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Autore: glendower    03/07/2011    2 recensioni
Piove cenere.
Una manciata di polvere grigia s'infila nei cappotti e copre i volti, scendendo giù dal cielo come una nebbia fatta di pezzi di carta stracciata all'improvviso.
E' simile a neve questa pioggia, solo che una volta catturata sui palmi, lascia sottili scottature invisibili colorate di grigio.
Impercettibili ustioni aperte sul cuore fanno piangere chiunque si sia fermato a dare una mano.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Requiem del Violino Nero e la Disfatta dell'Orco buono.



Piove cenere.
Una manciata di polvere grigia s'infila nei cappotti e copre i volti, scendendo giù dal cielo come una nebbia fatta di pezzi di carta stracciata all'improvviso. E' simile a neve questa pioggia, solo che una volta catturata sui palmi,  lascia sottili scottature invisibili colorate di grigio.
Impercettibili ustioni aperte sul cuore fanno piangere chiunque si sia fermato a dare una mano. Le persone sono ovunque, camminano su e giù come formiche, gridando impazzite nomi di persone inesistenti.
Fiamme di luce notturna scoppiano danzando, aprendosi come un fiore sul cielo di quella città che qualche anno prima hai tentato di distruggere. Una sirena in lontananza grida, è  amareggiata e si fa largo fra i passanti. Corre e piange perché sa che non farà in tempo ad arrivare da quei dannati che stanno bruciando.
E' caldo.
Scintille spruzzano sui soldatini in divisa che secchiata dopo secchiata provano a sistemare quel disastro. File di pompieri si gettano nella sorte, cercando i vivi dove ormai sono tutti morti. Qualcuno già da un bel po' si è arreso, sanno perfettamente che nessuno si salverà, sono arrivati troppo tardi per rimediare a quell'insano errore. 
Il Gran Teatro sta cadendo su se stesso, pezzo dopo pezzo, nella bocca del fuoco che lo divora non ha modo di uscirne vivo.  Barricato in una nuvola di fumo, lascia spirare per sempre tutti quegli spettatori impauriti rinchiusi fra le sue mura di cemento.

Appiccare fuoco alle tende del sipario  è stato un colpo da maestro.
Nessuno ha visto, nessuno ha intuito che un giovanotto per bene come te potesse creare tanto scompiglio con un misero fiammifero.
Quasi ti dispiace, anzi, forse davvero ti dispiace aver coinvolto persone che non avevano nulla a che fare con questa storia. Il tuo intento non era certamente creare una tale confusione, volevi soltanto far pagare il giusto prezzo a chi se lo meritava. 
Layton, il caro Professore. Il bersaglio era proprio Lui e lo hai colto nel suo punto più debole. Si è sacrificato per salvare il suo piccolo allievo Luke - che bella accoppiata, hai preso due piccioni con una fava in una sola sera.
Ti senti libero, soddisfatto; perché mai in ogni storia devi sempre essere tu la povera vittima?
Hai riscritto un finale diverso, hai recitato la parte di attore ed il ruolo di regista, musicando la colonna sonora finale.
Note. Centoventi su e giù, una chiave arricciata a dare inizio e a chiudere un nastro di strisce orizzontali, uno spartito imparato a memoria che ti scorre sotto gli occhi come se fosse vivo, palpabile davanti al tuo naso.
Stridio. Dita che tremano e si fermano improvvisamente, poi, dopo qualche misero attimo riprendono come se nulla è successo.
Altro stridio. Il simbolo della pietosità di un'anima che si esprime in musica, quella musica malinconica che hai scritto tu, dipingendola con il sangue sul pentagramma.
La mano stretta con maestria attorno all'archetto seduce con grazia la sua donna, un violino nero appoggiato alla spalla – il legno duro sembra vivo, perfetto specchio del tuo animo.
Qualcuno s'è fermato a guardarti, altri bisbigliano.
Vederti in bilico sul bordo semi distrutto di un muretto è come un'apparizione. Sei un angelo caduto che canta l'Apocalisse di tutte quelle vite spezzate in un soffio.
Lucido, in quella bellezza senza speranza mascherata dietro capelli tirati appena all'indietro. Maledetto, dietro quel sorriso celestiale che nasconde pene ancor più grandi e violente.


Può un ragazzetto starsene così in disparte come se nulla fosse?

Può. Può se tutto quello è opera sua.
Può. Può se sta decantando la lode dell'eroe caduto in disgrazia.


Qualcosa ti strattona il pantalone, una mano grassottella tira la stoffa per costringerti ad abbassare lo sguardo il più in fretta possibile.  E' una bambina, una bambola. Probabilmente, visto com'è vestita era anche Lei dentro quell'Inferno e qualcuno deve averla portata in salvo, probabilmente uno stupido santo di troppo. Fra i boccoli color girasole e sugli abiti sporchi di fuliggine, porta i segni di quel disastro. Se fossi stato un altro sicuramente ti sarebbe dispiaciuto di aver fatto del male ad una piccola ed insignificante creatura come quella.
« Come si chiama la canzone che sta suonando, Signore? » ti chiede con un'ingenuità nauseante, accennando un sorriso in quelle labbra bagnate di lacrime.
« Si chiama la Disfatta dell'Orco Buono. » le rispondi, chinandoti a sfiorarle il mento con la bacchetta di legno.
« Disfatta? Che cosa vuol dire Signore?  »
« Vuol dire che l'Orco ha avuto quel che si meritava. »
« E' morto, Signore? Ma se era Buono come fine non è giusta! »
« Non sempre le favole sono giuste » e le sorridi, tornando a riprodurre quella secca melodia senza sentimento.
« Lei non piange per L'Orco, Signore? »
« Sì, non lo senti? E' questo il mio pianto. »
Ed il requiem riprende, evidenziando l'atmosfera desolata, ricalcando con minuziosa attenzione  il fumo nero che salendo porta via i ricordi, annebbia la tua mente ed anche quel nome, il nome di quell'uomo che con piacere hai distrutto.




 [ note dell'autrice; non mi piace per niente, era bello il titolo e... boh D: l'ispirazione c'era quando avevo gli esami, ora che sono finiti s'è proprio esaurita *poff* io spero comunque che piaccia ecco, tanto per sottolineare che finalmente sono tornata ad infestare efp come Mirtilla Malcontenta *fluttua sopra le teste dei personaggi di Level5* Dopotutto che mondo sarebbe senza di me nutella?  A presto <3 ]

  
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