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Autore: BurningIce    07/07/2011    20 recensioni
Sono Rose Weasley.
Popolare, direte voi. Essere la figlia di Ron Weasley e di Hermione Granger dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – aiutare. Ma, nel mio caso, non è stato così. Sono anonima, tremendamente anonima, ed odio le feste e la gente superficiale che puoi trovarci. Passo giornate intere con i miei amati libri e …
Non ditemi che ci siete cascati, adesso.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.'
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Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.


Io non sono gelosa, sono solo vittima di un Alto Tradimento!



7 Novembre 2021
 

Sono Rose Weasley.
Popolare, direte voi. Essere la figlia di Ron Weasley e di Hermione Granger dovrebbe – e sottolineo dovrebbe – aiutare. Ma, nel mio caso, non è stato così. Sono anonima, tremendamente anonima, ed odio le feste e la gente superficiale che puoi trovarci. Passo giornate intere con i miei amati libri e …

Non ditemi che ci siete cascati, adesso.

Io amo le feste, amo la folla, ma soprattutto amo cacciarmi nei guai, magari dopo qualche bella sbronza. No, non quel genere di guai, del tipo: dipingere-di-rosso-ed-oro-il-dormitorio-Serpeverde.
Potrei farlo in qualsiasi momento, in effetti, ma sarebbe assurdo. Non ve lo avevo detto? Io sono completamente, fieramente Serpeverde, anche se ignoro il perché. Non mi sento particolarmente sadica – appendere mio cugino Albus nella sua tenuta più sexy (pigiama a Boccini) fuori dalla Torre di Astronomia può essere considerato sadico? – né ambiziosa.
Forse un po’, ma giusto un po’. Da piccola pretendevo che mio padre mi regalasse la Luna, la credevo una Pluffa molto più bella e luccicante delle altre.
Ma ora giuro di essere cambiata, sono una ragazza perfettamente nella norma.
O forse no.
Confessate, questa è stata la prima cosa che avete pensato: ‘’è senz’altro una secchiona come sua madre’’. Ed avete subito capito di essere in errore, miei cari, perché non faccio altro che circondarmi di patetiche “A” (quando mi va bene, si intende). E detesto le regole.
Un’altra cosa che non sopporto è farmi aiutare: ho costruito la mia reputazione ad Hogwarts tutta da sola, ignorando gli sguardi stupiti di chi bisbigliava ‘’una Weasley a Serpeverde!’’ e continuando per la mia strada.
Non devo niente ai miei genitori, se non il mio armadio pieno di vestiti firmati.

Nah, stavo scherzando ancora una volta, quella è mia cugina Dominique.

Io preferisco le esplosioni agli stilisti, le risse alle sfilate di moda. E se mi vedrete scherzare allegramente con James, o Fred, o Lily, o Albus, o Roxanne … o altri – la lista dei Weasley-Potter ad Hogwarts è interminabile – non stupitevi: ho un ottimo rapporto con la mia famiglia.
Ma l’unico a cui confido tutto, il mio compagno preferito di avventure, il mio migliore amico non è nessuno di loro: ebbene sì, sto parlando di Scorpius Malfoy.
Biondo, alto, innegabilmente bello, con un paio di occhi grigio-verdi che fanno arrossire furiosamente ogni ragazza su cui si posano. Tranne, ovviamente, me. A dire il vero non penso che mi abbia mai considerata come una vera e propria ragazza, dato che insieme facciamo ogni genere di cosa – dal Quidditch al picchiare Alexander Urquhart (questa è un’altra storia) – ma non abbiamo mai parlato di stare insieme e sarebbe ridicolo farlo. 


Andiamo, lui, il mio ragazzo?

