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Autore: VidelB    05/07/2011    14 recensioni
I Mugiwara hanno lasciato l'ultima isola e hanno festeggiato fino alla sfinimento. Ma Nami non si sente ancora tranquilla e girovaga per la nave. Cosa succederebbe se Rufy non volesse farle assolutamente vedere degli strani fogli colorati?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Rufy rimase immobile a contemplare il mare dalla polena mentre i suo amici se ne andavano, ma appena fu solo balzò nuovamente sul ponte. Si inginocchiò a terra e, allungando il collo a testa in giù, sbirciò dentro la finestra illuminata delle ragazze. Non era affatto divertente spiarle, ma doveva trovare un modo per recuperare i disegni; non solo perché ci era affezionato, ma anche perché temeva le reazioni di Nami. La sua navigatrice era imprevedibile: avrebbe potuto picchiarlo, aumentare il suo debito o addirittura di peggio se avesse notato l’ultima aggiunta al suo “sogno”… sarebbe stata capace di lasciare la ciurma per questo? Rifiutò immediatamente l’idea, ma si sentì raggelare. Cercò di concentrarsi sulla scena che si stava svolgendo nella stanza e le vide entrambe chine su un foglio… era già troppo tardi! Senza aspettare oltre si fiondò all’interno.

- Non guardatelo!!- urlò, sbattendo la porta dietro di sé.

Le ragazze sussultarono e si girarono a fissarlo inebetite, rendendosi conto solo allora di non aver chiuso a chiave. Poco dopo la mora accennò un dolce sorriso mentre l’altra… beh, lei si alzò in piedi e lo afferrò per la camicia.

- Cosa… diavolo… sarebbe… questo?!- disse piano, ma chiaramente fuori di sé. Era la prima volta che Rufy la vedeva così arrabbiata, almeno da due anni a quella parte: gli occhi fiammeggianti, i capelli arruffati, le labbra tremule e la pelle arrossata… sembrava quasi sul punto di piangere. Stavolta come l’avrebbe calmata? Ancora indeciso sul da farsi afferrò la mano che lo stava strattonando; ma questa, invece di resistergli, sorprendentemente si rilassò nella sua. Notò che Nami aveva chinato la testa. Confuso, cercò Robin per chiederle aiuto, ma appena incrociò il suo sguardo si sentì trascinato via.

Questione di secondi e si ritrovò all’esterno, circondato dal fragore del mare. Il viso di Nami era nascosto nella penombra lì di fronte, ma avvertiva la furia delle emozioni che si agitavano dentro di lei. D’improvviso la navigatrice si avvicinò, spingendogli le spalle finché queste non aderirono completamente al muro di legno. Rufy la assecondò, sentendosi inspiegabilmente tranquillo. Rimase imperturbabile anche quando gli occhi di Nami affondarono nei suoi, ma una strana debolezza lo colse nel momento in cui sentì un soffio nell’orecchio. Fu talmente stupito dalla sensazione che non fece caso alle parole, ma solo al suono tremulo della voce.

- Allora?

Rufy si accorse che Nami gli stava ormai parlando a voce alta. La guardò perplesso.

- Che c’è?

- Ti ho appena fatto una domanda, non farmela ripetere!- la rossa si accigliò.

- Non l’ho capita.

- Davvero non hai capito?... Ah, sei senza speranza! Possibile che non sai nemmeno cosa significhi “desiderare” una ragazza?- esclamò battendosi un palmo sulla fronte, sconsolata.

Rufy divenne ancora più perplesso.

- Desidero tante cose da mangiare, diventare il Re dei Pirati e divertirmi con i miei nakama. Che ci dovrei fare con una ragazza?

- Ma…- Nami fece un passo indietro, visibilmente offesa. Poi si concentrò sul fatto che stava parlando con la persona più sprovveduta del mondo (almeno su certi argomenti) e riuscì a calmarsi un poco. Non c’era altra soluzione con lui se non quella di essere spudoratamente chiari.

- Quindi non hai mai pensato di toccarmi o baciarmi?- domandò con tutta la decisione di cui poteva essere capace in quel momento. Rufy di rimando sgranò gli occhi e impallidì.

- Se ci provassi rischierei grosso!

