, tra le foglie degli alberi più alti.

 

Per ore e ore Hermione rimase a fissare quella luce, senza sentire il dolore che pian piano divagava in tutto il corpo, senza sentire il sangue che sgorgava caldo dalla sua spalla, senza sentire i tremiti violenti che scuotevano il suo corpo, senza sentire che il tempo passava…che i secondi diventavano minuti, che i minuti diventavano ore.

Hermione si destò dalla sua cupa apatia e si rese conto che ormai non c’era più luce intorno a lei.

Nemmeno su, dove prima si intravedeva il sole.

Si accorse di essere ghiacciata e che un’aria pungente cominciava ad alzarsi tra gli alberi, facendo sbattere violentemente i rami.

Presto infuriò una bufera. Il vento le sferzava il viso, l’unica parte che riusciva ancora a sentire. Provò ad alzarsi, ma il suo corpo non rispondeva da tempo.

 

Hermione chiuse gli occhi, stremata.

 

Il vento si insinuava tra gli alberi che scricchiolavano doloranti, mentre ululando trascinava con se la gelida brina che bucava le foglie e squarciava i germogli.

Hermione avrebbe voluto piangere, ma non ci riusciva. Il suo cuore smise quasi di battere quando si accorse quale era il suo destino. Deglutì a fatica.

 

Non sarebbe più tornata.

 

Non avrebbe più rivisto nessuno.

 

In effetti, per la prima volta nella sua vita qualcuno dall’alto aveva esaudito un suo desiderio.

 

Voleva sparire…e sarebbe sparita.

 

Un sospiro le riempì un po’ i polmoni, dandole ancora poco tempo per pensare. Forse non era poi così triste il suo destino…in effetti…quello che voleva era scomparire. E sarebbe scomparsa.  La sua mente indugiò su quello che era successo qualche ora prima, anche se a Hermione sembrava fosse passata un’eternità.

 

 

Flashback

 

-Hermione...io…non posso più aspettare, devo sapere una cosa…-

Hermione guardò Ron ed alzò un sopracciglio –non ti presto trasfigurazione Ron, dovessi pregarmi in ginocchio.-

Ron deglutì, ma la guardò serio negli occhi. Hermione arrossì distogliendo lo sguardo.

-Hermione guardami! Non c’è più tempo! Devo chiederti una cosa importante e voglio che tu sia sincera…promettilo Hermione.-

-Ron? Hai bevuto Wisky incendiario?-

-Non scherzo Hermione. Promettilo.-

La sua voce era dura e seria. Hermione quasi si spaventò.

Ron la fissava in modo strano, in un modo che non era da lui.

-V-va bene. Te lo…prometto.

-Hermione…per te io sono un amico?-

-Ma che dici Ron! Lo sai che tu e Harry siete i miei migliori amici!-

-No! Io intendevo…per te...io…sono SOLO un amico?-

Hermione rimase senza parole. Quello era il momento.

 

Diglielo.

Diglielo che lui non è solo un amico.

Diglielo.

 

-Si Ron, cosa dovresti essere?-

 

Scema.

Stupida.

Bambina.

Questo pensò di se quando si accorse che era stata lei a rispondergli.

 

-N-no. Nulla. Volevo solo sapere.-

Ron si voltò e se ne andò senza dire altro. Senza rivolgerle altro sguardo.

 

Fermalo.

Fermalo e basta.

Digli che non è vero.

Ora o mai più.

 

Ma Hermione non si mosse.

 

Nei giorni seguenti Ron sembrava tornato normale.

Sembrava, perché si capiva che non era così. I sorrisi erano il risultato di una smorfia che increspava i muscoli e le risate di echi lontani che di felice non avevano neanche il tono. Il suo buon umore era solo apparente. Perfino Harry si era accorto che qualcosa non andava quando Ron smise di mangiare.

E nei giorni che passavano le sue sopracciglia si aggrottavano sempre di più quando si rivolgeva ad interrogativo verso Hermione. Ma lei alzava le spalle, come se non sapesse nulla.

 

Ma in fondo al suo cuore era in atto una battaglia infernale. Il suo istinto le diceva di seguire i suoi sentimenti. Di correre da Ron e dirgli che lo amava, che lo amava da morire. Però la sua razionalità ed il suo orgoglio la bloccavano. La bloccavano in una morsa che la fece tacere per giorni e giorni. E così passarono i giorni, passò una settimana, passò un mese.

 

Ed arrivò quel maledetto giorno di Marzo. In cui uscendo dal portone principale vide Ron che baciava Lavanda. O meglio, come le avrebbe spiegato Harry qualche ora più tardi, Lavanda che baciava Ron.