Lui ha le sue bamboline usa-e-getta, strane forme di vita straordinariamente simili tra loro, la cui unica abilità è aprire le gambe. O, in pubblico, annuire sbattendo le ciglia.
Ah, eccolo con quella del momento: la mia adorata compagna di Dormitorio, Melissa Mulciber. Inutile precisare che ci odiamo fin dal primo giorno ad Hogwarts, più precisamente da quando le ho dato un pugno dritto sul suo bel nasino perché aveva scelto il letto che volevo io.
Lei mi guarda con la solita aria altezzosa, sbattendo le ciglia – che vi avevo detto? – ed esclama, convinta che sia una gran bella battuta:

«Weasley, gelosa del mio ragazzo?»
Ora, spiegatemi come si fa a non Cruciarla. Faccio un bel respiro profondo e mi impongo di star calma.
Sorrido come se mi avessero appena consegnato l’Ordine di Merlino e la guardo sbattendo le ciglia in una chiara imitazione delle sue manie da Reginetta del Ballo.

«Tra poco ti renderai conto che non è il tuo ragazzo, perché sta solo aspettando di portarti a letto per poi mollarti senza dare spiegazioni. Vero, Scorpius?» Mi volto verso di lui, certa che annuirà, un po’ contrariato per il mio sabotaggio, ma in fondo divertito.
E invece cosa fa, quel lurido Malfoy?
Mi rimprovera. Rimprovera Me!
Questo è Alto Tradimento, senza dubbio.

«Smettila Rose, non fare la gelosa.» Dice serio, mentre il mio sorriso svanisce a poco a poco e quello della Mulciber si allarga a dismisura.
«Gelosa? Io?» Sbotto, urlando come la peggiore delle Banshee. Io non sono per niente gelosa. Insomma, se non si conta la volta in cui ho affatturato Ashley Stuart perché aveva baciato Liam Zabini, il ragazzo per cui avevo una grandissima cotta. Lo ammetto, non mi è indifferente nemmeno adesso – come potrebbe essermi indifferente uno con il suo fisico? E quegli occhi, quegli occhi dannatamente blu che … - Basta, non devo divagare.
Guardo Melissa con un’aria di ostentata superiorità che farebbe concorrenza ai personaggi degli squallidi telefilm tanto amati da zia Ginny, poi mi ergo in tutta la mia rispettabile statura (un metro e cinquantacinque, stendiamo un velo pietoso) ed esclamo: 
«Bene!»
La Mulciber sorride melensa e Scorpius alza gli occhi al cielo, aspettandosi una sfuriata epica.

Oh, ma non le darò questa soddisfazione.

Mi volto cercando di far mulinare i capelli come Dominique  ma non sono proprio sicura di esserci riuscita  e mi allontano a testa alta da quel luogo ripugnante, diretta alle Cucine: urge una buona dose di torta al cioccolato.

Appena vi entro, gli Elfi mi si catapultano addosso offrendomi vassoi di ogni tipo, ma la mia faccia imbronciata ed il mio sguardo assassino cancellano tutto il loro entusiasmo, anche se qualcuno continua ad insistere.
Mi siedo in un angolo, intenta a crogiolarmi nel mio dolore – esatto, crogiolarmi, sono proprio masochista – ed afferro un piattino a caso su un tavolo pieno di dolci: non ho più voglia di cercare la torta.
Penso che quella troia della Mulciber mi abbia appena rubato anche il migliore amico. Fantastico, niente Quidditch con Scorpius, pomeriggio. Affondo il cucchiaino nel tiramisù, come se mi avesse fatto un gran torto, e lo divoro con poca grazia.
Mi viene spontaneo ripensare al primo incontro con il mio ormai ex-amico (anche se so che non gli terrò il broncio per più di due minuti) e sorrido, mentre un elfo si avvicina timidamente; lo ignoro e mi perdo nei miei pensieri.


