What Do You Feel?
Perché
in un anno sono successe così tante cose? E
soprattutto, perché quello che è stato un anno,
io l’ho vissuto in dieci
minuti?
A questa domanda riesco a trovare una risposta vaga,
sfuggente e a dir poco insoddisfacente. A chi basterebbe un discorso
del genere:
“La vita è così, Sookie Stackhouse. Sei
una fata e per sbaglio sei finita nel
regno delle fate, dove altre creature che sostengono di essere come te
ti fanno
il lavaggio del cervello e ti dicono che i vampiri, come il tuo ex
bugiardo
fidanzato Bill Compton e il nuovo proprietario della tua casa Eric
Northman,
tanto per dirne due a caso, oscureranno il mondo della luce e
blablabla”.
La risposta: a
nessuno. A nessuno basterebbe un tale sermone filosofico
sulla vita, seppur
bello lungo e articolato, con il solo “piccolo”
difetto di contenere stupidi e
ovvi dati di fatto, lati strambi della mia vita che ho imparato e sto
imparando
ad accettare giorno dopo giorno.
Perché, alla fine, essere una fata che vantaggi ha? Sto per
caso trasformando delle grosse zucche arancioni in carrozze per salvare
delle
poverelle vestite di stracci? No.
Allora forse ho un paio di ali luccicanti e svolazzo
spensierata nel cielo, leggiadra come un colibrì? No.
Per caso ho i capelli di zucchero filato e dei magnifici
occhi azzurri, indosso un abito blu mare e gioco a fare la fata madrina
di una
principessa? No.
E allora a cosa serve essere una fata?
“Ahhhhhhhhhhhhhhh!” urlo disperata. Tutti questi
pensieri
rimbombano nella mia testa, pungono e ritornano a pungere due secondi
dopo. Le
api di solito non lasciano il loro pungiglione conficcato nella carne?
Per
questo sono fermamente convinta che i miei pensieri non sono api, ma
sono
zanzare, calabroni, ragni velenosi che non si arrendono e, ho la vaga
sensazione, non lo faranno mai. Non mi daranno tregua e nemmeno un
momento per
tirare il fiato.
Sospiro e decido che ho bisogno di un bel tè caldo con tre
cucchiaini colmi di zucchero fino all’orlo; un sapore dolce
per allontanare i
pensieri amari, tra cui spiccano Eric Northman, Bill Compton, i vampiri
in
generale e le fate.
Perché Eric ha comprato la mia casa? Perché vuole
che io
sia sua? Pam potrà
credere quello che
vuole, ma io non voglio sentirmi protetta da lui; ho la mia
dignità e so
difendermi anche da sola.
Sbuffo e riempio il bollitore d’acqua, poi lo metto sul
gas e accendo la fiamma al massimo. E attendo comprendoni il viso con
le mani
per non vedere nulla se non il buio, in attesa che il bollitore della
nonna
emetta il suo solito sibilo, che mi avvisa quando l’acqua
bolle.
Il rumore della fiamma che scalda l’acqua mi fa sentire
meno sola e più tranquilla. Per questo quando non sento
più nessun suono mi
sveglio di soprassalto dal mio dormiveglia.
E chi trovo? Eric Northman che versa l’acqua bollente nella
mia tazza preferita. Spalanco gli occhi per accertarmi che non stia
avendo una
visione: “Eric?” lo chiamo, incerta.
Lui si volta: “Sookie, sto facendo il tè. Va bene
infuso
di lampone e mirtillo?” domanda con una leggera smorfia di
disgusto. “Spero di
sì, perché non c’è
altro” aggiunge, buttando il filtro nella tazza.
Lo guardo, perplessa: “Da quando prepari il
tè?” chiedo
sospettosa.
Eric sorride: “Da quando sono intenzionato a conquistare
la tua fiducia” risponde.
Ancora con questa storia! Mi ha ingannata più volte e non
ho intenzione di perdonarlo così facilmente. Pensa davvero
che un tè che so
perfettamente preparare da sola rappresenti la chiave per arrivare a me
(e alle
mie gambe)? Che continui pure a sognare…
“Cerca un’altra scusa; questa non me la bevo
più” lo
informo, più sfacciata che mai. Sento che essere
così cattiva con lui mi costa
un certo sforzo, ma lo ignoro. Io odio
Eric Northman, io odio Eric Northman… mi ripeto,
in continuazione fino allo
sfinimento.
