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Autore: 1rebeccam    07/07/2011    37 recensioni
"Si alza di scatto anche lui, stringendo i pugni con le braccia tese attaccate al busto. E’ arrabbiato più di prima. Si è sempre ritenuto un uomo tranquillo, ma ora ha davvero raggiunto il limite e sente che sta per esplodere!"
Vincitrice 6° turno ai CSA: 1° posto categoria Romance - categoria Kiss - categoria Passion
Vincitrice 27° turno NESA: 1° posto Best Fan Fiction - 1° posto Best Scena Hot
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Buona seeeeraaaaaaa...

La dolce Marta, legge le FF con un barattolo di gelato accanto, così se la storia è trste, si tira su. Se la storia è divertente, la legge con più gusto, se la storia è piccante, si rinfresca un pò.
Voi starete pensando...e a noi cosa interessa?
Non siate così frettolose!
Io ho messo il rating arancione, ma solo per scrupolo. Per me è giallo, magari un giallo sole caldo e afoso, ma sempre giallo!
Perciò se dovesse essere arancione forte o addirittura rosso (a questo punto mi meriterei uno "Sporcacciona"), potete sempre rinfrescare il vostro organismo con due belle cucchiaiate di gelato!
A questo punto, buona lettura e...speriamo che...
insomma, non fatemi vergognare!!!






L'IMPORTANZA DI ESSERE ROMANTICI


Rabbia e Passione



 



 

-Come hai potuto? Perché non riesci a capire quando ti dico di stare fuori dalla mia vita?
-Becke…
-Non ti azzardare a rispondermi sai?- grida mentre gli punta il dito contro il naso e il tassista li guarda dallo specchietto retrovisore sghignazzando.
-Allora, quando imparerai a farti gli affari tuoi?     
 Silenzio…
-Castle!
-Mi hai detto di non azzardarmi a rispondere!
Dice alzando le mani davanti alla faccia in posa di difesa.
Il tassista si sta divertendo un mondo.
E’ la litigata tra innamorati più divertente a cui abbia mai partecipato, anche perché quei due si chiamano per cognome e lui sembra letteralmente terrorizzato da lei.
Quando Beckett scende per entrare in casa, lui fa per andarle dietro, ma lei lo respinge dentro e chiude lo sportello con forza. Si appoggia al finestrino davanti.
-Lo riporti a casa, lo metta a letto e gli rimbocchi le coperte.
Il tassista smette di sghignazzare dopo aver notato che la donna porta la pistola.
Ecco perché lui non la contraddice! Mette in moto…
-Che fa si fermi!
-Non vorrà andarle dietro? Insomma, lo sa che la sua fidanzata è armata? Qualunque cosa le abbia fatto, io la lascerei sbollire prima di raggiungerla.
-Non è la mia fidanzata!
-Ne è sicuro? A me sembrate…

-Ne sono sicuro. Vuole che non sappia se siamo fidanzati o no?
-Scusi tanto…
-No, scusi lei. E’ solo una giornataccia. Ha ragione sul fatto che è armata, ma devo rischiare. Comunque grazie amico, mi ricorderò di lei dal cielo.
Sale le scale di corsa e arriva giusto in tempo prima che Beckett chiuda la porta.
BOOOMMM → AAHIAAAAA → PATAPUMMM…
Kate entra in casa furiosa, sbattendo la porta e …
… sente un tonfo e un lamento soffocato.
Riapre lentamente. Castle è seduto a terra, appoggiato alla parete di fronte e con entrambe le mani si tiene la testa.
-Ma si può sapere cosa…ma dico, ti sei bevuto il cervello a sbattere così contro la porta?
Lui solleva la testa e la guarda con un occhio solo, l’altro è ancora coperto dalle mani.
-Certo, perché mi reputi tanto cretino da sbattermi la testa contro la porta, così per divertimento, giusto? Diciamo pure che TU mi hai sbattuto la porta in faccia!
-Io ti ho lasciato sul taxi. Non ho visto che eri dietro di me!

Lui non risponde, tiene ancora le mani sulla fronte e dalle dita Beckett scorge delle macchioline rosse.
-Oh, cielo Castle, fammi dare un’occhiata. Ti sei fatto male sul serio, hai un taglio!
Le scosta la mano con forza.
-Non preoccuparti. Non morirò. Avrai comunque la soddisfazione di spararmi!
-Piantala di fare il bambino, vieni dentro che ti disinfetto.
Si siede sul divano. La testa gli fa un male cane ed è leggermente intontito, ma comincia davvero a sentire crescere una strana rabbia, mai provata fino ad allora. Se fosse stato sicuro di non farsi male, avrebbe dato un’altra testata alla porta…tanto lei lo crede capace!!!
Beckett torna in soggiorno scalza e con la cassetta del pronto soccorso, si siede sul divano e gli disinfetta il taglietto che, per quanto misero, continua a sanguinare. Poi gli porge del ghiaccio.
-Mettici questo sopra che sta diventando blu.
-Meno male che mi è caduto il telefono e mi sono abbassato a prenderlo, sennò mi avresti rotto il naso.
-Come devo dirti che non ti ho visto? Se avessi fatto quello che ti ho detto…ma naturalmente tu fai sempre di testa tua e…
-Si, si…lascia stare! Hai sempre ragione tu ed io comincio veramente ad essere stanco!
-TU sei stanco Castle? Hai dato un pugno a Josh e lui mi ha mandato al diavolo!
-Quando ho visto che ti stringeva per le braccia, mentre continuavi a dirgli di lasciarti perché ti faceva male, non ci ho visto più!

