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Autore: Aine Walsh    05/07/2011    4 recensioni
Stavano litigando? Perché?
Perché Matt era diventato serio, con la voce che sembrava tanto essere greve?
E cosa significava che "non sarebbe stato facile"?
Christopher si massaggiò la mandibola, silenzioso, mentre attendeva qualcosa che gli permettesse di mettere in luce la situazione.
* * *
Delirio di una notte di mezza estate... Senza alcun tipo di pretesa, senza voler offendere nessuno. Scritta solamente per puro masochismo.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dom?!

Alla più grande e appassionata Muser che conosco.
Anche se ti auguro di non aprire mai questa pagina.


Il messaggio di Matt era chiaro.

Vediamoci alle 10 in sala prove.
Nulla di più semplice.

E allora, perché era già passata mezz’ora e il ragazzo non si faceva ancora vedere?

Chris provò a chiamarlo, ma nessuno rispondeva.
Domandò in giro se qualcuno l’avesse visto, ma riceveva in cambio solo risposte negative.
Girò e rigirò per gli studi di registrazione più e più volte, ma niente.
Era come se Matt Bellamy fosse stato risucchiato in un buco nero, sparito e dissolto nel nulla.

Poi, passando accanto alla porta del bagno, udì distrattamente la voce dell'amico.
Finalmente l'aveva trovato!
Avrebbe voluto fare irruzione nella stanza e dirgliene quattro, chiedergli dove fosse stato e perché non avesse risposto alle sue chiamate, ma si fermò, aspettando che quell'altra misteriosa persona con cui Matt stava parlando uscisse fuori. Non era il caso di fare una scenata.

Attese qualche minuto, ma l'unica voce che riusciva a percepire proveniva dal chitarrista, che a volte si interrompeva nel suo discorrere.
Chris dedusse che dovesse essere al telefono.
Spinse lievemente la porta, aprendola, e tese l'orecchio, in ascolto.

Matt rideva.
«Dici davvero? Sei incredibile! Sei stupefacente, Dom, sul serio. Riesci sempre a sorprendermi», disse divertito.

Dom?
Quindi Matthew era al telefono con il batterista.
Chris si chiese quali fossero le sue condizioni. Da due giorni, il biondo era rimasto chiuso in casa, affetto da una febbre che sembrava piuttosto terribile, e, strano ma vero, il bassista non era ancora riuscito a trovare cinque minuti per andare a visitarlo, accontentandosi di parlargli solo per telefono.

«Sì, lo so - proseguì il Bellamy, il tono improvvisamente serio - Mi dispiace, te l'ho già detto. Mettiti nei miei panni, però... Va bene, va bene, ho capito... Hai ragione, ma sapevi che non sarebbe stato facile... Dom... Dom... Aspetta, fammi parlare un attimo, diamine!», concluse con una leggera nota spazientita.

Stavano litigando? Perché?
Perché Matt era diventato serio, con la voce che sembrava tanto essere greve?
E cosa significava che "non sarebbe stato facile"?
Christopher si massaggiò la mandibola, silenzioso, mentre attendeva qualcosa che gli permettesse di mettere in luce la situazione.

L’accento del frontman mutò un'altra volta.
Adesso era dolce, persuasivo anche e... Malizioso.
Malizioso?
No, non poteva essere!
Chris sgranò gli occhi.

«Che ne diresti se più tardi passassi da casa tua, eh? Solo io, te… Possiamo fare come l’altra sera, se ti va…».
La voce del leader si fermò un secondo, lasciando spazio ad una risata allegra e aperta, libera, una risata che sembrava venire dritto dritto dal cuore.
«Oh, sei così sexy! Non so cosa ti farei se fossi qui con me adesso… Siamo già arrivati alle dichiarazioni amorose? Sì, hai ancora ragione tu; non è mai troppo presto. Ho bisogno di te, sento la tua mancanza…».