“Perché non mi credi?” domanda lui,
calmo.
“Perché siete tutti dei bugiardi. Mi mentite, mi
usate. Tu
non fai altro che compiere piccoli gesti che speri ti facciano entrare
nelle
mie grazie! Ma sappi che non accadrà!” sbotto e
bevo un sorso di tè. È ancora
bollente e ho lingua, bocca e gola in fiamme, ma tento di nasconderlo.
“Scotta, è inutile che lo nascondi”
sussurra lui,
improvvisamente davanti a me, bello come un dio nordico. Quando lo
guardo e
vedo quegli occhi azzurri e freddi, mi sembra di assistere alla
proiezione di
un film dove Eric è sempre il protagonista. È
come un viaggio nel tempo dentro
i suoi ricordi, che io non conosco e posso solamente immaginare.
È dura
ammettere quanto vorrei conoscerli, così da poter ambientare
la mia idea di
Eric Northman il vichingo in un luogo che lui abbia veramente visto
nella sua lunga
esistenza e non in un quadro che ritrae mediocremente il Mare del Nord.
A volte mi ritrovo ad immaginare un Eric dai capelli
lunghi che passeggia per i boschi con i vestiti di cuoio pesanti,
oppure con
diversi look a seconda del periodo. L’ultima che mi sono
inventata è Eric con
la matita nera calcata pesante sotto gli occhi. Ho sempre creduto che
lo stile
dark-emo gli doni…
Perché penso queste cose? Io odio
Eric Northman, io odio Eric Northman…
“Perché non dici niente?” mi chiede. Io
non lo sto
ascoltando, sto solo rivivendo ogni singolo sogno che mi ha provocato
l’aver
bevuto il suo sangue. Immaginarlo in diverse situazione…
sempre con quell’aria
sexy che caratterizza il suo sguardo intenso… al pensiero
ricomincia la mia
battaglia interiore: io odio Eric
Northman, io odio Eric Northman…
E poi lo vedo lì, sospeso davanti alla finestra di una
camera d’albergo. E ora siamo nel suo
“ufficio” al Fangtasia, lui viene da me e
mi bacia così appassionatamente e io rispondo…
“Sookie. Sii mia”
dice Eric.
Apro gli occhi di scatto e realizzo di averli chiusi senza
volerlo. Che devo fare? È sogno o realtà? Si
avvicina. Si sta avvicinando? No,
non è vero!
Sii mia,
Sookie! Le sue parole
riecheggiano nella
mia mente…
Eric
è bello e ti
può proteggere… Pam
è qui davanti a me e tenta di convincermi che Eric
può essere davvero la fine a
tutti i miei problemi di sicurezza. E mi ricorda che è bello
da far paura. Non
posso farmelo scappare… Dio quanto ha ragione!
Io odio Eric
Northman, io odio Eric Northman…
Mi dispiace di
averti mentito… Ecco
Bill, l’uomo che è stato il mio primo amore e a
cui ho dato tutto. Era tutta
una bugia, e lui lo sapeva. Vorrei urlargli: “A te non
dispiace!”, ma so che
non mi può sentire. È una visione…
Noi siamo
come te! Claudine e
tutte le sue amiche mi
chiamano. A malincuore rivedo la scena in cui io decido di seguirle.
Perché non
le ho sbattuto la porta in faccia?
Io odio Eric
Northman, io odio Eric Northman…
Possiamo
ricominciare Sookie! Dammene solo la possibilità! Bill ha
chiuso con me.
Sii mia! Di nuovo
Eric, non ne posso più!
“Bastaaaa!” grido infine, lasciando di stucco il
vampiro
con le labbra arricciate pronte e desiderose di toccare le mie.
Mi allontano di corsa lanciandomi sul divano, poi mi
stringo un cuscino addosso, come se fosse un tenero cuccioletto di
peluche. E,
inevitabilmente e senza nemmeno impegnarmi per impedirlo, comincio a
piangere.
Lacrime su lacrime scendono a rigare le mie guance; bagnano il mio
vestito
giallo a pallini e il morbido cuscino che sto stritolando sotto di me.
Singhiozzo forte e non faccio alcuno sforzo per
nasconderlo. So che qualsiasi cosa faccio, Eric verrà da me.
