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Autore: Densie Arya    07/07/2011    1 recensioni
Pairing: Draco/Astoria (occasionalmente Draco/Pansy Astoria/Blaise, mai nei particolari.)
Astoria Greengrass è oppressa dal peso della sua famiglia, sopratutto dalla figura imponente di sua sorella Daphne.
Le sue amiche, se così si possono definire, sono solo delle ragazze invidiose e senza alcun affetto verso di lei.
Draco Malfoy è oppresso dal peso della sua famiglia, soprattutto dalla figura impotente di suo padre.
Sulle sue spalle grava il futuro del nome della sua nobile stirpe, e lui deve riuscire ad uccidere Albus Silente, come Voi-Sapete-Chi gli ha ordinato.
Eppure succede qualcosa che neppure lui aveva previsto: la McGranitt punisce Tiger e Goyle.
Ora chi lo aiuterà con il suo piano?
Chi altri se non quella fastidiosa ragazzina con la risposta pronta?
E una volta che il piano sarà attuato, cosa porterà Draco a sposare Astoria?
-Cambiamenti lievi del 6 e del 7 libro. Nulla a che vedere con la storia generale (Silente che muore... Harry che cerca gli Horcrux e sconfigge il cattivone Lord Voldemort. Insomma, tutto invariato.)
-Cercherò di rendere Draco il più IC possibile, se vedete qualcosa che non va, segnalatemelo.
-Il rating potrebbe salire.
COMMENTATE!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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L'Odioso Draco Malfoy e la mia Maledetta Voglia di Guai
Capitolo 1 - Come Tutto Ebbe Inizio..

Sono seduta alla tavolata di Serpeverde e il mio sguardo è fermo su Draco.
Sembra più vecchio, più triste e meno freddo di quanto fosse mai stato.
Forse è solo un’impressione mia, ma sembra molto preoccupato per qualcosa.
“Cos’ha Malfoy?” chiedo a mia sorella, fingendo quasi disinteresse.
Accanto a lei, Pansy mi guarda in cagnesco, e devo dire che dona parecchio al suo muso da carlino.
“Forse è solo stanco. Il nostro anno è davvero duro.” mi risponde con la sua solita aria di superiorità.
Sì, perché Daphne Greengrass, è superiore a chiunque.
O almeno, è ciò che crede lei.
“Eppure sembra che le ragazze lo corteggino più degli altri anni.” commenta Pansy con un certo disappunto “Ieri l’ho visto con due... e dico due... primine! Dico, a undici anni io giocavo a scacchi!”
“Tu sai giocare a scacchi?” Ops. Il mio tono sorpreso non è una buona cosa.
“E’ inutile che fingi, Story. Hanno visto anche te, seguirlo fino al settimo piano.” si intromette mia sorella, guardandomi con aria di sfida. “Draco è off-limits, per te. E’ il ragazzo di Pansy. E, al massimo, io sono la sua promessa sposa.”
Promessa sposa.
Neanche fossimo nel XV secolo!
“Blaise mi ha chiesto di uscire.” sussurro io, per distrarre le due arpie dal mio nuovo obiettivo:
Draco è off-limits. Perfetto.
Per tutta la mia vita ho vissuto nell’ombra di Daphne.
Lei era più bella, perché il suo viso era meno da bambina, perché ha iniziato a truccarsi molto prima di me, perché i suoi vestiti sono adatti ad una donna.
Io, d’altro canto, mi ero adattata al mio posto dietro le quinte.
La pettinavo tutte le sere per saperne di più sulla sua vita favolosa.
Ma adesso, con i miei 14 anni, posso dimostrare al mondo che io, Astoria Greengrass, sono pronta per sbocciare.
E, naturalmente, per essere migliore di lei.
“Davvero? E tu?” distrarre Pansy è più facile che mai.
E’ mia sorella che continua a guardarmi di sottecchi.
“Gli ho detto che ci avrei pensato su.” sono così presa da Draco che se ne va che quasi mi dimentico di sembrare emozionata.
Ho paura che Daphne possa capire.
“E che avresti dovuto chiedere a me, spero.”
“Non sei mia madre, Daph. Non devo chiederti un bel niente. Ora vado da lui e gli dico che questo finesettimana potrei essere libera, che tu lo voglia o no.” mi alzo dalla tavolata e mi dirigo verso l’uscita, tentando di non farle capire che intendo pedinare il suo ‘promesso sposo’.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Draco Malfoy è al settimo piano, seguito da due ragazzine.
Una è bionda, ha una bilancia di ottone in mano.
L’altra ha i capelli rossi e si guarda intorno, furtiva.
Nessuna delle due è vagamente carina.
Draco fa avanti e indietro, e sulla parete appare una porta.
Devo approfittarne.