Ero salita sul treno continuando a ripetermi le parole che mi aveva detto mio padre, cercando di ricordare ogni singola sillaba del suo pseudo-discorso. A quei tempi ero una bimbetta cresciuta con i pregiudizi che mi aveva inculcato Ron Weasley: non conoscevo nessun Serpeverde e soprattutto non conoscevo Malfoy, ma mi ero convinta che dovesse essere uno stronzo pieno di sé, un nemico mostruoso contro cui lottare.
Quando lo avevo visto per la seconda volta in quella giornata lo avevo squadrato per bene.
Capelli biondi, occhi verdi, viso angelico, guance ancora un po’ paffute. Era impossibile che fosse lui il ragazzino che dovevo umiliare a tutti i costi. Mi ero avvicinata, strafottente, e gli avevo parlato palesemente disgustata, sotto lo sguardo allibito dei suoi amici: 
«Malfoy, vero?» 
Il biondino aveva alzato un sopracciglio e mi aveva risposto piuttosto cortesemente: 
«Scusa, ci conosciamo?» 
E lì avevo cominciato a sproloquiare con una vocetta acuta e fastidiosa, utilizzando citazioni di Ron Weasley a volontà: «Ah, certo, perché tu non puoi conoscere una ragazza qualunque, vero? Tu sei il grande Malfoy, il Purosangue, il megalomane e tutto il resto: ti sembra lecito disprezzare gli altri, crederti superiore a chiunque ti rivolga la parola. E sai che ti dico? Sei solo uno stupido furetto.
» 
Nemmeno io sapevo perché lo avevo appena chiamato così, ma sentivo spesso mio padre apostrofare Malfoy Senior in quel modo, quindi mi era sembrato un soprannome davvero brillante.
Avevo annuito alle mie stesse parole e avevo ripreso a camminare, lasciandomi dietro un attonito Scorpius che mormorava: 
«Fu … furetto?» ed una banda di ragazzini ridacchianti ed evidentemente convinti che fossi pazza; io li avevo ignorati orgogliosamente.

Poche ore dopo mi ero ritrovata a dover dissimulare una tremarella a dir poco indecente, in attesa di indossare il celebre Cappello Parlante. Quando mi ero seduta sullo sgabello ed avevo sentito sulla mia testa la stoffa pesante del copricapo, avevo pensato che fosse la fine.
I miei cugini Grifondoro – anche Al, appena smistato – erano già pronti ad applaudire e si sporgevano in avanti per osservare la scena.

«Sei intelligente, Rose Weasley.» Aveva mormorato il Cappello nella mia testa, sovrastando i miei ingarbugliati pensieri.
Mi avrebbe mandata a Corvonero? Non volevo finire come la mamma, sempre immersa in qualche libro spaventosamente grande.

«Ma sei anche orgogliosa,direi quasi arrogante … e noto una certa noncuranza per le regole.» 
Avevo gioito internamente, quelle erano di certo le doti di un Grifondoro.

«Ma converrai con me che non sei molto leale e che vuoi sempre dominare su tutti.» Aveva aggiunto, quasi in un sibilo. Avevo sgranato gli occhi, cercando di pensare ‘’Non a Serpeverde, non a Serpeverde’’ ma stranamente la cosa non mi era  riuscita. In fondo avevo sempre voluto essere diversa.
Il cappello aveva emesso una sorta di risata sommessa nel sussurrarmi l’ultima frase: 
«Questa volta voglio rischiare.» 
Poi aveva ruggito: 
«Serpeverde!» 
La sala era ammutolita. Qualche studente stranamente caritatevole aveva abbozzato un applauso timoroso, mentre io non accennavo a muovermi dallo sgabello. Ero come impietrita, mi girava la testa, vedevo solo immagini sfocate: James, Fred e Roxanne che strabuzzavano gli occhi, Malfoy ed i suoi amici che facevano strane smorfie, la professoressa McGrannitt completamente allibita. Quest’ultima aveva cercato di darsi un contegno e mi aveva detto, con voce insolitamente dolce: 
«Vai, cara.» 
Ogni passo verso il tavolo dei Serpeverde era stato un incubo. Così, dopo aver trattenuto le lacrime per tutta la cena, mi ero ritrovata a scendere in Sala Comune quando tutte le mie compagne di Dormitorio – tra cui una certa Melissa a cui avevo quasi spaccato il naso – già dormivano.
Era un luogo strano, la Sala Comune Serpeverde, quasi spettrale; in qualche modo, però, mi affascinava.