-Era una lite tra fidanzati e tu non avresti dovuto essere lì!
-Non doveva metterti le mani addosso!
-Mi stava solo trattenendo e se davvero avesse esagerato mi sarei saputa difendere…invece tu ti sei messo in mezzo. E lui se n’è andato. Andato sul serio Castle, mi ha lasciata. Mi ha ridato le chiavi di casa. Ha mandato al diavolo me insieme a te…e sai una cosa? Dal suo punto di vista ha fatto bene.
-Infatti! Ha fatto bene, visto che non si occupa abbastanza di te e tu non lo ami.
Le parole vengono fuori di getto, senza che la bocca si sia prima connessa con il cervello e quando se ne rende conto, Beckett è già scattata in piedi davanti a lui.
-Vattene!
-Mi dispiace, posso sempre andare da lui e scusarmi…
-Tu non devi avvicinarti a lui mai più. Vattene!
Si alza di scatto anche lui, stringendo i pugni con le braccia tese attaccate al busto. E’ arrabbiato più di prima. Si è sempre ritenuto un uomo tranquillo, ma ora ha davvero raggiunto il limite e sente che sta per esplodere.
-NO!
-Fuori di qui Castle, non farmelo ripetere ancora.
-NO! Non me ne vado. Non stasera. Non così!
-Castle…
Non le dà il tempo di ribattere. La prende per i polsi, che lei ha sollevato per spingerlo via, e appoggia le labbra a forza sulle sue. E’ davvero arrabbiato e sta agendo senza pensare.

Kate spalanca gli occhi. Non se lo aspettava. Non si aspettava di sentire all’improvviso il suo profumo così vicino, e soprattutto non si aspettava di avere voglia di sentire anche il suo sapore.
Rick resta attaccato alla sua bocca e socchiude appena le labbra. Le abbassa le braccia, tenendogliele a forza dietro la schiena, lasciandola senza difese e senza distanza...e succede…anche lei socchiude le labbra e risponde al bacio.
All’inizio è lento, tranquillo, leggero, ma quando lei apre la bocca, rispondendo al suo sapore, si lasciano andare, trasformandolo in un bacio passionale, frenetico, caldo, interminabile…rabbioso!
Quando si staccano, restano  ancorati con lo sguardo…e lei gli molla uno schiaffo.
Nemmeno lui se lo aspettava. Non lo schiaffo, quello lo aveva messo in conto.
Non si aspettava di baciarla così, all’improvviso, con rabbia…e soprattutto che lei avrebbe risposto.
-Vattene Castle!
Sussurra lei voltandogli le spalle, la testa bassa, il respiro affannato, non per la rabbia, ma perché si è resa conto di essersi persa tra le sue braccia e nella sua bocca.
Anche lui risponde sussurrando, dopo un interminabile minuto di silenzio, in cui ha tenuto lo sguardo fisso sulle sue spalle.
-Si me ne vado. Ma non aspettarti che ti chieda scusa per quello che ho fatto. Non ti chiedo scusa, perché non ho fatto niente di male, e non me ne pento… lo rifarei ancora! Ma è evidente che, nonostante ti abbia fatto piacere, tu non mi vuoi. E vedo anche che con me sai difenderti.
La voce è rotta mentre si massaggia il viso, che brucia più della botta in fronte.
La rabbia provata nell’ultimo quarto d’ora, è sparita all’improvviso lasciandolo senza forze, come se avesse affrontato un incontro di boxe e dopo la sconfitta non riuscisse più a rialzarsi.
Ancora non è per lo schiaffo.
Si sente finito e inutile, perché con la risposta di Kate al suo bacio, ha avuto la certezza che anche lei lo ama. Anche lei è innamorata persa di lui. Ma questa certezza non può renderlo felice, perché nello stesso istante ha capito che lei non lo vuole. Lo desidera, ma non vuole amarlo e lo sta dimostrando con tutte le sue forze. Significa solo una cosa, che non si fida di lui, che non si sarebbe mai lasciata andare e questo tira e molla non può più continuare … questa consapevolezza improvvisa lo ha sconfitto.

