Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Mirokia    05/07/2011    5 recensioni
-Non.ti.lascerò.andare.- sillabò Shinichi, mentre l’altro rideva.
-Non mi molli proprio mai, eh?-
-Sei tu che ti fai sempre rivedere.- ribattè il detective liceale, che mai e poi mai avrebbe lasciato la presa.
-E’ che mi piace giocare con te, piccolo detective.-
-Allora vieni a giocare, che aspetti?- lo spronò Shinichi e, inaspettatamente, Kid mollò il deltaplano per poi sbilanciarsi e piombare con eleganza proprio su Kudo, che si ritrovò negli occhi la luce della luna che si rifletteva sul monocolo del Ladro.
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Kaito Kuroba/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E’ che mi piace giocare con te, piccolo Detective.”

 

 

 

 

-E’ sempre un piacere fare conoscenza con delle belle ragazze come lei!-

La voce altisonante e leggermente stridula di Kogoro rimbalzava contro le pareti e andava a stimolare direttamente il timpano dei poveri ragazzi e degli agenti di polizia.

-Com’è che si chiama? Era un intrigante nome russo, se non erro!- continuò il detective “addormentato” strabuzzando gli occhi.

-S-sì, mi chiamo Arina.- fece la ragazza di fronte a lui dopo aver arrossito e guardato in basso a sinistra. Segnale di evidente imbarazzo, pensò Conan mentre guardava la scena con disappunto da un angolo della stanza.

-Sbagliato! Dovrebbe chiamarsi Karina, piuttosto! Perché lei è così carina, non so se m’ha inteso!- e poi iniziò a ridere sguaiatamente, con la lingua completamente fuori dalla bocca e gli occhi ribaltati all’indietro. Ran e Kazuha si affrettarono a togliergli da sotto il naso il costoso sakè, ma ormai era troppo tardi e non sarebbe servito a migliorare la situazione.

-Signor Mouri, la prego, è in servizio, non mi sembra il caso di…- cercò di dire Shiratori, ma quello lo interruppe strillando.

-Nessun problema! Questa volta lo acciufferemo con facilità! Ho risolto l’enigma già da un paio d’ore, tutto sotto controllo!-

“Peccato che l’hai risolto in modo errato, come sempre.” pensò Conan alzando un sopracciglio. Tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini un foglietto stropicciato e lo rilesse per l’ennesima volta. “Sì, l’ho interpretato in modo corretto.” si disse per poi infilarsi nuovamente l’enigma in tasca. Guardò alla propria destra e vide che Ai stava assistendo alla scena del Kogoro ubriaco con fare disinteressato. Tanto era come rivedere più e più volte un nastro registrato.

-Che succede, Kudo?- chiese quest’ultima quando fu trascinata dietro a una poltrona da Conan.

-Ho risolto l’enigma. Come per la maggior parte dei casi, è stato uno dei gesti inconsapevoli di Genta a farmi capire tutto.- disse quello sorridendo alla ragazzina. –Kid apparirà stasera.- aggiunse poi, con le braccia conserte.

-Stasera? Così presto?-

-Sì, sembra che abbia deciso di agire la sera stessa del giorno in cui ha inviato l’avviso di voler rubare il Rubino del Deserto.- spiegò l’altro con enfasi. –Proprio per questo motivo l’enigma era più semplice del solito.-

-A me sembra che cerchi in tutti i modi di incontrarti.- ribattè Ai guardandolo di sottecchi.

-E’ uno che ama le sfide. Non posso biasimarlo.- sorrise Conan, e si leccò le labbra, quasi stesse assaporando il momento dello scontro finale. Ai sospirò sconsolata e scosse la testa.

-Quindi ne deduco che apparirà nello spettacolo di Macbeth di stasera.- disse quella quasi con scherno, dato che Kogoro un annetto prima aveva ipotizzato che Kid si fosse nascosto tra gli attori di uno spettacolo incentrato sulla storia di Napoleone ed aveva fallito miseramente. Ma non gli fece notare quei pensieri, molto probabilmente -anzi, sicuramente- perché Conan avrebbe fatto centro sul luogo dell’apparizione del Ladro.

