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Autore: FraRose    05/07/2011    8 recensioni
“Cosa senti?” chiedo, finalmente guardando i suoi occhi e perdendomi dentro.
Eric mi guarda confuso: “Io sento te che parli. Nient’altro”. Aggrotta la fronte concentrato; chissà quali animali credeva che io sentissi…
Scuoto la testa e gli tocco il petto: “No. Cosa senti qui” gli spiego, sottolineando bene l’ultima parola e picchiettando leggermente sopra il suo cuore. Sto facendo la cosa giusta? Non ne ho idea. Ma forse nel profondo ho sempre saputo che io e lui sappiamo come siamo fatti. Abbiamo troppo in comune per ignorare questa… questa… cosa che c’è tra di noi.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Sookie Stackhouse
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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What Do You Feel?

 

 

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Perché in un anno sono successe così tante cose? E soprattutto, perché quello che è stato un anno, io l’ho vissuto in dieci minuti?
A questa domanda riesco a trovare una risposta vaga, sfuggente e a dir poco insoddisfacente. A chi basterebbe un discorso del genere: “La vita è così, Sookie Stackhouse. Sei una fata e per sbaglio sei finita nel regno delle fate, dove altre creature che sostengono di essere come te ti fanno il lavaggio del cervello e ti dicono che i vampiri, come il tuo ex bugiardo fidanzato Bill Compton e il nuovo proprietario della tua casa Eric Northman, tanto per dirne due a caso, oscureranno il mondo della luce e blablabla”.
La risposta: a nessuno. A nessuno basterebbe un tale sermone filosofico sulla vita, seppur bello lungo e articolato, con il solo “piccolo” difetto di contenere stupidi e ovvi dati di fatto, lati strambi della mia vita che ho imparato e sto imparando ad accettare giorno dopo giorno.
Perché, alla fine, essere una fata che vantaggi ha? Sto per caso trasformando delle grosse zucche arancioni in carrozze per salvare delle poverelle vestite di stracci? No.
Allora forse ho un paio di ali luccicanti e svolazzo spensierata nel cielo, leggiadra come un colibrì? No.
Per caso ho i capelli di zucchero filato e dei magnifici occhi azzurri, indosso un abito blu mare e gioco a fare la fata madrina di una principessa? No.
E allora a cosa serve essere una fata?
“Ahhhhhhhhhhhhhhh!” urlo disperata. Tutti questi pensieri rimbombano nella mia testa, pungono e ritornano a pungere due secondi dopo. Le api di solito non lasciano il loro pungiglione conficcato nella carne? Per questo sono fermamente convinta che i miei pensieri non sono api, ma sono zanzare, calabroni, ragni velenosi che non si arrendono e, ho la vaga sensazione, non lo faranno mai. Non mi daranno tregua e nemmeno un momento per tirare il fiato.
Sospiro e decido che ho bisogno di un bel tè caldo con tre cucchiaini colmi di zucchero fino all’orlo; un sapore dolce per allontanare i pensieri amari, tra cui spiccano Eric Northman, Bill Compton, i vampiri in generale e le fate.
Perché Eric ha comprato la mia casa? Perché vuole che io sia sua? Pam potrà credere quello che vuole, ma io non voglio sentirmi protetta da lui; ho la mia dignità e so difendermi anche da sola.
Sbuffo e riempio il bollitore d’acqua, poi lo metto sul gas e accendo la fiamma al massimo. E attendo comprendoni il viso con le mani per non vedere nulla se non il buio, in attesa che il bollitore della nonna emetta il suo solito sibilo, che mi avvisa quando l’acqua bolle.