-Me ne vado Kate, ma non solo per stasera, o domani…me ne vado e basta. Non verrò più al distretto, non serve. Ho abbastanza spunti per i miei libri, sempre che abbia ancora voglia di scrivere su Nikki Heat! Ormai lo sa anche la tua lavagna che non vengo lì per i miei appunti, ma è evidente che non mi sopporti e io sono stanco di rendermi ridicolo, di cercare di farti ridere, di cercare di proteggerti, non dagli assassini, ma da te stessa. Sono stanco di cercare di tirarti fuori dal tuo guscio e di elemosinare un tuo sorriso solo per me.
Le volta le spalle anche lui e mentre si dirige verso la porta continua.
-Spero che possa recuperare con Josh, se questo può farti felice.
Prima di aprire si sofferma ancora un attimo.
-Io ti amo Kate. Questo almeno devo dirtelo, anche se per te non è importante. Per questo me ne vado. Devo andarmene…per sempre!
Ruota la maniglia, ma gli sfugge dalle mani.
Kate è alle sue spalle, a piedi nudi non l’ha sentita avvicinarsi. Ha messo la mano sulla porta, spingendola per richiuderla.
Si volta di scatto a guardarla. In meno di due secondi il suo viso è cambiato.
Non ha più lo sguardo truce di quando lo ha schiaffeggiato.
Sembra che abbia combattuto anche lei un incontro di boxe finito con una sconfitta, e sia ancora a terra dolorante.
Ma hanno combattuto lo stesso incontro e non è possibile che non ci sia un vincitore, che siano tutti e due KO!
-Lasciami andare, ti prego, te lo chiedo per favore… Non costringermi a guardarti e pentirmi della mia decisione, perché davvero io sono stanco, questo sentimento mi sta logorando, non ne posso più!
Abbassa la testa, guardando di nuovo davanti a sé la porta ancora chiusa.
Lei gli mette la mano sul viso e fa esattamente il contrario di quello che le ha chiesto. Lo costringe a guardarla.

-Anch’io sono stanca! Tanto stanca. Vorrei dormire tranquilla una notte intera e sentirmi al sicuro, senza dovere dimostrare allo specchio che mi guarda ogni mattina che sono invincibile!
Ha le lacrime agli occhi e Rick sente il cuore rompersi in un’infinità di pezzettini sanguinanti.
Non riesce a vederla così, sa quanto è orgogliosa e quanto le sta costando mostrargli le sue lacrime, conosce la sua fragilità ed è per questo che vorrebbe stringerla e amarla, per farla sentire al sicuro, ma lei non lo ha mai voluto, pur desiderandolo.
-Non andartene, per favore!
Un sussurro…niente di più.
Quelle quattro parole sono state un sussurro in una sola sillaba.
Quel cambiamento repentino lo spaventa.
Non è fragilità o paura quella che mostra ora Kate, ma rassegnazione e non riesce a capire cosa l’abbia scatenata improvvisamente.
Rick chiude gli occhi e stringe i pugni.
Se restasse ricomincerebbe tutto come prima, mettere al primo posto lei sempre e comunque, lo sta deteriorando all’interno e se cedesse ora, ne uscirebbe  agonizzante.
Lei non lo guarda più, tiene lo sguardo basso, e trema come se si aspettasse una tremenda sentenza.
Perché un attimo prima voleva sparargli e ora si è praticamente messa in ginocchio.
Davvero non riesce a capirla, davvero è confuso.
Sono successe tante cose in un paio di minuti, il bacio improvviso e ricambiato, la rabbia e il rifiuto immediato di Kate e ora la stessa Kate arresa davanti a lui…senza un apparente motivo!
Sospira e la prende per mano…

-Vieni!
Lei lo segue come una bambina obbediente, come se non avesse più una volontà propria.
La sta praticamente trascinando in camera da letto e qualunque cosa fosse successa, lei l’avrebbe accettata inerme.
Si distende sul letto e allarga le braccia.
-Se vuoi, puoi sentirti al sicuro per stasera, io sono qui. Magari … me ne vado … domani!
Le parla naturalmente, senza malizia, sorridendo e lei lo guarda stupita.
Chiunque, al suo posto, si sarebbe preso quello che voleva senza pensarci, e in quel momento lei, glielo avrebbe permesso.
Così sono gli uomini, mostri un po’ di fragilità e loro ne approfittano...e Richard Castle lo scrittore, la figura pubblica, avrebbe anche potuto farlo.
Ma non lì, non in quel momento, non con lei, non con quel sorriso, così luminoso, vero e sincero ... quanto adora quel sorriso!
Perchè non gliel’ho mai detto!
Si corica attaccata a lui, appoggia il viso sul suo cuore e si accorge che, nonostante la scenata di poco prima, non è accelerato, ma calmo, sereno, batte regolarmente al contrario del suo. Questo vuole fare quell’uomo. Semplicemente calmare i battiti del suo cuore e proteggerla. Lo abbraccia stretto e si lascia andare a quel ritmo regolare.
Sembra assurdo, ma dopo qualche minuto anche il respiro di Kate diventa regolare…e pesante.
Si è addormentata! Rick guarda il soffitto e sospira, le cinge le spalle con un braccio, mentre con l’altra mano intreccia le dita a quelle di lei.
Le posa un bacio leggero sui capelli.
-Dormi amore mio. Dormi tranquilla, non permetterò mai più a nessuno di farti del male, solo se tu  lo vorrai.


