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Autore: dubhe93    04/07/2011    6 recensioni
Questa è la mia prima storia, è centrata sulla coppia Rufy-Robin, di notte, a bordo della Sunny. L'ha dedico a tutti voi che con la vostre storie mi avete ispirata e tenuto compagnia per anni, ma soprattutto a te, catte.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Night

Toccava a lui fare il turno di guardia quella notte, dopotutto si faceva a giro era ovvio che fosse arrivato il suo momento, il guaio era che si annoiava: non aveva niente da fare, ma proprio niente e in più aveva sonno e fame, tanta fame. Si maledì per non aver chiesto un libro a Nico Robin, praticamente era lei che si occupava della biblioteca di bordo sicuramente ce l'aveva un buon libro da consigliargli, e invece dopo cena si era come bloccato e ancora non riusciva a spiegarsi il perché! Sbuffò, e poiché non aveva molto da fare attraversò il ponte andando da prua a poppa, si appoggò al parapetto e fissando ora il mare ora le stelle cercò di capire cosa fosse cambiato. Da un mese a quella parte non riusciva più a parlare come voleva con un membro della sua ciurma, si sorprendeva a fissarla e se non c'era ad immaginarla, divenne rosso come un peperone ricordando che una volta pensando a lei gli era addirittura venuto duro sotto la doccia! Sbuffò ancora e si girò dando così la spalle al mare, l'occhio gli cadde sui bellissimi mandarini della sua navigatrice e pensò di prenderne uno, giusto per alleviare la fame e non dover svegliare Sanji. Stava allungando la mano quando l'idea di una morte prematura gliela fece ritirare e sconsolato si sedette sotto uno degli alberi. Il profumo che gli giunse al naso lo rilassò immediatamente dimenticandosi per un attimo dei troppi pensieri che gli affollavano la testa: ora capiva perché Zoro cercasse spesso, per non dire sempre, riparo li sotto, si stava bene. La calma purtroppo non durò a lungo che i pensieri tornarono alla carica: sapeva quello che provava, non era uno sciocco checché ne dicesse la gente, non poteva più considerare l'archeologa una semplice amica ma non poteva neanche rivelarle i suoi sentimenti, dopotutto lei era una donna fatta e finita, come si suol dire, era una sua compagna di avventure ed era anche più grande di lui di parecchi anni! No. Una confessione era fuori discussione e poi lei sicuramente lo considerava un bambinone spericolato, immaturo e forse anche un po' stupido...girovagò ancora un po' per il ponte finché non si fermò al centro della nave e si appoggiò di nuovo alla balaustra...

-Buonasera capitano...- la donna che da giorni era la protagonista dei suoi pensieri, da quelli innocenti a quelli più spinti, era appena apparsa alle sue spalle facendolo sobbalzare - B-Buonasera Robin, come mai sveglia?- si ritrovò a ringraziare mentalmente che fosse buio cosicché lei non si accorgesse del rossore sul suo viso causato dai pensieri poco casti che gli frullavano in testa e che prevedevano lei come protagonista...-Pensieri...- disse appoggiandosi al cornicione. -Ah, spero non brutti..- -In effetti alcuni di loro lo sono..- dopotutto stava pensando al suo vecchio amico gigante e alla sua vita passata, oltre che al suo capitano. Era un ottima osservatrice e si era accorta del suo strano comportamento nei suoi confronti, avrebbe voluto chiarire ma non sapeva come fare. -Se preferisci ti lascio sola..- si affrettò a lasciare il ponte, mancavano pochi passi alle scale quando per la stanchezza e il buio (o forse qualcos'altro) inciampò ritrovandosi così con la faccia spalmata sul pavimento. Robin corse subito da lui per aiutarlo ad alzarsi e una volta in piedi non riuscì a staccare le mani dal suo corpo: una sul braccio del ragazzo di gomma, con la quale poté notare con piacere che i muscoli si erano un po' ingrossati, e l'altra intrecciata a quella di Rufy.