Il rumore della fiamma che scalda l’acqua mi fa sentire meno sola e più tranquilla. Per questo quando non sento più nessun suono mi sveglio di soprassalto dal mio dormiveglia.
E chi trovo? Eric Northman che versa l’acqua bollente nella mia tazza preferita. Spalanco gli occhi per accertarmi che non stia avendo una visione: “Eric?” lo chiamo, incerta.
Lui si volta: “Sookie, sto facendo il tè. Va bene infuso di lampone e mirtillo?” domanda con una leggera smorfia di disgusto. “Spero di sì, perché non c’è altro” aggiunge, buttando il filtro nella tazza.
Lo guardo, perplessa: “Da quando prepari il tè?” chiedo sospettosa.
Eric sorride: “Da quando sono intenzionato a conquistare la tua fiducia” risponde.
Ancora con questa storia! Mi ha ingannata più volte e non ho intenzione di perdonarlo così facilmente. Pensa davvero che un tè che so perfettamente preparare da sola rappresenti la chiave per arrivare a me (e alle mie gambe)? Che continui pure a sognare…
“Cerca un’altra scusa; questa non me la bevo più” lo informo, più sfacciata che mai. Sento che essere così cattiva con lui mi costa un certo sforzo, ma lo ignoro. Io odio Eric Northman, io odio Eric Northman… mi ripeto, in continuazione fino allo sfinimento.
“Perché non mi credi?” domanda lui, calmo.
“Perché siete tutti dei bugiardi. Mi mentite, mi usate. Tu non fai altro che compiere piccoli gesti che speri ti facciano entrare nelle mie grazie! Ma sappi che non accadrà!” sbotto e bevo un sorso di tè. È ancora bollente e ho lingua, bocca e gola in fiamme, ma tento di nasconderlo.
“Scotta, è inutile che lo nascondi” sussurra lui, improvvisamente davanti a me, bello come un dio nordico. Quando lo guardo e vedo quegli occhi azzurri e freddi, mi sembra di assistere alla proiezione di un film dove Eric è sempre il protagonista. È come un viaggio nel tempo dentro i suoi ricordi, che io non conosco e posso solamente immaginare. È dura ammettere quanto vorrei conoscerli, così da poter ambientare la mia idea di Eric Northman il vichingo in un luogo che lui abbia veramente visto nella sua lunga esistenza e non in un quadro che ritrae mediocremente il Mare del Nord.
A volte mi ritrovo ad immaginare un Eric dai capelli lunghi che passeggia per i boschi con i vestiti di cuoio pesanti, oppure con diversi look a seconda del periodo. L’ultima che mi sono inventata è Eric con la matita nera calcata pesante sotto gli occhi. Ho sempre creduto che lo stile dark-emo gli doni…
Perché penso queste cose? Io odio Eric Northman, io odio Eric Northman…
“Perché non dici niente?” mi chiede. Io non lo sto ascoltando, sto solo rivivendo ogni singolo sogno che mi ha provocato l’aver bevuto il suo sangue. Immaginarlo in diverse situazione… sempre con quell’aria sexy che caratterizza il suo sguardo intenso… al pensiero ricomincia la mia battaglia interiore: io odio Eric Northman, io odio Eric Northman…
E poi lo vedo lì, sospeso davanti alla finestra di una camera d’albergo. E ora siamo nel suo “ufficio” al Fangtasia, lui viene da me e mi bacia così appassionatamente e io rispondo…
“Sookie. Sii mia” dice Eric.
Apro gli occhi di scatto e realizzo di averli chiusi senza volerlo. Che devo fare? È sogno o realtà? Si avvicina. Si sta avvicinando? No, non è vero!