Qualche ora dopo, Rick apre gli occhi d’improvviso e guarda l’orologio.
Sono le 2.00 del mattino, ha dormito 4 ore filate…e anche Kate.
Sente un leggero solletico sul torace, capisce che anche lei è sveglia e il movimento involontario delle palpebre, fa sfregare le ciglia sul suo corpo, e si rende conto che gli ha anche sbottonato per metà la camicia, appoggiandogli la mano sul petto.
-Ti sei svegliata! Dormito bene?
Lei alza la testa,  lo guarda fisso per un paio di secondi senza rispondere … e lo bacia.
Un bacio dolce e pieno di passione, diverso dal primo, che era stato irruento per il modo in cui era cominciato. Tiene gli occhi chiusi e si strofina su di lui, che al contrario non riesce a non guardarla, quasi scioccato. Ancora, non riesce a capire cosa le è improvvisamente successo, non in quel momento.
Quando si stacca dalle sue labbra, si tira su in ginocchio, lo fa mettere seduto e lentamente, senza fretta, prende a sbottonargli del tutto la camicia.
-Kate, ascolta…non dobbiamo…insomma noi…hai detto…tu hai…Josh…io non…
-Ssttt. Invece di balbettare, baciami!
E’ cambiata di nuovo, come se dormire abbracciata a lui l’avesse ricaricata e ora i suoi occhi emanano una strana energia. Il viso è sereno, consapevole di quello che sta facendo.
Invece lui non è consapevole di niente. Si sente come se stesse spiando dall’esterno un altro uomo e un’altra donna, fermo e immobile ad assaporare quei movimenti lenti.
Forse sta sognando, forse la botta in testa lo ha tramortito e lui è ancora sul pianerottolo, svenuto e sta delirando.
Gli sta solo sfilando la camicia, ma il modo in cui lo guarda e lo bacia …
… per un attimo non riesce a capire cosa deve fare, come se non lo avesse mai fatto prima.
Ed è vero, con lei non lo ha mai fatto e non si aspettava certo che, dopo quella discussione e quella rabbia, potesse davvero succedere quella notte!

Non lo ha pensato minimamente. Quando, poche ore prima l’ha presa per mano per portarla a letto, non ha pensato nemmeno per un momento a quello, ha solo pensato, come sempre, a proteggerla da sé stessa.
Mentre torna alla realtà, si rende conto che la sua camicia è già finita a terra e che lei sta armeggiando con i pantaloni.
-Rick, gli sussurra all’orecchio, devo restare vestita?
Lui non riesce a togliere lo sguardo dai suoi occhi, è come ipnotizzato.
-Va bene, faccio da sola!
Fa per togliersi la maglietta, ma finalmente Rick sembra risvegliarsi, le prende le mani e gliele bacia. Risale piano, dal polso al collo, facendosi strada a piccoli morsi, poi mette le mani sotto la maglietta e dopo averle accarezzato la schiena, gliela toglie con la stessa delicatezza che ha usato lei con la sua camicia.
Kate gli cinge il collo, appoggiando il seno al viso di Rick , che le sgancia il reggiseno. Si guardano per un attimo prima che lui cominci a baciarla, a stringerla.
Assapora i seni, succhiandoli come frutta polposa.
Piano, si tolgono il resto dei vestiti a vicenda.
Si stringono e si baciano, lei scende sul torace, passa la lingua sul petto, lo stomaco, fino a scendere sempre più giù e lì si sofferma. Lo bacia, lo accarezza, lo gusta, sentendosi orgogliosa di essere lo strumento della sua eccitazione.
Rick le tiene una mano, come se quel contatto è più importante di tutto il resto, come se tenendola stretta per mano, quel sogno non può sfumare. E se davvero è un delirio, spera ardentemente di delirare in eterno.
Torna sulle sue labbra, continuando ad accarezzarlo dal viso in giù, con movimenti che Rick, ritiene essere troppo lenti e insopportabili, e quando capisce che lui sta arrivando al limite, si allontana e si distende supina sul letto, solleva le braccia sopra la testa, i capelli sparpagliati, un sorriso mai visto prima…è una visione.
Rick si china su di lei, continua a tenerle una mano, mentre con l’altra esplora ogni centimetro di pelle, ogni centimetro di quel corpo che ha sempre sognato, assaporando i diversi profumi che la pelle emette in quel momento.
Il viso, il collo, il seno, lo stomaco.
Fa dei giri concentrici con la lingua attorno all’ombelico … e ancora più giù assaporando il suo calore!
Prima la mano, seguita dalla bocca, mentre lei sospira in silenzio.