-Esatto. E sono quasi certo che prenderà le sembianze di uno degli attori, se non delle comparse.- disse Conan sistemandosi il papillon rosso.

-Bene, allora buona fortuna.- fece Ai, ma Conan la fermò con un gesto della mano.

-Voglio combattere ad armi pari questa volta.- disse, anche piuttosto seriamente.

-Vuoi dire che ti travestirai anche tu per eludere la sua presenza?- optò la ragazzina.

-Proprio così. Ma per farlo, avrò bisogno…-

-…del tuo corpo.- concluse l’altra dopo aver alzato gli occhi al cielo. Conan annuì soddisfatto e assicurò all’altra che gli sarebbe andato bene se l’effetto dell’antidoto fosse terminato dopo un paio d’ore. Ai cercò di convincerlo di riservarsi le pillole per casi più urgenti e gravi, ma l’altro ribatteva dicendo che Kaito Kid non va mai preso sottogamba, e qualunque caso lo coinvolga, acquista un’importanza fondamentale per lui. Ai sospirò per circa la quinta volta, poi andò a prendere il marsupio che aveva lasciato su una sedia e chiese a Conan di seguirla in bagno.

-Dove te ne vai, moccioso?!- sbraitò Kogoro quando si accorse che Conan stava sgattaiolando via.

-Sto andando in bagno, zietto!- rispose l’altro tentando di sembrare convincente.

-Non metterai i bastoni tra le ruote alla polizia, voglio sperare!-

-Certo che no, te lo prometto, vado e torno.-

-E vai al bagno con Ai?- fece Ayumi con sguardo triste e molto probabilmente intriso di gelosia. Conan stava per pronunciare una frase fatta per discolparsi, ma Ai lo tirò dal colletto della giacca e, con un “Non perdiamo tempo”, lo trascinò sino in bagno.

-La gentilezza non è il tuo forte, eh?- fece il piccolo detective per sdrammatizzare, una volta che si ritrovarono davanti ai lavandini. Ai non rispose e iniziò ad armeggiare con pastiglie e pillole colorate, finchè non trovò quello che stava cercando. La allungò a Conan che, adesso improvvisamente serio, se la portò alla bocca.

-Bevi questa subito dopo, altrimenti non funziona.- lo avvisò Haibara dopo avergli messo nell’altra mano una boccettina contenente un liquido rossastro. Conan annuì, si tolse gli occhiali e li diede alla bambina, poi fece come gli era stato detto.

-Ci vediamo dall’altra parte.- disse prima di bere il liquido rosso.

 

*

 

Shinichi aveva già fatto l’entusiasmante esperienza di salire su un palcoscenico. Magari per evitare che  si consumasse un omicidio durante uno spettacolo di magia, o per acciuffare potenziali criminali. Perciò non si sentì più di tanto fuori luogo mentre se ne stava seduto ad un lungo tavolo sul palco a recitare la parte di un commensale. Era una delle tante comparse, e il berretto canadese che aveva indossato per l’occasione non si notava poi tanto in mezzo a tutti quei ridicoli copricapo colorati.

Mentre in scena entravano Macbeth e Lady Macbeth, Shinichi ebbe come la sensazione che fosse arrivato il momento: quello era l’atto cruciale. Puntò con lo sguardo il Rubino che la protagonista portava al dito, poi lo diresse con discrezione verso la comparsa che si trovava dall’altra parte del tavolo. Quella ricambiò lo sguardo e annuì impercettibilmente.

-Lady Macbeth, vi ringrazio di avermi invitato a codesto delizioso banchetto. Non sono degno.- disse una delle comparse dopo essersi alzata e aver raggiunto l’attrice, che si lasciò baciare la mano. Shinichi trattenne il fiato.

-Grazie anche da parte mia, Lady.- fece un altro commensale, e anche quello andò a baciare la mano della donna.

-E anche da parte mia.- disse un altro, e la scena di ripetè. Shinichi si morse il labbro inferiore e guardò il complice dal lato opposto del tavolo: Kid doveva essere una di quelle tre persone che s’erano alzate. Diede un’occhiata alla mano di Lady Macbeth e, come si aspettava, il Rubino del Deserto era scomparso.