Percepisco infatti la sua vicinanza e comincio a parlare:
“Voglio solo delle risposte, tutto qui. Voglio
sincerità. Voglio una vita
normale” dico, senza guardarlo in faccia. Mi sento una
bambina viziata che non
si accontenta di quello che ha. La verità è che
io non ho poi molto, ma non
posso non sentirmi in colpa per volere di più.
“Ti posso dare delle risposte” comincia calmo Eric.
“Tutte bugie, però. Allora, tanto vale non
dirmele. Non
sfaticarti troppo” rispondo tirandogli con tutta la forza che
ho il mio cuscino
e prendendone subito un altro per utilizzarlo come spalla su cui
piangere
disperatamente.
“No. Ti giuro che non saranno bugie. Io tengo molto a te,
Sookie Stackhouse” dichiara lui, sempre con quel tono
ammaliante che secondo
qualche strana legge sulla natura vampiresca dovrebbe convincermi.
Apro la bocca, ma lui riprende a parlare: “No, non
interrompermi.
Ho comprato questa casa perché… io voglio che tu
sia mia” conclude tutto d’un
fiato. “In tutti i sensi” aggiunge malizioso.
“Hai la delicatezza e la sensibilità di un
elefante per
affrontare certi argomenti. Davvero credi che se tu compri la mia casa, io sia compresa nel
prezzo?”
sbotto , curiosa di sapere come ribatterà lui adesso.
“No, non lo credo” ribatte. “Sei tu che
devi vederla in un
altro modo” spiega lui, senza perdere la pazienza. Ma come
fa? Io credo che ormai
sto andando a sfiorare il livello di pazzia da manicomio.
“Ah sì? E come dovrei vederla? Sentiamo, sceriffo.
Perché
io non ci arrivo” lo sfido. Vediamo cosa improvvisa.
Lui prende un profondo respiro: “Devi vederla come un modo
comodo di protezione”.
Vorrei scoppiare a ridere, ma qualcosa mi dice che non
devo farlo. Devo solamente provare gratitudine per quel vampiro: per il
suo
modo a dir poco contorto di essere gentile e per i suoi tentativi in
fondo
concreti di fare la cosa giusta per me.
Eric vede che non replico e riprende a parlare: “Ho
comprato questa casa in modo che tu non potrai più far
entrare vampiri. D’ora
in poi deciderò io chi far entrare in questa casa. Solo
perché io tengo a te,
Sookie Stackhouse” spiega con un tono che sembra davvero
sincero.
Posso fidarmi di lui? Posso fidarmi di un vampiro?
Mi sono fidata di uno di loro
in passato e ho finito solo per soffrire, ma ora è diverso.
Almeno è quello che
credo.
Devo solamente scoprirlo: “Ti manda qualche regina o
re?”
domando senza guardare i suoi occhi.
“No” risponde e io gli credo. Sto usando il cuore,
e non
la testa, come invece dovrei fare.
“Tu fai tutto questo perché tu tieni a me
più di chiunque
altro?” continuo il mio interrogatorio.
Lo vedo esitare, ma poi annuisce con sicurezza. E io gli
credo. Di nuovo.
“Più di Jason?” indago, sapendo che sto
andando a giocare
con il fuoco.
Esita nuovamente, d’altro canto gli ho appena chiesto se
mi vuole bene come a una sorella, ma poi: “Sì. Sei
come una sorella per me,
anche se non so cosa significa fino in fondo” confessa.
E io gli credo. Ancora una volta. Lo vedo sincero e
vulnerabile, come se stessi andando a scavare nella sua anima per
trovare gli
aspetti di lui di cui si vergogna di più.
Forse Eric ha paura; forse Eric ha solamente bisogno di
un’amica vera. Oh, ma chi voglio prendere in giro: lui
è un vampiro millenario!
Non ha bisogno di
nessuno.
Eppure sento che io e Eric abbiamo qualcosa in comune; più
di qualcosa. Per esempio: sia io che lui abbiamo perso la famiglia. Sia
io che
lui abbiamo solamente una persona a cui siamo legati di sangue: lui ha
Pam, che
può considerare a tutti gli effetti una figlia, io ho Jason,
un fratello.
Forse dovrei perdonarlo.
“Cosa senti?” chiedo, finalmente guardando i suoi
occhi e
perdendomi dentro.
Eric mi guarda confuso: “Io sento te che parli.