Le sue dita sono come lame roventi che lasciano il segno, e trovano refrigerio solo al tocco dei baci immediatamente dopo.
Quando la sfiora all'inguine, lei scosta istintivamente le gambe, quel tanto da permettere alle sue dita l’esplorazione anche in posti dove prima non era permesso arrivare.
Il suo tocco la fa fremere e stringe i pugni, Rick solleva lo sguardo, senza lasciare la sua mano nemmeno per un momento, anche lei lo guarda, prima di gettare la testa all’indietro e sospirare ancora.
Torna su a baciarle le labbra, continuando a provocarle brividi in tutto il suo essere.
Kate solleva la testa con un gemito di piacere, chiude gli occhi mentre inarca la schiena e gli avvolge le gambe attorno al bacino, percependo la sua voglia, ma lui si ferma.
-Guardami Kate, non chiudere gli occhi. Guardami e non muoverti.
Lei sorride e lo asseconda, lo guarda. Si guardano con passione e desiderio…
… e mentre si penetrano con lo sguardo, come a volere scorgere il luccichio delle rispettive anime, si ritrovano piano l’uno dentro l’altra, con dolcezza, senza foga, con attenzione e quando lei gli stringe con più forza le gambe attorno, come a trattenerlo, lui si ferma assaporando la stretta per un istante che a Kate sembra interminabile, per imprimere quel momento  in ogni cellula del corpo e del cervello, poi cominciano a muoversi insieme in un unico abbraccio, un movimento perfetto, una sincronia misurata e naturale, che cresce lentamente.
Non stanno facendo l’amore, stanno completando l’unione fisica e spirituale  di due anime, che si sono cercate, perse, rincorse e ritrovate per tanto tempo e ora finalmente sono fuse insieme, occhi negli occhi, pelle contro pelle, sussulto contro sussulto, battito su battito.
Gemono in silenzio, come a non volere interrompere la magia attorno a loro, e quei gemiti soffocati sono più eccitanti di qualunque grido liberatorio.
Continuano, senza smettere di guardarsi un solo istante, spezzando il silenzio solo pronunciando di tanto in tanto i loro nomi.
Finché, sempre persa nei suoi occhi, Kate gli sussurra un tenero, sospirato Ti amo.
Lui non riesce a smettere di guardarla, per un attimo gli manca il respiro.
Quel ti amo lo ha cercato, sospirato, desiderato… e ora lo ha sentito.
La donna per cui avrebbe fatto qualunque cosa, anche morire, gli ha detto ti amo.
E’ all’apice della felicità, non solo perché sta facendo l’amore con lei, ma perché glielo ha finalmente detto. Ti amo…

Averla tra le braccia, essere dentro di lei, non significa nulla, non senza quelle due piccole parole tanto temute da entrambi…
-Mi ama!
Ora si appartengono davvero! Ora sono uno!
Quando finalmente si calmano, lui fa per staccarsi, ma lei lo afferra stretto per la schiena.
-No, Rick. Non andartene, resta. Non allontanarti.
Lo dice, come se l’allontanarsi da lei in quel momento, significasse non riuscire a respirare.
Una questione di vita o di morte.
Fino ad ora è vissuta con un cappio, che stringendosi giorno dopo giorno, l’ha portata ad un lento suicidio del cuore.
Quell’uomo l’ha appena salvata. Ha tagliato di netto il cappio e il cuore è libero.
Libero di vivere, di respirare, di amare ed essere amato.
Per questo non può staccarsi da lui, non subito. Non ora!
Lui la bacia sulla fronte e resta fermo su di lei, appoggiando il viso sul seno.
-Va bene così?
-Si Rick, non mi lasciare!
-Mai, ora davvero non potrei mai!
Avrebbero potuto restare così per sempre.
Il calore al basso ventre comincia a scemare piano piano, lasciando il posto ad una sensazione di pienezza e completezza mai provata e Rick si scosta da lei, si corica sulla schiena e l’attira su di sé, accarezzandola lungo la colonna vertebrale e continuando a tenerle la mano.

Restano in silenzio per qualche minuto, quando Rick sente qualcosa bagnargli il petto.
-Kate! …Stai … stai piangendo? Kate ti prego…-
Lo assale il timore che si sia improvvisamente resa conto di quello che hanno fatto…
… ma lei solleva la testa e sorridendo tra le lacrime, gli poggia un dito sulle labbra.
-E’ tutto a posto. Sono solo felice!
Si appoggia nuovamente su di lui, avvolgendolo con le braccia e stringendolo con tutta la forza che ha in corpo.
-Buona notte Rick…
-Dormi tranquilla Kate, io sono qui!-
 

Quando, qualche ora dopo Rick riapre gli occhi, non riesce a capire se ha davvero passato la notte con la donna che ama o lo ha solo sognato, poi guarda il soffitto.
E’ lo stesso della sera precedente.
Poi guarda com’è conciato il letto, non ci sono dubbi.
E’ vero…è successo davvero.
Allora lei dov’è?
Sente il cuore perdere un paio di colpi e si alza di scatto, infilandosi i pantaloni di fretta, come se dovesse correre in strada perchè il palazzo sta crollando. Si infila le scarpe con la stessa velocità e non riesce a trovare la camicia…
Maledizione sono sicuro che stanotte era qui sul pavimento!
Si precipita nel soggiorno e si blocca sulla porta.
Lei è girata di spalle e guarda fuori dalla finestra.