Mi ero seduta su una poltrona verde, molto più grande di me, ed avevo cominciato a fissare il fuoco. Non avrei pianto, l’avevo promesso a me stessa. Eppure quelle lacrime premevano per uscire, in una continua lotta con il mio dannato orgoglio. All’improvviso un rumore di passi mi aveva atterrita, facendomi appiattire istintivamente contro la poltrona. 
«C-chi è?» Avevo balbettato in preda al panico.
«Weasley?» Dove avevo già sentito quella voce?  Mi ero voltata di scatto e lo avevo visto: Scorpius Malfoy, anche lui appena smistato tra i Serpeverde.
«Malfoy?» Avevo chiesto a mia volta, inclinando leggermente la testa. Si era seduto  sulla poltrona di fronte alla mia, senza fiatare.
Ero stata io a spezzare il silenzio che si era creato:

«Che ci fai qui?» 
«Non riuscivo a dormire» Aveva risposto con una scrollata di spalle. «E tu?» 
«Neanch’io» Avevo mormorato, più a me stessa che al ragazzino che mi stava di fronte. Non mi andava di attaccarlo di nuovo, come avevo fatto in treno. Ero perfettamente apatica.
«E così, Serpeverde» Aveva affermato Scorpius, guardandomi attento. «Non me l’aspettavo, pensavo che saresti finita tra…»
«A Grifondoro, lo so!» Lo avevo interrotto bruscamente, mentre gli occhi mi bruciavano di nuovo: ero sicura che avrei pianto da un momento all’altro. Ma non potevo farlo, non davanti a lui.
«Anch’io lo credevo … ma evidentemente questo è il mio posto»
Lo avevo detto, ma non lo pensavo veramente. Insomma, Serpeverde non poteva essere il mio posto.
Eravamo rimasti in silenzio per un po’, poi Malfoy mi aveva chiesto, un po’ imbarazzato: 
«Come stai?» 
Oh. In fondo non era così cattivo come l’aveva descritto mio padre; mi sentivo un po’ in colpa per la scenata del treno. Un po’.

«Non sono affari tuoi» Avevo borbottato, incrociando le braccia.
Malfoy aveva sbuffato e fatto il mio stesso gesto, continuando a guardarmi come un dottore che studia un caso particolarmente interessante.

«Si può sapere che ti ho fatto?» Mi aveva chiesto, esasperato.
Quella domanda mi aveva spiazzato. Non riuscivo a trovare qualcosa di malvagio in lui, nonostante i miei sforzi, e mi sentivo sempre più stupida e infantile.

«Oh» Era stato l’unico suono uscito dalla mia bocca, seguito subito da uno spontaneo: «Non lo so.» 
Malfoy si era alzato, sedendosi sul bracciolo della mia poltrona, stringendo fino all’inverosimile gli occhi grigi alla luce del fuoco.

«Scommetto che mi odi per principio.» 
«Io non ti odio!» Lo avevo detto senza nemmeno pensarci, con un tono davvero sorpreso. Sì, era una sorpresa anche per me scoprire che non lo odiavo. In fondo – molto in fondo – lo trovavo simpatico.
«Odio questo posto, però…» Mi ero lasciata scappare, guardando il pavimento di pietra.
Scorpius mi aveva posato delicatamente una mano sulla spalla, proprio mentre una lacrima mi scivolava dispettosa sulla guancia. Fissando il fuoco, mi aveva chiesto:

«Amici?» 
Avevo afferrato la sua mano, stringendola con aria professionale.

«Amici. E... non sei un furetto.»

Amici, sì. Almeno fino a pochi minuti fa. Esco dalla cucina e vado alla ricerca di Scorpius, decisa a lanciargli una bella fattura; adoro la vendetta, specialmente quando la vittima sarà costretta ad andare in giro con un bel paio di corna sui capelli biondi.
Tale vittima, avrete sicuramente capito, è Scorpius Malfoy.
 

*

Eccomi tornata con una nuova storia.
Durerà più o meno 15-20 capitoli e, ovviamente, sarà incentrata solo sulla cara Rose. Fatemi sapere che ne pensate, ditemi se vi piace o meno, scrivetemi qualcosa... o limitatevi semplicemente a leggere, mi farà piacere comunque.
Detto ciò... alla prossima!
Oh, ecco i miei contatti:
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Wow, sono facebookcentrica! D: 
Ok, vi saluto davvero.
Un bacio,
-Iv.
 
 
 
 
  
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