Sii mia, Sookie! Le sue parole riecheggiano nella mia mente…
Eric è bello e ti può proteggere… Pam è qui davanti a me e tenta di convincermi che Eric può essere davvero la fine a tutti i miei problemi di sicurezza. E mi ricorda che è bello da far paura. Non posso farmelo scappare… Dio quanto ha ragione!
Io odio Eric Northman, io odio Eric Northman…
Mi dispiace di averti mentito…
Ecco Bill, l’uomo che è stato il mio primo amore e a cui ho dato tutto. Era tutta una bugia, e lui lo sapeva. Vorrei urlargli: “A te non dispiace!”, ma so che non mi può sentire. È una visione…
Noi siamo come te! Claudine e tutte le sue amiche mi chiamano. A malincuore rivedo la scena in cui io decido di seguirle. Perché non le ho sbattuto la porta in faccia?
Io odio Eric Northman, io odio Eric Northman…
Possiamo ricominciare Sookie! Dammene solo la possibilità!
Bill ha chiuso con me.
Sii mia! Di nuovo Eric, non ne posso più!
“Bastaaaa!” grido infine, lasciando di stucco il vampiro con le labbra arricciate pronte e desiderose di toccare le mie.
Mi allontano di corsa lanciandomi sul divano, poi mi stringo un cuscino addosso, come se fosse un tenero cuccioletto di peluche. E, inevitabilmente e senza nemmeno impegnarmi per impedirlo, comincio a piangere. Lacrime su lacrime scendono a rigare le mie guance; bagnano il mio vestito giallo a pallini e il morbido cuscino che sto stritolando sotto di me.
Singhiozzo forte e non faccio alcuno sforzo per nasconderlo. So che qualsiasi cosa faccio, Eric verrà da me.
Percepisco infatti la sua vicinanza e comincio a parlare: “Voglio solo delle risposte, tutto qui. Voglio sincerità. Voglio una vita normale” dico, senza guardarlo in faccia. Mi sento una bambina viziata che non si accontenta di quello che ha. La verità è che io non ho poi molto, ma non posso non sentirmi in colpa per volere di più.
“Ti posso dare delle risposte” comincia calmo Eric.
“Tutte bugie, però. Allora, tanto vale non dirmele. Non sfaticarti troppo” rispondo tirandogli con tutta la forza che ho il mio cuscino e prendendone subito un altro per utilizzarlo come spalla su cui piangere disperatamente.
“No. Ti giuro che non saranno bugie. Io tengo molto a te, Sookie Stackhouse” dichiara lui, sempre con quel tono ammaliante che secondo qualche strana legge sulla natura vampiresca dovrebbe convincermi.
Apro la bocca, ma lui riprende a parlare: “No, non interrompermi. Ho comprato questa casa perché… io voglio che tu sia mia” conclude tutto d’un fiato. “In tutti i sensi” aggiunge malizioso.
“Hai la delicatezza e la sensibilità di un elefante per affrontare certi argomenti. Davvero credi che se tu compri la mia casa, io sia compresa nel prezzo?” sbotto , curiosa di sapere come ribatterà lui adesso.
“No, non lo credo” ribatte. “Sei tu che devi vederla in un altro modo” spiega lui, senza perdere la pazienza. Ma come fa? Io credo che ormai sto andando a sfiorare il livello di pazzia da manicomio.
“Ah sì? E come dovrei vederla? Sentiamo, sceriffo. Perché io non ci arrivo” lo sfido. Vediamo cosa improvvisa.
Lui prende un profondo respiro: “Devi vederla come un modo comodo di protezione”.
Vorrei scoppiare a ridere, ma qualcosa mi dice che non devo farlo. Devo solamente provare gratitudine per quel vampiro: per il suo modo a dir poco contorto di essere gentile e per i suoi tentativi in fondo concreti di fare la cosa giusta per me.
Eric vede che non replico e riprende a parlare: “Ho comprato questa casa in modo che tu non potrai più far entrare vampiri. D’ora in poi deciderò io chi far entrare in questa casa. Solo perché io tengo a te, Sookie Stackhouse” spiega con un tono che sembra davvero sincero.
Posso fidarmi di lui? Posso fidarmi di un vampiro? Mi sono fidata di uno di loro in passato e ho finito solo per soffrire, ma ora è diverso. Almeno è quello che credo.
Devo solamente scoprirlo: “Ti manda qualche regina o re?” domando senza guardare i suoi occhi.
“No” risponde e io gli credo. Sto usando il cuore, e non la testa, come invece dovrei fare.
“Tu fai tutto questo perché tu tieni a me più di chiunque altro?” continuo il mio interrogatorio.
Lo vedo esitare, ma poi annuisce con sicurezza. E io gli credo. Di nuovo.
“Più di Jason?” indago, sapendo che sto andando a giocare con il fuoco.
Esita nuovamente, d’altro canto gli ho appena chiesto se mi vuole bene come a una sorella, ma poi: “Sì. Sei come una sorella per me, anche se non so cosa significa fino in fondo” confessa.
E io gli credo. Ancora una volta. Lo vedo sincero e vulnerabile, come se stessi andando a scavare nella sua anima per trovare gli aspetti di lui di cui si vergogna di più.
Forse Eric ha paura; forse Eric ha solamente bisogno di un’amica vera. Oh, ma chi voglio prendere in giro: lui è un vampiro millenario! Non ha bisogno di nessuno.
Eppure sento che io e Eric abbiamo qualcosa in comune; più di qualcosa. Per esempio: sia io che lui abbiamo perso la famiglia. Sia io che lui abbiamo solamente una persona a cui siamo legati di sangue: lui ha Pam, che può considerare a tutti gli effetti una figlia, io ho Jason, un fratello.
Forse dovrei perdonarlo.
“Cosa senti?” chiedo, finalmente guardando i suoi occhi e perdendomi dentro.
Eric mi guarda confuso: “Io sento te che parli. Nient’altro”. Aggrotta la fronte concentrato; chissà quali animali credeva che io sentissi…
Scuoto la testa e gli tocco il petto: “No. Cosa senti qui” gli spiegò, sottolineando bene l’ultima parola e picchiettando leggermente sopra il suo cuore. Sto facendo la cosa giusta? Non ne ho idea. Ma forse nel profondo ho sempre saputo che io e lui sappiamo come siamo fatti. Abbiamo troppo in comune per ignorare questa… questa… cosa che c’è tra di noi. Forse è perché ho bevuto il suo sangue? Sono piuttosto sicura che non sia per questo.
Ho paura; ho paura di ammettere che tra me e Eric c’è attrazione. Ecco cos’è quella cosa.
Eric chiude gli occhi; anch’io faccio lo stesso quando voglio riflettere. “Sento… non lo so. È come se il cuore…” comincia, incespicando su quello che dice. “Come se… volesse ritornare a battere, ma non può farlo perché sarà per sempre fermo e niente può cambiare la mia natura di vampiro” riprende a dire.