Nel controluce che la avvolge si accorge che ha addosso solo la sua camicia… e ricomincia a respirare.
Sospira così forte che lei lo sente e si volta.
Dio, quanto è bella!
-Buongiorno! E’ una giornata splendida, non c’è nemmeno una nuvola!
Lui non risponde e lei prende il colletto della camicia tra le mani e lo stringe avvicinandolo al naso.
-Volevo ancora il tuo odore addosso, spero non ti dispiaccia!
Lui continua a non parlare e deve avere la faccia stravolta perché lei gli va vicino.
-Che succede?
Abbassa gli occhi, chissà perché in quel momento sente un bisogno impellente di guardarsi le scarpe…
-Rick, cos’hai? E’ tutto a posto?
-Non eri a letto…io ho creduto…ho avuto paura…io ho pensato che ti fossi pentita…e che fossi scappata via…ancora!
Non riesce a non balbettare e Kate sorride inclinando la testa.
-Se avessi cambiato idea lo avresti capito subito, perché saresti stato tu a dovertene andare, visto che questa è casa mia!
Si guarda intorno, perché quella rivelazione la sta metabolizzando soltanto al momento… e sorride.
-Hai ragione, siamo a casa tua…e io sono un idiota.
-Un meraviglioso, dolcissimo, bellissimo idiota!
Si solleva sulle punte dei piedi e lo bacia.
Gli sfiora la fronte, sulla parte destra, proprio sotto l’attacco dei capelli, il taglio si è chiuso, ma il colore decisamente blu e il gonfiore, non possono non notarsi.
-Rick, ascolta. Non cambio idea. Non potrei. Non dopo quello che mi hai detto ieri sera.

-E’ questo il punto. Io non lo so cosa ti ho detto…cioè ho detto tante cose, ma…
-In questi anni mi hai ripetuto continuamente che ci saresti stato sempre, che mi avresti aiutato sempre. Qualunque cosa per sempre. Ma io ho preso le tue parole per quello che sono, solo parole, come tante altre, molte volte senza significato.
Ieri sera l’hai usata ancora, ma per dirmi che saresti andato via per sempre.
E improvvisamente questa parola ha preso significato, è diventata un tempo indefinitivamente infinito…
E ho capito! Ho capito che non avrei potuto sopportare di vivere senza di te, per un tempo indefinitivamente infinito… per sempre.
E’ scattato qualcosa dentro al mio cervello, non so cosa. Ma ho capito che, quel sempre, lo voglio vivere con te!
Per difendermi dall’omicidio di mia madre, mi sono fermata nel passato, rincorrendo un futuro in cui avrei dato un nome e un volto al suo assassino. Ma per questo ho lasciato andare via il presente.
E tu sei stato l’unico che lo ha capito, che ha avuto la pazienza di essere con me nel presente. Ma la pazienza ha un limite, e ieri sera io sono stata capace di fartela perdere…
Rick, non m’importa se domani dovessi fare le valige e sparire. Non voglio più perdermi il presente. Voglio vivere queste emozioni oggi…per il resto si vedrà!
Lui la guarda rapito. L’ha sempre guardata così, ma quella mattina, in quel momento non avrebbe potuto fare altro…
Davanti a lui c’è Beckett, la sua musa, la donna che gli ha fatto perdere la testa e rubato il cuore, ma la persona che gli sta parlando non la conosce.

Non è lei.
E’ una ragazzina che ha voglia di aprirsi al mondo e alla vita senza chiedersi cosa sarà domani… e indossa meravigliosamente solo la sua camicia.
Sente un groppo in gola e non riesce a dirle nulla.
-Chissà cosa penserà tua figlia, quando vedrà questo enorme bernoccolo!
Sorride e gli posa ancora la mano sul viso e lui gliela bacia.
-Io non farò le valigie domani. E non sparirò, di questo puoi essere sicura. Le due persone più importanti della mia vita sono qui, tu e Alexis, dove potrei andare senza di voi?
-Dimentichi tua madre?
-Beh, mi piacerebbe, ma tu me l’hai appena ricordata!
Sorridono e si abbracciano, si tengono così stretti, che quasi non respirano. Appoggia il viso sul torace di Rick, la pelle è calda e questa volta il suo cuore batte così forte, che potrebbe anche uscirgli dal petto e volare via libero e felice, e se fosse successo, lei sarebbe volata via, libera e felice, con lui.
-Sarà meglio che vada a casa, così ci sistemiamo un po’ prima di andare al distretto.
-Vuoi davvero andare a casa?
-Beh, io non potrei cambiarmi e se arrivo in ufficio con gli stessi vestiti di ieri…per di più sgualciti! Pensa alle battutine e allo sforzo per far finta di niente!
-Dovremo dirglielo prima o poi!
Nemmeno questo si aspettava.
Pensava che avrebbe voluto tenerlo nascosto per un po’, specie al lavoro.
Ma l’ha detto.
Ha pronunciato quella frase con naturalezza e un pizzico di malizia.
-Non ti importa che lo sappiano tutti e subito?
-Se non dispiace a te? No.
-A me? Io voglio urlarlo al mondo intero, anzi adesso lo metto su twitter…
-Non azzardarti Castle, ora esageri come al tuo solito!
La guarda ridendo.
Eccola la sua Beckett.
Autoritaria e meravigliosa!
-Dobbiamo festeggiare. Ti preparo i pancackes.-
-No Rick, non è necessario…
Ma lui è già diretto in cucina.
-Certo che è necessario. I pancackes sono importanti, per le occasioni importanti…e se questa non lo è!
-Davvero Rick possiamo fare colaz…
Sta cercando di dirgli che il frigo è vuoto, ma non riesce a finire perché, da come reagisce, è ovvio che Rick lo ha già aperto.
-Ma io dico, cos’hai contro questo povero elettrodomestico?
-In che senso?
-Ogni cosa nasce per un motivo. Tu sei nata per farmi perdere la testa, io per toglierti la tranquillità…e anche i vestiti di dosso…e questo frigorifero è nato per essere riempito di roba da tenere al fresco. Sembra una bara vuota, poveretto…si sente l’eco…è in agonia, tanto vale che gli spari, così smette di soffrire.
Lei non riesce a non ridere, invece lui è serio, anche troppo, e non si gira nemmeno a guardarla, continua a contemplare sfiduciato il frigorifero.
-Ma da quanto tempo non fai la spesa?
-Mmhh vediamo… cerca di dire lei, ma ricomincia a ridere.
-Kate credimi, tu non sei per niente romantica. Non hai la più pallida idea di cosa sia il romanticismo!-
A questo punto lei non ride più.