Il detective tenne d’occhio i tre commensali che s’erano alzati per tutta la durata dell’atto, e notò che due di loro finsero di bere dal calice, per rendere più verosimile la scena. Sorrise quando riuscì ad udire un rumore quasi impercettibile, e lo stesso fece il suo collega: a quanto pareva aveva capito anche lui. Senz’altro.

Il sipario, finalmente, s’abbassò e, non appena toccò terra, uno dei commensali scattò in piedi sulla sedia, tirò fuori un’arma da taglio, si aprì un varco nel tendone in fondo al palcoscenico e scappò verso le quinte.

-Hattori!- urlò Shinichi mentre con un gesto veloce si toglieva di dosso l’abbigliamento da comparsa. Lo stesso fece Heiji, che uscì di scena passando dal lato sinistro, contrariamente a quel che faceva l’amico detective.

-E’ Kaito Kid! Prendetelo!- strillò Kogoro, che se ne stava tra il pubblico, ancora parecchio ubriaco. Shiratori e Takagi, trovatisi impreparati, si guardarono, annuirono, e si diressero correndo verso le scalette ai lati del palco.

-Kid?-

-Dove?-

-C’è davvero Kaito Kid?-

-…Chi è Kaito Kid?-

Diceva la folla che iniziava ad agitarsi. L’ispettore Megure assicurò al pubblico che avevano la situazione sotto controllo e che non c’era da preoccuparsi, perché gli agenti di polizia lo stavano inseguendo, ed erano ben armati. E comunque, Kid era anche famoso per non aver mai torto un capello a nessuno.

-Dov’è Conan?- chiese Ran, piuttosto allarmata.

-S’è chiuso in bagno, ha mangiato pesante.- disse subito Ai, e con quella risposta sembrò convincere Ran a non andare a controllare come stesse Conan.

Shinichi intanto aveva seguito il mantello bianco svolazzante di Kid sino al tetto del teatro. Sentiva i passi di Heiji dietro di lui, e si mise a correre più veloce, quasi volesse seminarlo, quasi volesse essere l’unico a catturare Kid e ad accaparrarsi tutta la gloria. Finalmente il Ladro raggiunse la porta nera, la spalancò e la lasciò aperta per Shinichi, che la oltrepassò e poi si affrettò a chiudersela alle spalle con un rumore assordante.

Kaito Kid era di spalle, le mani infilate in tasca, il mantello che svolazzava tanto in alto da coprirgli quasi completamente i capelli che si intravedevano sotto il cilindro bianco. Ebbe una sorta di déjà-vu: ormai sembrava che il tetto di un qualunque edificio fosse diventato il luogo di ritrovo tra il Ladro e il Detective.

-Quali sono i tuoi piani questa volta, grande Ladro?- chiese Shinichi, così fiero di mostrarsi nelle sue vere sembianze.

-Te l’ho scritto nel biglietto d’avviso, piccolo detective. Desideravo far mio il prezioso Rubino del Deserto.- rispose quello voltando appena il capo.

-Non dev’essere così prezioso se alla fine hai rinunciato a rubarlo.- disse con sicurezza il detective liceale per poi avvicinarsi alla figura evanescente del ladro più famoso dell’ultimo secolo.

-E così, hai notato?-

-Non sei stato poi così discreto. Tu eri il terzo commensale che s’è alzato per baciare la mano di Lady Macbeth. Dovevi essere per forza l’ultimo, o le comparse che venivano dopo di te si sarebbero accorte della mancanza dell’anello. E invece non ho notato uno sguardo sorpreso su quello degli altri due commensali.- spiegò Shinichi avvicinandosi ancor di più a Kid.

-E come avrei rubato la pietra?- chiese quello, sempre più divertito.

-Con la bocca, mi sembra ovvio. Dopodichè, probabilmente per confonderci, hai sputato il Rubino nel bicchiere che hai portato alla bocca per far finta di bere ad un comune banchetto.-

-Per confondervi, hai detto?- domandò ancora Kid con un sorrisetto.