No, non lo sto ascoltando perché ho bevuto il suo sangue.
“Ho una strana voglia di sorridere” riprende lui.
No, non sono qui a supplicare che lo faccia perché sostengo di essere stata ammaliata.
“E quando mi guardi” aggiunge ridendo imbarazzato, “sento di non avere la più pallida idea di quello che voglio fare e dire”.
Oddio non sta dicendo che sente le farfalle nello stomaco, vero?
“E in questo momento mi sento più idiota di qualsiasi altro vampiro del mondo” conclude lui, aprendo gli occhi. Ecco, l’espressione beata e persa di un bambino che aveva assunto prima ora era d’un tratto sparita. E io, per quanto mi costasse ammetterlo, ci stavo male.
Lascio scivolare la mia mano sulla sua camicia con lentezza, e in quei due secondi sfioro quei muscoli che assomigliano così tanto a quelli che sognavo…
“Sookie: dimentica quello che ho detto. Mi sono sentito un’idiota e non voglio che si sappia in giro. Chiaro? Io tengo a te anche se non so cosa significa amicizia e amore, ma…”.
Interrompo la sua predica: “Invece lo sai” dico, sicura di me.
Mi guarda sorpreso: “Cosa so?” chiede sospettoso.
“Tu sai cos’è l’amore” ripeto io più chiaramente.
Lui piega la testa da un lato, poi dall’altro: “Io non so…” comincia.
“Io, quando sono innamorata, sento che il mio cuore comincia a battere più veloce del normale. E credo che batterebbe all’infinito se non fosse che non posso cambiare la mia natura di umana barra fata.
Ho sempre una strana voglia di sorridere senza motivo.
Quando guardo chi amo, perdo completamente la ragione, dentro di me comincia una battaglia in cui mi chiedo cosa devo fare e cosa è meglio evitare.
E quando sono innamorata” prendo un profondo respiro, “non mi sento un’idiota, non mi sento affatto scema. Mi sento solamente la ragazza più felice dell’universo perché so” mi avvicino, “che l’uomo di cui sono innamorata ricambia ogni singolo mio sentimento” dichiaro con tono solenne, ma anche alquanto allusivo.
“Deve solo ammetterlo…” aggiungo, sempre più vicina, più vicina, più vicina…
Lui ha capito, lo so che lo ha fatto. Lo deduco dai suoi occhi, più comprensivi e spalancati dalla rivelazione: “Questo è l’amore?” chiede, stupito.
Annuisco: “Sì”.
Lo vedo prendere un profondo respiro: “Allora ti amo, Sookie Stackhouse”.

 

 

 


Angolino della Fra

 

Ciao a tutte!

È la prima volta che approdo su questa sezione e spero che questa OneShot su True Blood piaccia come è piaciuto a me scriverla.

Ovviamente adoro la coppia Eric – Sookie e spero davvero in un loro alla fine di tutto. Scrivere questa OS mi ha veramente divertito e ho potuto fantasticare su di loro come non ho mai fatto prima.

Spero di ricevere tante belle recensioni e pareri (negativi e positivi, fatevi avanti!). Non sapendo cosa aggiungere visto che le mie lettrici accanite sono tutte nella sezione di The Vampire Diaries… saluto tutte le meravigliose ragazze che tenteranno questa nuova breve storiellina!

Bacioni a tutte

Fra

   
 
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