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Autore: JKEdogawa    06/07/2011    1 recensioni
Si parte dalla fine de "Il Professor Layton e il futuro perduto". Cosa successe a Clive dopo l'arresto? Bill Howks continuò a non pentirsi delle sue azioni?
Forse questa storia vi darà tutte queste risposte, o forse no...
Una cosa è certa... prendete la "nipote" di un criminale baffuto e fatela incontrare con un terrorista che ha appena cercato di distruggere Londra, aggungete un'esplosione di 10 anni prima e... fatto!
Ecco la descrizione di questa storia! Buona lettura!
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L for London, L for Love'
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Guardava fuori dalla finestra senza uno scopo preciso. Il vento le spostava i capelli castani, lunghi e ribelli. Teneva lo sguardo fisso nella direzione di quell’orologiaio tanto misterioso. Suo zio c’era andato quasi una settimana prima, ma non era tornato. Non era successo solo a lui, un ragazzo sui 19/20 anni ci andava spesso, ma era sparito. Proprio come il Professor Layton e un ragazzino con il cappello blu. Ma perché loro erano ritornati per poi rientrarci e sparire di nuovo?
Non se lo spiegava. Aveva pensato tante volte di andarci, di capire cosa succedesse, ma non ne aveva mai avuto il coraggio. Forse aveva paura anche lei di sparire, di non tornare a casa. Non che le dispiacesse, ma se fosse morta ogni suo sogno si sarebbe azzerato. Non poteva permetterselo. Tornò in casa e si diresse verso il balcone da cui c’era una vista migliore su Midland Road. Il vento ora le spostava anche la gonna plissettata del vestito rosa salmone che portava sempre.
- Presto, gente! Dobbiamo evacuare la zona al più presto!- una voce dalla strada la fece sobbalzare. Un signore, un ispettore di polizia molto famoso, stava facendo passare un massiccio nugolo di gente da quella piccola stradina. Provenivano tutti dall’orologiaio.
Un botto assordante e una parte della città dietro all’orologiaio cedette . Non si vedeva bene dalla sua casa, ma capì che qualcosa stava capitando. Qualcosa di grosso.
Dalla voragine che si era appena formata uscì una specie di mostro di metallo. Aveva quattro grandi zampe chiodate che distrussero diverse case al loro passaggio.
“Non di nuovo! Ti prego no!” pensò terrorizzata guardando quello spettacolo angosciante. Tanti, troppi ricordi iniziarono a passarle nella testa, quei ricordi che aveva rimosso in un momento di shock.
Urla, pianti, un’esplosione che aveva causato la morte di 10 persone. Un signore con una tuba marrone sulla testa… un ragazzino con un capellino celeste sporco… molte persone che urlavano e strillavano… sua madre che piangeva sulla via per quella casa… quella casa…
- No! Non di nuovo!- disse in un soffio soffocato dalle lacrime. La fortezza si stava allontanando sparando palle di cannone sulle case e sulle strade, sulle persone.
Ma era l’unica che quella sera si rendeva conto di quello che stava succedendo? Era l’unica che si rendeva conto del pericolo e della gravità degli eventi?
Improvvisamente la macchina infernale iniziò a perdere colpi. Un puntino luminoso di allontanava da lei. Cos’era?
Cercò di focalizzarlo schiacciandosi gli occhiali sugli occhi castani. Sembrava una macchina, una macchina rosso mattone. Si avvicinava sempre più.
- Ben fatto, Layton!- sentì sopra di lei. Era una voce molto familiare, che le fece passare la tristezza.