Il Wolstenholme decise di averne abbastanza.
Si staccò a forza dalla parete e tornò in sala prove.
Era sbiancato, la fronte imperlata di sudore, sembrava anche che stesse tremando, lui, l’imponente Chris Wolstenholme.
Era confuso, sorpreso, sconvolto, anche amareggiato.

Non poteva essere.
Matt e Dom non potevano.
No.
No.
Assolutamente no!

Il bassista si lasciò cadere pesantemente su di una sedia, gli occhi fissi davanti a sé, rivolti al nulla, e la mente percorsa da tante, troppe emozioni, troppi ricordi.
Il suo cervello viaggiava alla velocità della luce nel tentativo di riuscire a comprendere qualcosa in più in tutta quella complicata faccenda.

Da quanto tempo andava avanti?
Perché non glielo avevano detto?
E come aveva fatto lui a non accorgersi di niente?

Si prese la testa tra le mani, confuso, come a voler fermare il caos che vi si stava affollando all’interno.
Riusciva a sentire le tempie pulsare per l’afflusso del sangue.

E stette così, fino a quando la porta non si aprì e fu costretto ad alzare lo sguardo.
Davanti a lui stava Matt, sorridente.
Christopher fissò i suoi occhi dentro quelli dell’amico, deluso e sconsolato.
Il Bellamy cambiò subito espressione. Restò immobile per un istante, con il viso contratto e la voce seria mentre chiedeva: «E’ successo qualcosa?».

Chris avrebbe voluto dire di sì, avrebbe voluto urlare che sì, qualcosa era successo, ma non gli sembrava né il momento, né il luogo opportuno per farlo.
Così si limitò a rispondere semplicemente: «No, tranquillo. Ho solo litigato con Kelly, stamattina».
Matthew rilassò il volto, dando una pacca sulla spalla del suo bassista.
«Non è niente, capita a tutti di litigare», cercò di consolarlo mentre prendeva una sedia.
Gli si sedette accanto e aspettò che il minore gli rispondesse qualcosa, ma, dato che i minuti passavano e Chris non aveva ancora proferito parola, stabilì di doverlo fare lui.
«Senti, - cominciò - So che sono stato io a dirti di venire qui, oggi, per provare un po’, ma tu non mi sembri dell’umore giusto ed io, te lo dico in tutta sincerità, ho da fare. Quindi, che cosa ne diresti di andare via? Magari, sulla strada, potresti fermarti a comprare un bel mazzo di fiori per Kelly, perché no? Sono sicuro che le farebbe piacere».

Chris lo guardò di nuovo, duro e ferito al tempo stesso.
«Cos’hai da fare?», domandò.
Era ansioso di ascoltare l’ennesima bugia, di farsi prendere in giro ancora una volta, prima di sputargli contro tutta la verità.

«Vado a divertirmi un po’ da Dominique, la ragazza francese che ho conosciuto la settimana scorsa, se non ti spiace. E, siccome so per certo che a te non dispiace, scappo. Ci vediamo domani!», esclamò sparendo dietro la porta.

Chris restò imbambolato a guardare la porta da cui era uscito il suo amico, con la bocca aperta.

E quindi Dom era in realtà Dominique?


Is this the real life?
(ovvero, nomi alternativi al classico Angolo (folle) Autrice)

Ripeto, è un delirio di una notte di mezza estate. Una cavolata, insomma.
E credo che la maggioranza o anche la totalità delle persone che hanno letto questa shot (se mai esisterà al mondo gente tanto coraggiosa) possa affermare di essere d'accordo con me.
E allora perchè l'ho scritta?
Perchè non avevo ancora scritto nulla sui Muse e ci tenevo a farlo, in un certo senso.
E perchè la pubblico?
Perchè pubblico tutto quello che scrivo e perchè questa dovevo dedicarla ad una persona in particolare (che spero mi perdonerà per aver infangato in tal maniera il suo nome e la sua band preferita D: ).

Quindi, adesso vi lascio, augurandovi una buona caccia al pomodoro rosso che so vorreste tanto tirarmi in faccia (cosa che, d'altronde, io non vi imperdirò di fare u.u).

Grazie,
Alan

  
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