E’ troppo curiosa di sapere quale teoria scientificamente provata da Castle, abbia messo in connessione il fatto che il suo frigo è vuoto, con il romanticismo. E non deve aspettare tanto, perché Rick ormai è già partito in quarta con i suoi sproloqui.
-Insomma, qualunque cosa. Puoi farti mancare qualunque cosa, ma non uova e latte…è come non avere a portata di mano una misera bottiglia di champagne!
Detto da lui deve per forza avere un senso. Ora ho qualche indizio in più…frigo vuoto, romanticismo, uova e latte. Lo champagne non c’entra, è solo un’analogia!
Sta pensando lei, mordendosi il dito…
-Uova e latte Kate, continua gesticolando, devi averli sempre a portata di mano per un momento speciale. Come adesso, è il momento speciale  e io non posso fare i pancackes!
-E… non sono romantica per questo, perché non ho uova e latte nel frigo moribondo? Possiamo sempre mangiarli in una caffetteria!
-Ecco se prima era in agonia, adesso gli hai dato il colpo di grazia, al romanticismo intendo. Ma non capisci? Ci sono delle cose che devono essere fatte assolutamente.
Si volta finalmente a guardarla, lei ha le braccia conserte e un sorriso interrogatorio stampato sul viso.
Le si avvicina e abbassando la voce il più possibile, le prende il viso tra le mani.
-Dopo aver fatto l’amore con te, i pancackes cucinati da me, sono d’obbligo! Il problema non è fare colazione, la caffetteria non è romantica…e nemmeno tu sei romantica, detective, e hai rovinato tutto!
E’ ad un millimetro di distanza da lei, si sfiorano con il naso e lui fa gli occhi da bimbo deluso…molto deluso!
Santo cielo, se mi guarda ancora così, mi sentirò in colpa a vita per un paio di uova… E il latte, accidenti, manca anche il latte!
Così decide di passare al contrattacco e lo bacia appassionatamente…
-Mi perdoni?
-Con questo semplice bacetto?!
-E che devo fare allora per redimermi?
-Beh, non sei romantica, ma un po’ di fantasia l’avrai…spero!
Lo prende per mano.
-Vieni con me…

-Che intenzioni hai?
-Pensavo che potresti lavarmi la schiena!
Si gira a guardarlo.
-E poi io potrei lavare la tua! Ho abbastanza fantasia?
-Mmhhh. Per cominciare…

 
Una settimana dopo le cose non possono andare meglio.
Stanno insieme, sul serio.
Lo sanno tutti.
Prima fra tutte Lanie, che il primo giorno li ha visti uscire dall’ascensore, mano nella mano e occhi negli occhi, e non ha potuto fare a meno di lanciare un urlo, così che quelli che non li avevano ancora visti, senza fare nomi… Ryan ed  Esposito, ci sono rimasti malissimo per non avere avuto sentore di nulla, per non essersi accorti che la frittata era fatta.
Negli ultimi due anni non hanno fatto altro che scommettere sulla loro storia e adesso che è successo, loro non se ne sono accorti. Averli visti mano nella mano li ha spiazzati.
Come hanno fatto a non accorgersi dei segnali.
La sera prima a momenti Beckett gli spara, dopo che lui ha dato un pugno in faccia a Josh, e quella mattina… Josh è magicamente evaporato…
Quando lo ha detto ad Alexis e sua madre, lo hanno abbracciato e sbaciucchiato come un orsetto di peluche, a momenti erano più contente ed eccitate di lui.
Anche il resto della città ormai ne era al corrente.
Inevitabilmente sono stati notati, mano nella mano per strada, o seduti in un ristorante, a lume di candela, senza nascondersi, e i giornali di gossip parlavano già della nuova conquista dello scrittore.
Ma a Kate questo sembra non importare, l’importante è non essere importunata, specialmente sul lavoro.
Sta mantenendo la promessa.
Prendere tutto oggi…e poi si vedrà.
 

Quella sera avrebbero cenato a casa di Rick.

