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Autore: _hariken    03/07/2011    1 recensioni
Ciao! Inanzitutto ringrazio te, lettore, anche solo per aver pensato di leggere la mia fan fiction. Parla di un amore un pò impossibile e della sua evoluzione. Ok, così sembra noioso ma io non so riassumere bene! Se avete davvero intenzione di scoprire se il mio racconto è noioso allaora vi lascio e... Buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Amore fra cugini

 

Era il primo giorno di scuola del quinto anno ad Hogwarts di Sirius James Potter. Ormai sapeva la routine del primo giorno: Dopo aver visto lo smistamento in sala grande ci sarebbe stato il cenone di inizio anno scolastico e poi sarebbero andati ognuno nella sala comune della propria casa. Era proprio come gli aveva spiegato suo padre quando aveva 10 anni ed aveva scoperto di essere un mago. Dopotutto, nel profondo del cuore sapeva che gli mancavano già e si disse che appena possibile gli avrebbe scritto una lettera. Andò verso il tavolo della sua casa, Grifondoro come tutti del resto in famiglia, cercando con lo sguardo le teste di quell'inconfondibile rosso scuro dei suoi due migliori amici, Rose ed Hugo Weasley. Era come se si fosse rifondato quel vecchio trio, diceva sempre suo padre. Guardandoli molto bene, Rose, Hugo e James Sirius sembravano un po' i nuovi Harry, Ron ed Hermione. Si era appena seduto davanti a Rose e Hugo aveva preso posto di fianco alla sua sorellina quando passo Scorpius. Rose sembrò sciogliersi davanti ai suoi occhi azzurro ghiaccio, mentre le orecchie di Hugo diventavano rosse per la rabbia. Hugo infatti, tale e quale a suo padre, era molto geloso della sua sorellina e quando era molto arrabbiato le sue orecchie sembravano prendere fuoco da quanto arrossivano. Scorpius comunque gli passo avanti facendo finta di nulla e andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde. Lo sguardo di cadde più' in là, inquadrando una ragazza dai capelli biondo oro di un anno più' grande di lui. Era sua cugina Victoire. James pensò che era molto cambiata dall'anno scorso. Aveva tolto gli occhiali, i suoi capelli erano diventati lunghi e parevano fili d'oro fuso. Ma, cosa più' importante, aveva rotto con Teddy. Era immerso nei sui pensieri, che ovviamente riguardavano Victoire, quando Rose lo sgridò “Non puoi' innamorarti di tua cugina, Jay!”. Odiava quel soprannome e lei lo sapeva bene, ma dopotutto, qualcosa dal padre lo aveva preso anche lei. James fece finta di non aver sentito e tornò a quella magnifica visuale. Sentì Hugo borbottare “Se vuoi urlarlo un po' più' forte Rose, sai penso che qualcuno ad Hogsmade non abbia ancora sentito.” e vide con la coda dell'occhio che il viso della ragazzina prendeva lo stesso colore dei suoi capelli. Finito di cenare il tavolo di Grifondoro si svuotò e la maggior parte degli alunni, quelli del primo anno guidati dai quelli molto più grandi di loro del settimo anno, andò a visitare il castello, mentre i tre amici decisero di starsene nella sala comune. Arrivati al quadro della Signora Grassa notarono c'erano solo un paio di studenti con loro. Il prefetto si fece avanti, disse la parola d'ordine ed entrarono. I pochi studenti rimasti erano andati nei dormitori e la sala comune era occupata solo da Rose, Hugo e James perciò decisero di prendere i posti migliori.

Rose si mise sulla poltrona di fianco al camino mentre Hugo e James, pensando che lei fosse immersa nella lettura, avvicinarono due poltrone e di sedettero vicini. Nella sala comune c'era un silenzio tombale, si sentiva solo lo sfogliare le pagine del libro di Rose. Dopo alcuni minuti James si decise a fiatare. Si avvicinò sempre di più' all'amico e gli sussurrò “Ehi Hugo, secondo te le piaccio ?”. Si sentì un tonfo e capirono che Rose aveva lasciato cadere a terra il libro. Non lo raccolse e dopo nemmeno un secondo gridò con voce acuta “Ti ho scoperto! Lo sapevo che ti eri innamorato di tua cugina. Ma non puoi, Jay! Tu non capisci. avete lo stesso sangue e se vi metteste insieme non vi potreste nemmeno sposare!”. James la interruppe ammiccando all'amico “Ehm, Rose non ti sembra di correre troppo? Non me la voglio mica sposare!”. Avrebbe voluto continuare, ma Rose, offesa, se ne andò nel dormitorio femminile. Hugo e James decisero che era meglio andare a dormire e che ne avrebbero parlato domani della faccenda “Che fare se la cugina è troppo carina?”.

