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Autore: Pleasance Carroll    07/07/2011    0 recensioni
ciao a tutti!
questa storia parla di tutti i personaggi del Ciclo ma principalmente di Murtagh che, inviato da Galbatorix a sterminare dei ribelli per ottenere degli Eldunarì, pensa di averli uccisi tutti ma...presto si ritroverà tra le mani l'unica superstite di quel popolo decisa a vendicarsi. Nessuno dei due sa però che la reciproca vicinanza è in grado di spingerli al limite...
spero vi piacerà metto il rating arancione per precauzione.
fatemi sapere che ne pensate
marty23
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un legame, uno specchio sull’anima

 

 

Capitolo 1

I Dark Angel

 

Tutti, nei territori dell’Impero, li chiamavano Dark Angel.

Di loro si tramandavano principalmente leggende: qualcuno ipotizzava vivessero al di là del deserto di Hadarac, per altri erano una sorta di spiriti. Poche verità si conoscevano su di loro: erano sorti per rendere giustizia ai Cavalieri dei Draghi e per impedire che Galbatorix acquisisse troppo potere. Infatti, grazie a loro Alagaesia aveva potuto scoprire la nascita di un nuovo cavaliere, accompagnato da un drago dalle squame color zaffiro.

La notizia aveva fatto gioire ogni angolo di quella meravigliosa e spaventosa terra, ed ora tutti gli oppressi dal malvagio tiranno potevano sussurrare il nome di quella schiera di angeli ribelli, sicuri che la fiamma della speranza fosse di nuovo viva nei loro cuori.

Galbatorix li odiava. Si sarebbe scagliato contro di loro con tutti gli eserciti di cui disponeva, anche in prima persona se fosse stato necessario! Perché rappresentavano un simbolo di resistenza al suo dominio e infatti, ispirati dalla loro crociata contro di lui, molti popoli, come gli elfi o i Varden, avevano osato opporsi alla sua tirannia(tanto che, si mormorava, il capo dei Varden, Agjiad, discendesse da quella fiera progenie).

Tuttavia, nessuno- neppure il Re- conosceva la loro reale ubicazione perché i Dark Angel erano un popolo eterogeneo, composto da nani, elfi, Varden, umani e stregoni che erano andati ad ingrossare le loro fila a seguito delle notizie appresesi in Alagaesia sulle loro imprese; quindi, non avevano segni distintivi, di conseguenza non potevano essere riconosciuti da estranei, infatti, poteva capitare che qualche Dark Angel facesse parte di un esercito elfico o che comandasse qualche spedizione per distruggere una roccaforte di Galbatorix. Sapevano però, riconoscersi tra loro e condividevano il segreto del loro nascondiglio: oltre il mare, presso la grande isola di Vroengard, che un tempo era stata gloriosa patria dei cavalieri dei draghi.

Isis era nata nella capitale, Dorù Areaba, tuttavia, mai una volta aveva varcato le porte della città, preferendo invece, assieme a tutto il suo popolo, vivere a contatto con l’asprezza armoniosa e selvaggia della natura in cui, sin da bambina, aveva subito duri addestramenti e, mentre gli stregoni aprivano la sua mente nutrendola con compendi di matematica, fisica, storia…i nani miglioravano la sua tempra fisica per i combattimenti e per sopportare le intemperie; invece, dagli elfi apprendeva le buone maniere, il rispetto ed il senso di reciproca appartenenza con la natura.

Ogni sera, a lei come a qualsiasi altro membro giovane del gruppo, veniva raccontata la triste storia della Caduta dei Cavalieri dei Draghi, ma, mentre negli altri suoi coetanei, l’udire quel racconto suscitava un velato odio nei confronti di Galbatorix, Isis veniva spesso sopraffatta dalle lacrime perché vedeva davanti ai suoi occhi, come fosse un ricordo che le apparteneva e che stesse rivivendo in prima persona, la caduta dell’ultimo dei Rinnegati, il che le ricordava sempre come alcuni individui, seppur appartenenti ad una nobile stirpe, fossero stati facile preda dell’arroganza e della corruzione, arrivando così quasi a defraudare i veri, valorosi Cavalieri dei Draghi delle loro nobili gesta e della loro generosità.