Martha non sarebbe rientrata che l’indomani, e Alexis andava al cinema con Page.
Lui ha preparato la tavola, tovaglia elegante, fiori, candele.
Ha messo in fresco vino bianco e rosso, visto che la cena è top secret.
Al cibo ci penso io, gli ha detto Kate il giorno prima, con un sorriso malizioso da bambina monella…e lui sta morendo dalla curiosità!
Alexis scende le scale di corsa.
-Wahooo papà, che tavola meravigliosa!
-Grazie tesoro. Non è troppo pomposa?
-No.
-Non è nemmeno troppo semplice?
-No.
-Non…
-Papà, respira…è perfetta, tu sei perfetto e Kate ti ama. Punto.
-Hai ragione…cosa farei senza di te!
-Il tuo cervello farebbe corto circuito, cercando di stare dietro a tutte le fisse che ti fai venire quando sei eccitato.
Suonano e Alexis va ad aprire.
-Kate ciao, bene arrivata, ma cos’hai li?
Rick si avvicina …
-Allora, che hai portato per ce…ma cos’hai lì?
-La domanda di riserva? Piuttosto dammi una mano, è pesante!
Rick le prende lo scatolone dalle mani e ci guarda dentro…
-Sei bottiglie di latte… e …due… dozzine di uova? E il burro…hai portato anche il burro!

-Allora, sono o non sono una romanticona?
Sorride Kate mordendosi il labbro inferiore.
-Oh, Kate. Sei grande, ti adoro, ti amo…uova e latte fantastico!!!
Posa lo scatolo sul bancone della cucina e comincia a strofinarsi le mani.
Alexis li guarda basita, per quanto intelligente e perspicace, non riesce a capire che connessione possano avere uova e latte in grande quantità con il romanticismo di Kate…o con il romanticismo in genere.
Certo, se avesse portato uno scatolo pieno di bombolette di panna spray, avrebbe anche potuto fare pensieri… diciamo così…impuri su suo padre e Kate (anche se la fa arrossire fare pensieri impuri su suo padre, è normale vista la situazione, però è pur sempre suo padre!), ma uova e latte proprio…non ci arriva.
-Alexis, non senti il citofono? Deve essere Page?
-Cosa? Oh si, si vado, ricordati che dormo da lei papà, non fare come l’ultima volta che a mezza notte sei venuto a buttare giù la porta di casa sua, perché te ne eri dimenticato.
-Non me ne ero dimenticato!  Comunque quando rientrate dal cinema, chiamami.-
-Va bene, papà.
Gli dà un bacio e con la scusa di baciare anche Kate le sussurra all’orecchio.
-Poi mi spieghi che attinenza hanno le uova con il fatto che tu sei romantica!
Le strizza l’occhio.
-Buona notte ragazzi, divertitevi…beh…con quello che avete!
E scappa via.
-Divertitevi…con quello che avete! Che ha voluto dire?
-Credo non abbia capito perché stasera sono romantica!
Fa cenno con la testa alla scatola che ha portato.
-Dovrei spiegarle l’importanza dei pancackes!? No, meglio di no, è ancora troppo piccola!
-Piccola? Capisce sicuramente, cosa significa essere romantici!
-Non dirlo, questo mi provoca una fitta allo stomaco! A proposito, detective. Come mai questa sera sei tanto romantica?
Le mette le mani attorno alla vita e la solleva, lei gli attorciglia le gambe al bacino e si siedono sul divano una sopra l’altro.

-Stasera è il nostro settimananniversario, un momento speciale!
Gli sussurra mordicchiandogli l’orecchio.
-Cominci a coniare parole nuove come me Beckett?
-Si, Ryan dice che mi sto Castellizzando!
Continua a morderlo scendendo sul collo.
-Anche questa è una parola nuova. Sarebbe a dire che chi va con lo zoppo impara a zoppicare?
-Si. Allora non hai ancora risposto, sono una romanticona, si o no?
-Hai ragione accidenti, mi stavi facendo dimenticare, tu mi togli il senno…stasera mangiamo pancackes! Non è mattina e non sono per colazione, ma visto che si tratta di un settimananniversario va benissimo, perché è un’occasione speciale, anzi di più!
La solleva a forza e la scaraventa letteralmente sul divano, mentre lui si fionda in cucina.
Kate resta di stucco, se non si fosse aggrappata al bracciolo, sarebbe finita a terra.
-E io sarei quella poco romantica?
Si volta, appoggiandosi alla spalliera del divano e lo guarda mentre si mette il grembiule e si da dà fare con le scodelle e le pentole.
Sorride. E’ un bambino!
Inclina la testa…no, non è vero.
E’ un uomo…
Un uomo buono, gentile, completamente matto, curioso, pieno di vita, con un cuore enorme, protettivo e meraviglioso…e la cosa più importante è, che adesso è il suo uomo.
Ora dorme tutte le notti e per tutta la notte, con o senza di lui, e quando la mattina si guarda allo specchio, gli sorride senza dovergli dimostrare niente, solo che Katherine Beckett non ha più bisogno di essere invincibile ed è finalmente felice!
Ed è tutto merito di uova, latte e…
Corruccia improvvisamente la fronte, e si morde il pollice.
-…Accidenti, ho dimenticato lo sciroppo, speriamo che lui ce l’abbia, sennò chi lo sente…
-Ti sei scordata lo sciroppo detective…ma non importa, io sono romantico il doppio di te, anzi il triplo…no, no, io sono superipermegaromantico…non sorprenderai mai il mio frigo senza sciroppo!-

-Oh…si. Sono felice…
   




Angolo di rebecca:

Allora, vi è piaciuta? Vi ha emozionato? Vi ha scombussolato?
Insomma, che colore è?

Sogni d'oro!

  
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