“Wingardium Leviosa!” sussurro, puntando la bacchetta sulla bilancia.
Se schiantassi subito quelle due, la bilancia cadrebbe facendo troppo rumore.
“Silencio” continuo, sottovoce, impedendo a quelle due di avvisare Draco.
“Immobilus!” punto la bacchetta sulla biondina “Immobilus!” dico di nuovo, rivolta verso la rossa.
Tutto perfetto.
Dovrebbero premiarmi per la mia prontezza.
Eppure.. la porta sta per svanire.
Tocco la maniglia e la apro di uno spiffero, attendendo abbastanza da cercare di ricordare una cosa:
L’ultima volta che ho lanciato un immobilus –l’anno scorso, contro una delle gemelle Patil- è durato circa venti minuti.
Entro, guardandomi intorno con circospezione.
Sento un uccellino fringuettare, e mi chiedo cosa sia questa stanza.
“Goyle! Perché diamine sei entrato?” mi chiede Draco, alzando un sopracciglio.
Goyle? Cosa diavolo c’entra il suo amico?
“Cosa?”
“Ma... Un attimo. Abbiamo usato Astoria la scorsa settimana...”
La mia faccia ormai rende piuttosto bene l’idea.
“Che vuol dire?”
La mia voce mi tradisce. E’ troppo ovvio che Goyle non riesca a camuffarla.
“Greengrass? Che diavolo ci fai qui?” Draco è duro. Spaventato e pallido, oltretutto.
“Cercavo un riparo da mia sorella. Non credevo ci fosse nessuno.” Bugiarda.
“Beh, esci.” il suo tono non ammette repliche.
“Nessuno mi dice quel che devo fare, Malfoy. Me ne vado, ma solo perché non posso fare quel che volevo fare.”
E cosa volevo fare? Boh!
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“Greengrass, proprio te cercavo.” La sua voce l’avrei riconosciuta tra milioni.
Lenta, strascicata, saccente e sarcastica.
Sia io che Daphne ci voltiamo verso di lui.
Siamo nella Sala Comune di Serpeverde, sul divanetto.
Io leggo un libro, lei si ritocca lo smalto.
Lui guarda me.
“Vieni.” di certo non si può dire che Draco Lucius Malfoy sia un tipo che chiede.
Lui impone.
Mi alzo, posando il libro sul tavolino lì vicino, e lo seguo nei dormitori maschili.
Sento lo sguardo assassino delle ‘mie amiche’ sulla schiena.
Ma non mi volto.
“Che vuoi, Malfoy?”
“Menti.”
“Cosa?” credo di non aver capito bene.
E’ un ordine o un’affermazione su quanto accaduto poco prima?
“Non dicevi la verità, prima.”
“Mio padre sì, a quanto pare. Ci ha detto che tua zia ti ha insegnato la Legilimanzia.”
“Che ci facevi lì, Greengrass?” mi chiede, alzando un sopracciglio. Il mio sguardo si ferma un attimo sulle sue labbra, per poi proseguire fino all’incavo del suo collo.
“E se io non volessi dirtelo?” sospiro, mettendomi comoda sul suo letto, mentre lui continua a guardarmi in piedi, in una posizione rigida, con le mani sui fianchi.
“Dovrei ucciderti.”
Io mi lascio andare ad una risata sarcastica.
“Fai delle supposizioni, ed io tenterò di essere sincera.”
“Ti ha mandata Piton?”
Il mio sguardo si fa affilato.
“No, cosa c’entra Piton?”
“Silente? Potter?”
Allo schiocco dell’ultimo nome, la mia risata diventa sincera.
“Potter? Per chi mi hai presa, Malfoy?”
“Dimmi la verità, Astoria.” Il modo in cui pronuncia il mio nome, quasi con rabbia, mi mette quasi paura.
“E io cosa ci guadagno, scusa?”
“Te lo sto chiedendo per cortesia, non obbligarmi ad usare la forza.”
“Non ho paura di te.”
“Legilimens!” esclama, puntandomi la bacchetta sul petto.
Le immagini nella mia mente si presentano offuscate, ma nitide in un certo senso.
Forse perché io so esattamente cosa sta vedendo.
-
FLASHBACK
“Draco è off-limits, per te. E’ il ragazzo di Pansy. E, al massimo, io sono la sua promessa sposa.” Daphne mi guarda, come se le avesse punto una tarantola.
-
Cerco di rilassarmi e di mandare la mia mente verso il vuoto.
Immagino la mia casa in Spagna: distese di sabbia, il rumore dei gabbiani e del mare, l’odore di salsedine.
Istantaneamente, mi ritrovo nel dormitorio maschile di Serpeverde, con un Draco Malfoy piuttosto irritato.
“A quanto pare, tuo padre ti ha insegnato l’Occlumanzia.”