 

Quel giorno, il giorno del suo diciottesimo compleanno, la giornata si svolse diversamente per Isis, perché quell’età segnava il suo passaggio alla vita adulta.

Come ogni mattina si alzò sul far del giorno e, mentre osservava l’alba che lambiva le onde del mare, tingendole di mille colori, raccolse tutte le erbe boschive che trovò, distinguendole in medicinali e velenose, certa che, una volta che le avesse consegnate agli elfi ed agli stregoni, loro le avrebbero insegnato come ricavarne altrettanti veleni e rimedi curativi.

In seguito, andò ad allenarsi in una splendida radura circondata da alberi dall’odore della menta, nel tiro con l’arco e nella scherma, arti in cui i suoi mentori la elogiavano per la sua rapidità e fluidità di movimenti. Quando poi il suole giunse allo zenit, fu accompagnata dai suoi due migliori amici in riva all’oceano, ed insieme passeggiarono scalzi sulla battigia, carezzati dalle onde.

Crys, una bellissima elfa dalla pelle bianco-latte, grandi occhi di zaffiro ed una lucente chioma biondo-miele, prese le mani tra le sue e con un sorriso radioso disse:

-         amica mia, abbiamo condiviso molto insieme e sono fiera di te perché oggi diventi ufficialmente una guerriera Dark Angel. Sono certa che ci renderai molto onore. Chissà se per mano tua Galbatorix non dovesse cadere?- la sua voce somigliava alla melodia di un’arpa e ad Isis sfuggì una lacrima di gioia per quelle belle parole, tanto che quasi non si accorse che l’amica, mentre l’abbracciava con slancio, le metteva in spalla una faretra ed un arco intagliato con intrecci di foglie d’acanto e di vite. La ragazza sciolse l’abbraccio di scatto, confusa e guardò l’amica:

-         è il mio regalo per te, è di fattura elfica. Ma…non sono l’unica a doverti dare qualcosa…- sussurrò l’elfa e così dicendo afferrò Isis per le spalle e la girò, perché potesse guardare negli occhi il ragazzo che era con loro:

Aaron aveva un anno più di lei ma i due ragazzi si conoscevano sin dal primo momento di cui lei avesse memoria, spesso avevano anche giocato assieme e quando avevano iniziato ad approcciarsi alle armi, tra loro era nata quella sana competizione che li spingeva a confrontarsi in uno scontro armato ogni giorno.

Tuttavia ora, notò Isis osservando il suo volto dai lineamenti bambini, stranamente rilassato, c’era qualcosa di diverso nel modo in cui la guardava, i suoi profondi occhi grigi brillavano animati da centinaia di sogni, e le sue labbra rosse sorridevano in maniera un po’ impacciata quando disse:

-         questo, è uno dei miei doni per il tuo compleanno, dolce Is.-

la ragazza sorrise a quel nomignolo e con delicatezza gli sfiorò i ricci color pece. Lui rimase interdetto, paralizzato…un secondo dopo però, le depositò tra le mani un pugnale dall’elsa nera, semplice e dalla lama leggermente ricurva, di cristallo.- lo chiamano “lo specchio dell’anima” perché il cristallo fatato di cui è fatta la lama, oltre ad essere in grado di tagliare ogni cosa, può vedere le decisioni che si trovano nel tuo cuore, e mostrarti se sono sbagliate-in questo caso la lama assumerebbe una sfumatura onice-o giuste, allora la lama avrebbe una sfumatura bianca- si affrettò a spiegarle il ragazzo.

-         è molto bello, grazie.- sussurrò affascinata, mentre lo legava alla cintola di cuoio dei pantaloni, attenta a non tagliarsi la camicia. Fece per abbracciare Aaron, ma lui la fermò.

-         Non è finita qui!- disse- ho un’altra cosa per te…- quindi, le consegnò uno specchio in argento dalla forma circolare e con un grosso manico.- dentro puoi vederci…cos’è per me il mondo.- le confessò infine.

Isis lo sollevò e vi scorse il volto dai lineamenti dolci di una giovane donna dalla pelle color nocciola, con grandi occhi verde acqua, dal taglio esotico, incorniciati da una liscia chioma castana con una frangia che le copriva interamente la fronte. Quello…era il suo riflesso. Era di lei che Aaron stava parlando!