- Eppure in quel disegno noi abbiamo… insomma, c’è una che… e…- la gola si seccò per il troppo imbarazzo, non poteva continuare a descriverlo.

Il ragazzo andò nel panico e agitò le mani davanti a sè:

- Lo so che disegno malissimo, mi dispiace!! Davvero, scusami Nami, non essere arrabbiata!!!!

- Ma non è il modo, è quello che hai disegnato che mi interessa, stupido!

- Ah…- Rufy si calmò immediatamente- Beh, che c’è di strano?

La navigatrice era ormai esasperata e sputò il rospo, incurante dell’esplosione di calore sulla sua pelle:

- Sbaglio oppure ho una corona in testa e un bambino col tuo cappello in braccio?!

Il capitano aprì la bocca per richiuderla subito dopo, preso alla sprovvista, ma poi sorrise a trentadue denti.

- Sì, anch’io ho una corona lì, sai! E quello è nostro figlio, lo chiamerò Ace!

Un pugno si abbatté violentemente sulla testa del ragazzo non appena completò la frase, facendola rimbalzare diverse volte sul pavimento; nel frattempo la ragazza salì le scale per raggiungere il ponte del timone. Strinse il parapetto con le mani mentre fissava la superficie dell’acqua, nel disperato tentativo di riprendersi. Era davvero troppo scoprire in quel modo i sentimenti inconsapevoli, ma non per questo meno forti, del capitano per lei. O perlomeno era questa la conclusione a cui era arrivata vedendo il disegno, cos’altro poteva pensare? Possibile poi che le dicesse con tanta tranquillità certe cose… sicuramente non era nemmeno a conoscenza del “perché” e del “come” nascano i bambini! Era forse un caso che avesse disegnato lei e non un’altra a questo punto? E comunque, che fare? Come cavolo si sarebbe dovuta comportare con lui d’ora in poi?

La ragazza tese l’orecchio al rumore sempre più vicino delle infradito sul legno. Non si mosse nemmeno quando il capitano si sedette sulla ringhiera accanto a lei, sfiorandole un braccio con una gamba.

- Nami…- la chiamò con voce lamentosa-… non ti piace il nome? Ci terrei tanto…

La navigatrice sollevò lo sguardo verso di lui: le sembrò triste. Non riuscì ad arrabbiarsi ulteriormente, ma piuttosto riabbassò gli occhi, intimidita dalla piega che stava prendendo il discorso.

- E’ un’idea molto bella Rufy. Ma vorresti che fossi proprio io la madre?

- Sì!

Nemmeno un attimo di esitazione. Nami fu scossa da un brivido.

- Perché?- una domanda semplice, adatta alle sue risposte.

- Perché è giusto così. I bambini nascono da un maschio e una femmina che si vogliono bene, giusto?

- Certo, ma bisogna amarsi sul serio e, inoltre, hai idea di cosa implichi fare un figlio?

L’espressione spaesata di Rufy la diceva lunga.

- Insomma, succede dopo che le due persone si baciano e si toccano, capito?- borbottò Nami sentendosi a disagio come non mai- E poi servono soldi, tempo e spazio per accoglierlo.

Rufy sorrise spensierato.

- Quando sarò diventato Re dei Pirati non dovremo preoccuparci di queste cose. – fece una pausa prima di accigliarsi- Però, la parte del baciare e toccare mi sembra complicata, cosa dovrei fare esattamente per evitare che ti arrabbi?

La navigatrice sorrise e gli fece cenno di abbassarsi verso di lei, come se avesse dovuto rivelargli un segreto. Appena il ragazzo arrivò all’altezza giusta, gli accarezzò una guancia e si avvicinò pericolosamente, con intenzioni ormai evidenti per chiunque. Fu sorpresa nel vederlo arrossire e irrigidirsi in un frangente simile, non le era mai capitato, e quasi si commosse per l’innocenza che intendeva portargli via.

- Nami, cosa vuoi fare?

- Mostrarti come si fa, sei d’accordo?- gli rispose, mentre sfiorava la sua bocca con un polpastrello e lo fissava in modo provocante. Rufy schiuse le labbra, incapace di ribattere immediatamente e sconvolto dalla misteriosa debolezza che si stava impossessando nuovamente di lui.

- Ma…- non riuscì a dire altro prima che Nami lo baciasse.