- Zio!?- disse eccitata guardando verso l’alto
- Guarda chi si vede!- disse un signore con i capelli a punta come due corna guardandola negli occhioni illuminati da quella visione
- Non è da te aiutare il Professor Layton, zio Paul!-
- Primo non chiamarmi zio Paul, non sono tuo zio. Io sono il famigerato Don Pablo. Secondo, non dire a nessuno cos’ho fatto, mi rovineresti la buona reputazione di criminale che ho!-
- Sì, lo so… o mamma!- la macchina stava tornando indietro
- Ma cosa combina Layton? Se distrugge il mio gioiellino…-
- Cos’è successo?- chiese salendo dov’era lui con un’abile mossa di agilità
- Un ragazzo ha dato di matto e ha deciso di distruggere tutta Londra per cambiare il mondo!-
- Davvero!? Perché?-
- Per lo stesso motivo per cui io ho aiutato Layton.-
- Non mi hai risposto! Eddai…- involontariamente spinse Don Pablo facendo cadere tutti e due in un furgone di materassi fortunatamente parcheggiato nella via parallela a Midland Road
- Tu sei tutta matta!- esordì Paul
- Eddai, zietto! Ti sei divertito! Ammettilo!-
- No! Per niente!-
- Stà tornando indietro!- stava guardando verso l’alto e vedeva la macchina rosso mattone tornare indietro
- E io devo sparire!- dicendo ciò si diresse verso l’interno della strada
- Scusami, e io cosa dovrei fare?!- tardi, lui era già troppo lontano. Si guardò intorno spaesata, poi si diresse verso la parte opposta di Don Pablo.
Una grande folla si era accalcata nella strada principale. Curiosi e non. Anche lei si avvicinò per capire cosa stesse succedendo. Allungò il collo sulle teste di tutte quelle persone, ma non servì molto. Alla fine si fece largo e vide l’auto rossa planare sulla strada. Tutti gli occupanti scesero tranne un uomo con una tuba marrone che lei riconobbe come il professor Layton. Si tuffò a pesce nella macchina prima che partisse e si nascose nel sedile posteriore. Layton ripartì alla volta della fortezza, che si dirigeva seminando distruzione di nuovo verso la voragine.
- Scusi, professore… cos’è successo?- chiese uscendo dal suo nascondiglio
- E tu chi sei?- le chiese accigliato- E’ pericoloso!-
- Il pericolo è il mio mestiere, come quella volta che vi ho inseguito con la ruota panoramica! Mi spiega cos’è scuccesso?-
- Sulla ruota panoramica?! A Sant Mister? Comunque… che ci fai qui!?-
- Curiosità, cosa stà succedendo?-
- Un ragazzo di nome Clive ha cercato di distruggere Londra per cambiare l’odierno sistema politico. Meglio se vieni davanti.-
-Certo!- con un’abile mossa saltò dal sedile posteriore a quello anteriore- E adesso? Cosa succede?-
- Legati la cintura di sicurezza e lo vedrai…- eseguì subito
Le luci della città sembravano strisce colorate, come tanti addobbi natalizi. Ma non c’era niente da festeggiare. La distruzione che la fortezza meccanica aveva causato si vedeva in un’ampia chiazza scura non illuminata. Guardava fuori da quell’auto scoperta cercando di immaginarsi Clive. Doveva essere cattivo e spietato per fare una cosa del genere.
Si era sbagliata. Chi vide andava fuori da ogni sua supposizione.
Guardandolo capì subito che era il ragazzo di 19/20 anni che aveva visto sparire dall’orologiaio di Midland Road. Era svenuto e malconcio, non aveva l’aspetto di un criminale, anzi, sembrava una persona per bene. Perché fare un gesto del genere? Perché rischiare il carcere per i propri ideali politici?
Forse non era quello che l’aveva spinto a un simile gesto. Sicuramente non era quello. Ma allora cos’era? Cose di quel tipo non si organizzavano in un giorno. Doveva essere stato pianificato da tempo, forse da anni, cosa poteva averlo fatto così arrabbiare?
Il professor Layton era serio e guardava solo il cielo davanti a loro, una signora dietro di lui lanciava occhiate al professore e a Clive.
Quando raggiunsero terra la folta folla di curiosi si era dissipata, oltre al fatto che avevano cambiato decisamente zona. Si trovavano sulle sponde del Tamigi, che brillava sotto i lampioni arancioni di quella notte.
Clive venne arrestato, non oppose resistenza. Bill Hoaks ne fu felice, anche se non capiva perché. Sembrava che gli interessasse di più il suo potere inattaccabile più dell’immagine del paese che poteva essere vista come una nazione di terroristi.
   
 
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