Dischiuse le labbra sorpresa, spaesata e, senza sapere cosa replicare non potè fare altro che inalare grandi boccate di iodio proveniente dal mare.

Cosa significavano davvero le parole del suo amico? Una dichiarazione d’amore, forse?

A salvarla da quei dubbi arrivò, proprio in quel momento, un corteo di Dark Angel. Alla testa- dall’alto dei loro cavalli, e tenendo le briglie del destriero nero di Isis- c’erano i comandanti ed i capitani che si occupavano di addestrare tutti, ogni giorno; alle loro spalle, a piedi, c’era l’intero popolo che, si aprì in due ali per lasciar passare Isis una volta che lei riuscì a montare a cavallo, realizzando che quello era un modo per festeggiarla.

 

Intonando canti nell’antica lingua, giunsero tutti alle rovine della strada lastricata che conduceva a Dorù Areaba. La percorsero fino ad arrivare alle porte, per la prima volta aperte, della città e, nonostante gli occhi e i cuori di tutti si rattristarono vedendo i resti di quelle che un tempo erano state le alte e solide mura della città, o i bianchi torrioni diroccati; nessuno smise di cantare, perché quel canto e quei gesti erano colmi di speranza e di significato: ogni nuovo guerriero Dark Angel poteva porsi come continuatore e custode delle orme dei Cavalieri, ed avrebbe dato il suo importate contributo contro Galbatorix.

Isis scese da cavallo e si inginocchiò a terra, con gli occhi chiusi – come aveva visto fare durante le altre Cerimonie di Passaggio cui aveva assistito- al centro di una radura che un tempo doveva esser stata una piazza.

Nel buio sentì il rumore di qualcosa che le veniva posato accanto e, mentre il profumo inebriante del loto le saliva alle narici, seppe che qualcuno le stava inclinando all’indietro la testa per bagnarle la fronte con dell’acqua. Due voci basse e profonde, che Isis conosceva benissimo, intonarono delle preghiere di benedizione, cui tutti i Dark Angel risposero prontamente.

Poi, quelle due voci si fecero dolci e le mormorarono di alzarsi, di aprire gli occhi ad una nuova fase della sua vita. Isis obbedì e si trovò davanti agli occhi Phot e Nigetal, i sue Saggi, elfi millenari dalle chiome argentee e la bianca pelle di creta che avevano fondato i Dark Angel.

-         Benvenuta ufficialmente tra noi, Isis. Ora ti riconosciamo come guerriera a difesa del nostro popolo, rispettosa e parte dell’unità che ti circonda. Da ora in avanti potrai batterti per rendere giustizia ai gloriosi Cavalieri dei Draghi. Ci auguriamo che il tuo Passaggio possa aiutarci a sconfiggere il tiranno Galbatorix.- esordì Nigetal, solenne.

-         Poiché sei nata qui a seguito della caduta di Vrael, ti facciamo dono dell’Eldunarì del suo drago, perché possa aprirti a maggiore conoscenza, forza, saggezza e coraggio.- alle parole di Phot, il cuore di Isis quasi si fermò: era rarissimo che i saggi donassero un cuore dei cuori di un drago ad un guerriero Dark Angel! Era un dono inestimabile che poteva davvero rendere migliore una persona. Era l’essenza ultima di un drago, la sua anima, che sopravviveva persino dopo la morte del suo cavaliere, in piena forza, esperienza e conoscenza, anche se in estrema solitudine.

La ragazza prese con stupore, tra le mani che le tremavano, quel gigantesco cuore bianco composto da tante sfaccettature da somigliare ad un diamante. La superficie era tiepida ed emetteva una luce soffusa, come una lanterna su cui fosse stato posato un velo. Pulsava di vita e nel momento in cui lei aprì la mente per porgergli i suoi rispettosi ossequi, per poco non rischiò di cadere per via dell’intensità della tristezza che la investì. Era un’emozione così totalizzante da sembrare solida e ne rimase profondamente impressionata.