-Esatto.- mormorò Shinichi, poi si accostò al Ladro e tese una mano aperta verso il suo viso. –Avanti, sputala. So che ce l’hai ancora in bocca. Lo intuisco dal leggero rigonfiamento sotto il labbro inferiore.-

-Mpft. Non so di cosa parli.- disse quello ad occhi chiusi, sicuro di sé. E intanto muoveva astutamente la mano sinistra nella tasca dei pantaloni, per poi tirarne fuori la sua fedele pistola spara-carte. Si allontanò agilmente da Kudo e gli puntò con maestria l’arma all’altezza delle spalle. Quest’ultimo lo guardò con un sorriso schernitore ed evitò tutte le carte che gli sparava. Non aveva tenuto conto però del fatto che queste, dopo qualche secondo, esplodevano lasciando che l’aria si riempisse di una fitta nebbia. Shinichi si ritrovò improvvisamente cieco, ma udì distintamente il rumore degli stivali bianchi di Kid che strisciavano sul cornicione. Se la stava svignando. Un’altra volta.

No, non questa volta.

Kudo sfilò dalla propria cintura un attrezzo che s’era portato dietro per precauzione e che, guarda caso, adesso gli sarebbe stato più che utile. Lanciò una delle potenti ventose contro la porta poi, con uno scatto, afferrò la caviglia di Kid e tentò di trascinarlo verso il basso mentre quello cercava di fuggire per mezzo del suo deltaplano. Se ne stava appeso con le braccia a quell’enorme uccello bianco e intanto scalciava per tentare di liberarsi dalla stretta di Kudo. Ma quello era ben saldato alla porta grazie alle super ventose del dottor Agasa.

-Non.ti.lascerò.andare.- sillabò Shinichi, mentre l’altro rideva.

-Non mi molli proprio mai, eh?-

-Sei tu che ti fai sempre rivedere.- ribattè il detective liceale, che mai e poi mai avrebbe lasciato la presa.

-E’ che mi piace giocare con te, piccolo detective.-

-Allora vieni a giocare, che aspetti?- lo spronò Shinichi e, inaspettatamente, Kid mollò il deltaplano per poi sbilanciarsi e piombare con eleganza proprio su Kudo, che si ritrovò negli occhi la luce della luna che si rifletteva sul monocolo del Ladro.

-Allora, piccolo detective?- fece Kid quando gli ebbe immobilizzato le braccia sopra alla testa. –Hai qualche altro interessante gadget che potrebbe liberarti dalla mia morsa?-

Shinichi fece un ghigno e fissò il proprio sguardo in quello del Ladro.

-Anche se ce l’avessi, non credo lo userei.-

Anche Kid incurvò le labbra in un sorriso più ampio.

-Mi piace la tua filosofia.- disse, per poi fiondarsi senza più alcun indugio sulle labbra del giovane detective, che lasciò che l’altro gli tenesse le braccia ferme con una mano e con l’altra gli andasse a carezzare il collo. Il tessuto ruvido del guanto bianco fece rabbrividire Shinichi, che si decise a rispondere al bacio in maniera ancora più convincente. Si risero entrambi sulle labbra mentre Kudo, che adesso aveva una mano libera, trascinava il capo di Kid verso il proprio afferrandolo per la nuca. Il cilindro bianco gli cadde da un lato e Shinichi potè affondare le dita tra i capelli ondulati del giovane Ladro.

-Mi piace giocare con te.- ripetè Kid dopo aver preso il primo, vero respiro.

-Dovremmo giocare più spesso.- mormorò l’altro attirandolo nuovamente verso di sé e dandogli un veloce bacio. –Così, magari, in questo modo verrò a conoscenza della tua identità.- aggiunse poi.

-Questo non accadrà mai.- fece Kid con un sorrisetto. Carezzò con la punta delle dita la pelle appena sopra ai pantaloni del detective e gli strappò dei sospiri leggermente più pesanti, finchè quasi non sobbalzò quando una voce soffocata raggiunse le sue fini orecchie.