Nient’altro”. Aggrotta la fronte concentrato;
chissà quali animali credeva che
io sentissi…
Scuoto la testa e gli tocco il petto: “No. Cosa senti qui” gli spiegò,
sottolineando bene
l’ultima parola e picchiettando leggermente sopra il suo
cuore. Sto facendo la
cosa giusta? Non ne ho idea. Ma forse nel profondo ho sempre saputo che
io e
lui sappiamo come siamo fatti. Abbiamo troppo in comune per ignorare
questa…
questa… cosa che
c’è tra di noi.
Forse è perché ho bevuto il suo sangue? Sono
piuttosto sicura che non sia per
questo.
Ho paura; ho paura di ammettere che tra me e Eric
c’è attrazione.
Ecco cos’è quella cosa.
Eric chiude gli occhi; anch’io faccio lo stesso quando
voglio riflettere. “Sento… non lo so. È
come se il cuore…” comincia, incespicando
su quello che dice. “Come se… volesse ritornare a
battere, ma non può farlo
perché sarà per sempre fermo e niente
può cambiare la mia natura di vampiro”
riprende a dire.
No, non lo
sto
ascoltando perché ho bevuto il suo sangue.
“Ho
una strana voglia di sorridere” riprende lui.
No, non sono
qui a
supplicare che lo faccia perché sostengo di essere stata
ammaliata.
“E
quando mi guardi” aggiunge ridendo imbarazzato,
“sento
di non avere la più pallida idea di quello che voglio fare e
dire”.
Oddio non sta
dicendo che sente le farfalle nello stomaco, vero?
“E
in questo momento mi sento più idiota di qualsiasi
altro vampiro del mondo” conclude lui, aprendo gli occhi.
Ecco, l’espressione
beata e persa di un bambino che aveva assunto prima ora era
d’un tratto
sparita. E io, per quanto mi costasse ammetterlo, ci stavo male.
Lascio scivolare la mia mano sulla sua camicia con
lentezza, e in quei due secondi sfioro quei muscoli che assomigliano
così tanto
a quelli che sognavo…
“Sookie: dimentica quello che ho detto. Mi sono sentito
un’idiota e non voglio che si sappia in giro. Chiaro? Io
tengo a te anche se
non so cosa significa amicizia e amore, ma…”.
Interrompo la sua predica: “Invece lo sai” dico,
sicura di
me.
Mi guarda sorpreso: “Cosa so?” chiede sospettoso.
“Tu sai cos’è
l’amore” ripeto io più chiaramente.
Lui piega la testa da un lato, poi dall’altro: “Io
non
so…” comincia.
“Io, quando sono innamorata, sento che il mio cuore
comincia a battere più veloce del normale. E credo che
batterebbe all’infinito
se non fosse che non posso cambiare la mia natura di umana barra fata.
Ho sempre una strana voglia di sorridere senza motivo.
Quando guardo chi amo, perdo completamente la ragione,
dentro di me comincia una battaglia in cui mi chiedo cosa devo fare e
cosa è
meglio evitare.
E quando sono innamorata” prendo un profondo respiro,
“non
mi sento un’idiota, non mi sento affatto scema. Mi sento
solamente la ragazza
più felice dell’universo perché
so” mi avvicino, “che l’uomo di cui sono
innamorata ricambia ogni singolo mio sentimento” dichiaro con
tono solenne, ma
anche alquanto allusivo.
“Deve solo ammetterlo…” aggiungo, sempre
più vicina, più
vicina, più vicina…
Lui ha capito, lo so che lo ha fatto. Lo deduco dai suoi
occhi, più comprensivi e spalancati dalla rivelazione:
“Questo è l’amore?”
chiede, stupito.
Annuisco: “Sì”.
Lo vedo prendere un profondo respiro: “Allora ti amo,
Sookie Stackhouse”.
Angolino della Fra
Ciao a tutte!
È la prima volta che
approdo su questa sezione e
spero che questa OneShot su True Blood piaccia come è
piaciuto a me scriverla.
Ovviamente adoro la coppia Eric
– Sookie e spero
davvero in un loro alla fine di tutto. Scrivere questa OS mi ha
veramente
divertito e ho potuto fantasticare su di loro come non ho mai fatto
prima.
Spero di ricevere tante belle
recensioni e pareri
(negativi e positivi, fatevi avanti!). Non sapendo cosa aggiungere
visto che le
mie lettrici accanite sono tutte nella sezione di The Vampire
Diaries… saluto
tutte le meravigliose ragazze che tenteranno questa nuova breve
storiellina!
Bacioni a tutte
Fra