 

Mentre in città i Dark Angel allestivano un falò per festeggiare Isis, la ragazza fu mandata in riva al mare, in solitudine per poter comunicare meglio con l’Eldunarì che le era stato donato. Ma durante le prime ore, con i nervi a fior di pelle per la tensione, non fece altro che camminare avanti e indietro sulla battigia: era leggermente avvilita perché non aveva idea di come iniziare, né i Saggi avevano potuto insegnarle qualcosa dal momento che- le avevano spiegato- il legame che si fosse creato con un cuore dei cuori sarebbe stato diverso ed unico rispetto a qualsiasi altro. Questo in particolare la spaventava e la innervosiva ancora di più. Sarebbe stata in grado di assolvere a quel compito?

Finalmente, animata da una sorta di calma improvvisa, si decise a tirar fuori dalla sacca che aveva con sé, l’Eldunarì del dragò di Vrael e, inginocchiatasi lo tenne tra le mani.

Drago, il mio nome è Isis, della progenie dei Dark Angel e, anche se mi spaventa un po’ parlarti, dal momento che è una cosa che non ho mai fatto prima, voglio che tu sappia che la nostra missione, la mia missione, è detronizzare Galbatorix e rendere giustizia ai prodi Cavalieri che tu hai avuto l’onore d’incontrare. Spero che sarò all’altezza di questo compito e che tu vorrai essere mio maestro e guida, in questo cammino… si fermò, augurandosi di non aver fatto o detto nulla di sbagliato

I miei ossequi a te, giovane Dark Angel. Non hai di che temere, ho visto il tuo cuore, ed è puro e pieno di coraggio. Sarò ben lieto di essere tuo maestro e compagno di viaggio. Replicò il drago con tono dolce ed equilibrato tanto che Isis fu pervasa dalla sua saggezza e dalla sua calma; tuttavia, assieme a queste emozioni percepì la solitudine che lo affliggeva e gli promise che si sarebbe impegnata con tutte le sue forze per alleviarla.

D’un tratto la vista le si annebbiò e, come emergendo da un lungo tunnel buio, scorse la figura di un uomo calvo e barbuto seduto su un fastoso trono in legno- alle cui spalle stava acciambellato un possente drago- che impartiva l’ordine di attaccare e distruggere…, a qualcuno che stava inginocchiato al suo cospetto, con una spada dalla lama cremisi legata al fianco ed il viso celato in un cappuccio…

La ragazza riemerse da quella visione col cuore che le pulsava follemente in gola ed il fiato corto; man mano che rimetteva a fuoco il mondo che la circondava, riconobbe il viso deformato dalla preoccupazione di Aaron, ad una spanna dal suo.

-         Isis, amore mio, come ti senti? È successo qualcosa?- le domandò, agitato.

Il piacevole choc causato da quelle dolci parole, le fece quasi dimenticare di chiedere al suo maestro se avesse avuto anche lui quella stessa visione, se fosse stato lui a mostrargliela o se avesse mai visto prima i due uomini che ne facevano parte.

L’uomo barbuto era Galbatorix, e stava ordinando ad un suo Cavaliere- che non ho mai visto prima- di attaccare e distruggere qualcosa… intervenne il drago di Vrael e lei subito tradusse quei pensieri in parole.

-         Aaron, ho appena avuto una visione: Galbatorix ha dalla sua parte un Cavaliere cui ha ordinato di attaccare distruggere qualcosa…devi aiutarmi. Dobbiamo avvertire tutti, e riuscire a fermarlo!- nonostante una lieve debolezza per il dispendio di energie, Isis balzò in piedi con l’agilità di un gatto e, afferrata la mano di Aaron se lo trascinò dietro, nella speranza di arrivare presto ad avvertire i Saggi.

A metà strada dalla capitale, accadde qualcosa che lasciò entrambi a bocca aperta: il cielo scuro del tardo pomeriggio era rischiarato a giorno da roventi fiamme che, provenienti da un luogo indefinito, stavano facendo strage, senza differenze di uomini, animali ed alberi.

Nell’imbrunire tuonò un ruggito spaventoso, poi si avvertì un fortissimo spostamento d’aria, e fu solo dopo che Aaron si gettò su di lei per spingerla a terra, che Isis realizzò che per un soffio non erano morti bruciati.

La poderosa figura di un drago dalle squame rosse era planato su di loro, comandato da un Cavaliere che brandiva una spada dalla lama cremisi. Di nuovo Isis non vide il suo volto ma dalla sua arma lo riconobbe come l’uomo della sua visione!