“Mio padre conosce i pericoli che si insidiano ad Hogwarts. Anche se non ho ancora capito perché crede tu sia pericoloso per noi.”
Lui si siede, e vedo un ombra di fragilità nei suoi occhi.
“Lo sono, Greengrass. Non dovresti seguirmi, anche se lo fai per ripicca e non per spiarmi.”
“In quattro anni non ti ho mai visto attentare la vita di nessuno. Certo, se tu uccidessi Potter o Silente non sarebbe così male, ma nei miei confronti... Non ti trovo così pericoloso.”
“Non sai quel che dici, Astoria.” però, in un modo o nell’altro, qualcosa in lui sembra cambiare.
Devo aver detto qualcosa a sproposito.
“Forse. Ma non intendo rinunciare. Sono stufa di sentirmi inferiore a Pansy e Daphne.”
Lui mi guarda, lasciando trasparire un sorriso sarcastico.
“Tua sorella ancora crede di essere la mia promessa sposa...” sembra più una riflessione, che una discussione verso di me.
“Non ne è degna? E’ questo che stai dicendo?” il mio orgoglio si fa sentire.
“Per ora, credo sia la candidata ideale. Ma alla fine di questo anno, forse potrei evitarlo.”
“Credi che tuo padre riuscirà a ristabilire il vostro nome, Draco?”
“No, non mio padre. Comunque non è questo l’importante. Io non voglio sposarmi.”
“Vuoi vivere da solo, per sempre?”
Quella frase lo rende serio.
“Credo che sia ora che tu te ne vada, Astoria. Buonanotte.” mi apre la porta con galanteria.
“Per quanto riguarda il fatto che ti ho seguito...”
“Sì?”
“Beh, potrei obliviarti, ma non vorrei offendere il tuo orgoglio, anche se non lo ricorderesti.”
“E cancellare questa conversazione? Beh, accomodati pure.”
Mi scappa un sorriso.
“Buonanotte, Draco.”
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Due mesi dopo quell’incontro io, Astoria Greengrass, sono riuscita nell’impresa più grande: conquistare Blaise Zabini.
E, fidatevi, non è un impresa facile.
Tutt’altro. Lui è il puttaniere di Hogwarts.
Ed è mio.
Perfino mia sorella e Pansy, mollata da Draco, si stanno mangiando le unghie.
“Greengrass, posso parlarti un attimo?” la voce di Malfoy.
E’ da quella sera che non la sento.
Mi volto verso di lui, a quanto pare mi stava aspettando fuori dall’aula.
Lascio i miei libri in mano a Millicent, chiedendole di portarli nella Sala Comune e lo seguo.
Il silenzio predomina su ogni passo che facciamo verso la meta da lui prefissata.
Solo dopo mi accorgo di essere arrivata al settimo piano.
“Questa è la Stanza delle Cose Nascoste.” mi fa un cenno, invitandomi ad osservarla meglio.
“E’ immensa.” commento, un po’ sulle nuvole, per poi posare il mio sguardo su di lui.
“Che cosa vuoi da me, Malfoy?”
“Aiutami.”
“Cosa?”
“Non farmelo ripetere, Greengrass.”
“Perché proprio io? Dove sono Tiger e Goyle?”
“La McGranitt li ha puniti.”
“Pansy... Daphne... Chiunque altro?”
“Non mi fido.”
“Ti fidi di me, dunque?”
“Non attribuirmi frasi che non ho mai detto, donna.”
Se questo è il suo modo di chiedermi di aiutarlo, beh... Si sbaglia.
“Non ti aiuterò, Draco. Non finchè non imparerai a trattarmi da tua pari. Io non sono Tiger e Goyle. Tantomeno Pansy Leccapiedi Parkinson.”
“Come vuoi, Greengrass.”
“Ah... e chiamami Astoria.”
“Stai dettando le tue condizioni, Astoria. Appena finisci, toccherà a me.”
“Non dovrai sottrarmi ore di studio e, beh, mi devi almeno un paio di favori.”
“Tocca a me?”
“Sì, Draco.” calco il suo nome, apparendo vincente.
“Tu mi chiamerai Malfoy, ti tratterò al di sopra di come tratto molte altre persone, mi fiderò di te, ti toglierò 3 ore al giorno e ti devo un solo favore. Prendere o lasciare.”
“Come vuoi, Malfoy.”
“Ti permetto di chiamarmi Draco, ma ad una sola condizione.”
“E quale sarebbe?”
“Non innamorarti di me.”
Non ci sono dubbi, Draco Lucius Malfoy è un coglione.
“Non c’è pericolo.”
Sbagliato, qualcosa in lui mi attira già da molto tempo.
Ma non c’è motivo perché lui lo sappia.
  
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