Fatto sta che Hermione non ci vide più dalla rabbia. E senza avere il diritto di arrabbiarsi…si infuriò. Ron parve avvertire la sua ira sulla pelle, perché scostò incurante Lavanda e guardò Hermione.

-Stai bene Herm?-

Hermione non rispose. Corse via con le lacrime agli occhi.

Stava correndo nel cortile quando qualcuno le afferrò il braccio.

-hermione…cosa c’è?-

-Vattene!-

-Hermio..-

-Smettila! Non voglio più vederti!-

-P-perché? Cosa ho fatto?-

-Lavanda ecco cosa hai fatto! TI ODIO!-

 

Ron diventò di ghiaccio, sembrava che qualcuno gli avesse tirato un schiaffo.

 

-Sbaglio o sei stata tu a dirmi che io ero solo un amico?-

-COSA CENTRA?!?-

Hermione si accasciò a terra singhiozzando.

La voce di Ron la raggiunse tagliente in un sussurro.

-Cosa centra? E allora cosa centra Lavanda? Che diritto hai di essere gelosa se mi hai respinto?-

 

Hermione smise di piangere, arrabbiata. Era arrabbiata con se stessa, ma il suo corpo non rispose delle sue azioni. Prese un sasso grande come il suo palmo e lo scagliò verso Ron.

Lo beccò in testa. Ron barcollò e cadde all’indietro tenendosi la mano sulla fronte per cercare di fermare il lago di sangue che colava imperterrito sulla faccia e sui vestiti. Hermione rimase paralizzata.

 

Cosa aveva fatto?

 

Cosa aveva fatto?

 

Qualcuno urlò e mani sconosciute portarono Ron in infermeria. Hermione si sentì sollevare. Qualcuno la stava trasportando via dal brusio di voci che la ricopriva. Dopo un periodo di tempo indefinito fu poggiata su un divanetto della sala comune, deserta.

 

-Hermione?-

Qualcuno la stava chiamando.

-Hermione? Rispondi.-

Hermione si destò in un sussulto.

-Harry?-

-Hermione…che cosa hai fatto?- non c’era nota d’accusa nella voce di Harry, solo apprensione.

-Io…io…non lo so…non…io non volevo…-

-Lo spero bene Hermione! Perché non so se te ne sei resa conto, ma Ron poteva anche finire male. Per fortuna non gli hai beccato la retina o cose del genere. Madama Chips lo rimetterà in sesto in pochi minuti.-

-Io. Io…se l’è meritato!-

-Davvero?-

-Beh, tu non sai cosa mi ha fatto!-

Harry la guardò accigliato.

-Hermione…-

-Avanti dillo!! Stai dalla sua parte come al solito!-

-Hermione ascolta…-

-Da che parte stai?-

-Io non..-

 

-Dimmelo!-

-Lo vuoi veramente sapere?-

-Si!! Dimmelo…-

-Non credo sia il caso..-

-Si invece!!! Dimmelo. SUBITO!-

 

Harry guardò gli occhi di Hermione che luccicavano e presto sarebbero scoppiati in un lago di lacrime, tra le ciglia umide si faceva spazio una lacrima cristallina, che le avvolse la guancia arrossata.

-Ok…ma lo so io come lo sai anche tu. Ron ha ragione questa volta ed ammettilo…lo sai già…- sussurrò il suo amico più dolcemente possibile.

 

Fine flashback.

 

 

E così il suo orgoglio l’aveva portata a quella assurda situazione. Lei, che credeva di essere intelligente e razionale, si era rivelata un essere spregevole.

Questa volta non aveva avuto diritto…non aveva avuto diritto di accusare Ron, di ferirlo, di maltrattare Harry…di impedire che Ron si rassegnasse e tentasse di andare avanti…

 

Egoista.

 

Ecco cos’era.

 

Sciocca.

 

Era anche quello.

 

Ed ora sarebbe scomparsa senza scusarsi con Ginny.

 

Senza scusarsi con Harry.

 

Senza scusarsi con Ron.

 

Senza scusarsi con se stessa.

 

Senza dire ciò che più desiderava al mondo.

 

Senza poter dire le uniche due parole che davano senso alla sua vita.

 

Senza pronunciare ti amo alla persona che più amava al mondo.

 

Una lacrima scivolò sul volto cereo di Hermione.

La bella Hermione.

La brava Hermione.

La perfetta prefetta Hermione.

La caposcuola Hermione.

 

Un ultimo scintillio si sprigionò dalla bacchetta che teneva nella mano, mentre pian piano il cuore rallentava fino a fermarsi, mentre i polmoni smettevano di pompare, mentre gli occhi divenivano vuoti. Mentre un’ultima lacrima solcava il gelido viso morendo tra quelle labbra che non avrebbero più pronunciato parole.