Troppo vicini, non erano abituati a stare così vicini, certo nella battaglie era capitato che stessero l'una affianco dell'altro, ma ora che erano soli sotto una mezza luna e non in mezzo al solito casino erano semplicemente troppo vicini. Un contatto strano ma anche piacevole per entrambi, avrebbero voluto eliminare quella poca distanza, perdersi nell'altro, era semplice: un minuscolo gesto e avrebbero ottenuto ciò che bramavano da tempo ormai, ma l'imbarazzo, l'insicurezza e la paura di essere rifiutati li inchiodavano alla nave. Anche se si trovavano in mezzo al mare si poteva notare la palla di paglia che ruotava intorno ai due innamorati e uno strano rumore di grilli: cri cri cri...

Finalmente, dopo che passarono interminabili secondi che parvero ore, qualcuno parlò: -Rufy ho...fatto qualcosa di male?- teneva la testa china, non riusciva ne voleva guardarlo negli occhi, si era accorta del cambiamento di comportamento nei suoi confronti e pensava fosse a causa sua, non voleva perderlo, era stato il primo a credere in lei, a tirarla fuori dai guai e a restituirle i suoi sogni: lo amava, ma restava comunque il suo capitano, un ragazzo, che inseguiva il proprio sogno ed era pure più giovane di lei! No, non poteva proprio dichiararsi, ma non voleva nemmeno che lui fosse così distante e distaccato da lei... Per quella domanda inaspettata sul viso di cappello di paglia era apparso lo stupore più puro -Ah...ehm...n-no, certo che no Robin, non hai fatto niente di male o sbagliato....perché questa domanda...?- -Perché da un po' non mi parli più come prima, come se in qualche modo ti avessi offeso o peggio avessi tradito la ciurma....no scusa capitano, sicuramente avrai i tuoi buon motivi o meglio sono io che mi sto sbagliando...non volevo essere invadente...solo... ricordati che puoi contare su di me per qualunque cosa....qualunq-. È difficile interrompere una persona che parla poco e quando lo fa dalla sua bocca escono solo perle di saggezza, ed è ancor più difficile credere che Nico Robin fosse entrata nel panico e avesse iniziato uno sproloquio assurdo e apparentemente senza fine, meno difficile capire perché Rufy l'avesse baciata così senza preavviso, interrompendo quella che riteneva essere la più intelligente a bordo della sua nave e sicuramente una delle poche eguagliabili al mondo. Eppure lui l'aveva baciata. Non era stupido e aveva capito che nel suo discorso la donna gli diceva che lui l'aveva ferita e non sapendo come porre rimedio al suo errore aveva trovato che la soluzione più logica fosse dirle la verità, d'altronde agendo sempre d'istinto non ci aveva riflettuto su tanto e oplà: ora si trovavano con le labbra incollate e gli occhi sgranati. Non era più di un semplice bacio a stampo ed era durato anche poco ma per entrambi chiarì molte cose: lui aveva compreso il sentimento che provava e che non avrebbe dovuto remargli contro, e lei poteva toccare il cielo con un dito sapendo che il suo amore era ricambiato. Basta coi tormenti. Basta con le notti insonni. D'ora in poi solo una favola sotto il sole, certo erano pirati ma chi l'ha detto che i pirati non possano vivere le loro favole?

 

Il giorno dopo Nico Robin indossava un curioso fazzoletto viola legato intorno al collo, particolare che non era sfuggito ai compagni che si e le chiedevano spiegazioni. L'unico a rimanere in silenzio, ma con un sorriso di chi la sapeva lunga stampato in faccia, era un certo ragazzo che andava in giro a dire che sarebbe diventato in nuovo re dei pirati. La curiosità salì per tutto la giornata....tutti si fecero tante domande....nessuno ebbe risposta.....almeno fino al giorno dopo.

 

 

 

Fine

 

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