James era solo nel corridoio. Svoltò l'angolo e vide una figura angelica parargli la strada. La ragazza, ormai identificata come Victoire, parlò con voce suadente “Oh, ciao Jamie... Volevo proprio te”. A quel punto iniziò ad avvicinarsi al ragazzo a cui sembrò quasi che più si avvicinavano più lei diventava più bella. Una cosa che il ragazzo non notò fu che aveva i piedi ad alcuni centimetri da terra. Di fatti, lei volava leggiadra in posizione verticale. Quando erano a qualche millimetro l'uno dell'altra lei lo baciò. Pochi istanti dopo lei sghignazzò, poi fece un passo indietro e si tolse la maschera: Era in realtà il suo amico Hugo!

Si svegliò sudato e capì che era stato solo un incubo. Guardò l'ora: Erano le 5 del mattino. Le lezioni sarebbero iniziate un ora dopo e lui avrebbe finalmente visto la sua amata e vera Victoire. Si alzò e si versò da bere per calmarsi ma non riuscì a riaddormentarsi. Così sistemò i cuscini in modo da stare seduto e pensò. Pensò ai suoi genitori ma decise che era troppo presto per scriverli, dopotutto aveva 15 anni ed era solo un giorno che non si vedevano. Pensò a Victoire e, verso le 5 e 48, capì che confessare il suo amore era la cosa giusta da fare. Non era molto sicuro della sua decisione ma si disse che avrebbe aspettato una settimana per dichiararsi. Dopodiché si rimise a dormire ma, appena chiuse gli occhi, la sveglia chiacchierona che gli aveva regalato il nonno di Hugo, Artur, gli urlò “Ehi ti sembra l'ora di andare a dormire? Alzati piuttosto, pigrone!”. Così si preparò ed andò nella sala grande a far colazione. Prese i posti migliori e dopo una quindicina di minuti arrivarono Rose e Hugo.

La settimana passò velocemente ed era arrivato il giorno prestabilito per la dichiarazione. In sala grande, dopo che Hugo gli aveva messo una cimice nell'orecchio per dargli esatte indicazioni su cosa fare, si era avvicinato a Victoire e era riuscito ad abbozzare un discorso con voce tremante “Ehm, V-victoire, t-ti va d-di incontrar-rci in corridoio q-questo pomeriggio?” lei gli aveva mostrato un gran sorriso e gli aveva risposto dicendo “Certo, va benissimo! Alle 3 va bene per te?”. James borbottò imbarazzato un tremolante “S-sì” ed era corso al tavolo dai suoi amici. Erano le tre meno un quarto e lui stava misurando il corridoio a grandi passi. Intanto pensava. Suo padre gli aveva sempre detto che sarebbe diventato un grande seduttore proprio come nonno James e “zio” Sirius. Da suo nonno, James aveva preso anche i capelli. Ormai aveva capito che era una cosa di famiglia perché suo padre gli disse che anche lui da ragazzino aveva dei capelli indomabile. Dal padre aveva ereditato anche la passione e la bravura per il Quidditch. Mentre era perso a seguire il filo dei suoi pensieri davanti a lei si era presentata una ragazza con una lunga chioma bionda e riccioluta, una maglietta nera scollata, forse eccessivamente dato che James non riusciva a staccare gli occhi da lì, e una gonnellina a quadri bianca e nera. A James parve di avere davanti una bellissima diva degli anni 60 e si incantò a guardarla. Lei si accorse del suo sguardo, arrossì e disse dolcemente “Jamie, non dovevi dirmi qualcosa?”. Quella suo voce così soave lo fece riprendere e così parlò anche lui “Oh, si scusa...Ti prego di non interrompermi perché devo farti un discorso molto serio.”. Lei lo guardo preoccupata ed annuì. “Ecco Victoire devi sapere che, anche se siamo cugini, io... Io ti amo.” lei lo guardò con la bocca socchiusa e la aprì per parlare ma non le uscì una singola sillaba. Così James continuò “So che adesso dirai che non possiamo stare insieme perché siamo cugini e bla bla bla”. Ma Victoire lo zittì premendo le sue labbra su quelle del cugino. Il bacio fu intenso e meraviglioso, il più' bello di tutta la sua vita secondo James. Quando staccarono le labbra fu solo per respirare. James si sentiva stordito, non si era mai comportato così per una ragazza, eppure lui ne aveva avute tante. Solo ora si rendeva conto di quante ragazze aveva avuto. Dopotutto quei suoi capelli scompigliati che lo facevano sembrare sempre appena sceso da una scopa lo rendevano attraente anche se portava un paio di occhiali squadrati. La cugina gli si avvicinò e gli sussurrò “Io ora devo andare a lezione, ci vediamo nella Stanza delle Necessità, Jamie.” e così andò via, con gli occhi di James puntati addosso come se fosse in trance. Alcune ore dopo si rincontrarono al corridoio del settimo piano e dopo qualche minuto entrarono in un ampia stanza piena di gufi con una sola, unica ed enorme finestra. A James parve assomigliare molto alla Guferia della scuola ma prima che potesse rintanarsi nei suoi pensieri, com'era sua abitudine, Victoire parlò “E' qui che vengo quando devo scrivere qualche lettera ai miei, anche perché alla Guferia ci sta sempre quell'idiota di Teddy. Sembra quasi che ci viva!”. Lui vide che un lato della stanza era occupato da un grosso divano blu notte e così prese una piuma, un foglio di pergamena e ci si sedette sopra per scrivere una lettera ai suoi genitori. “Ehm, ti da fastidio se la scriviamo insieme?” disse Victoire ma lui, proprio come aveva fatto lei qualche ora prima la zittì con un bacio. Dopo circa mezz'ora la lettera era pronta.

