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Autore: Meredhit89    05/07/2011    3 recensioni
Angela non era mai stata una ragazza dall’atteggiamento aggressivo, si definiva quieta, pacata, ma quando qualcosa andava storto era la prima a cercare di risolvere la situazione. Guardò dritto in faccia Oliver, lo stronzo che in un pomeriggio anticendente aveva condotto lei e Isabella, la sua migliore amica, in quel garage di quel quartiere puzzolente e degradante. Isabella non aveva gradito il suo atteggiamento e, sotto sotto, tremava all’idea di poter perdere la sua amicizia per quei quattro gatti randagi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Angela
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Missing Moment tratto da “ My Ugly Boy” di MaTiSsE 

 

 

 

<< Hey cazzone, ti devo parlare >>. Angela non era mai stata una ragazza dall’atteggiamento aggressivo, si definiva quieta, pacata, ma quando qualcosa andava storto era la prima a cercare di risolvere la situazione. Guardò dritto in faccia Oliver, lo stronzo che in un pomeriggio anticendente aveva condotto lei e Isabella, la sua migliore amica, in quel garage di quel quartiere puzzolente e degradante. Isabella non aveva gradito il suo atteggiamento e, sotto sotto, tremava all’idea di poter perdere la sua amicizia per quei quattro gatti randagi.

<< Ma che maniere, trattate così i ragazzi voi “donne” dei quartieri alti >> Oliver sorrise, trattenendo a stendo il divertimento che le procurava. Osservava Angela e vedeva il ritratto del disappunto per l’eccellenza. Non era sicuro di che cosa volesse parlargli, ma era certo che centrasse il suo gruppo. << Mi sembra che anche tu fai parte dei quartieri alti >> lo rimbeccò, causando soltanto il divertimento del ragazzo.

<< Sì, si – sbuffò, slacciando del tutto la cravatta, che durante le ore scolastiche era come un cappio al collo – Che c’è? >>.

Angela si morse un labbro, indecisa su come iniziare quel discorso. Oh diamine, non era mai stata una ragazza di molte parole, soprattutto con persone che non considerava affatto alla sua altezza.

<< Si tratta di Isabella, voglio che tu…che tu non la porti più in quei postacci >> abbassò gli occhi, iniziando a fissare vergognosamente il terreno fangoso. Se non riusciva lei stessa a trascinarla fuori da quel casino, doveva pur tentare altre strade. E Oliver era l’unica strada che poteva percorrere senza correre rischi.

Si trovavano a poche centinaia di metri dall’edificio scolastico, in quel giardino ben curato dove la maggior parte delle volte, alla fine delle lezioni, veniva invaso da coppiette in calore, che non aspettavano altro che palpeggiarsi e baciarsi a vicenda.

Oliver strabuzzò gli occhi, indeciso se ridere o no. Ma che cazzo voleva questa principessa piena di sé, con la puzza sotto al naso?

<< Non sono l’artefice del suo destino, se vuole continuare a venire con me alle prove, o in qualsiasi altro posto che non rientra nei tuoi parametri, non posso farci nulla >>. Era già stufo di lei e della sua arroganza.

Credeva sul serio che il suo desiderio potesse realizzarsi? Nessuno aveva il diritto di intralciare le scelte altrui, di proibire a qualcuno di coltivare una passione, benché meno lei…

<< Oh, che ti costa non trascinarla più là? Sono preoccupata! >> alzò le mani, esasperata, avvicinandosi di qualche centimetro al ragazzo. Visto da vicino non era così male, i suoi occhi erano intensi, profondi e realizzando questo pensiero il suo cuore mancò di un battito.

Riprenditi stupida, non lasciarti trascinare da…

Scosse la testa, scacciando ogni traccia di resa. Quella mattina si era svegliata con l’intenzione di mettere fine a quella pantomima. Rivoleva la sua migliore amica, rivoleva la ragazza con cui era cresciuta insieme, con cui condivideva segreti e speranze. Era chiedere troppo?

<< Te lo ripeto: io non decido per Isabella >> questa volta il suo tono fu duro, freddo.

<< Sei uno stronzo e farai diventare Isabella altrettanto stronza come te e i tuoi amici! >> le lacrime minacciavano di uscire dalle sue pupille. Le succedeva spesso quando si arrabbiava, piangeva e sfogava così tutto il suo odio verso qualcosa o qualcuno.

<< Isabella non è cretina, ha un cervello con cui pensare…la società di oggi è così noiosa, piena di etichette e regole da rispettare. Ogni tanto prova anche tu a levarti il paraocchi e guardare oltre. Non te ne pentiresti >> furono un caldo sussurro, le ultime parole pronunciate dalla bocca del ragazzo.

Angela rimase a bocca aperta, indecisa su cosa rispondere, ma poi ci ripensò e partì all’attacco.

<< La società di oggi va bene così, non c’è nulla da cambiare. Le regole sono nate per essere rispettate, almeno nel mio paese >> mormorò acida.

Oliver sorrise, un sorriso sprezzante che mostrava la dentatura candida e perfetta.

<< Oh, su questo ti sbagli, le regole sono nate per essere infrante >>.

Non attese oltre e si levò dai piedi, dandole le spalle.

Angela non sapeva che dopo quell’incontro ne sarebbero susseguiti altri.

Più o meno della stessa portata.

Più o meno intensi.

Più o meno romantici.

 

___

La one shot è stata autorizzata dall’autrice, che ringrazio infinitamente <3

P.s correte a leggere la vera My Ugly Boy, non ve ne pentirete!

Un bacione.

   
 
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