-Kudo! Kudo, che diamine, lo so che sei là sopra, aprimi!-

Dal tono di voce, Heiji sembrava piuttosto nervoso e frettoloso.

-Allontanati, che sfondiamo la porta.- disse la voce di Shiratori, seguita da un cenno d’assenso da parte di Takagi.

-Sembra che dovremo separarci.- sussurrò Kid all’orecchio di Shinichi, che annuì, anche piuttosto dispiaciuto. –Mi lascerai andare, non è così?- aggiunse dopo aver raccolto il cilindro.

-Se ti sbattono in galera, probabilmente non avrò più la possibilità di giocare con te.- rispose l’altro dopo aver annuito piano.

-Ben detto, piccolo detective.- disse Kid e, quando Shinichi stava per scostarsi da lui, lo bloccò nuovamente nella posizione di partenza e lo baciò di slancio. L’ultimo bacio di ogni incontro era il più violento e sentito, forse perché entrambi non avevano la certezza assoluta che si sarebbero effettivamente rivisti.

Dopo quell’ultimo contatto, Kid si alzò e salì sul cornicione. Si voltò verso Kudo, che ancora se ne stava semi disteso sul pavimento, lo salutò con una mano sul cappello, poi si buttò all’indietro, abbandonandosi alle luci di Osaka.

Proprio in quel momento, gli agenti di polizia riuscirono a sfondare la porta, e Heiji accorse a controllare se Kudo stesse bene.

-Mai stato meglio, Hattori.- disse quello col suo solito sguardo alla Sherlock Holmes che amava ripetere davanti allo specchio. Si voltò verso Heiji, gli mostrò la mano aperta e ci sputò dentro il Rubino del Deserto, per poi porgerglielo. L’altro lo guardò di sottecchi, poi si mise una mano sugli occhi.

-L’hai fatto di nuovo?- chiese sconsolato.

-Penso che ormai ci venga spontaneo.- rispose l’altro per poi alzarsi e spolverarsi i vestiti.

-E’ fuggito un’altra volta?- chiese Takagi, che amava l’ovvietà. Poi guardò meglio il detective che s’era appena messo in piedi e si grattò la testa. –Shinichi? Che ci fai qui?-

Ma quello non sembrava dare ascolto alle sue domande e rideva davanti alla faccia infuriata del detective dell’Ovest.

-E io che continuo a starti dietro. Stupido Kudo!- esclamò quello per poi mollargli un pugno sulla spalla.




§

 




Prima volta che scrivo sul fandom di Conan, buonasera ^^
L’ambientazione che ho scelto è più o meno la stessa del film “Detective Conan: il mago del cielo d’argento.”, che dovrebbe essere il settimo, se non erro. E’ stato quel film ad ispirarmi, sì <3

Non sono sicura che nella versione italiana Conan abbia mai chiamato KogoroZietto”, ma nella versione giapponese lo chiama sempre così, e mi sembra così tenero e allo stesso tempo sfrontato da parte sua. Il dolce Conan. <3

“Ci vediamo dall’altra parte.” E’ anche una frase che dice Kuzco prima di tornare umano ne “Le follie dell’imperatore”, tanto per citare qualche altro cartone animato XD

Boh, comunque, questo è uno sfizio che mi sono tolta. Se non scrivevo una shonen-ai o yaoi con questi personaggi, non ero contenta. Adesso lo sono, molto <3 E spero che qualcuno apprezzi il mio lavoretto.

Pssst, piccolo segreto: volevo farla diventare una threesome, perché amo spasmodicamente il personaggio di Hattori più di Kid e Kudo, e forse anche più di Shuichi Akai, ma alla fine ho lasciato che il sentimento di Heiji rimanesse più di tipo platonico. E’ il Kid che mi sa di furbetto, sì.

Va bene, ho finito, buona notte a tutti, me ne vado a letto, che sono le 3.15 del mattino e un’ora fa mi sono ripromessa di finire questa shot in un’ora esatta, e sto già sforando. Tanto love a tutti. <3

 

 

 

Mirokia

 

 

 

 

   
 
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