-         era noi che Galbatorix voleva attaccare! Non credevo avesse scoperto il nostro nascondiglio!- ansimò, terrorizzata.

-         Non importa più ormai! Dividiamoci: io cercherò di organizzare una difesa. Tu va’ dai Saggi e cerca un nascondigliò per gli Eldunarì. Sono sicuramente quelli che Galbatorix cerca!- Aaron rubò un bacio veloce dalle labbra carnose di Isis, poi corse via, brandendo la propria spada.

La ragazza rimase per un secondo confusa, le labbra le bruciavano e le orecchie erano piene di grida di dolore e di ordini che venivano impartiti urlando. Fortunatamente trovò la forza di reagire e, ringraziando il proprio fisico snello e slanciato si gettò in una corsa che in un batter d’occhio la fece irrompere nello studio dei Saggi.

-         Galbatorix ci ha scoperti, il suo Cavaliere ci sta trucidando. Bisogna nascondere gli Eldunarì!- fece, rapida e trafelata.

Phot e Nigetal, a dispetto della loro veneranda età, reagirono con movimenti agili e veloci: dopo aver ordinato ad Isis di togliere la camicia perché potessero fasciarle il petto in modo tale da ricavare una sorta di “tasca” dietro la schiena della ragazza, dove avrebbe potuto nascondere e proteggere il suo Eldunarì; riposero gli altri in loro possesso nella sua sacca di cuoio. Quindi, le ordinarono di consegnare quel tesoro inestimabile agli stregoni perché lo nascondessero in quella cavità a strapiombo sul mare in cui spesso lei aveva giocato a nascondino, e ne sigillassero l’entrata con potenti incantesimi.

In breve fortunatamente, riuscì a portare a termine quel compito poi però, incapace di restare ferma e nascondersi come le aveva consigliato l’Eldunarì di Vrael, tornò indietro per andare ad unirsi ad Aaron e Crys, nella radura della città.

Fu tutto inutile però. Il fuoco e la morte toccavano ormai ogni cosa e persona tanto che Isis credette di trovarsi in un Inferno sulla terra. Nulla infatti, potevano gli incantesimi dei maghi rimasti, contro quello sconosciuto e spietato Cavaliere, inoltre, l’ampio spazio che avevano scelto per battersi, era altamente svantaggioso per i Dark Angel perché non offriva protezioni dalle fiamme del drago rosso che quindi condannavano tutti, inesorabilmente a morte.

Le urla di disperazione e dolore, gli ordini che venivano impartiti, i ruggiti del drago e il calore insopportabile delle fiamme, stordirono Isis facendole perdere concentrazione, e di nuovo realizzò che sarebbe potuta morire da un momento all’altro…se Crys non l’avesse attirata a sé, salvandola, e mettendola al sicuro dietro un gigantesco pino.

Le due amiche si guardarono mute, ed una scintilla di felicità le rasserenò anche se attorno a loro gli altri continuavano a morire. Poi l’elfa bionda uscì dal suo nascondiglio, tese l’arco in direzione del drago cremisi e scocco una freccia…all’animale però, che l’aveva già scorta oltre le fronde profumate, bastò un semplice respiro per disintegrare la sua freccia e ridurre lei ad un mucchio morente di carne annerita.

Isis, che un attimo prima aveva sorriso con lei per essere sfuggita alla morte trovandosela davanti morente, avrebbe voluto urlare, ma il suo corpo reagì smettendo di vedere, di sentire qualsiasi cosa che non fosse l’immenso dolore che provava per quella perdita. Tutto ciò che riuscì a fare fu prenderla tra le braccia ed accostare l’orecchio alle sue labbra:

-         amica mia, ti voglio bene…salvati…- poi più nulla. Era morta, ed Isis si sentiva paralizzata, china su quel corpo nel tentativo di proteggerlo non riusciva neppure a fermare le lacrime.

Isis, non c’è tempo per piangere! È uno scontro impari, morirai se non ti metti in salvo!

Con uno sforzo disumano la ragazza riuscì ad ascoltare ed obbedire a quanto l’Eldunarì le aveva consigliato, quindi iniziò a correre in direzione del mare…

Molti Dark Angel seguirono il suo esempio, li sentì dietro di sé, come sentì anche che il cavaliere ed il suo drago li stavano seguendo…avrebbe dovuto gettarsi a terra, ma se l’avesse fatto sarebbe morta calpestata…

Poi, all’improvviso, senza volerlo cadde, perché era inciampata su qualcosa…o qualcuno: Aaron, steso a terra, ricoperto di sangue respirava a fatica, eppure, non appena la vide gli si illuminarono gli occhi.