 

 

Ron rientrò cupo nella sala comune. Harry gli andò incontro guardandolo comprensivo.

-Come va?-

-Umpf! Come va? Quella pazza ha cercato di uccidermi e tu mi chiedi come va?-

Harry rimase interdetto. Nel tono dell’amico non c’era la minima traccia di rabbia, anzi sembrava divertito.

Peggio ancora…ora stava sorridendo.

-Ron? Non è che la Chips ti ha imbottito un po’ troppo di morfina?-

-Che? No! E’ solo…beh…insomma. E’ stata una bella scenata, no?-

-Quel sasso deve averti dato di volta il cervello!-

-Harry non capisci? Hermione mi ha fatto una scenata! Era gelosa!! Lo sai cosa vuol dire?-

-Che non vi parlerete più per il resto dei vostri giorni?-

-NO, scemo! Che lei mi ama!-

 

Harry rimase totalmente spiazzato dal contorto ragionamento di Ron. Come diavolo faceva uno ad arrivare a quella conclusione in qualche ora, dopo essersi beccato una sassata in testa da colei che dovrebbe amarti, ed essere tutto contento e giulivo?!?

Eppure il ragionamento di Ron non faceva una piega.

 

In quel momento Ginny entrò nella sala comune. Il suo volto era aggrottato e pensieroso.

-Che hai?-

-Um? Oh, è che ho visto Hermione. E diciamo che non mi ha trattata proprio bene.-

-In che senso?-

-Beh, mi ha urlato senza mezzi termini di togliermi dai piedi e poi è corsa verso la foresta proibita-

-verso la…ma…di sera? Come le salta in mente di…-

-Oh, no. Era pomeriggio. Perché, non è rientrata?-

-No- Harry pronunciò quel no in modo abbastanza apprensivo.

I tre si guardarono a vicenda.

-Dite che dobbiamo andare a cercarla?-

-Ginny, vai ad avvertire la McGranitt, io vado a cercarla.-

-Aspetta Ron, ti accompagno.-

E mentre Ginny correva verso l’ufficio della preside, Ron e Harry si fiondavano verso la foresta.

 

Le ricerche continuarono per ore. Finchè nel cuore della notte, Ron vide le scarpe di Hermione tra i cespugli.

Si avvicinò, attraversando il groviglio di erica, ma subito si bloccò quando vide lo spettacolo che gli si parò davanti.

 

Il corpo di Hermione giaceva immobile sul terreno duro, di ghiaccio. Vicino a lei rilucevano le lettere, su una pergamena:

 

“Ci sono tante cose che avrei voluto fare. Tante cose che vorrei dire.

Avrei tante scuse da fare. Ma l’unica cosa che posso scrivere in quest’ultimo momento, sono queste parole: Ti amo Ron, e ti amerò per sempre, in paradiso o all’inferno.”

 

Ron cadde in ginocchio in un tonfo sordo. Alle sue spalle sentì dei fruscii ed un urlo strozzato.

Presto seguirono altre voci ed altri urli.

Ma Ron non ci fece caso.

 

Per la prima volta nella sua esistenza Hermione aveva fatto piangere lui.

 

Le lacrime sgorgavano imperterrite, ma del resto non provò neanche a fermarle.

 

Come poteva il destino essere stato così crudele?

 

Come potevano loro essere stati così infantili da non aver fatto nulla in quegli anni?

 

Il loro orgoglio li aveva puniti…aveva chiesto in cambio la vita…

 

ma, pensò Ron, non esiste un prezzo più alto dell’amore…

 

E senza che nessuno si accorgesse di quello che stava per fare, senza che nessuno potesse fermarlo, ron impugnò la bacchetta e la puntò al cuore.

 

…neanche la vita…

 

-Anch’io ti amo Hermione-

 

Un fascio di luce verde accecò i presenti, mentre il corpo di Ron cadeva esanime su quello della sua amata.

 

 

 

Ed ora, in quella tomba ricoperta da rose bianche, giacciono assieme i corpi di coloro che si amavano più della loro vita.

 

In quella tomba, dove lettere d’oro ricordano amare ai passanti queste parole:

 

“L’orgoglio accompagna verso la morte a testa alta,

 

ma rende la vita una morte

 

e la morte una vita.”

 

I vostri cari ed amici.

 

 

 

Spero vi sia piaciuta. Mi è venuta di getto, così. Di solito non scrivo cose così tristi e tragiche. Ma mi è venuta…e devo dire senza modestia che mi piace. Spero piaccia anche a voi….e se vi piace…perché non lasciate un recensionina?? Eh? EH???

Dai!!!!!!!!

  
Leggi le 19 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LaDamaLuthien