Due soli aggettivi potevano descrivere alla perfezione le sensazioni fisiche che quel contatto gli stava procurando: morbidezza e calore… del viso, delle mani, dei capelli… anche del petto ora che si era spinta ulteriormente contro il suo corpo. Ma non erano affatto sufficienti per spiegare ciò che scatenò nella sua mente… sensazioni che diventavano ogni istante più coinvolgenti, piacevoli e di cui si scoprì affamato, nonostante fosse la prima volta che le provava. Così si ritrovò a imitarla, cercando di capire che sapore avessero le sue labbra e quanto fosse possibile stringerla a sé senza farle del male.

Ma non era perfetto, nonostante tutto qualcosa lo turbava… qualcosa di importante? Cosa stava per dire poco fa? Un pensiero lo bloccò all’improvviso, forzandolo ad allontanare il suo corpo da quello di Nami. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, spaesati e affannati. L’espressione di Rufy divenne gradualmente sempre più preoccupata, finché il ragazzo non balzò con i piedi sul pavimento e si inginocchiò davanti alla navigatrice.

- Rufy??- Nami indietreggiò mentre il capitano posava con molto cautela una mano e un orecchio sulla sua pancia.

- Mmmm… no, non sento casino, non c’è nessun bambino!- dichiarò concentrato ad occhi chiusi, apparentemente deluso.

- CHE?!

- Meglio così dopotutto. E’ ancora troppo presto, dobbiamo prima trovare il One Piece e un posto sicuro, no? Stavo per dirtelo.- sorrise, soddisfatto del ragionamento.

- Ci vuole ben altro per farlo nascere, scemo!!- urlò Nami spingendolo e facendolo cadere a terra di sedere.

- Davvero? E cosa?- chiese lui a voce alta, senza curarsi del cappello che era scivolato dietro la testa- Dobbiamo farlo un’altra volta? Magari altre dieci?

La navigatrice si voltò altrove, ignorandolo. Era esausta, perché non aveva imparato certe cose a tempo debito? Perché le toccava spiegargli tutto su quell’argomento? Forse era meglio dargli il tempo di digerire un concetto alla volta. Solo allora si accorse che lei e Rufy non erano più soli lì fuori. I suoi occhi riconobbero velocemente il gruppetto male assortito che cercava di nascondersi dietro l’albero maestro.  

- Uscite fuori!- ordinò, e questi si fecero avanti uno a uno. Usop e Chopper sembravano sul punto di farsela sotto, mentre Zoro era del tutto indifferente… ma allora che faceva lì, dormiva?... Beh, probabile! Franky e Brook infine sfoggiavano una tranquillità invidiabile: uno sorseggiava il tè mentre l’altro ebbe addirittura il coraggio di mettersi in posa e complimentarsi con Rufy con bel “Suuupeeer!”.

Il capitano scoppiò a ridere, meritandosi un calcio stile mulo con tanto di tacco da parte di Nami.

- Non c’è niente da ridere! E voi non sapete che non si spiano le persone?!

Robin rise sottovoce all’interno della stanza e l’orecchio sulla ringhiera svanì in una manciata di petali. Ringraziò il cielo che il caro Sanji fosse ancora legato e all’oscuro degli ultimi sviluppi, o non avrebbe retto il colpo stavolta.

Dopo aver fatto imparare la lezione a ognuno degli spioni e a chi continuava a ridere senza motivo, Nami tornò finalmente in camera sua. L’amica sembrava già addormentata, così anche lei si infilò nel proprio letto e chiuse gli occhi. Ora che si era sfogata sì che sarebbe riuscita a riposarsi, ne era certa. E per quanto riguardava quella zucca vuota… la ragazza si rannicchiò, riassaporando il bacio di pochi minuti prima… l’indomani gli avrebbe spiegato qualcosa di nuovo con molto piacere; aveva davanti a sé tutto il viaggio per imparare.

***

Ed eccoci alla fine dell'ultimo capitolo! Spero vi sia piaciuto! Risponderò personalmente alle ultime recensioni. Mi dispiace non averlo potuto fare per quelle precedenti, ma sono stata davvero sommersa dagli impegni (mi laureerò la prox settimana quindi vi lascio immaginare X_x). Un abbraccio a tutti coloro che hanno seguito questa storia e alla prossima!!

  
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