-         Isis…mettiti in salvo…ti amo, non sopporterei di vederti morta…-ansimò.

Stava morendo. Isis poteva riconoscere lo spettro della morte sul suo viso dai tratti improvvisamente sofferenti e dal colorito terreo. Altre lacrime calde le bagnarono le guance mentre prendeva una mano del ragazzo tra le sue e gliela baciava.- amore mio, ti prego…raccogli il mio ultimo…respiro tra le tue labbra…- la pregò lui. Il suo migliore amico le stava chiedendo un bacio l’ultimo bacio della sua vita: questo era il suo unico desiderio. La ragazza si asciugò le lacrime e premette le labbra sulle sue: fu un bacio dolce, delicato che raccolse davvero l’ultima scintilla di vita di Aaron.

 

Su ordine dell’Eldunarì di Vrael, Isis riuscì ad alzarsi ancora in piedi, tremando questa volta. Era stata addestrata a sopportare qualunque dolore fisico ma sapeva che nessuna ferita avrebbe mai potuto superare il senso d’impotenza, sconfitta e perdita che sentiva dentro.

Alzando gli occhi al cielo vide che lo sconosciuto Cavaliere dal drago cremisi era appena atterrato vicino la grotta in cui erano stati nascosti gli Eldunarì. Servendosi della propria spada e di incantesimi nell’antica lingua stava uccidendo gli ultimi elfi e stregoni Dark Angel rimasti…

Senza riflettere e senza ascoltare il cuore dei cuori che l’accompagnava, con un pugno distrusse lo specchio che le aveva regalato Aaron e ne tirò le poche, grandi schegge affilate contro le zampe, le ali o il ventre di quel drago assassino; e quando questo, ferito gravemente si accorse di ciò che stava accadendo e costrinse il suo cavaliere a voltarsi per difenderlo, Isis si fece trovare pronta: scoccò una freccia che andò a conficcarsi nella spalla del Cavaliere il quale, colto di sorpresa, urlò.

Il drago dalle squame rubino, sentendo quel dolore come suo, reagì prontamente e la fiamma che uscì dalle sue narici mancò la ragazza solo perché si era gettata repentinamente dalla scogliera, per trovare rifugio in acqua.

Ora sei al sicuro, Dark Angel. L’acqua ci proteggerà da quei folli e dovrai solo aspettare che se ne saranno andati per tornare a riva. Il tono paterno dell’Eldunarì la rincuorò, eppure dentro provava una rabbia immensa, tanto che non credeva potesse essere contenuta tutta nel suo cuore.

Il cuore dei cuori del drago di Vrael, vedendo che non rispondeva e che, invece, si stava chiudendo in se stessa, le permise di ascoltare, attraverso di lui, cosa stava facendo quel Cavaliere al servizio di Galbatorix.

Gli ultimi membri di quel popolo ribelle, giacevano ai suoi piedi, senza vita. Servendosi degli occhi del suo drago, l’uomo aveva scrutato a lungo le onde alla ricerca del Dark Angel che lo aveva ferito, ma il mare non aveva tradito Isis, aveva continuato a nasconderla, così come la grotta custode degli Eldunarì aveva continuato a celare i suoi tesori e non aveva intenzione di dare segni di cedimento sotto la pressione incalzante degli incantesimi del Cavaliere sconosciuto.

La ragazza, quando infine, quello sconfitto e fremente d’ira aveva lasciato l’isola in groppa al suo drago, avrebbe voluto esultare, tuttavia, la morte che aveva visto, toccato e che sicuramente avrebbe incontrato di nuovo una volta tornata a terra, non era cosa da festeggiare.

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti!

Per festeggiare la notizia che presto uscirà l’ultimo capitolo del Ciclo dell’Eredità, ho riesumato e migliorato(spero) questa storia che avevo scritto dopo aver letto Eldest.

Che ne pensate? Troppo banale?

Spero vi piaccia, comunque attendo esiti

 

Un baciotto

Marty23

  
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