 

Ciao,

Come state ? Noi qui stiamo bene,

però mancano solo un paio d'anni alla fine della nostra istruzione

e pensiamo che ci mancherà la cara e vecchia Hogwarts.

Abbiamo deciso di scrivere questa lettera insieme

proprio perché ci siamo messi insieme.

So che adesso starete dicendo che non

possiamo stare insieme perché siamo cugini

(proprio come ha fatto Rose, e si, papà,

hai ragione, somiglia davvero alla zia Hermione)

ma noi ci amiamo e non ci lasceremo per colpa di uno

stupido legame di sangue. E poi come immaginerete,

sono troppo testardo e non così stupido

per lasciare una ragazza così bella per un po' di sangue condiviso.

Rose si è innamorata di Scorpius, ma lui non la

degna di uno sguardo, al contrario Hugo è molto geloso della sua sorellina.

Vi vogliamo bene e ci mancate moltissimo.

A presto.

Salutateci tutti, un bacio da Victoire e un abbraccio da James.

 

Si accorsero solo dopo averla imbustata che erano già le 9 di sera, poi presero una civetta delle nevi (fu James a decidere di usare quella specie perchè sapeva bene che suo padre piangeva ancora Edvige) e le legarono la lettera alla zampetta. La videro librarsi in aria sempre più' alta nel cielo dopodiché decisero di andare a fare una passeggiata al chiaro di luna. Uscirono in giardino e James si accorse che Victoire tremava. Dopotutto erano in pieno Inverno e lui sapeva che la ragazza soffriva molto il freddo. Così si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle, non gli importava se ora era lui ad avere freddo, da buon Grifondoro una delle sue virtù migliori era la cavalleria. La ragazza si girò e gli stampò un bacio sulla bocca. Lui la prese per la vita e la tirò a se. Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò “Ci vediamo domani al nostro corridoio, torniamo nei dormitorio, prima che Gazza ci scopri”. Arrivati ai dormitori andarono a dormire e James sognò la sua Victoire. Ma questa volta non fu un incubo. Sognò le sue labbra, i suoi capelli coi riflessi dorati, le sue corve sinuose ma soprattutto il suo seno. Qualcosa avrà pur preso da suo zio Sirius, no?

Il giorno dopo, in pieno pomeriggio, Victoire si ritrovò nel corridoio del settimo piano ad aspettare James. Il suo James. Che dopotutto era anche suo cugino. Il cugino che l'aveva fatta aspettare 10 minuti davanti alla stanza delle necessità, finchè lei non decise di aspettarlo dentro. La stanza era diversa dal solito, niente civette o gufi intorno. A pensarci bene non sembrava una stanza. Era un piccolo giardino. Sembrava proprio il parco di Hogwarts, con un grande albero al centro. Il pavimento ero ricoperto di erba. Si chinò a toccarla, era vera e fresca di rugiada. La stanza non era molo accessoriata. Era solo un grande giardino e dentro c'erano solo un ragazzo con i capelli scompligliati e alcune libri messi in una pila traballante di fianco a lui. Victoire si sedette di fianco a lui e iniziarono a parlare. Risero pensando agli scherzi che faceva tutt'ora George, lo zio di Victoire che era molto amico del papà di James, versarono alcune lacrime ma comunque fu un pomeriggio stupendo, anche solo per averlo passato insieme. Non sapevano ancora che quella sarebbe stata la loro stanza. La stanza del loro amore. Rimasero chiusi lì dentro per ore e ore quello stesso anno e quello dopo ancora. Quei due ragazzi, quei due innamorati. Ormai parenti e amici non facevano piu' caso al fatto che fossero anche cugini. E intanto gli anni passavano. Il loro legame di sengue fu completamente dimenticata dopo il matrimonio.

 

FINE

 

Che ne pensate? Piaciuta?

Spero solo di sì.

Non pensate che non lo sappia, so benissimo che è da piccioncini cuoricini miciottini tortellini, ma dato che nella realtà la vita non è mai perfetta allora perchè incasinarla anche nella non-realtà? Grazie per essere arrivati fin qui!

   
 
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